Contest letterario gratuito di poesia “Frammenti di emozioni in maschera”

Sei chiuso, nascosto dietro la tua maschera inanimata,/ oltre ai gesti, i tuoi occhi devono dar vita al costume,/ come d’incanto sorridi e la maschera sorride,/ sei serio e la maschera si rattrista,/ vorresti comunicare… e chi ti sta davanti ti sorride,/ come per dimostrare che ha recepito il tuo messaggio,/ gli occhi dietro la maschera sono tutto,/ e ti accorgi all’improvviso di non essere più solo…” – “Occhi” di Pietro Mazzi

Contest Frammenti di emozioni in maschera
Contest Frammenti di emozioni in maschera

Regolamento:

1.Il Contest letterario gratuito di poesia “Frammenti di emozioni in maschera” è promosso da noi di Oubliette Magazine, dall’autore Pietro Mazzi e dalla casa editrice Tomarchio Editore. La partecipazione al contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.

La partecipazione al Contest è gratuita.

Il tema prescelto è il Carnevale.

 

2. Articolato in una sezione:

sezione A. Poesia (limite 100 versi)

 

3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite aventi come tematica il Carnevale.

Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via e-mail ma nel modo sopra indicato.

Importante: cliccare su Non sono un robot, è un sistema Captcha che ci protegge dallo spam. Per convalidare la partecipazione dovrete anche voi cliccare sulla casella.

Ogni concorrente può partecipare con una sola opera.

 

4. Premio:

N° 1 copia del libro “Frammenti di emozioni in maschera” di Pietro Mazzi, edito a novembre 2020 dalla casa editrice siciliana Tomarchio Editore.

Saranno premiati i primi tre classificati della sezione A.

 

5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 7 dicembre 2020 a mezzanotte.

 

Frammenti di emozioni in maschera
Frammenti di emozioni in maschera

6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:

Alessia Mocci (Editor in Chief)

Pietro Mazzi (Poeta e Creativo)

Rosario Tomarchio (Poeta ed Editore)

Emma Fenu (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

Stefano Pioli (Studioso e Collaboratore Oubliette)

Carolina Colombi (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

Daniela De Tommasi (Scrittrice)

 

7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.

 

8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.

 

9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per e-mail: oubliettemagazine@hotmail.it indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via e-mail ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook:

https://www.facebook.com/OublietteMagazin

 

10. È possibile seguire l’andamento del Contest ricevendo via e-mail tutte le notifiche con le nuove partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvertimi via e-mail in caso di risposte al mio commento”.

 

11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.

 

Buona partecipazione ed in bocca alla giuria augurandoci che non crepi!

 

55 pensieri su “Contest letterario gratuito di poesia “Frammenti di emozioni in maschera”

  1. Sono Roberto Chimenti e accetto il regolamento di questo contest

    Lo spazio

    Arlecchino era così povero
    che non aveva di che vestirsi
    unendo tra loro pezzi di stoffa diversi
    senza previsione
    riuscì a cucire un vestito bellissimo.
    Passarono gli anni
    con fortuna e ingegno
    la povertà divenne ricordo.
    Nel frattempo la stoffa era diventata lisa
    i colori erano sbiaditi
    occorreva procurasi un vestito nuovo.
    Si sedette
    guardò le sue mani
    volse lo sguardo attorno,
    avrebbe potuto comprarlo,
    pensò che era stato bravo
    quando senza soldi
    era riuscito a crearne uno nuovo
    ora avrebbe potuto comprarlo
    ma non riusciva ad alzarsi e andare.
    Continuò a guardare la stanza
    gli oggetti contenuti
    allora si alzò
    passò da una stanza all’altra
    in breve tempo per la prima volta
    ebbe l’immagine unita della sua casa,
    un brutto abito.
    Pensò ai colori,
    per quelli non c’era problema
    era bravo
    ma serviva altro
    serviva qualcosa che non aveva mai fatto.

  2. “Fantasia”

    La maschera che indosso
    è fantasia.
    Non porta i colori dell’anima
    e nemmeno del cuore.
    Ha forse il profumo di un fiore,
    ma non teme pioggia o sole.
    Chi vuole provare a leggere dietro,
    curioso o temerario,
    vi troverà un solo passaggio.
    Negli occhi sarà la verità,
    quella che maschera non ha.

    Daniela Giorgini – Accetto il regolamento

  3. Una mascherina non da Carnevale

    Che cos’è questo aggeggio
    nuovo vagamente magico
    che imperversa
    e ovunque copre le facce
    di tutti noi umani
    in questo anno doppio
    che passerà alla Storia
    come quello del terribile
    infestante Covid?

    E’ un marchingegno
    che può coprire
    ma anche scoprire…
    copre per proteggere
    dal virus delle goccioline
    che sta impestando il pianeta…
    ma scopre anche quanto sia
    arrogante e stupido
    chi non se la mette…

    E’ un oggetto fragile leggero
    che arriva dal mondo del teatro
    e da un più lontano passato
    serviva per fare paura
    celando la propria persona…

    Ma è, più bella ed elaborata
    l’oggetto del Carnevale
    più noto e importante
    per travestirsi gioiosamente…

    Però oggi che non si sa
    se Carnevale ci sarà
    riappare come un prodigio
    per difendersi dal contagio
    e allora celebriamola usandola
    la prodigiosa mascherina!

    accetto il regolamento

  4. Sono Alberto Arecchi e accetto il regolamento di questo contest.

    UN NASO ROSSO

    Un naso rosso
    una maschera senza volto
    un passo di samba
    un uomo con l’organetto.

    Un orso che balla
    una finta statua
    infarinata come un pesce
    da friggere.

    Un carro di fuoco
    che scarrucola
    su una lunga corda
    come teleferica.

    Costumi cuciti
    di carta crespa
    destinati a durare
    solo una sera.

