Contest letterario gratuito di poesia “Frammenti di emozioni in maschera”
“Sei chiuso, nascosto dietro la tua maschera inanimata,/ oltre ai gesti, i tuoi occhi devono dar vita al costume,/ come d’incanto sorridi e la maschera sorride,/ sei serio e la maschera si rattrista,/ vorresti comunicare… e chi ti sta davanti ti sorride,/ come per dimostrare che ha recepito il tuo messaggio,/ gli occhi dietro la maschera sono tutto,/ e ti accorgi all’improvviso di non essere più solo…” – “Occhi” di Pietro Mazzi
Regolamento:
1.Il Contest letterario gratuito di poesia “Frammenti di emozioni in maschera” è promosso da noi di Oubliette Magazine, dall’autore Pietro Mazzi e dalla casa editrice Tomarchio Editore. La partecipazione al contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.
La partecipazione al Contest è gratuita.
Il tema prescelto è il Carnevale.
2. Articolato in una sezione:
sezione A. Poesia (limite 100 versi)
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite aventi come tematica il Carnevale.
Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via e-mail ma nel modo sopra indicato.
Importante: cliccare su Non sono un robot, è un sistema Captcha che ci protegge dallo spam. Per convalidare la partecipazione dovrete anche voi cliccare sulla casella.
Ogni concorrente può partecipare con una sola opera.
4. Premio:
N° 1 copia del libro “Frammenti di emozioni in maschera” di Pietro Mazzi, edito a novembre 2020 dalla casa editrice siciliana Tomarchio Editore.
Saranno premiati i primi tre classificati della sezione A.
5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 7 dicembre 2020 a mezzanotte.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Editor in Chief)
Pietro Mazzi (Poeta e Creativo)
Rosario Tomarchio (Poeta ed Editore)
Emma Fenu (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Stefano Pioli (Studioso e Collaboratore Oubliette)
Carolina Colombi (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Daniela De Tommasi (Scrittrice)
7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per e-mail: oubliettemagazine@hotmail.it indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via e-mail ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook:
https://www.facebook.com/OublietteMagazin
10. È possibile seguire l’andamento del Contest ricevendo via e-mail tutte le notifiche con le nuove partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvertimi via e-mail in caso di risposte al mio commento”.
11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
Buona partecipazione ed in bocca alla giuria augurandoci che non crepi!
Sono Roberto Chimenti e accetto il regolamento di questo contest
Lo spazio
Arlecchino era così povero
che non aveva di che vestirsi
unendo tra loro pezzi di stoffa diversi
senza previsione
riuscì a cucire un vestito bellissimo.
Passarono gli anni
con fortuna e ingegno
la povertà divenne ricordo.
Nel frattempo la stoffa era diventata lisa
i colori erano sbiaditi
occorreva procurasi un vestito nuovo.
Si sedette
guardò le sue mani
volse lo sguardo attorno,
avrebbe potuto comprarlo,
pensò che era stato bravo
quando senza soldi
era riuscito a crearne uno nuovo
ora avrebbe potuto comprarlo
ma non riusciva ad alzarsi e andare.
Continuò a guardare la stanza
gli oggetti contenuti
allora si alzò
passò da una stanza all’altra
in breve tempo per la prima volta
ebbe l’immagine unita della sua casa,
un brutto abito.
Pensò ai colori,
per quelli non c’era problema
era bravo
ma serviva altro
serviva qualcosa che non aveva mai fatto.
“Fantasia”
La maschera che indosso
è fantasia.
Non porta i colori dell’anima
e nemmeno del cuore.
Ha forse il profumo di un fiore,
ma non teme pioggia o sole.
Chi vuole provare a leggere dietro,
curioso o temerario,
vi troverà un solo passaggio.
Negli occhi sarà la verità,
quella che maschera non ha.
Daniela Giorgini – Accetto il regolamento
Una mascherina non da Carnevale
Che cos’è questo aggeggio
nuovo vagamente magico
che imperversa
e ovunque copre le facce
di tutti noi umani
in questo anno doppio
che passerà alla Storia
come quello del terribile
infestante Covid?
E’ un marchingegno
che può coprire
ma anche scoprire…
copre per proteggere
dal virus delle goccioline
che sta impestando il pianeta…
ma scopre anche quanto sia
arrogante e stupido
chi non se la mette…
E’ un oggetto fragile leggero
che arriva dal mondo del teatro
e da un più lontano passato
serviva per fare paura
celando la propria persona…
Ma è, più bella ed elaborata
l’oggetto del Carnevale
più noto e importante
per travestirsi gioiosamente…
Però oggi che non si sa
se Carnevale ci sarà
riappare come un prodigio
per difendersi dal contagio
e allora celebriamola usandola
la prodigiosa mascherina!
accetto il regolamento
Sono Alberto Arecchi e accetto il regolamento di questo contest.
UN NASO ROSSO
Un naso rosso
una maschera senza volto
un passo di samba
un uomo con l’organetto.
Un orso che balla
una finta statua
infarinata come un pesce
da friggere.
Un carro di fuoco
che scarrucola
su una lunga corda
come teleferica.
Costumi cuciti
di carta crespa
destinati a durare
solo una sera.
Una fontanella che chioccia
per lavarsi il trucco
e togliere una lacrima
di mascara che cola.
Gioia ostentata
e vera tristezza
in cui si annega
la solitudine.
Accetto il Regolamento
Poesia
Titolo
“La mano”
Piange l’ombra
di un Pierrot
vestito d’Arlecchino.
