Le métier de la critique: Carlos Ruiz Zafón, illustre esponente del mondo letterario contemporaneo
“Ogni libro possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che l’hanno letto, di chi ha vissuto e chi ha sognato grazie ad esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza”. – Carlos Ruiz Zafón

Uomo schivo e riservato, considerato uno dei maggiori romanzieri contemporanei, Carlos Ruiz Zafón è da considerarsi un outsider, nonostante le sue radici affondino nella scia dei romanzieri del XIX secolo. Tuttavia, lo stesso dichiarava di non appartenere ad alcuna scuola letteraria.
A conferma di ciò è la tecnica con cui ha dato vita ai suoi romanzi, dai quali si evince realtà e immaginazione amalgamate in un unicum, fino a realizzare inedite suggestioni e intrighi sapientemente costruiti.
A un anno dalla sua morte, 19 giugno 2020, è quasi un imperativo, data la sua valenza di eccellente scrittore, ricordare Carlos Ruiz Zafón e la sua originale produzione letteraria.
“Barcellona è una metafora, non solo per i libri ma per le idee, per il linguaggio, per la conoscenza, per la bellezza, per tutte le cose che ci rendono umani, per la raccolta della memoria”. – Carlos Ruiz Zafón
Barcellona è la città in cui ha visto la luce nel 1964. Promossa ad ambientazione di gran parte dei suoi romanzi, è stata per l’autore fonte di ispirazione.
“Ci sono due o tre ragioni per cui vale la pena di vivere, tutto il resto è letame” – Carlos Ruiz Zafón
Il percorso scolastico di Zafón ha inizio presso un istituto di gesuiti; cui sono seguiti gli studi universitari presso la Facoltà di Scienza dell’informazione. Circostanza questa, che gli ha permesso di conoscere Mari Carmen, sua compagna e poi moglie; seppur per un periodo limitato, perché i due hanno divorziato prima che lo scrittore si trasferisse a Los Angeles.
Città che verrà eletta a luogo del cuore, in quanto località in cui ha potuto esprimere al meglio la propria creatività. Continuando però a mantenere saldo il suo legame con la Spagna, grazie anche alla sua collaborazione con i giornali El Pais e La Vanguardia. I cui redattori sono diventati, opportunamente manipolati, i protagonisti de Il labirinto degli spiriti, una delle sue fatiche letterarie.
“Sono poche le ragioni per dire la verità, mentre quelle per mentire sono infinite”. – Carlos Ruiz Zafón
Pubblicitario e direttore creativo già apprezzabile, intorno agli anni Novanta ha avvertito la necessità di dare un’ulteriore spinta alla sua professione, anche perché fortemente attratto dal cinema, sua passione da sempre.
Ed è stata proprio questa sua inclinazione a spingerlo nottetempo a stabilirsi nella ‘città del cinema’, dove ‘niente è come appare’, secondo le parole dello scrittore.
Qui, Zafón ha avuto occasione di intrecciare rapporti con registi di fama internazionale e di elevata caratura: Steven Spielberg, Ford Coppola, Martin Scorzese e Ridley Scott, solo per citare qualche nome illustre. E quindi dedicarsi alla sceneggiatura e alla narrativa.
Inizialmente ha dato prova di fine narratore con Il principe delle nebbie, libro dedicato alla narrativa per l’infanzia. Memore, probabilmente, di una sua prima esperienza lavorativa nel ruolo di insegnante per i più piccoli.
Per lo scrittore, stabilire la sua residenza a Los Angeles è stata, inoltre, la condizione per emanciparsi dalla realtà spagnola che lo ha limitato nella sua forza espressiva; anche perché, secondo Zafón, la Spagna era reduce delle vicende che l’hanno visto assoggettata fino al 1976 al regime franchista, oltre che protagonista, dal 1936 al 1939, della guerra civile, fatti storici di cui porta ancora le ferite.
“Nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o meno una persona, hai già la risposta”. – Carlos Ruiz Zafón
Quando passa alla narrativa per gli adulti è il 2001, con L’ombra del vento, fenomeno letterario che vede numerose ristampe; e con oltre 8 milioni di copie distribuite in tutto il mondo scala il vertice delle classifiche dei libri venduti.