    Una fontanella che chioccia
    per lavarsi il trucco
    e togliere una lacrima
    di mascara che cola.

    Gioia ostentata
    e vera tristezza
    in cui si annega
    la solitudine.

  5. Accetto il Regolamento
    Poesia
    Titolo
    “La mano”
    Piange l’ombra
    di un Pierrot
    vestito d’Arlecchino.
    Si spogliono lustrini
    in cambio di denaro.
    Altre maschere inviperite.
    gettano pestilenze
    come coriandoli al vetriolo.
    La sera emigra
    in un frastuono di balli
    e canti.
    Mi tolgo la lacrima
    dal viso e sorrido
    alla mano
    che mi sfigura il volto!

  6. Carnevale

    E venne il giorno
    più triste dell’anno.
    Un mondo
    popolato di visiere,
    uno schermo
    per i moti dell’animo
    e un rifugio
    per il falso destino
    degli umani.
    La tua maschera vive
    dentro le mie paure
    e il terrore mi prende
    se non scorgo il tuo viso
    venirmi incontro
    a ridare conforto
    per il freddo
    calato
    nei segreti sentieri
    del mio spirito inquieto.
    Passeranno le ore
    nella giostra infernale
    dei folletti,
    che vanno
    festosi per le strade,
    ed il mio Carnevale
    è questa folla
    di volti sconosciuti
    dove m’assale
    la tua assenza
    che io sento più amara
    in questo giocoso
    sfavillare di moine.
    E la festa
    è la morte nascosta
    nel mio cuore,
    che ha deposto
    da tempo le sue maschere,
    nudo d’amore.

    Accetto il Regolamento

  7. Accetto il regolamento di questo contest
    CORIANDOLI

    Frivoli e spensierati
    pensieri dissoluti
    un pugno di coriandoli
    all’ombra di un costume
    fervore e irriverenza
    il calpestio dei passi
    nel dedalo della vita
    scende una lacrima
    nascosta al cuore
    che non vuol sentire.
    Il trucco da clown
    ti rende invisibile
    ma sono sempre li’
    carezze e abbracci
    non stanno in un palmo
    e si disperdono nel vento
    nelle steppe sconfinate
    deserti aridi
    abbagliati dal sole.
    Togli questa maschera
    nessuno ti vedra’
    se non vuol vederti
    donati alla vita
    e a questo giorno
    col sorriso negli occhi
    l’allegria nel cuore
    e si rivelerà il giusto senso
    di cio’ che sei
    dove schiariranno notti
    senza albe.

    Antonella Vara

  8. Il carnevale di Venezia

    é ancora fredda l’aria e già si canta per la via
    Venezia riapre gli occhi in mezzo ai suoni e all’allegria
    rumori che si espandono in ogni angolo e in ogni calle
    piccola confusione che festeggia il carnevale.
    Qualcuno apre il balcone chiedendosi cos’è
    dai bar aperti ti rapisce il profumo del caffè.
    Alle orecchie rimbalza il rumore dei miei passi
    che calpestano una via fatta di pietre e sassi
    piccoli scorci di paesaggio di un tempo ormai passato
    che ingegnose mani di artista hanno creato.
    Una gondola solitaria che dondola nel canale
    il gondoliere appoggiato al remo perchè nessuno sale.
    pugni di coriandoli che si alzano ogni momento
    piccoli pezzi di colore portati via dal vento,
    lanciati come i sogni a colorare il cielo
    che ricadono per terra a formare un triste velo
    come speranze e desideri verso in su tirati
    finiti in un attimo miseramente calpestati.-
    Lo scoppio di un petardo in mezzo a milioni di parole
    e si alza un volo di colombi ad oscurare il sole.
    Non c’è un attimo di tregua,la gente canta e balla
    ma anche se a fatica Venezia resta a galla.
    E’ la festa di chi già da un po’è stanco dei suoi panni
    e dietro ad una maschera prova a nascondere i suoi affanni
    perchè anche se nascondono sorrisi spenti
    le maschere son quasi tutte sorridenti
    sorrisi falsi che vogliono scaldarti il cuore
    cancellando i ricordi di ogni perduto amore.
    Insieme con la mia tristezza a questa festa son venuto
    anche in mezzo a tanta gente mi sento solo e sperduto
    e vorrei nascondermi dietro ad un sorriso dipinto,
    ma nessuna di queste maschere mi ha convinto
    e siccome la felicità l’ho persa già da un po’
    mi regala la sua maschera Pierrot.

    – Accetto il regolamento

  9. Carnevale 90
    Mi siedo accanto
    Discuto dell’amore platonico
    Mi parla del rumore.
    Io dico che è un suono gentile
    S’alza e non tace
    Premurosa mi permette
    Di guardare un seno.
    Scolpito sulla carne marmorea
    Io dico, è perfetto.
    Lei mi dice, tu mi piaci.
    Balliamo un tango argentino
    Tra i suoni bassi
    Mi chiede del mio nome
    Ed io non taccio.
    Allora mi lascia e non vuole
    Sono una pizza.
    Piccola maschera di carnevale.