Si spogliono lustrini
in cambio di denaro.
Altre maschere inviperite.
gettano pestilenze
come coriandoli al vetriolo.
La sera emigra
in un frastuono di balli
e canti.
Mi tolgo la lacrima
dal viso e sorrido
alla mano
che mi sfigura il volto!
Carnevale
E venne il giorno
più triste dell’anno.
Un mondo
popolato di visiere,
uno schermo
per i moti dell’animo
e un rifugio
per il falso destino
degli umani.
La tua maschera vive
dentro le mie paure
e il terrore mi prende
se non scorgo il tuo viso
venirmi incontro
a ridare conforto
per il freddo
calato
nei segreti sentieri
del mio spirito inquieto.
Passeranno le ore
nella giostra infernale
dei folletti,
che vanno
festosi per le strade,
ed il mio Carnevale
è questa folla
di volti sconosciuti
dove m’assale
la tua assenza
che io sento più amara
in questo giocoso
sfavillare di moine.
E la festa
è la morte nascosta
nel mio cuore,
che ha deposto
da tempo le sue maschere,
nudo d’amore.
Accetto il Regolamento
Molto bella. Complimenti
Accetto il regolamento di questo contest
CORIANDOLI
Frivoli e spensierati
pensieri dissoluti
un pugno di coriandoli
all’ombra di un costume
fervore e irriverenza
il calpestio dei passi
nel dedalo della vita
scende una lacrima
nascosta al cuore
che non vuol sentire.
Il trucco da clown
ti rende invisibile
ma sono sempre li’
carezze e abbracci
non stanno in un palmo
e si disperdono nel vento
nelle steppe sconfinate
deserti aridi
abbagliati dal sole.
Togli questa maschera
nessuno ti vedra’
se non vuol vederti
donati alla vita
e a questo giorno
col sorriso negli occhi
l’allegria nel cuore
e si rivelerà il giusto senso
di cio’ che sei
dove schiariranno notti
senza albe.
Antonella Vara
Il carnevale di Venezia
é ancora fredda l’aria e già si canta per la via
Venezia riapre gli occhi in mezzo ai suoni e all’allegria
rumori che si espandono in ogni angolo e in ogni calle
piccola confusione che festeggia il carnevale.
Qualcuno apre il balcone chiedendosi cos’è
dai bar aperti ti rapisce il profumo del caffè.
Alle orecchie rimbalza il rumore dei miei passi
che calpestano una via fatta di pietre e sassi
piccoli scorci di paesaggio di un tempo ormai passato
che ingegnose mani di artista hanno creato.
Una gondola solitaria che dondola nel canale
il gondoliere appoggiato al remo perchè nessuno sale.
pugni di coriandoli che si alzano ogni momento
piccoli pezzi di colore portati via dal vento,
lanciati come i sogni a colorare il cielo
che ricadono per terra a formare un triste velo
come speranze e desideri verso in su tirati
finiti in un attimo miseramente calpestati.-
Lo scoppio di un petardo in mezzo a milioni di parole
e si alza un volo di colombi ad oscurare il sole.
Non c’è un attimo di tregua,la gente canta e balla
ma anche se a fatica Venezia resta a galla.
E’ la festa di chi già da un po’è stanco dei suoi panni
e dietro ad una maschera prova a nascondere i suoi affanni
perchè anche se nascondono sorrisi spenti
le maschere son quasi tutte sorridenti
sorrisi falsi che vogliono scaldarti il cuore
cancellando i ricordi di ogni perduto amore.
Insieme con la mia tristezza a questa festa son venuto
anche in mezzo a tanta gente mi sento solo e sperduto
e vorrei nascondermi dietro ad un sorriso dipinto,
ma nessuna di queste maschere mi ha convinto
e siccome la felicità l’ho persa già da un po’
mi regala la sua maschera Pierrot.
– Accetto il regolamento
Carnevale 90
Mi siedo accanto
Discuto dell’amore platonico
Mi parla del rumore.
Io dico che è un suono gentile
S’alza e non tace
Premurosa mi permette
Di guardare un seno.
Scolpito sulla carne marmorea
Io dico, è perfetto.
Lei mi dice, tu mi piaci.
Balliamo un tango argentino
Tra i suoni bassi
Mi chiede del mio nome
Ed io non taccio.
Allora mi lascia e non vuole
Sono una pizza.
Piccola maschera di carnevale.
Accetto il regolamento
ATTENDERE
Ho atteso Il Carnevale
con ansia
per poter celare il dolore
dietro una maschera sorridente
per nascondere le sconfitte
le disfatte dell’anima stanca
solo perchè il mondo
mi vuole felice sempre
in perfetta forma
come un divo del cinema
Nel tempo non ho più tolto la maschera
tutti la portano
per mostrarsi allegri
anche nel pianto
per fingere sentimenti
che non provano
come tutti gli ipocriti della terra.
accetto il regolamento
” Nostalgia per un Carnevale che non c’è più”
La vita è un Carnevale,
un gigantesco meraviglioso Carnevale,
le piazze fanno da immenso teatro,
dove ognuno indossa la sua maschera e
recita il suo copione.
Piovono coriandoli, ogni attore
con la sua maschera salta, balla e ride
e non si accorge di chi soffre e
che gli sta accanto.
