“Wendell P. Bloyd” poesia di Edgar Lee Masters: il blasfemo di Fabrizio De André
“Il mio torto fu questo:/ dissi che Dio mentì ad Adamo e lo destinò/ a vivere una vita da sciocco” ‒ “Wendell P. Bloyd”
La celebre Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters ci racconta di “Wendell P. Bloyd”: siamo nel Middle West americano e precisamente in un cimitero di villaggio nel quale i morti chiacchierano l’uno dell’altro, di se stessi e dei vicini ancora in vita.
In quel che si chiama aldilà ogni ipocrisia è caduta: i morti svelano alcuni segreti di cui hanno taciuto durante la vita. Edgar Lee Masters ci presenta le parole delle tombe scelte dai cari e smentite da epitaffi che raccontano seduzioni, amori colpevoli, odi repressi, inganni, invidie, rancori, illusioni, fallimenti e suicidi.
Una vera e propria tela di scandali di una comunità corrotta che, descrivendo gli effetti dell’industrializzazione in una cittadina americana, è pari ad un trattato sociologico in versi. La poetica di Masters è classica e moderna, provinciale e metropolitana, sofisticata ed arcaica.
La poesia “Wendell P. Bloyd” ha avuto molto successo in Italia perché ispiratrice della celebre canzone di Fabrizio De André “Un blasfemo”.
“Wendell P. Bloyd”
“Prima mi accusarono di condotta molesta,
non essendoci leggi contro la bestemmia.
Poi mi rinchiusero in manicomio
e fui ammazzato di botte da un sorvegliante cattolico.
Il mio torto fu questo:
dissi che Dio mentì ad Adamo e lo destinò
a vivere una vita da sciocco,
ignaro del male come del bene del mondo.
E quando Adamo gabbò Dio mangiando la mela
e scoprì la menzogna,
Dio lo cacciò dall’Eden per impedirgli di cogliere
il frutto della vita immortale.
Ma, Cristo! voi gente di buon senso,
ecco cosa dice Dio stesso nel libro della Genesi:
«E il Signore Iddio disse, ecco che l’uomo
è diventato come uno di noi» (un po’ d’invidia, vedete),
«a conoscere il bene e il male» (smascherata la balla che tutto è bene);
«e allora, per paura che allungasse la mano a prendere
anche dall’albero della vita e ne mangiasse, e vivesse in eterno,
il Signore Iddio lo cacciò dal giardino dell’Eden»
(La ragione per cui credo che Dio crocifisse il proprio Figlio
per uscire da quello squallido impiccio è che ciò è proprio da par suo).”
In lingua originale
“Wendell P. Bloyd”
“They first charged me with disorderly conduct,
There being no statute on blasphemy.
Later they locked me up as insane
Where I was beaten to death by a Catholic guard.
My offense was this:
I said God lied to Adam, and destined him
To lead the life of a fool,
Ignorant that there is evil in the world as well as good.
And when Adam outwitted God by eating the apple
And saw through the lie,
God drove him out of Eden to keep him from taking
The fruit of immortal life.
For Christ’s sake, you sensible people,
Here’s what God Himself says about it in the book of Genesis:
“And the Lord God said, behold the man
Is become as one of us” (a little envy, you see),
“To know good and evil” (The all-is-good lie exposed):
“And now lest he put forth his hand and take
Also of the tree of life and eat, and live forever:
Therefore the Lord God sent Him forth from the garden of Eden.”
(The reason I believe God crucified His Own Son
To get out of the wretched tangle is, because it sounds just like Him.)”
Edgar Lee Masters nasce a Garnett il 23 agosto del 1868 e muore a Melrose Park il 5 marzo del 1950. Poeta e scrittore lavorò come avvocato. Inequivocabilmente è noto soprattutto come autore dell’Antologia di Spoon River. Figlio di avvocato sposò la figlia di un altro avvocato, Helen M. Jenkins, dalla quale ebbe tre figli. Nel 1911 aprì uno studio legale in proprio e due dei suoi figli seguirono le sue orme, la figlia Marcia si dedicò alla poesia ed il figlio Hilary preferì la carriera da romanziere. Tra le sue opere scrisse assieme ad Hardin (il fratellastro) una interessante biografia del padre.
È ormai tradizione ritenere che le fonti d’ispirazione maggiori per l’Antologia di Spoon River siano l’Elegia scritta in un cimitero campestre di Thomas Gray e gli epigrammi greci dell’Antologia Palatina. Tra il 29 maggio 1914 e il 5 gennaio 1915 pubblicò con regolarità quasi tutti i componimenti dell’Antologia, a partire da “La Collina” ma fu solo nel 1916 che fu pubblicata la versione definitiva dell’opera in volume con il titolo che conosciamo.
L’Antologia di Spoon River riscosse sin da subito grande successo, soprattutto in USA e, più tardi, in Italia.
Masters fu uno scrittore prolifico in diversi campi sebbene non abbia mai più replicato il successo dell’Antologia di Spoon River e nel 1024 dopo lo scarso esito di The New Spoon River (1924), abbandonò comunque la professione di avvocato per dedicarsi alla scrittura. Negli ultimi anni le difficoltà economiche fattesi pressanti lo obbligarono a ricorrere all’aiuto di amici per poter sopravvivere. Il 5 marzo del 1950 morì in miseria e dimenticato, di polmonite; la sua grandezza sarà riconosciuta solo a partire dagli anni ’60.
Fu sepolto nel cimitero Oakland di Petersburg. Il suo epitaffio include la poesia To-morrow is My Birthday tratta dall’opera Toward the Gulf.
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