    Accetto il regolamento

  10. ATTENDERE
    Ho atteso Il Carnevale
    con ansia
    per poter celare il dolore
    dietro una maschera sorridente
    per nascondere le sconfitte
    le disfatte dell’anima stanca
    solo perchè il mondo
    mi vuole felice sempre
    in perfetta forma
    come un divo del cinema
    Nel tempo non ho più tolto la maschera
    tutti la portano
    per mostrarsi allegri
    anche nel pianto
    per fingere sentimenti
    che non provano
    come tutti gli ipocriti della terra.
    accetto il regolamento

  11. ” Nostalgia per un Carnevale che non c’è più”
    La vita è un Carnevale,
    un gigantesco meraviglioso Carnevale,
    le piazze fanno da immenso teatro,
    dove ognuno indossa la sua maschera e
    recita il suo copione.
    Piovono coriandoli, ogni attore
    con la sua maschera salta, balla e ride
    e non si accorge di chi soffre e
    che gli sta accanto.
    Piovono coriandoli le piazze
    si riempiono di cento, mille attori, che
    nascondendosi dietro una maschera
    celano la nostalgia per un amore che non c’è più
    Piovono coriandoli e si fa sera,
    le maschere svuotano le piazze
    e il frastuono di quelle incomprensibili
    mille voci fa spazio
    ad un assordante silenzio,
    custode di un pizzico di luna,
    romantica luna che nonostante tutto
    ancor oggi fa innamorar.
    Piano piano, mano nella mano, intanto
    un triste Arlecchino con la sua Colombina,
    accompagnati dal tenero sguardo della luna
    abbandonano la piazza lasciando cader,
    quelle maschere bagnate,
    bagnate da due lacrime e niente più.

    – Accetto il regolamento

  12. Al carnevale delle identità

    Tutto ruota attorno a questo giorno,
    nascosto interprete dei silenzi…

    e si rincorrono le banali circostanze
    in un vortice senza via d’uscita,
    se nessuno è soltanto quel che dice.

    Ho scartato la credibilità del giorno
    cercando con affanno il bandolo,
    di una matassa c’è solo il groviglio.

    Mi sono invaghito di una maschera
    sulla soglia di luce ch’è inquieta,
    alla ricerca di incerte false identità.

    Un giorno sono caduto ai miei piedi
    per inflazione della mia originalità,
    un’identità mentita seppur innocente.

    So d’incidere una realtà d’intrighi,
    scoperchiando il nonsenso della vita.
    Siamo sempre in maschera…

    accetto il regolamento

  13. Maschere
    I coriandoli di Carnevale non sono sassi che cadono dal cielo, e quindi non fanno male.
    Sono solo pezzettini di carta colorata che aiutano a rendere la vita più spensierata.
    A Carnevale basta indossare una maschera perché non si mostri la vera faccia dell’essere umano.
    La puoi indossare come ti pare: maschere belle e brutte, perfino da fata Turchina o di Spiderman.
    Per sentirti almeno un giorno un vero eroe.
    Perché nella vita gli eroi sono essenziali come l’aria che respiriamo, come l’amore della propria mamma, come la stella che brilla e ci indica la via da seguire per aiutarti a non fallire.
    Tutti, se ci pensate, a carnevale vogliono mascherarsi da supereroi.
    Perché come i supereroi si vorrebbe salvare il mondo, aiutare il prossimo,
    così in futuro i bambini possono darsi la mano in un gran girotondo.
    Il carnevale dura poco, ma tutti possiamo accedere a quella felicità a volte negata, passando a giorni così freddi che intorpidiscono l’anima.
    A Carnevale la confusione è tanta, ma rende allegri e nella sua ritualità, ci mostra come nella vita, tutto, anche in un solo giorno, qualsiasi cosa possa cambiare. Il carnevale è come uno squillo di tromba che sveglia, un messaggio di speranza che dice all’anima tua: “Domani è un altro giorno” e, anche se al trascorrere del tempo dovremmo affrontare altrettanti inverni, Ere di caos e distruzione, alla fine, per forza di natura, la primavera arriverà e alla luce del sole limpido e caldo di nuovo l’essere umano rinascerà, forse migliore di prima.

    – Accetto il regolamento

  14. Sono Gesuina Scanu e dichiaro di accettare il regolamento.

    Carnevale

    Sfilano le virtù miseramente
    Soprafatte dai vizi della mente

    Movenze scomposte in fila avanzano
    Al suono d’insulti e sgraziate danzano

    Maschere pronte a sostituire volti
    Vesti adeguate alle bocche degli stolti

    Primavere artefatte di fiori finti
    Abbondanza di corpi nel campo dei vinti

    È il calendario dei sognatori a ricordare
    Sono i sogni degli attori a debuttare

    Cadenza annuale di una folle giornata
    Attesa per nascondere qualche malefatta

    Pare lecito impazzire a carnevale
    Se la mente riconosce l’illegale.
    Gesuina Scanu

  15. Sono Giovanni Monopoli, dichiaro di accettare il regolamento

    Maschera dell’anima

    Un viso, un’anima
    un turbinio di pensieri che si accavallano
    occhi… il loro osservare lontano
    verso lidi a volte celati, invisibili.

    Due visi, un’anima
    maschere all’affaccio d’interiori movimenti
    di conflittualità relegati all’essere…. fragili
    tra le foglie in respiro donate al vento.

    Maschere che fuggono, che sfuggono… visioni
    tra quelle umide righe apostrofate,
    nelle litanie d’un eco a volte inascoltato
    nelle profondità rigate dalle illusioni.

    Vola la maschera, nuda è l’anima
    un rumore a risuonare nell’intimo… il compaio
    in un rifugio, col silenzio che la circonda
    nello sguardo che svolazza verso l’ignoto
    alla ricerca d’un “se”… d’un “ma”
    in una notte cosparsa di desideri dell’inconscio.