Piovono coriandoli le piazze
si riempiono di cento, mille attori, che
nascondendosi dietro una maschera
celano la nostalgia per un amore che non c’è più
Piovono coriandoli e si fa sera,
le maschere svuotano le piazze
e il frastuono di quelle incomprensibili
mille voci fa spazio
ad un assordante silenzio,
custode di un pizzico di luna,
romantica luna che nonostante tutto
ancor oggi fa innamorar.
Piano piano, mano nella mano, intanto
un triste Arlecchino con la sua Colombina,
accompagnati dal tenero sguardo della luna
abbandonano la piazza lasciando cader,
quelle maschere bagnate,
bagnate da due lacrime e niente più.
– Accetto il regolamento
Al carnevale delle identità
Tutto ruota attorno a questo giorno,
nascosto interprete dei silenzi…
e si rincorrono le banali circostanze
in un vortice senza via d’uscita,
se nessuno è soltanto quel che dice.
Ho scartato la credibilità del giorno
cercando con affanno il bandolo,
di una matassa c’è solo il groviglio.
Mi sono invaghito di una maschera
sulla soglia di luce ch’è inquieta,
alla ricerca di incerte false identità.
Un giorno sono caduto ai miei piedi
per inflazione della mia originalità,
un’identità mentita seppur innocente.
So d’incidere una realtà d’intrighi,
scoperchiando il nonsenso della vita.
Siamo sempre in maschera…
accetto il regolamento
Maschere
I coriandoli di Carnevale non sono sassi che cadono dal cielo, e quindi non fanno male.
Sono solo pezzettini di carta colorata che aiutano a rendere la vita più spensierata.
A Carnevale basta indossare una maschera perché non si mostri la vera faccia dell’essere umano.
La puoi indossare come ti pare: maschere belle e brutte, perfino da fata Turchina o di Spiderman.
Per sentirti almeno un giorno un vero eroe.
Perché nella vita gli eroi sono essenziali come l’aria che respiriamo, come l’amore della propria mamma, come la stella che brilla e ci indica la via da seguire per aiutarti a non fallire.
Tutti, se ci pensate, a carnevale vogliono mascherarsi da supereroi.
Perché come i supereroi si vorrebbe salvare il mondo, aiutare il prossimo,
così in futuro i bambini possono darsi la mano in un gran girotondo.
Il carnevale dura poco, ma tutti possiamo accedere a quella felicità a volte negata, passando a giorni così freddi che intorpidiscono l’anima.
A Carnevale la confusione è tanta, ma rende allegri e nella sua ritualità, ci mostra come nella vita, tutto, anche in un solo giorno, qualsiasi cosa possa cambiare. Il carnevale è come uno squillo di tromba che sveglia, un messaggio di speranza che dice all’anima tua: “Domani è un altro giorno” e, anche se al trascorrere del tempo dovremmo affrontare altrettanti inverni, Ere di caos e distruzione, alla fine, per forza di natura, la primavera arriverà e alla luce del sole limpido e caldo di nuovo l’essere umano rinascerà, forse migliore di prima.
– Accetto il regolamento
Sono Gesuina Scanu e dichiaro di accettare il regolamento.
Carnevale
Sfilano le virtù miseramente
Soprafatte dai vizi della mente
Movenze scomposte in fila avanzano
Al suono d’insulti e sgraziate danzano
Maschere pronte a sostituire volti
Vesti adeguate alle bocche degli stolti
Primavere artefatte di fiori finti
Abbondanza di corpi nel campo dei vinti
È il calendario dei sognatori a ricordare
Sono i sogni degli attori a debuttare
Cadenza annuale di una folle giornata
Attesa per nascondere qualche malefatta
Pare lecito impazzire a carnevale
Se la mente riconosce l’illegale.
Gesuina Scanu
Sono Giovanni Monopoli, dichiaro di accettare il regolamento
Maschera dell’anima
Un viso, un’anima
un turbinio di pensieri che si accavallano
occhi… il loro osservare lontano
verso lidi a volte celati, invisibili.
Due visi, un’anima
maschere all’affaccio d’interiori movimenti
di conflittualità relegati all’essere…. fragili
tra le foglie in respiro donate al vento.
Maschere che fuggono, che sfuggono… visioni
tra quelle umide righe apostrofate,
nelle litanie d’un eco a volte inascoltato
nelle profondità rigate dalle illusioni.
Vola la maschera, nuda è l’anima
un rumore a risuonare nell’intimo… il compaio
in un rifugio, col silenzio che la circonda
nello sguardo che svolazza verso l’ignoto
alla ricerca d’un “se”… d’un “ma”
in una notte cosparsa di desideri dell’inconscio.
Giovanni Monopoli
Carnevale
Arriva il tempo in cui le maschere
celando il volo
rivelano l’essenza
siamo tutti dentro
il teatro della vita
è il tempo in cui
le verità si palesano
pulviscoli di luce
attraversano mondi
dove il passato emerge
i drappeggi folti
i piumati splendori
appaiono così… all’improvviso!
e nel buio della notte
il giorno appare
di luccichii brillanti,
è imperversato, di mille canti
Arlecchino, è sempre
il principe dei poveri
e nel suo colore variopinto
ci insegna la stesura dei versi
l’ironia del perseverare
senza danno, senza colpa
e … intanto
il carnevale impazza
piccoli pezzi di carta
di lucidi sorrisi
danzano al vento
è una pioggia senza fine
e ci bagna di colore
di speranze sempre accese!
ecco! è il tempo
di danzare, senza sosta
di urlare con tutto il fiato
che uno ha in gola
infondo … la vita
è una sola
Teresa Addis – accetto il regolamento
Sono Alessandro Parisotto ed accetto il regolamento
“Mille e più maschere”
Cosa ci distingue l’uno dall’altro…
Flebili particolari presi a mucchi e spicchi
Apppiccicati su bianche parvenze di volti
Umiliati ed oliati
Dalla solita routine quotidiana?
