“Brivido” di Allie Reynolds: tensione, terrore e claustrofobia tra i ghiacci delle Alpi francesi
“È tornato quel momento dell’anno. Il momento in cui il ghiacciaio restituisce i corpi. Perciò tengo d’occhio le cronache locali ogni giorno. C’è un corpo in particolare che sto aspettando.”
Un tempo Milla e gli altri erano spettacolari sui loro snowboard. La loro passione era enorme, così come la voglia di fare sempre meglio e divertirsi con evoluzioni sempre nuove e sempre più spettacolari.
Alcuni di loro si conoscevano tra anni e tra questi c’era Saskia, bellissima, intraprendente e imbattibile, che scomparve improvvisamente proprio tra le Alpi nelle quali si disputavano le competizioni per lei così importanti per la sua carriera di atleta.
Dieci anni dopo Brent, Heather, Dale, Curtis e Milla ricevono un’e-mail con l’invito di incontrarsi nel rifugio alpino nel quale si conobbero. Sono diventati sconosciuti l’uno per l’altro ma la curiosità e la voglia di rivedersi è tanta e tutti accettano, salvo rendersi conto, una volta giunti al rifugio, che nessuno di loro ha inviato l’e-mail e che uno di loro nasconde qualcosa, forse proprio la verità su quanto accadde a Saskia.
Quella che doveva essere un’allegra rimpatriata si trasforma in un vero e proprio incubo; il luogo che gli ospita si rivela essere una trappola mentre fuori neve e ghiaccio avvolgono tutto e tutti.
“Brivido” (Piemme, 2021, traduzione di Anna Martinie Carla Palmieri) è l’esordio letterario di Allie Reynolds, ex campionessa di snowboard freestyle che, nel 2003, ha sostituito la tavola da snowboard con quella da surf e si è trasferita a Gold Coast, in Australia.
La trama non è tra le più originali ma ciò che cattura subito di questo thriller sono l’intreccio e i personaggi perfetti. Ognuno di essi è ben definito e ognuno nasconde un segreto, nessuno di loro rimane immune da sospetti. Non a caso è già stato opzionato per una serie tv ed è in corso di traduzione in ventitré Paesi.
I brividi che il lettore prova non sono di freddo ma di paura. Buona parte della storia è ambientata in quell’albergo claustrofobico (perfetto per un film horror) pieno di stanze chiuse e ampi spazi che nascondono segreti pericolosi e trappole che non sarà semplice scampare.
Un ritmo incalzante che si trascina dalla prima all’ultima pagina con un racconto che volteggia tra passato e presente grazie alla penna talentuosa della scrittrice australiana.
Quando pensiamo di essere giunti ad una soluzione le carte e gli indizi si mescolano nuovamente ed ecco che dobbiamo ricominciare dall’inizio.
“La cabina rossa e bianca della funivia è ferma nel suo vano, ma il posto dell’operatore è vuoto. Il sole è svanito alle spalle delle Alpi, il cielo è di un rosso pallido, eppure non c’è nemmeno una luce accesa. Dove sono finiti tutti?”
Tutto è appassionante, comprese le evoluzioni sullo skateboard che rappresentano lo stesso salto nel vuoto che i protagonisti di questa storia si trovano a vivere loro malgrado nel presente.
Niente è come sembra, il passato si intreccia al presente, gli amori sono ancora più intricati di come potremo pensare in un primo momento e varcata la prima parola della prima pagina del primo capitolo ci sentiremo come ipnotizzati e staccarsi prima della fine risulterà umanamente impossibile.
Written by Rebecca Mais