    Giovanni Monopoli

  16. Carnevale
    Arriva il tempo in cui le maschere
    celando il volo
    rivelano l’essenza
    siamo tutti dentro
    il teatro della vita
    è il tempo in cui
    le verità si palesano
    pulviscoli di luce
    attraversano mondi
    dove il passato emerge
    i drappeggi folti
    i piumati splendori
    appaiono così… all’improvviso!
    e nel buio della notte
    il giorno appare
    di luccichii brillanti,
    è imperversato, di mille canti
    Arlecchino, è sempre
    il principe dei poveri
    e nel suo colore variopinto
    ci insegna la stesura dei versi
    l’ironia del perseverare
    senza danno, senza colpa
    e … intanto
    il carnevale impazza
    piccoli pezzi di carta
    di lucidi sorrisi
    danzano al vento
    è una pioggia senza fine
    e ci bagna di colore
    di speranze sempre accese!
    ecco! è il tempo
    di danzare, senza sosta
    di urlare con tutto il fiato
    che uno ha in gola
    infondo … la vita
    è una sola

    Teresa Addis – accetto il regolamento

  17. Sono Alessandro Parisotto ed accetto il regolamento

    “Mille e più maschere”
    Cosa ci distingue l’uno dall’altro…
    Flebili particolari presi a mucchi e spicchi
    Apppiccicati su bianche parvenze di volti
    Umiliati ed oliati
    Dalla solita routine quotidiana?
    Già non vediamo l’ora di mettere e togliere
    Ogni giorno
    Quella maschera carnevalesca
    A seconda di come vogliamo, a seconda
    Di come ci sentiamo
    Ma….
    Vorrei ora tornare davvero all’antico e nobile significato
    Delle maschere indossate in un passato
    Che correva lungo le strade della vita di una Venezia ricca e veloce
    Me la immagino con i colori e con costumi
    Irripetibili, raggiante, fiabeschi
    E come per magia poi, passo in rassegna con la mente
    La burloneria di una Viareggio più moderna, fino alla allegria di una Napoli scanzonata che “fa spallucce”…
    Tutte cose belle
    Che sanno di uno ieri non vissuto
    Ed a volte, solo immaginato
    Ma che forse riescono ancora a coprire
    Quelle maschere
    Cittadine, cordiali, e più moderne
    Necessarie alla sopravvivenza della quotidianità

  18. Buongiorno. Accetto il regolamento. Titolo: Carnevale e tradimento

    Getta la maschera, Colombina
    dalle ali ancora intrise di peccato.

    Rivela, dolce ladra di cuori e menti,
    il tuo sguardo cupido di desiderio,
    la tua pelle diafana di luna,
    la tue labbra dipinte di brace.

    Dissolvi l’amore mio zelante,
    goccia di luce in un mare d’oblio
    morente…

  19. Coriandoli colorati
    su capelli coperti da un manto di neve
    bimbi festosi che salutano le maschere
    canti e sorrisi si aprono alla festa
    stelle filanti giocano con il vento bizzarro
    mentre lieve l’eco della vita saluta
    neve su ciocche come manti
    cercano risa i bambini
    colorate le loro vesti inducono a festa
    il carnevale regala festa
    coriandoli magici atterrano su modi di fantasia
    dimenticando malinconie…

    – Accetto il regolamento

  20. DORMO O SON DESTA?

    Dormo o son desta?
    mi gira la testa!
    Mi rigira un po’di qua,
    un po’ di là,
    ma di più all’aldilà,
    si ecclissa tra le nubi,
    si confonde tra le stelle,
    abbraccia la luna,
    naviga tra le onde del mare,
    ma si risveglia
    col sole splendente,
    finché i giramenti atterrano
    nel mio dolce Paese
    con le maschere che mi circondano
    con tante belle sorprese!
    Il Paese del mio cuore,
    l’Italia mia
    che mi protegge
    da ogni malore
    e mi fa pensare alle maschere
    che sono la gioia del mio cuore..
    Volo sempre lì
    e non mi gira più la testa,
    il mio cuore trilla di festa!
    Sogno o son desta?
    Sono in Italia,
    son felice e non mi
    gira più la testa,
    ho la maschera che mi sorregge!

    – Accetto il regolamento

  21. Sono Anna Maria Ferrari e accetto il regolamento.

    Sa Filonzana

    Del Carnevale di Sardegna
    sei tu, unica figura di donna,
    alla fin della baldoria
    per le vie ancor colme
    dell’eco dei campanacci,
    l’ultima a sfilare.
    E in cuor e sulle labbra
    s’agghiaccia il sorriso
    dei presenti nello scorgere
    il tuo profilo gobbo e
    l’arcigna piega della bocca
    mentre avvolta
    in nere vesti presaghe
    del buio d’una eterna notte
    greve avanzi
    e delle nostre vite
    l’esile filo tieni in mano
    e al collo appesa
    rechi la forbice fatale.
    Così, tetra Filonzana,
    della festa della vita
    chiudi la sfilata,
    tu, nera maschera d’Ottana.

  22. Il carnevale

    Il periodo di carnevale è un viaggio di fantasia.
    I nostri visi saranno dentro una maschera.
    Il carnevale ci fa sentire speciali.
    Giorni di gioia.
    Giorni per giocare.
    Ogni scherzo vale.
    Siamo tutti in costumi di vari colori.
    È un emozione vedere i carri.
    I bambini lanciano oggetti verso gli spettatori.
    La musica ci tiene lontano dai pensieri negativi.
    I bambini lanciano segnali di pace con i coriandoli.
    Gli adulti diventano come dei bambini.
    Le nostre risate sono dietro a queste fantastiche maschere.
    Ogni maschera ha la sua personalità.
    La fantasia dei bambini è così bella.
    Dove i sogni diventano realtà.
    Volano verso un mondo d’amore.

    – Accetto il regolamento

  23. Accetto il seguente regolamento e partecipo alla sezione Poesia.

    Carnevaliamo

    Febbraio è lontano
    ma
    qualcosa mi dice
    che
    non sarà il solito mese.
    In strada non vedremo
    coriandoli e festoni.
    Sarà tristura e desolazione.
    Niente più mascherine,
    niente più sorrisi.
    Il Covid ci ha presi.
    Febbraio, febbraio
    forse nel 2022 potremo
    riaverti.

  24. Non mi interessa se il Carnevale non ci sarà.
    Non mi è mai piaciuto.
    Non sono una persona allegra.
    Non mi maschero mai.
    Non mi piacciono i coriandoli.
    Non mi piace Febbraio
    come mese lo considero infelice.
    Non mi interessa proprio
    se gli altri non giocheranno con
    le stelle filanti.
    Sporcano.
    Il Carnevale sporca le strade.