Già non vediamo l’ora di mettere e togliere
Ogni giorno
Quella maschera carnevalesca
A seconda di come vogliamo, a seconda
Di come ci sentiamo
Ma….
Vorrei ora tornare davvero all’antico e nobile significato
Delle maschere indossate in un passato
Che correva lungo le strade della vita di una Venezia ricca e veloce
Me la immagino con i colori e con costumi
Irripetibili, raggiante, fiabeschi
E come per magia poi, passo in rassegna con la mente
La burloneria di una Viareggio più moderna, fino alla allegria di una Napoli scanzonata che “fa spallucce”…
Tutte cose belle
Che sanno di uno ieri non vissuto
Ed a volte, solo immaginato
Ma che forse riescono ancora a coprire
Quelle maschere
Cittadine, cordiali, e più moderne
Necessarie alla sopravvivenza della quotidianità
Buongiorno. Accetto il regolamento. Titolo: Carnevale e tradimento
Getta la maschera, Colombina
dalle ali ancora intrise di peccato.
Rivela, dolce ladra di cuori e menti,
il tuo sguardo cupido di desiderio,
la tua pelle diafana di luna,
la tue labbra dipinte di brace.
Dissolvi l’amore mio zelante,
goccia di luce in un mare d’oblio
morente…
Coriandoli colorati
su capelli coperti da un manto di neve
bimbi festosi che salutano le maschere
canti e sorrisi si aprono alla festa
stelle filanti giocano con il vento bizzarro
mentre lieve l’eco della vita saluta
neve su ciocche come manti
cercano risa i bambini
colorate le loro vesti inducono a festa
il carnevale regala festa
coriandoli magici atterrano su modi di fantasia
dimenticando malinconie…
– Accetto il regolamento
DORMO O SON DESTA?
Dormo o son desta?
mi gira la testa!
Mi rigira un po’di qua,
un po’ di là,
ma di più all’aldilà,
si ecclissa tra le nubi,
si confonde tra le stelle,
abbraccia la luna,
naviga tra le onde del mare,
ma si risveglia
col sole splendente,
finché i giramenti atterrano
nel mio dolce Paese
con le maschere che mi circondano
con tante belle sorprese!
Il Paese del mio cuore,
l’Italia mia
che mi protegge
da ogni malore
e mi fa pensare alle maschere
che sono la gioia del mio cuore..
Volo sempre lì
e non mi gira più la testa,
il mio cuore trilla di festa!
Sogno o son desta?
Sono in Italia,
son felice e non mi
gira più la testa,
ho la maschera che mi sorregge!
– Accetto il regolamento
Sono Anna Maria Ferrari e accetto il regolamento.
Sa Filonzana
Del Carnevale di Sardegna
sei tu, unica figura di donna,
alla fin della baldoria
per le vie ancor colme
dell’eco dei campanacci,
l’ultima a sfilare.
E in cuor e sulle labbra
s’agghiaccia il sorriso
dei presenti nello scorgere
il tuo profilo gobbo e
l’arcigna piega della bocca
mentre avvolta
in nere vesti presaghe
del buio d’una eterna notte
greve avanzi
e delle nostre vite
l’esile filo tieni in mano
e al collo appesa
rechi la forbice fatale.
Così, tetra Filonzana,
della festa della vita
chiudi la sfilata,
tu, nera maschera d’Ottana.
Il carnevale
Il periodo di carnevale è un viaggio di fantasia.
I nostri visi saranno dentro una maschera.
Il carnevale ci fa sentire speciali.
Giorni di gioia.
Giorni per giocare.
Ogni scherzo vale.
Siamo tutti in costumi di vari colori.
È un emozione vedere i carri.
I bambini lanciano oggetti verso gli spettatori.
La musica ci tiene lontano dai pensieri negativi.
I bambini lanciano segnali di pace con i coriandoli.
Gli adulti diventano come dei bambini.
Le nostre risate sono dietro a queste fantastiche maschere.
Ogni maschera ha la sua personalità.
La fantasia dei bambini è così bella.
Dove i sogni diventano realtà.
Volano verso un mondo d’amore.
– Accetto il regolamento
Accetto il seguente regolamento e partecipo alla sezione Poesia.
Carnevaliamo
Febbraio è lontano
ma
qualcosa mi dice
che
non sarà il solito mese.
In strada non vedremo
coriandoli e festoni.
Sarà tristura e desolazione.
Niente più mascherine,
niente più sorrisi.
Il Covid ci ha presi.
Febbraio, febbraio
forse nel 2022 potremo
riaverti.
Non mi interessa se il Carnevale non ci sarà.
Non mi è mai piaciuto.
Non sono una persona allegra.
Non mi maschero mai.
Non mi piacciono i coriandoli.
Non mi piace Febbraio
come mese lo considero infelice.
Non mi interessa proprio
se gli altri non giocheranno con
le stelle filanti.
Sporcano.
Il Carnevale sporca le strade.
– Accetto il regolamento e tanto so che non vincerò ma volevo dirvi che a me non piace il Carnevale.
È una maschera non so.
Mi giro e rigiro per le strade, devo ritrovare quel suo sguardo.
Occhi accesi di smeraldo
Ecco lei mi ha infuocato.
