“Racconti di periferia” di Carolina Colombi: gli eroi del quotidiano

Se cercate una lettura capace di farvi superare il blocco del lettore vi consiglio la silloge “Racconti di periferia” di Carolina Colombi edita lo scorso maggio da Porto Seguro Editore.

Racconti di periferia di Carolina Colombi
Racconti di periferia di Carolina Colombi

Non solo perché il racconto è, per sua stessa natura, adatto per chi non ha troppa dimestichezza con le letture o per chi magari momentaneamente abbia perso l’attenzione per esse; non solo perché queste narrazioni presentano una restituzione grafica invitante, con un font di scrittura comodo ed inclusivo; è proprio la scrittura della Colombi, semplice e raffinata al tempo stesso, a tenere il lettore incollato alla pagina.

I dieci racconti di periferia della giornalista genovese riescono magistralmente a coniugare la suspense narrativa alla realtà del quotidiano.

Le storie raccontano crisi matrimoniali, le loro cause e le loro conseguenze, ma non in modo lineare, bensì mediante ellissi, omissioni, sottintesi che sta a chi legge immaginare, in quanto spesso la realtà supera di gran lunga la fantasia (Ancora una volta, Marzia); oppure prendono spunto dalla necessità di fare ordine in casa, che prima o poi arriva per tutti: “Eliminare tutte le cose vecchie alloggiate negli scatoloni che affollano la soffitta è adesso una priorità”.

Per la voce narrante di questa vicenda (Amarcord, come un viaggio nel tempo) l’urgenza di “metter mano” rapidamente alle “cose vecchie e stantie” confligge con i “ricordi”: essi “sono prepotenti e vogliono infilarsi nella mia mente di vecchia, nonostante cerchi di schiacciarli”.

Quante volte ci capita, nel quotidiano, di sentire l’esigenza di fare decluttering e di restare ingabbiati dai ricordi, a volte molto dolorosi, del tempo passato? Analogamente accade in questo racconto che accentua tragicamente il legame tra il passato e il presente di chi, magari, non ha potuto realizzare i propri sogni; le persone comuni, anche di periferia, possono nutrire una grande passione per i libri, che può declinarsi in vari modi: in un lavoro da bibliotecario, nella scrittura, nella lettura, nell’amore per Cesare Pavese che unisce due giovani ragazzi per sempre, oltre il tempo, lo spazio, le scelte di vita personali (Francesca, per sempre).

Spesso, sono gli affetti più cari a tradire, soprattutto quando la persona tradita è una persona fragile, come la povera Cate (La fine che non t’aspetti); oppure, dietro ad un apparente successo televisivo, può nascondersi tanto malessere tipico della contemporaneità (Le parole di Daniel); ritrovarsi non è sempre un’esperienza gioiosa, nemmeno tra congiunte e spesso può essere l’occasione per rivivere un passato doloroso, che ha trasformato le persone stesse, incapaci di riconoscersi: tale sensazione adombra spesso realtà ancora più cupe (L’inatteso incontro); sovente, mentre si aspetta una telefonata, ci piombano addosso persone dimenticate e, in un certo senso, abbandonate, pronte a fornirci il conto delle nostre omissioni (La telefonata); nel quotidiano di una vita borghese, perfetta, pienamente realizzata possono nascere tragedie quasi surreali anche da momenti di convivialità, perché la mente umana è capace di tutto, pur di uscire dal limite della periferia (Soltanto un uomo); i triangoli amorosi possono costituire un esito imprevedibile, macabro e ingiusto in grado di allentare i vincoli di un’amicizia e al tempo stesso di salvare egoisticamente un amico dal dolore (Sabrina, l’ultima traccia); il desiderio di gloria può portare uno specialista ad abusare della propria  professione, con conseguenze imponderabili dovute alla sottovalutazione di quella meravigliosa e terribile “macchina” costituita dalla mente umana (Un salto nel buio).

Le voci narranti, ora in prima persona, ma più spesso in terza persona, restituiscono in modo veloce e dinamico le brevi storie; molta importanza assumono i dialoghi, ma anche l’entrare della narratrice nella psiche dei suoi “eroi”; eroi del quotidiano, che vivono in luoghi lontani dal clamore della metropoli, o che solo raramente la raggiungono o la sfiorano; le località stesse difficilmente sono nominate, in quanto diventano l’emblema universale del malessere attuale che si cela nella mente delle persone, di quelle comuni, di quelle che per po’ raggiungono un discreto successo, di quelle che lo cercano, dei professionisti affermati, delle casalinghe impeccabili, delle donne che spesso rinunciano ai propri talenti.

Carolina Colombi
Carolina Colombi

La narrazione, lineare, ma ricercata, si avvale talora di uno sfasamento dei tempi verbali (passato, presente) cha ha l’obiettivo di restituire veracemente i mutamenti cronologici e i rapporti di conseguenza tra passato e presente: rapporti che il destinatario deve spesso intuire andando oltre il testo e leggendo nelle omissioni, nel non detto, nelle proprie conoscenze e nella propria sensibilità.

 

Buona lettura e ad maiora!

 

Written by Filomena Gagliardi

 

Bibliografia

Carolina Colombi, Racconti di periferia, Porto Seguro Editore, Milano 2023, 197 pagine, 15 euro

 

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