Intervista di Emma Fenu a Massimiliano Perlato: da Tottus in pari a “In movimento”, storie di 184 donne sarde

“Gli occhi delle donne. Guardateli, e capirete perché in Sardegna comandano loro.” Beppe Severgnini

Massimiliano Perlato
Massimiliano Perlato

Massimiliano Perlato è giornalista pubblicista nato a Saronno e residente a Muggiò (Monza e Brianza).

Massimiliano è da sempre legato alla Sardegna per vincoli affettivi. Per molti anni ha avuto un ruolo attivo nell’associazionismo culturale presso il “Circolo A.M.I.S. – Emilio Lussu” di Cinisello Balsamo.

La passione per la scrittura e, soprattutto, l’impegno a voler operare per dare visibilità alle iniziative dell’emigrazione sarda organizzata, lo hanno portato a creare il portale “Tottus in Pari” che raggiunge nel 2022 i 25 anni di vita. Il sito è punto di riferimento delle associazioni degli emigrati sardi sparsi nel mondo.

In movimento” è un’antologia di storie di donne sarde raccolte da Massimiliano, a partire dall’anno 2004 fino ai giorni nostri, per “Tottus in Pari”.

 

E.F.:  Come nasce il progetto “In movimento”?

Massimiliano Perlato: Il progetto del libro (la mia terza esperienza pubblicistica dopo il lontanissimo “Occhi e Cuore al di là del mare” dove si osservava la Sardegna vivendola da lontano, con lo sguardo talvolta malinconico ma allo stesso tempo determinato dell’emigrato, soprattutto quello impegnato nell’associazionismo di promozione dell’isola e la piccola raccolta di poesie dello scorso anno), è nato quasi per caso.

Tutto è legato e ha forte connotazione sinergica con il progetto Tottus in Pari che è da sempre punto di riferimento del mondo dell’emigrazione sarda organizzata. Esiste da 25 anni. E cercando di dar lustro tutto al lavoro fatto (che non è solo il mio ma è il frutto di una fitta rete di collaboratori e sinergie con altre testate online), ho pensato di ridar colore alle molteplici interviste e/o articoli fatti in questi ultimi anni alla Donna sarda. Ne ho parlato con Carmen Salis, una delle poche editrici sarde presenti in Sardegna che ha espresso subito entusiasmo per l’idea, avallandone il percorso di pubblicazione.

 

E.F.:  Cosa hanno in comune le donne intervistate?

In movimento di Massimiliano Perlato
In movimento di Massimiliano Perlato

Massimiliano Perlato: Le protagoniste delle 184 storie hanno proprio questo in comune: la Sardegna come luogo di nascita o di discendenza. Sono solo quattro i casi di donne non sarde ma che hanno acquisito la “cittadinanza onoraria” per amore, rispetto e ‘fedeltà’ per le peculiarità infinite dell’isola. Diverse storie, soprattutto quelle legate all’Argentina, sono storie di donne cresciute oltre oceano da genitori sardi e che tanto stanno spendendo nella loro vita per dar visibilità e risalto alla terra dei loro genitori.

In queste 184 storie si racconta brevemente del percorso di vita di ognuna di loro. Non ti menziono tutti i nomi, ma evidenzio a seconda del settore i nomi più altisonanti: nella musica penso a Silvia Careddu, Roberta Pili, Virginia Tola, Anna Tifu. Nel cinema Caterina Murino, Raffaella Perra e Silvia Carusillo. Nella medicina come Lia Palomba, Manuela Raffatellu. Nella scrittura come te, cara Emma Fenu, Maria Giacobbe. Ma poi c’è la pittura, il teatro, il volontariato, lo sport, il giornalismo, l’insegnamento. Una varietà infinita di professioni in molteplici campi, tutti tasselli di una opera complessiva per comporre il mosaico di una Sardegna vista sotto diversi aspetti.

 

E.F.:  Credi che la cultura possa cambiare il mondo?

Massimiliano Perlato: È una domanda complicata che temo sia difficile dar risposta senza apparir presuntosi. Per l’approccio personale che ho con la cultura, reputo che sia fondamentale per la conoscenza di ciò che ci circonda e per quello che in divenire potrebbe rappresentare per questo mondo che mostra sotto l’aspetto umano e dei valori, tante lacune.

 

E.F.:  Quale futuro auguri alle nuove generazioni di donne e uomini?

Massimiliano Perlato
Massimiliano Perlato

Massimiliano Perlato: Alle nuove generazioni di uomini e donne auguro di prendersi cura della propria storia. Territoriale e identitaria. Comprendere attraverso le pagine scritte da tutti coloro che hanno raccontato del luogo dove vivono, il patrimonio culturale da prendere in gestione per poterlo a loro volta, quando arriverà il momento, di poterlo tramandare. Solo così, conoscendo e apprezzando il proprio passato, si può impostare il proprio percorso di vita nel migliore dei modi.

 

Written by Emma Fenu

 

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