La cerco per le vie, tutto sudato per la corsa.
Oh mia dama! Oh miei occhi verdi verdi!
Dove siete mia dama?
Ecco lei mi ha infuocato.
Tutto in un istante, lei passò con il suo vestito nero
e
quegli occhi smeraldo.
Vidi solo gli occhi tanto era travestita.
Tutto il giorno a cercare la mia dama…
Oh mia dama! Oh mia dama!
Alla fine, luna piena e strade colorate
non la trovai… persa lei in qualche via,
perso io con il cuore in agonia.
– accetto il regolamento del concorso
PAGLIACCI
Occhi di ghiaccio
sopra un sorriso beffardo,
la faccia del pagliaccio
nasconde un’anima infelice
di non aver potuto dire una parola,
che potesse esprimere la verità.
Mani pitturate di vernice lucida
si muovono con gesti inconsulti,
per non aver afferrato l’attimo,
che si è lasciato sfuggire
durante un incontro improvviso.
Braccia penzolanti nel vuoto
annaspano l’aria, che lo circonda
in una assenza di vita impercettibile.
Un corpo spezzato da un abito consumato,
spaccato in due dalle calunnie
dei pretendenti aguzzini.
Sul suo capo pochi capelli rimasti,
arricciati e colorati di violaceo riflettono
le sofferenze di una travagliata esistenza.
Gambe allungate dal lungo cammino,
alla ricerca di un luogo dove poter riposare
e una amica poter abbracciare.
Niente di lui appare chiaro,
solo con la sua valigia viaggia nel mondo,
per sbarcare una mesata appena sostenibili.
Ma il suo cuore ancora batte all’unisono,
per quella vecchia amicizia,
che lo ha abbandonato nel buio
e nella solitudine di una grottesca scena
in un giorno di vile approccio.
Continua la sua stanca esistenza
a rappresentare le tante ingiustizie,
che la nostra società deve sopportare.
Per lui tutti dobbiamo affrontare
la questione del vagabondare
in un miscuglio da far sognare,
senza la propria idea realizare.
Quel giorno
Era l’ultimo giorno di carnevale.
Nell’aria fredda
Turbinavano i fiocchi di neve
Come pensieri nati
Da un folle istante
Come desideri scaturiti
Da fervida mente.
E la luce gialla del lampione
Ingialliva le filanti stelle.
Era l’ultimo giorno di carnevale.
Nel silenzio ovattato
Rintronavano i passi sul marciapiedi
Come rimorsi covati
Nella profondità pensante
Come sentimenti sepolti
Tra le rovine della memoria.
E l’acqua nella pozzanghera
Ammorbidiva la maschera lucente.
Era l’ultimo giorno di carnevale.
Nell’androne buio
Schioccavano i baci della buonanotte
Come amori cresciuti
In una primavera infante
Come amicizie affogate
Nel pantano delle circostanze.
E la nebbia sulla strada
Sfumava i contorni delle cose.
Era l’ultimo giorno di carnevale.
Ricordi?
Accetto il regolamento.
Roberta Sgrò, dichiaro l’accettazione del regolamento. La poesia è inedita.
In questa giostra di sembianze
A voi pare forse,
che con codeste maschere
si possa ideare un’immagine di vita?
Cascano coriandoli scintillanti
tra le vie che sanno ancora di latte
e scivolano filamenti colorati
da scalinate e balconi
come se la città fosse in festa, e fosse vero!
Ma a voi sembra
che in questo caldo giorno d’inverno
che tra i silenzi e le risate
tra le memorie di Arlecchino e Stenterello,
tra quei capi d’Ottocento e nasi sproporzionati,
che tra colori, urla e gioie
si possa dimenticar l’affanno e far festa,
come se fossimo nella Firenze di Bacco
o nella clamorosa piazza veneziana
a cantar e sorseggiar vino?
E ditemi, così è, in giornate birichine
e spensierate, come in questa giostra di sembianze
che a ripetersi inconsapevolmente
a sera si afferma e nel giorno si confonde con il vero,
che la notte gli sguardi svaniscono, abbandonandosi a sorrisi e scherzi!
Ditemi voi, ma io vedo occhi, dietro queste maschere,
e di loro mi nutro,
tra storie infinite e speranze attese,
tra passioni che scorrono e stagioni che giungono.
Dico allora: festeggiamoci! Indossiamo vesti colorate e stravaganti,
ritorniam bambini, fanciulli in cerca di schiamazzo!
Mi camuffo e mi osservo, sorrido e mi riconosco
per poi far svanire il mio riflesso.
Emanuela Di Caprio 16/11/2 – Accetto il regolamento
Ti nascondi
Da ogni parte del mio cosmo rotoli,
come in orrende giostre di cavalli
dove nudi gnomi saltano veloci,
incuranti e stolti, sento le vertigini,
e le risa di mostri e di stupide streghe
con capelli di carta che mi solleticano
ridendo sguaiate, e ti vedo ancora
nei bui cunicoli di cartapesta
dove sbando cieca, ma poi ti perdo,
nel carnevale osceno, nelle sarabande,
nelle spirali di fumo colorate,
tra i vapori di zuccheri filati, tra stregoni e fate,
tra bocche che sputan fuoco,
e fantocci senz’anima, di pezze vestiti.
E riappari splendido come un totem
custode di tribù, sai concedere regali e scempi,
tra i giocolieri ridi, ovunque io guardi ti ritrovo,
mellifluo, ironico, giochi a nascondino
tra mille maschere crudeli,
nei meandri del mio pensiero, mi graffi
con i tuoi occhi pungenti, ora lasciami
nelle mie palafitte come cavernicola,
non voglio più vederti.