Ambientato a Barcellona dopo la guerra civile, in una città descritta attraverso le drammatiche vicende che l’hanno toccata da vicino: miseria e regime franchista principalmente, appare come una città trasfigurata grazie a elementi immaginifici, propri del registro narrativo di Zafón.
Romanzo dai risvolti oscuri, basato su di un confine quasi impercettibile che divide la fantasia dalla realtà, e il mondo normale da quello paranormale, grazie a un susseguirsi di colpi di scena.
“Gli esseri umani sono disposti a credere a qualunque cosa tranne che alla verità” – Carlos Ruiz Zafón
Da quel momento la sua creatività letteraria non ha avuto alcuna battuta d’arresto, guadagnando la graduatoria dei libri più apprezzati, e fregiandosi del titolo, dopo Cervantes, di scrittore spagnolo più amato.
Sulla scia del successo de L’ombra del vento, nel 2009 viene tradotto in italiano il romanzo Marina, in precedenza pubblicato solo per il pubblico spagnolo.
“Il sistema più efficace per rendere inoffensivi i poveri è insegnare loro a imitare i ricchi” – Carlos Ruiz Zafón
Consacrato dal pubblico a eccellente narratore è entrato a far parte del Gotha che, con la quadrilogia de Il cimitero dei libri dimenticati, lo ha confermato meritatamente fra l’élite degli scrittori.
Tetralogia ispirata da un eccezionale ritrovamento avvenuto in un magazzino di New York, presso Long Island, dove vecchi testi abbandonati erano obbligati in un oblio da cui riemergono per dare linfa creativa all’autore. Un recupero d’eccezione Il cimitero dei libri dimenticati, che delinea una narrazione, anche questa volta, ambientata nella sua città natale.
Una storia che si snoda tra conflitti, inganni e amori, i cui personaggi si muovono in una Barcellona avvolta dalle tenebre. Città che assume il carattere di metafora di una memoria gravida di mutamenti, quale aspetto imprescindibile della vita.
Del 2008 è Il gioco dell’angelo, secondo atto della quadrilogia, anche se ogni volume ha vita propria, rivendicando autonomia l’uno dall’altro.
Seguito poi nel 2011 da Il prigioniero del cielo, e nel 2016 da Il labirinto degli spiriti, la cui genesi affonda le sue radici alla sua prima visita presso il giornale La Vanguardia.
La sua produzione si è conclusa con La città del vapore in uscita nel 2021, libro di racconti ed estensione dell’universo narrativo di Zafón con cui si è congedato dai suoi lettori.
“Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità accade che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui…” – “Il gioco dell’angelo”
In virtù della sua produzione letteraria, Zafón, uno degli autori spagnoli maggiormente letti al mondo è considerato un inventore di romanzi che seguono un preciso schema letterario, il quale evidenzia alcune peculiarità proprie della sua concezione di scrittura: fantasy e realismo in un mix davvero seducente, con elementi che assumono connotati da libro giallo.
A Zafón va riconosciuto il grande merito, inoltre, di aver dato alla narrativa un impulso nuovo, restituendo il ruolo di protagonisti a romanzi cosiddetti popolari. Ruolo che va oltre al valore intrinseco dei suoi libri, destinando loro la prerogativa non di oggetti inanimati ma quasi fossero personaggi in carne ed ossa e vibranti di vita propria. Tali da suscitare nel lettore un’esperienza al limite della multisensorialità, molto prossima a quella che si prova immergendosi in un film.
E ciò perché nella loro complessità appaiono pregni di una sorta di sortilegio, che viene a crearsi grazie alla magia delle parole dell’autore, probabilmente le stesse che popolano il suo mondo interiore. Le quali tendono a offrire di Zafón, in virtù della sua abilità narrativa, l’immagine di scrittore austero; tuttavia, pare non esserci corrispondenza tra ciò che dell’autore si possa supporre e ciò che era nella sua professionalità quotidiana.

Lasciando infine ai suoi lettori non l’immagine un venditore di fumose parole, ma quella di uno scrittore dalla rara capacità descrittiva di raccontare favole, magari inquiete, ma piene di un fascino che solo ai grandi è dato trasmettere.
Scrittore di notevole caratura e dall’abilità musicale indiscussa, Zafón è stato anche compositore ed eccellente pianista. Le cui collezioni musicali comprendono brani altamente significativi.
“I libri devono avere lo stesso impatto della musica…” – Carlos Ruiz Zafón
Si racconta che Zafón non fosse ben visto da parte del mondo letterario.
E neppure da quella viene definita ‘intellighenzia’, gli snob che l’hanno volutamente trascurato, forse perché infastiditi dai suoi grandi successi editoriali.
Protagonista del panorama culturale del XX secolo, Carlos Ruiz Zafón ha lasciato in eredità ai suoi fedeli lettori un’ampia produzione letteraria, nonostante il tempo limitato che gli è stato concesso di vivere su questa terra. Una perdita, quella di Zafón, insostituibile da altre voci letterarie, magari di altrettanta ampiezza, ma non permeate dalla magia custodita dalla sua penna.
“Mi balenò in mente il pensiero che dietro ogni copertina si celasse un universo da esplorare e che, fuori di lì, la gente sprecasse il tempo ascoltando partite di calcio e sceneggiati alla radio, paga della propria mediocrità”. – Carlos Ruiz Zafón
Written by Carolina Colombi