    – Accetto il regolamento e tanto so che non vincerò ma volevo dirvi che a me non piace il Carnevale.

  25. È una maschera non so.
    Mi giro e rigiro per le strade, devo ritrovare quel suo sguardo.
    Occhi accesi di smeraldo
    Ecco lei mi ha infuocato.
    La cerco per le vie, tutto sudato per la corsa.
    Oh mia dama! Oh miei occhi verdi verdi!
    Dove siete mia dama?
    Ecco lei mi ha infuocato.
    Tutto in un istante, lei passò con il suo vestito nero
    e
    quegli occhi smeraldo.
    Vidi solo gli occhi tanto era travestita.
    Tutto il giorno a cercare la mia dama…
    Oh mia dama! Oh mia dama!
    Alla fine, luna piena e strade colorate
    non la trovai… persa lei in qualche via,
    perso io con il cuore in agonia.

    – accetto il regolamento del concorso

  26. PAGLIACCI
    Occhi di ghiaccio
    sopra un sorriso beffardo,
    la faccia del pagliaccio
    nasconde un’anima infelice
    di non aver potuto dire una parola,
    che potesse esprimere la verità.
    Mani pitturate di vernice lucida
    si muovono con gesti inconsulti,
    per non aver afferrato l’attimo,
    che si è lasciato sfuggire
    durante un incontro improvviso.
    Braccia penzolanti nel vuoto
    annaspano l’aria, che lo circonda
    in una assenza di vita impercettibile.
    Un corpo spezzato da un abito consumato,
    spaccato in due dalle calunnie
    dei pretendenti aguzzini.
    Sul suo capo pochi capelli rimasti,
    arricciati e colorati di violaceo riflettono
    le sofferenze di una travagliata esistenza.
    Gambe allungate dal lungo cammino,
    alla ricerca di un luogo dove poter riposare
    e una amica poter abbracciare.
    Niente di lui appare chiaro,
    solo con la sua valigia viaggia nel mondo,
    per sbarcare una mesata appena sostenibili.
    Ma il suo cuore ancora batte all’unisono,
    per quella vecchia amicizia,
    che lo ha abbandonato nel buio
    e nella solitudine di una grottesca scena
    in un giorno di vile approccio.
    Continua la sua stanca esistenza
    a rappresentare le tante ingiustizie,
    che la nostra società deve sopportare.
    Per lui tutti dobbiamo affrontare
    la questione del vagabondare
    in un miscuglio da far sognare,
    senza la propria idea realizare.

  27. Quel giorno

    Era l’ultimo giorno di carnevale.

    Nell’aria fredda
    Turbinavano i fiocchi di neve
    Come pensieri nati
    Da un folle istante
    Come desideri scaturiti
    Da fervida mente.
    E la luce gialla del lampione
    Ingialliva le filanti stelle.

    Era l’ultimo giorno di carnevale.

    Nel silenzio ovattato
    Rintronavano i passi sul marciapiedi
    Come rimorsi covati
    Nella profondità pensante
    Come sentimenti sepolti
    Tra le rovine della memoria.
    E l’acqua nella pozzanghera
    Ammorbidiva la maschera lucente.

    Era l’ultimo giorno di carnevale.

    Nell’androne buio
    Schioccavano i baci della buonanotte
    Come amori cresciuti
    In una primavera infante
    Come amicizie affogate
    Nel pantano delle circostanze.
    E la nebbia sulla strada
    Sfumava i contorni delle cose.

    Era l’ultimo giorno di carnevale.
    Ricordi?

    Accetto il regolamento.

  28. Roberta Sgrò, dichiaro l’accettazione del regolamento. La poesia è inedita.

    In questa giostra di sembianze

    A voi pare forse,
    che con codeste maschere
    si possa ideare un’immagine di vita?
    Cascano coriandoli scintillanti
    tra le vie che sanno ancora di latte
    e scivolano filamenti colorati
    da scalinate e balconi
    come se la città fosse in festa, e fosse vero!
    Ma a voi sembra
    che in questo caldo giorno d’inverno
    che tra i silenzi e le risate
    tra le memorie di Arlecchino e Stenterello,
    tra quei capi d’Ottocento e nasi sproporzionati,
    che tra colori, urla e gioie
    si possa dimenticar l’affanno e far festa,
    come se fossimo nella Firenze di Bacco
    o nella clamorosa piazza veneziana
    a cantar e sorseggiar vino?

    E ditemi, così è, in giornate birichine
    e spensierate, come in questa giostra di sembianze
    che a ripetersi inconsapevolmente
    a sera si afferma e nel giorno si confonde con il vero,
    che la notte gli sguardi svaniscono, abbandonandosi a sorrisi e scherzi!

    Ditemi voi, ma io vedo occhi, dietro queste maschere,
    e di loro mi nutro,
    tra storie infinite e speranze attese,
    tra passioni che scorrono e stagioni che giungono.
    Dico allora: festeggiamoci! Indossiamo vesti colorate e stravaganti,
    ritorniam bambini, fanciulli in cerca di schiamazzo!
    Mi camuffo e mi osservo, sorrido e mi riconosco
    per poi far svanire il mio riflesso.