Avrei cambiato strada, bello e altero,
sciocco e falso, se solo avessi saputo
del tuo incantesimo che avvelena!
Ferma i tornei dove nessun vince,
lasciami spoglia e sudicia nelle viscere
della terra dove nessuno può arrivare
e prendi la strada del ritorno,
là dove io non ti possa più vedere.
MASCHERINE
È LA RIVINCITA DEI CORPI… E GLI OCCHI
RIAFFIORANO SOLTANTO PER UNO SGUARDO
GUARDINGHI SULLE FORME CHE SI MUOVONO
LESTE E FUGGEVOLI SULLA GRAN PIAZZA
APPARENZE DI CIÒ CHE È ORMAI TRASCORSO
NEI RIMBALZI DI UN TEMPO GIÀ CONCLUSO.
ALLORA SCEGLI DI AGGRAPPARTI AI GIORNI
AI PASSI CHE S’INCONTRANO SILENTI
ALLE FESSURE FLEBILI NEI VOLTI.
– Accetto il regolamento
UNA MUSICA DI VIOLINO di Tania Scavolini – accetto il regolamento
Solo un gatto miagola un saluto
lungo le calli silenziose
un tempo colme di turisti
ora vuote e tristi…
E poi appare da un angolo buio
per entrare nella piazza deserta
un uomo in maschera da cavaliere,
per il periodo è presenza bizzarra
perché lontani dal Carnevale,
cerca il profumo di violetta
della sua dolce compagna,
una musica di violino
di un valzer che avrebbe ballato
con la sua bella dama.
Annusa l’aria ma non rintraccia
del passato presenza…
Si ferma, fa un inchino alla sua ombra
e procede con speranza
verso un futuro che anela solo pace.
Sera di coriandoli (da Legàmi – Lepisma edizioni)
Sera di coriandoli
e di danze gitane
e segreti d’amore
nascosti dietro i portoni.
Sera di promesse
che s’infrangono
contro il buio
e di miracoli cercati
e sempre traditi.
Cosa si diranno gli amanti
mentre intrecciano mani
sulle panchine dei parchi?
Srotolano forse gomitoli di buio
e cancellano il mondo
sfiorandosi il respiro
mentre fontane zampillano
dagli angoli della notte
accarezzando segreti.
Ma il segreto che porto
tu già lo conosci,
fingendo il contrario,
sicché resto solo a sperarti
poiché crudelmente hai deciso
che questa mia poesia
non vale un tuo bacio.
– Accetto il regolamento
Molto bella.
“Masquerade”
Pagliaccio, comico, artista.
In grado di suscitar riso in ogni donna
e bimbo sulla terra.
Insolito, strano, divertente:
ecco il mio soave inganno della mente.
Da tutti chiamato pagliaccio e
da sempre fonte di sollazzo, a volte giuro,
mi sembra di divenir quasi pazzo.
Ridere e ancora ridere…
vi prego messeri, un attimo di tregua
che or ancora trascorso non è il riso di ieri.
O grande Re di tutta codesta natura, perché
scegliesti proprio me fra tutto il letame che c’è?
No, stanco son io del riso, ma questo trucco,
questo largo sorriso, levarsi non vuol, che gran
terrore susciterebbe il vero volto di un menestrello
nel natural suo aspetto.
E no, non, non puoi cadere o triste lacrima,
neanche per un paio d’occhi di cerbiatto.
Il mondo ed il suo pubblico altro s’aspettan da te:
mesta finché vuoi puoi esser dentro,
ma ben sarà se con un largo sorriso, della
gente, continuerai a prenderti gioco in verità.
Accetto il regolamento.
CARNEVALE – di Lorella Del Gesso
L’allegria che dilaga
nella piazza colorata
che le urla dei bambini non placa
Maschere variopinte
ballano in tondo
e, correndo, si danno spinte
movimentando quest’angolo di mondo
La folla si accalca
per assistere allo spettacolo
e lo sguardo mio non si stacca
dalla tua figura perfetta come un miracolo
Bimbi festanti ti girano intorno
come nuvole davanti al sole di giorno
poi lanciano tra i capelli tuoi bellissimi
un pugno di coriandoli sottilissimi
e vorrei essere pettine con le mie mani
per toglierli uno ad uno fino a domani
e all’altro domani ancora
mentre ti guardo incantata:
è l’ennesimo carnevale
ed io di te sono innamorata.
– Accetto il regolamento
Maschere di Carnevale
Nel gioco del sovvertimento del reale
una maschera sa quanto vale
a ricoprir quel volto
e s’inebria del carnevale
come scambio dei ruoli quotidiani.
Ha nelle sue mani
il segreto che custodisce dentro
e che è in un modo che nessuno vede
ma che percepisce in altra maniera
quanti son gli occhi che lo guardan vivere.
Sa che nella sua frammentazione reale
sta il segreto della vita,
una visione che è di un frammento del tempo
e che non è effimero sentimento
ma necessità di amare, sì, di amar davvero
con un volto sincero
e non da dietro una parvenza di cuor falsamente vero,
una maschera di cartapesta e d’ipocrisia
che dura poco e col tempo va via.
Francesco Paolo Catanzaro
Dichiaro di accettare il regolamento.
Francesco Paolo Catanzaro
Accetto il regolamento. Partecipo con la poesia “Venezia”
A Venezia
non fui mai
chissà perché
chissà mai!
