“Scrittura con vista” di Abele Longo: la poesia dell’umanità che resiste
Credo fermamente all’importanza del suono poetico, e “Scrittura con vista” ne avvalora tutta l’armonia.

Leggendo questa raccolta ho avuto la sensazione di viaggiare su acque impetuose e cristalline, per di più, può la luce regnare trionfante a prescindere dalle ombre?
Nella poesia di Abele Longo questo è possibile e il timore delle tenebre diventa un’utopia.
“Passerà anche questa con l’insolvenza/ delle cicale sotto la calura/ l’immagine sgualcita di un bambino/ esile che prende il treno per il mare/ e una chiusa sulla morte che vaga/ casellante da una stazione all’altra” (p.16)
L’autore, evidenzia quanto la dignità appartenga a tutti, divenendo portavoce di un’umanità che resiste. La sua voce è una vela che sfida il vento, che colpisce e che cura, che osserva dentro, che condanna e che assolve, ma prima di ogni cosa, scompone magicamente i dettagli per ricomporli vivi come parte integrante di quel tutto che eleva.
Un realismo a tratti crudo, appassionato e profondo, mai slegato da un’etica dedita al pensiero circolare privo di qualsiasi preconcetto.
Chi è l’altro per il poeta? È la famiglia come presenza magmatica nel sé, la casa come spazio d’accoglienza, un fratello, un amico, ma è anche l’incognita, la comunione vicendevole dei giorni e la mappa tracciata dal divino.
“… si rimette in macchina e torna lungo la via/ la tenerezza che abbiamo depredato/nello schedario di cosa resterà/ se quella fotografia o un suo particolare” (pag.20)
Versi come questi si versano nel cuore e vi sostano indelebili. Formano paesaggi di rara anatomia dove a perdersi ci si ritrova. Ogni ritratto nasce verità legittima e non lascia spazio a retoriche illusorie.
Che cos’è la giustizia quando la chiarezza trasmette verità? L’imperativo categorico kantiano trova terreni fertili nella poesia di Abele, dipana interamente ogni concetto fra i solchi dei suoi versi, e non tentenna, non inciampa, legato finemente come il seme avvolto alla terra, trasmette la pienezza.
Vedere tutto questo con gli occhi dell’incanto non è usuale, talvolta spaventa, dà responsabilità, comporta un legame che sacrifica domande e risposte, costringe inevitabilmente a toccare le volte taglienti dell’inverno senza chiedere all’estate indennità, ma è così che nasce la poesia.
Terra di nessuno
Non ricordo chi per primo
parlò di quel pezzo di terra
pietraia non lontana dalla cappella
forse era della Chiesa
ma non lo chiedemmo al prete
o di qualcuno andato in Svizzera
e mai più tornato
ci lasciammo una lavatrice arrugginita
seguirono altri elettrodomestici
materassi sventrati
pile di rifiuti che vedevamo
portando in spalla il santo alla cappella
se nei meriggi d’estate
succedeva di passare
non potevamo non notare
come le cicale frinissero
quasi a coprire il silenzio
di quella terra di nessuno
(pag.29)

Nato a Depressa (Lecce), Abele longo è docente presso la Middlesex University di Londra. Si occupa di ecocritica (cinema e poesia), ecopedagogia, traduzione audiovisiva e letteraria. Tra le sue pubblicazioni Danilo Dolci – Environmental Education and Empowerment (Springer, 2020); ‘Roma, viandanza dell’esilio. Rafael Alberti tradotto da Vittorio Bodini’ (in N. di Nunzio e F. Ragni, Morlacchi Editore, 2014); ‘The Cinema of Ciprì and Maresco: Kynicism as a Form of Resistance’ (in W. Hope, Cambridge Scholars Publishing, 2010); ‘Subtitling the Italian South’ (in J. Díaz-Cintas, Multilingual Matters, 2009). Ha inoltre pubblicato, per le Edizioni Accademia di Terra d’Otranto – Neobar, la raccolta Reversibilità (2012), come co-autore Pugliamondo (2010) e con il collettivo Poeti per don Tonino Bello La Versione di Giuseppe (2011) e Un sandalo per Rut (2014). Fa parte dell’antologia, a cura di Giorgio Linguaglossa, Il rumore delle parole Poeti del Sud (Edilet Edizioni Letterarie, 2015).
Written by Marina Minet
Bibliografia
Abele Longo, Scrittura con vista, Terra d’ulivi, 2023
…mi sembra “Scrittura con vista” una lente con cui osservare la realtà e mostrarne le contraddizioni; un verso che sgorga dalle immagini impresse nella memoria in cui sostare per rievocarne il senso…
Un caro saluto a Marina Minet e Abele Longo,
Rosaria Di Donato