Olesïa eFFe: intime emozioni tra grigi e colori
In un breve video pubblicato nel 2023 sulla sua pagina Instagram, Olesïa eFFe ci mostra tre pannelli ancora vergini, sui quali il lancio di colori ancora chiusi nei tubetti crea istantaneamente un’opera finita.
Per pignoleria, l’opera creata da Olesïa eFFe così magicamente è il trittico ‘Into the Jungle’ in acrilico con foglia d’oro, dove ad affascinare, oltre all’eleganza del disegno e la raffinatezza misurata dei colori, è una luminosità accesa e particolare. Se siamo nella giungla, allora è una giungla di luce che racconta un mondo fantastico, tra mito e favola.
L’artista Olesïa eFFe accompagna il filmato con un commento interessante, che ricopio in parte:
“Fosse così semplice!/ Il talento da solo non basta./ Dipingere e vivere d’arte è uno stile di vita./ Ci vuole tanta pazienza e soprattutto molto tempo.”
Il commento continua con altri giudizi giusti, purtroppo a volte ignorati, e con l’esortazione a inseguire la bellezza e perfezionare la propria creatività con (scritto tutto in maiuscolo) La Passione.
Gli spunti sono tanti, io vorrei soltanto soffermarmi sulla dedizione che l’arte richiede in tutte le sue forme, pittura, scultura, musica, scrittura: un sacrificio continuo che comporta rinunce personali, dolore, costanza, amarezze e tanta fatica. Questa scelta è sempre accompagnata da quel senso di inappagamento che, anche davanti a un’opera riuscita, spinge comunque a continuare sempre e a migliorarsi.
Ricordo il mio amatissimo Fabrizio De André che, in un’intervista oggi patrimonio degli archivi storici della Rai, alla domanda quale fosse la sua canzone più bella, rispose che la sua canzone più bella doveva ancora scriverla.
Insistere, superarsi sempre, andare oltre, mettersi sempre in discussione.
Ovviamente come ingrediente necessario a emergere, all’artista occorre, se non il genio, almeno un’ottima predisposizione.
Conoscere Olesïa eFFe come pittrice e personaggio non è facile. Io sono stato incuriosito dalle sue opere esposte in quella vetrina di talenti affermati o emergenti che a Torino è il Miit, sotto la gestione davvero lodevole del direttore Folco Guido; a gennaio di quest’anno, nella mostra ‘Arte sul Po’, dove tra gli altri esponeva Paolo Avanzi con la sua visione estremamente personale, era possibile ammirare quattro lavori della nostra artista e ne approfitto per presentarne due.
Quadro riuscitissimo è ‘Emozioni contrarie’; l’opera è realizzata in acrilico su tela con inserti in vetro e si gioca nel riuscito contrasto tra il grigio e i colori.
Il grigio, pura danza di ombre e luci, disegna gambe, braccia, spalle e soprattutto l’ovale del volto, ovale che richiama Giorgio de Chirico, ma è ancora più stilizzato, senza lineamenti, senza simbolismi. Non metafisica, ma ricerca della realtà della natura di uomini e donne. Un’essenza singola, unica, isolata e solitaria.
Un attimo e il grigio della figura si perde e sublima in una esplosione di frammenti colorati; ricordano l’abito di un Arlecchino e al tempo stesso sono una gioiosa trappola che, pur nella sua vivacità, resta periferica, non pienamente risolta.
Terzo e unico elemento centrale, un cuore luminoso che è composto di vetro spezzato e sembra battere, espandersi ritmico con i suoi riflessi, ma senza portare movimento. Pura meditazione, forse.
Densa di messaggi nella sua apparente semplicità è anche la tela ‘Un mondo sotto il cappello’.
Ancora in questo lavoro il corpo umano è grigio, ma il volto è prepotentemente femminile, acceso da labbra rossissime e coperto nella sua parte superiore da un grande cappello, il cui motivo si espande nello sfondo con una magica danza senza più colori.
Nel volto, quindi, occhi e capelli sono nascosti.
C’è un movimento naturale per offrirsi sfrontatamente al mondo, le spalle nude e il rosso delle labbra, e al tempo stesso negarsi con il dissimulare gli occhi, un invito e al tempo stesso un rifiuto. I difficili e contraddittori segnali di richiamo di una giovane donna, davanti alla cui ragnatela molto spesso gli uomini si confondono e sbagliano.
Written by Marco Salvario
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