A Venezia
il Carnevale è il più bello
Così mi disse
un amico di Sorrento
Chissà perché
Chissà mai
A Venezia
nella laguna
si festeggia di notte e giorno
Tante belle mascherine
Tante belle luci colorate.
Chissà se andrò
Chissà mai!
Forse ci andrò
dopo la pandemia.
Verde
Era verde
rosso
blu
giallo
Eccolo il mio Carnevale
il mio costume è pronto per
la festa
Forse ci vuole un po’ di
arancione
Ma quanti colori!
a che bello!
Erano tutti un sogno
questi colori di carnevale
Gli amici felici
a festeggiare
ed io un poco di marrone
ed ero pronta come
arcobaleno di carnevale.
Forse non tutti sanno che
ero tesa, tanto tesa
ma poi su e giù
con quei colori
ed il sorriso divenne sincero.
– Accetto il regolamento
Accetto il seguente regolamento.
Poesia: “Febbraio”
Che ne so di quel mese che scomparse
ogni volta che appare.
Che ne so io di quei giorni che
seppure brevi tornano ogni anno.
Febbraio che mese strano
tutti a temerlo per il clima
ma poi sai che divertimento con
il Carnevale.
Tutti che lo aspettano
dalla Befana in poi
ma che divertimento
pensare al vestito da comprare.
L’anno scorso fui Pulcinella
L’altro anno fui un pagliaccio
ma forse salterò un anno
per quel coso che è arrivato
a ricordarci che la vita è breve.
Daniela Cavazzi.
Dichiaro di accettare il regolamento.
Frammenti di emozioni
Lasciami sognare il mare d’inverno
che smuove frammenti di emozioni,
rapisce lo sguardo
rapido osservatore di attimi eterni
Il tempo cambia ogni cosa
ci lascia affogare nei desideri,
coriandoli che volteggiando
cadono su noi,
piccoli specchi di gocce di vita,
colorano lo sguardo
In vorticosa danza ci avvolgono i sogni
dipingendo sui volti una maschera di serenità
che la pioggia della nostalgia scolora
confondendo presenze e mancanze
Seduta sulla nostra panchina
ho sete di pace
ma il vento trasporta suoni di feste
lontane e straniere.
Capelli in volo libero
scivolano sul tuo volto
la tua maschera di me.
Poesia corretta , sará possibile aggiornarla :
Buonasera sono Diego Castelbuono e accetto il regolamento.
Grande , profondo e leopardato
Cosi apparisci nel tardo pomeriggio di un giorno soleggiato
Il tuo occhio profondo colore tramonto
Trafigge i miei dubbi e mi fa sentire tonto.
Ricoperto da una maschera inganni e osservi a noi poveri mortali
Che colpiti dal tuo abbigliamento cadiamo in gesti e posture tribali.
Sguardo lungo e ammiccante
Iride oscura e beffeggiante
La tua visione avvolge e protegge
Ed é bello perdersi in quella miriade di schegge
Venezia ammica e si fa complice
Del tuo perderti tra le tante maschere e la tua a forma di mantice.
Sará sogno o vetusta veritá?
Che il tuo sguardo mette a nudo la mia identitá?
Nudo e senza segreti , non sopporto il tuo scrutare
Sará per timidezza o per la luce che rifletti con tonalitá chiare?
Ti nascondi tra i tuoi pari
Perche il tuo colore si confonde tra i verdi mari
Ed é bello perdermi nei tuoi occhi
Perdermi , ritrovarmi e riperdermi come pochi
Anima dolce , invitta e lottatrice
Vedo la tua calma occhiata protettrice
Vedo la gran dama e la tua profonda aura
Ed é un piacere essere fra i tuoi amici, Rosaria
Diego Castelbuono
EFFIGE CARNEVALESCA
Nessuno mi riconosceva
quel dì di Carnevale
con quella maschera un po’ speciale.
Correvo spensierato e coribante
mentre Brighella faceva il birbante
e Arlecchino col suo vestito l’affascinante
mentre il dott. Balanzone
presuntuoso e sapientone
con verbosi discorsi da pretone
mi faceva divertire per il suo latino da polentone.
Menenghino con l’aria da servitore
cercava di far l’improvvisatore mentre
Colombina chiacchierina e impertinente
era per Arlecchino che sapeva essere avvenente.
Con Pulcinella insolente
eravamo i guerrieri dell’eccipiente
con l’ideale del divertimento
perché non esisteva disfacimento.
Solo quando il tempo aveva spento
le folli giocosità rammento
che io son stato un burattino
ma ora è il carnevale di un nuovo mattino
e tagliando i fili del mio destino
libero l’essenza e più m’ostino.
Accetto il regolamento
Dopo un mese si rivedono.
Andranno insieme a Venezia.
Dall’aeroporto a casa ha preso un taxi, e la testa ancora sui grattacieli di Detroit.
Nella tasca dei jeans un souvenir
preso all’acquario di Belle Isle.
Le mani fisse sempre sul pc, poco tempo per il resto.
Si è innamorato di quei palazzi alti in Art Déco, un giorno sogna di viverci.
Andranno insieme a Venezia.
Stasera escono a cena
Un locale polacco
Da quanto tempo non mangia gulasch pensa lei, da quel viaggio insieme in Austria quando lui ancora le accarezzava i fianchi.
Lei si fa bella con il suo rossetto Dior
Ha scelto un hotel in zona delle Mercerie, a cinque passi da Piazza San Marco con ristorante gourmet e molo privato.