  29. Emanuela Di Caprio 16/11/2 – Accetto il regolamento

    Ti nascondi
    Da ogni parte del mio cosmo rotoli,
    come in orrende giostre di cavalli
    dove nudi gnomi saltano veloci,
    incuranti e stolti, sento le vertigini,
    e le risa di mostri e di stupide streghe
    con capelli di carta che mi solleticano
    ridendo sguaiate, e ti vedo ancora
    nei bui cunicoli di cartapesta
    dove sbando cieca, ma poi ti perdo,
    nel carnevale osceno, nelle sarabande,
    nelle spirali di fumo colorate,
    tra i vapori di zuccheri filati, tra stregoni e fate,
    tra bocche che sputan fuoco,
    e fantocci senz’anima, di pezze vestiti.
    E riappari splendido come un totem
    custode di tribù, sai concedere regali e scempi,
    tra i giocolieri ridi, ovunque io guardi ti ritrovo,
    mellifluo, ironico, giochi a nascondino
    tra mille maschere crudeli,
    nei meandri del mio pensiero, mi graffi
    con i tuoi occhi pungenti, ora lasciami
    nelle mie palafitte come cavernicola,
    non voglio più vederti.
    Avrei cambiato strada, bello e altero,
    sciocco e falso, se solo avessi saputo
    del tuo incantesimo che avvelena!
    Ferma i tornei dove nessun vince,
    lasciami spoglia e sudicia nelle viscere
    della terra dove nessuno può arrivare
    e prendi la strada del ritorno,
    là dove io non ti possa più vedere.

  30. MASCHERINE

    È LA RIVINCITA DEI CORPI… E GLI OCCHI
    RIAFFIORANO SOLTANTO PER UNO SGUARDO
    GUARDINGHI SULLE FORME CHE SI MUOVONO
    LESTE E FUGGEVOLI SULLA GRAN PIAZZA
    APPARENZE DI CIÒ CHE È ORMAI TRASCORSO
    NEI RIMBALZI DI UN TEMPO GIÀ CONCLUSO.
    ALLORA SCEGLI DI AGGRAPPARTI AI GIORNI
    AI PASSI CHE S’INCONTRANO SILENTI
    ALLE FESSURE FLEBILI NEI VOLTI.

    – Accetto il regolamento

  31. UNA MUSICA DI VIOLINO di Tania Scavolini – accetto il regolamento

    Solo un gatto miagola un saluto
    lungo le calli silenziose
    un tempo colme di turisti
    ora vuote e tristi…
    E poi appare da un angolo buio
    per entrare nella piazza deserta
    un uomo in maschera da cavaliere,
    per il periodo è presenza bizzarra
    perché lontani dal Carnevale,
    cerca il profumo di violetta
    della sua dolce compagna,
    una musica di violino
    di un valzer che avrebbe ballato
    con la sua bella dama.
    Annusa l’aria ma non rintraccia
    del passato presenza…
    Si ferma, fa un inchino alla sua ombra
    e procede con speranza
    verso un futuro che anela solo pace.

  32. Sera di coriandoli (da Legàmi – Lepisma edizioni)

    Sera di coriandoli
    e di danze gitane
    e segreti d’amore
    nascosti dietro i portoni.
    Sera di promesse
    che s’infrangono
    contro il buio
    e di miracoli cercati
    e sempre traditi.

    Cosa si diranno gli amanti
    mentre intrecciano mani
    sulle panchine dei parchi?
    Srotolano forse gomitoli di buio
    e cancellano il mondo
    sfiorandosi il respiro
    mentre fontane zampillano
    dagli angoli della notte
    accarezzando segreti.

    Ma il segreto che porto
    tu già lo conosci,
    fingendo il contrario,
    sicché resto solo a sperarti
    poiché crudelmente hai deciso
    che questa mia poesia
    non vale un tuo bacio.

    – Accetto il regolamento

  33. “Masquerade”

    Pagliaccio, comico, artista.
    In grado di suscitar riso in ogni donna
    e bimbo sulla terra.
    Insolito, strano, divertente:
    ecco il mio soave inganno della mente.
    Da tutti chiamato pagliaccio e
    da sempre fonte di sollazzo, a volte giuro,
    mi sembra di divenir quasi pazzo.
    Ridere e ancora ridere…
    vi prego messeri, un attimo di tregua
    che or ancora trascorso non è il riso di ieri.
    O grande Re di tutta codesta natura, perché
    scegliesti proprio me fra tutto il letame che c’è?
    No, stanco son io del riso, ma questo trucco,
    questo largo sorriso, levarsi non vuol, che gran
    terrore susciterebbe il vero volto di un menestrello
    nel natural suo aspetto.
    E no, non, non puoi cadere o triste lacrima,
    neanche per un paio d’occhi di cerbiatto.
    Il mondo ed il suo pubblico altro s’aspettan da te:
    mesta finché vuoi puoi esser dentro,
    ma ben sarà se con un largo sorriso, della
    gente, continuerai a prenderti gioco in verità.

    Accetto il regolamento.

  34. CARNEVALE – di Lorella Del Gesso
    L’allegria che dilaga
    nella piazza colorata
    che le urla dei bambini non placa
    Maschere variopinte
    ballano in tondo
    e, correndo, si danno spinte
    movimentando quest’angolo di mondo
    La folla si accalca
    per assistere allo spettacolo
    e lo sguardo mio non si stacca
    dalla tua figura perfetta come un miracolo
    Bimbi festanti ti girano intorno
    come nuvole davanti al sole di giorno
    poi lanciano tra i capelli tuoi bellissimi
    un pugno di coriandoli sottilissimi
    e vorrei essere pettine con le mie mani
    per toglierli uno ad uno fino a domani
    e all’altro domani ancora
    mentre ti guardo incantata:
    è l’ennesimo carnevale
    ed io di te sono innamorata.

    – Accetto il regolamento

  35. Maschere di Carnevale

    Nel gioco del sovvertimento del reale
    una maschera sa quanto vale
    a ricoprir quel volto
    e s’inebria del carnevale
    come scambio dei ruoli quotidiani.

    Ha nelle sue mani
    il segreto che custodisce dentro
    e che è in un modo che nessuno vede
    ma che percepisce in altra maniera
    quanti son gli occhi che lo guardan vivere.

