“G.B. Parodi e il senso del divino” di Giovanni Gatto: una truffa sul libro dell’alchimista Nicolas Flamel
Se c’è un casino, io mi ci butto dentro.
“G.B. Parodi e il senso del divino” è il secondo libro di Giovanni Gatto con protagonista Giambattista Parodi, detto Gibì. Come dicevo nella recensione del primo romanzo (Agenzia F.P. Investigazioni), anche in questo secondo lavoro ci sono errori come già riportato allora, ma in minore misura. Lo scrittore si sta facendo le ossa!
Al protagonista, professore di filosofia, genovese, ci si affeziona, è indubbio. Lo si segue, ovunque lui ci porti.
Ho notato che è anche guarito dai tanti mal di testa e di stomaco che aveva spesso nel primo libro!
Genova è sempre presente e la fa da padrona, con le sue vie, i suoi palazzi, le sue canzoni; ogni inizio capitolo spesso troviamo brani di De André e altri.
Riusciamo persino a sentirne l’odore e i suoni: “Una decadenza vuota e silenziosa, struggente e infinita, sembra essere lo stato permanente di questa città di pietra. Che io amo ed odio proprio perché non cambia mai.”
Gibì si racconta in prima persona. Il fratello tanto citato nel primo romanzo, qui riusciamo a conoscerlo: dopo aver chiuso l’agenzia di investigazioni, si è sposato e abita in Germania. Ma è tornato a trovare il fratello gemello. Aveva ragione Gatto quando ci avvisava della loro differenza di carattere e, qui posso dirlo, preferisco di gran lunga Gibì a Filippo!
Interessante il rapporto fra i due gemelli, sia quello che hanno instaurato fra di loro, oltre a quello con la madre. Chi ha fratelli lo sa che sono cose che capitano e, inevitabilmente, ci si riconosce in quelle schermaglie che sono ombreggiate da amore e da un filo di risentimento.
Tra una vicenda famigliare e l’altra, la sfida raggiunge Gibì nel suo studio all’università.
Prima tramite due tizi strani, che credono lui conosca le scienze occulte: “Non sogno: davanti a me ci sono veramente due tipi inquietanti, che sono usciti da una stampa ottocentesca e che mi parlano di alchimia e scienze occulte.”
Lo supplicano di trovare il libro di Nicolas Flamel, alchimista.
Ma fosse finita qui, invece lo chiama pure Roberto, amico di famiglia che sta morendo. Sua figlia Laura è scomparsa, forse è finita in una setta. La santona vive sopra Genova, in mezzo al lezzo della discarica. E, guarda guarda, anche a lei interessa il libro di Flamel.
La penna di Gatto si è affinata e si nota quanto sia migliorato. La sua caratteristica è quella di tratteggiare i personaggi quasi disegnandoli. Il lettore li immagina e ne sorride, magari per questa o quella stranezza che li contraddistingue.
Inoltre Gatto dimostra un’ampia cultura per quanto riguarda la storia e non è da tutti.
Ritroviamo vecchie conoscenze, come ad esempio il maresciallo dei carabinieri Vincenzo Caputo.
E anche Don Livio che predica ai giovani: “Voce che grida in un deserto. Sempre più deserto”.
Gibì si butta all’avventura, fra i carruggi di Genova, fra camminate ardue sotto la neve e pestaggi da parte degli sgherri della santona.
Fino a quando riesce a ricostruire questa trama che, come filo d’Arianna, si srotola per Genova e lo porta alla soluzione del caso; perlomeno, ci tenta, inventandosi una bella truffa per attirare nel sacco tutti coloro che ruotano intorno al famoso libro di Flamel.
Non avrà esattamente l’esito sperato, ma Laura riuscirà a riportarla a casa e i cattivi verranno presi.
“G.B. Parodi e il senso del divino” è un romanzo gradevole, che ho apprezzato più del primo, anche se Gibì già mi stava simpatico! E ora, ben presto, vedrò di leggere anche il terzo romanzo dell’autore!
© 2022 Amazon
ISBN 9798830799225
Pag. 200
€ 13,52
Written by Miriam Ballerini