Lui è un fanatico del Carnevale.
Cocktail di festa, balli in maschera.
Venezia sì, gli piace
non in gondola e nemmeno con l’acqua alta
troppo scomoda
invadente come quei baci che si danno sul Ponte di Rialto.
Dopo il dessert esce e si fuma una sigaretta.
Lei seduta ancora al tavolo gli manda un whatsapp.
Ha gli occhi umidi quando scrive
Purtroppo devo dirti di no.
– accetto il regolamento
LA MASCHERA
Sorridere
O piangere
All’orizzonte
Or sulla strada
Nel calice
Oppure innaffiata
La maschera rovente
Buffone,
Malizia
O follia
Mentre l’orgoglio
Matura
Infine
La parola
E’ intessuta
O tacitamente
Attraverso le ali
Celestiali
Sognanti…
Accetto regolamento
Fata Morgana
Карнавал
квинтой и терцией
наповал
бьёт по Венеции.
Фея Грёз,
кары прелюдия,
маску сбрось:
я узнаю тебя.
Любишь прыть –
так не угодно ли
в рай уплыть
в лаковой гондоле?
Поцелуй –
шалость мгновенную –
не рискуй
выдать забвению
и не плачь,
между каналами
скинув плащ –
смерть карнавальную.
Золотой
шар над таможнею
с глаз долой!
Нет – невозможному!
Вздор – запрет!
Пусть ты моложе на
много лет,
ты – растаможена!
Толчея –
мера количества,
ты и я –
качества. Сбивчиво
пляшет пусть
возле Ка’ Фоскари
с пульсом пульс
в люксе на острове…
Accetto regolamento
Non ho incontrato l’informazione che proibisce la partecipazione con i testi russi…
L’anima fanciulla
Un rigido inverno avaro di colore
con antichi riti ricchi di emozione,
attori e spettatori,
maschere antropomorfe,
racconti arcaici e suggestivi,
maschere di legno, nere,
tinte di carbone che sanno di folklore, passi di danza ritmici e suon di campanacci.
Maschere bianche deformi, ghignanti e
lugubri lamenti.
Storie di mondi passati, storie di oggi.
Ogni emozione è una maschera è la lotta continua dell’uomo sull’uomo e sulla natura.
Poi ho visto un bimbo con un costume sgargiante raccattare una manciata di coriandoli da terra,
è stato un tripudio di colore.
Giuseppina Carta 4/12/2020
Accetto il regolamento
Laura Vargiu: partecipo alla sezione A e accetto il regolamento.
Maschere
Fuori dai canoni del tempo
un triste imprevisto carnevale
per le strade della solitudine nostra
d’anime e carne s’aggira.
È distanza spaventosa e infìda
il vuoto che di noi fa d’improvviso
omologate maschere dai colori spenti,
afone prigioniere d’un respiro appannato
che offusca sguardi pregni di veleni
e graffiante diffidenza verso l’altro.
Siamo ormai maschere smarrite
in assembramenti di pensieri
lungo marciapiedi e muri ombrosi
d’urbane umanità dimenticate.
Solo maschere due punto zero
d’anonimi universi digitali
che affogano tra coriandoli impazziti
e sembrano ostinarsi a rinnegare
la spontanea semplicità d’un abbraccio
mentre la luce dell’ultimo sparuto sorriso
s’è mutata infine nel ricordo
d’un fiore reciso.
Laura Vargiu
MASCHERE
Coriandoli…
Stelle filanti…
Un susseguirsi di maschere sfila lungo la strada…
danzando e gioendo…
dimenticando per un istante…
Personaggi e interpreti
ognuno a modo proprio
di un opera teatrale…
messa in scena dalla vita…
GIAMPIERO FENU – Accetto il regolamento
Sono Antonella Orlandini e accetto il regolamento
CARNEVALE ITALIANO
Chi si ricorda più
di Arlecchino?
Arlechin Batocio servo
di due padroni
con quella veste
fatta di toppe
dai mille colori.
Di Brighella
che n’è stato?
Dimenticato
insieme aTartaglia!
Scordato pure Stenterello
Capitan Spaventa
e Meneghino
e Gianduia s’è perso
nel bicchiere di vino.
E Pantalone
con Balanzone
uno era avaro
e l’altro “dottore”
chi più li ha visti?
La Rosaura con Colombina
hanno smesso coi battibecchi
e del loro cicaleccio
anche l’eco è ormai lontano.
Erano le maschere
della commedia
commedia d’arte
così si chiamava
ora senz’arte
e fors’anche né parte
sono le maschere
dell’oggidì.
— CONCORSO TERMINATO —
PROSSIMAMENTE SARANNO PUBBLICATI I FINALISTI ED I VINCITORI DEL CONTEST
RINGRAZIAMO TUTTI I PARTECIPANTI
— FINALISTI CONTEST —
Tania Scavolini
Daniela Giorgini
Gesuina Scanu
Alberto Arecchi
Aldo Ronchin
Giovanni Monopoli
Anna Maria Ferrari
Ho letto alcune delle poesie dei finalisti. Ritengo, a mio personale giudizio, che prevale lo stile prosastico piuttosto che poetico e che non si rispetti la lunghezza del verso. Complimenti… alla giuria e ai finalisti.
— COMUNICATO VINCITORI DEL CONTEST—
https://oubliettemagazine.com/2020/12/17/vincitori-e-finalisti-del-contest-frammenti-di-emozioni-in-maschera/