    Sa che nella sua frammentazione reale
    sta il segreto della vita,
    una visione che è di un frammento del tempo
    e che non è effimero sentimento
    ma necessità di amare, sì, di amar davvero
    con un volto sincero
    e non da dietro una parvenza di cuor falsamente vero,
    una maschera di cartapesta e d’ipocrisia
    che dura poco e col tempo va via.

    Francesco Paolo Catanzaro

    Dichiaro di accettare il regolamento.
    Francesco Paolo Catanzaro

  36. Accetto il regolamento. Partecipo con la poesia “Venezia”

    A Venezia
    non fui mai
    chissà perché
    chissà mai!
    A Venezia
    il Carnevale è il più bello
    Così mi disse
    un amico di Sorrento
    Chissà perché
    Chissà mai
    A Venezia
    nella laguna
    si festeggia di notte e giorno
    Tante belle mascherine
    Tante belle luci colorate.
    Chissà se andrò
    Chissà mai!
    Forse ci andrò
    dopo la pandemia.

  37. Verde

    Era verde
    rosso
    blu
    giallo
    Eccolo il mio Carnevale
    il mio costume è pronto per
    la festa
    Forse ci vuole un po’ di
    arancione
    Ma quanti colori!
    a che bello!
    Erano tutti un sogno
    questi colori di carnevale
    Gli amici felici
    a festeggiare
    ed io un poco di marrone
    ed ero pronta come
    arcobaleno di carnevale.
    Forse non tutti sanno che
    ero tesa, tanto tesa
    ma poi su e giù
    con quei colori
    ed il sorriso divenne sincero.

    – Accetto il regolamento

  38. Accetto il seguente regolamento.
    Poesia: “Febbraio”

    Che ne so di quel mese che scomparse
    ogni volta che appare.
    Che ne so io di quei giorni che
    seppure brevi tornano ogni anno.
    Febbraio che mese strano
    tutti a temerlo per il clima
    ma poi sai che divertimento con
    il Carnevale.
    Tutti che lo aspettano
    dalla Befana in poi
    ma che divertimento
    pensare al vestito da comprare.
    L’anno scorso fui Pulcinella
    L’altro anno fui un pagliaccio
    ma forse salterò un anno
    per quel coso che è arrivato
    a ricordarci che la vita è breve.

  39. Daniela Cavazzi.
    Dichiaro di accettare il regolamento.

    Frammenti di emozioni

    Lasciami sognare il mare d’inverno
    che smuove frammenti di emozioni,
    rapisce lo sguardo
    rapido osservatore di attimi eterni

    Il tempo cambia ogni cosa
    ci lascia affogare nei desideri,
    coriandoli che volteggiando
    cadono su noi,
    piccoli specchi di gocce di vita,
    colorano lo sguardo

    In vorticosa danza ci avvolgono i sogni
    dipingendo sui volti una maschera di serenità
    che la pioggia della nostalgia scolora
    confondendo presenze e mancanze

    Seduta sulla nostra panchina
    ho sete di pace
    ma il vento trasporta suoni di feste
    lontane e straniere.
    Capelli in volo libero
    scivolano sul tuo volto

    la tua maschera di me.

  40. Poesia corretta , sará possibile aggiornarla :

    Buonasera sono Diego Castelbuono e accetto il regolamento.

    Grande , profondo e leopardato
    Cosi apparisci nel tardo pomeriggio di un giorno soleggiato
    Il tuo occhio profondo colore tramonto
    Trafigge i miei dubbi e mi fa sentire tonto.
    Ricoperto da una maschera inganni e osservi a noi poveri mortali
    Che colpiti dal tuo abbigliamento cadiamo in gesti e posture tribali.
    Sguardo lungo e ammiccante
    Iride oscura e beffeggiante
    La tua visione avvolge e protegge
    Ed é bello perdersi in quella miriade di schegge
    Venezia ammica e si fa complice
    Del tuo perderti tra le tante maschere e la tua a forma di mantice.
    Sará sogno o vetusta veritá?
    Che il tuo sguardo mette a nudo la mia identitá?
    Nudo e senza segreti , non sopporto il tuo scrutare
    Sará per timidezza o per la luce che rifletti con tonalitá chiare?
    Ti nascondi tra i tuoi pari
    Perche il tuo colore si confonde tra i verdi mari
    Ed é bello perdermi nei tuoi occhi
    Perdermi , ritrovarmi e riperdermi come pochi
    Anima dolce , invitta e lottatrice
    Vedo la tua calma occhiata protettrice
    Vedo la gran dama e la tua profonda aura
    Ed é un piacere essere fra i tuoi amici, Rosaria
    Diego Castelbuono

  41. EFFIGE CARNEVALESCA

    Nessuno mi riconosceva
    quel dì di Carnevale
    con quella maschera un po’ speciale.

    Correvo spensierato e coribante
    mentre Brighella faceva il birbante
    e Arlecchino col suo vestito l’affascinante

    mentre il dott. Balanzone
    presuntuoso e sapientone
    con verbosi discorsi da pretone
    mi faceva divertire per il suo latino da polentone.

    Menenghino con l’aria da servitore
    cercava di far l’improvvisatore mentre
    Colombina chiacchierina e impertinente
    era per Arlecchino che sapeva essere avvenente.

    Con Pulcinella insolente
    eravamo i guerrieri dell’eccipiente
    con l’ideale del divertimento
    perché non esisteva disfacimento.

    Solo quando il tempo aveva spento
    le folli giocosità rammento
    che io son stato un burattino
    ma ora è il carnevale di un nuovo mattino
    e tagliando i fili del mio destino
    libero l’essenza e più m’ostino.

    Accetto il regolamento

  42. Dopo un mese si rivedono.

    Andranno insieme a Venezia.

    Dall’aeroporto a casa ha preso un taxi, e la testa ancora sui grattacieli di Detroit.
    Nella tasca dei jeans un souvenir
    preso all’acquario di Belle Isle.
    Le mani fisse sempre sul pc, poco tempo per il resto.
    Si è innamorato di quei palazzi alti in Art Déco, un giorno sogna di viverci.

    Andranno insieme a Venezia.

    Stasera escono a cena
    Un locale polacco
    Da quanto tempo non mangia gulasch pensa lei, da quel viaggio insieme in Austria quando lui ancora le accarezzava i fianchi.
    Lei si fa bella con il suo rossetto Dior

    Ha scelto un hotel in zona delle Mercerie, a cinque passi da Piazza San Marco con ristorante gourmet e molo privato.
    Lui è un fanatico del Carnevale.
    Cocktail di festa, balli in maschera.
    Venezia sì, gli piace
    non in gondola e nemmeno con l’acqua alta
    troppo scomoda
    invadente come quei baci che si danno sul Ponte di Rialto.

    Dopo il dessert esce e si fuma una sigaretta.
    Lei seduta ancora al tavolo gli manda un whatsapp.
    Ha gli occhi umidi quando scrive
    Purtroppo devo dirti di no.

    – accetto il regolamento

  43. LA MASCHERA
    Sorridere
    O piangere
    All’orizzonte
    Or sulla strada
    Nel calice
    Oppure innaffiata
    La maschera rovente
    Buffone,
    Malizia
    O follia
    Mentre l’orgoglio
    Matura
    Infine
    La parola
    E’ intessuta
    O tacitamente
    Attraverso le ali
    Celestiali
    Sognanti…

    Accetto regolamento

  44. Fata Morgana

    Карнавал
    квинтой и терцией
    наповал
    бьёт по Венеции.
    Фея Грёз,
    кары прелюдия,
    маску сбрось:
    я узнаю тебя.
    Любишь прыть –
    так не угодно ли
    в рай уплыть
    в лаковой гондоле?
    Поцелуй –
    шалость мгновенную –
    не рискуй
    выдать забвению
    и не плачь,
    между каналами
    скинув плащ –
    смерть карнавальную.
    Золотой
    шар над таможнею
    с глаз долой!
    Нет – невозможному!
    Вздор – запрет!
    Пусть ты моложе на
    много лет,
    ты – растаможена!
    Толчея –
    мера количества,
    ты и я –
    качества. Сбивчиво
    пляшет пусть
    возле Ка’ Фоскари
    с пульсом пульс
    в люксе на острове…

    Accetto regolamento
    Non ho incontrato l’informazione che proibisce la partecipazione con i testi russi…

    1. L’anima fanciulla

      Un rigido inverno avaro di colore
      con antichi riti ricchi di emozione,
      attori e spettatori,
      maschere antropomorfe,
      racconti arcaici e suggestivi,
      maschere di legno, nere,
      tinte di carbone che sanno di folklore, passi di danza ritmici e suon di campanacci.
      Maschere bianche deformi, ghignanti e
      lugubri lamenti.
      Storie di mondi passati, storie di oggi.
      Ogni emozione è una maschera è la lotta continua dell’uomo sull’uomo e sulla natura.
      Poi ho visto un bimbo con un costume sgargiante raccattare una manciata di coriandoli da terra,
      è stato un tripudio di colore.

      Giuseppina Carta 4/12/2020
      Accetto il regolamento

  45. Laura Vargiu: partecipo alla sezione A e accetto il regolamento.

    Maschere

    Fuori dai canoni del tempo
    un triste imprevisto carnevale
    per le strade della solitudine nostra
    d’anime e carne s’aggira.
    È distanza spaventosa e infìda
    il vuoto che di noi fa d’improvviso
    omologate maschere dai colori spenti,
    afone prigioniere d’un respiro appannato
    che offusca sguardi pregni di veleni
    e graffiante diffidenza verso l’altro.
    Siamo ormai maschere smarrite
    in assembramenti di pensieri
    lungo marciapiedi e muri ombrosi
    d’urbane umanità dimenticate.
    Solo maschere due punto zero
    d’anonimi universi digitali
    che affogano tra coriandoli impazziti
    e sembrano ostinarsi a rinnegare
    la spontanea semplicità d’un abbraccio
    mentre la luce dell’ultimo sparuto sorriso
    s’è mutata infine nel ricordo
    d’un fiore reciso.

    Laura Vargiu

  46. MASCHERE

    Coriandoli…
    Stelle filanti…
    Un susseguirsi di maschere sfila lungo la strada…
    danzando e gioendo…
    dimenticando per un istante…
    Personaggi e interpreti
    ognuno a modo proprio
    di un opera teatrale…
    messa in scena dalla vita…

    GIAMPIERO FENU – Accetto il regolamento

  47. Sono Antonella Orlandini e accetto il regolamento

    CARNEVALE ITALIANO
    Chi si ricorda più
    di Arlecchino?
    Arlechin Batocio servo
    di due padroni
    con quella veste
    fatta di toppe
    dai mille colori.
    Di Brighella
    che n’è stato?
    Dimenticato
    insieme aTartaglia!
    Scordato pure Stenterello
    Capitan Spaventa
    e Meneghino
    e Gianduia s’è perso
    nel bicchiere di vino.
    E Pantalone
    con Balanzone
    uno era avaro
    e l’altro “dottore”
    chi più li ha visti?
    La Rosaura con Colombina
    hanno smesso coi battibecchi
    e del loro cicaleccio
    anche l’eco è ormai lontano.
    Erano le maschere
    della commedia
    commedia d’arte
    così si chiamava
    ora senz’arte
    e fors’anche né parte
    sono le maschere
    dell’oggidì.

  48. Ho letto alcune delle poesie dei finalisti. Ritengo, a mio personale giudizio, che prevale lo stile prosastico piuttosto che poetico e che non si rispetti la lunghezza del verso. Complimenti… alla giuria e ai finalisti.

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