“Il soffitto di cristallo” di Gianni Perrelli: metafora di una situazione spesso preclusa al mondo femminile

“A quel convegno sull’influenza politica di Pasolini, a cui sarebbe intervenuto anche il segretario regionale, andò come delegata giovanile. Stette molto ad ascoltare e non prese mai la parola. Trascorse quasi tutto il tempo a studiarsi la dialettica e la postura del capo, astro nascente della politica nazionale, ad occhio di una decina d’anni più vecchio di lei…” 

Il soffitto di cristallo di Gianni Perrelli
Il soffitto di cristallo di Gianni Perrelli

Oggetto del romanzo di Gianni Perrelli, edito da Di Renzo editore nel 2019, è lo scenario del mondo politico che appartiene al nostro paese, a cui fanno da contorno personaggi e fatti creati dall’immaginazione dello scrittore.

Ed è il titolo del libro, alquanto singolare, che anticipa una problematica diffusa con cui si deve confrontare il mondo lavorativo femminile.

Ma perché, viene spontaneo chiedersi, un titolo tanto originale? Cosa s’intende con l’espressione soffitto di cristallo?

Innanzitutto, occorre ricordare che ‘soffitto di cristallo’ è una metafora, la cui origine si trova nell’espressione inglese glass ceiling, utilizzata per indicare una situazione in cui l’avanzamento di una persona, in termini di affermazione professionale, viene ostacolato a causa di discriminazione razziale o sessuale che sia. E ciò avviene mediante impedimenti che, seppur invisibili, sono superabili sì ma con grande fatica, e si frappongono al fine di creare contrasti al conseguimento di una posizione ai vertici di un’organizzazione lavorativa.

“Le stampò un casto bacio sulla fronte e se ne andò a dormire. Passò prima di nuovo in ufficio e aprì la mail di Livia. Consigli per il vertice con la patata lessa avrebbe potuto darne a bizzeffe. Ma si rifiutava perfino di prendere in considerazione un’idea così assurda. Come al solito né rispose né cestinò”.

Una realtà raccontata e rielaborata in forma di romanzo con notevole abilità descrittiva è dunque materia del testo di Perrelli. Ed è al contempo ritratto e specchio della politica dei nostri tempi, con riscontri oggettivi facilmente riconoscibili.

Il romanzo, infatti, comprende in sé contenuti e riferimenti ben precisi che portano il lettore a identificare situazioni, fatti e personaggi che fanno parte di un universo politico, ipotetico nella fattispecie, che governa il paese Italia.

Ma, per essere espliciti, maggiormente rispetto a quanto detto finora, è bene approfondire la trama del romanzo.

Livia Serantoni, la protagonista de Il soffitto di cristallo è Primo ministro della Repubblica. Di idee dichiaratamente progressiste, con un ricco curriculum di donna emancipata e appartenente a un gruppo politico di chiara matrice di sinistra, è persona che ama dedicarsi, oltre che alla politica, anche ai piaceri sessuali. Ed è attraverso il suo comportamento, non proprio specchiato, che si sviluppa una narrazione densa di avvenimenti che, seppur romanzati, fanno parte dell’universo politico italiano.

Sviluppato su piani diversi fra loro ma contigui, il libro offre una panoramica di situazioni possibili, dove un parallelismo con l’odierna realtà italiana non solo è probabile, ma è certo.

Fatti e situazioni filtrati dall’occhio attento di Livia, personaggio di primo piano nella narrazione, sono filo conduttore della trama, che si sviluppa in una narrazione sciolta e gradevole. Ma la realtà non è solo quella elaborata dal punto di vista di Livia, perché quello considerato è anche la prospettiva di Paolo.

Motivo per cui il testo si sviluppa a capitoli alterni che raccontano le azioni, oltre che le riflessioni e le ambizioni dei due personaggi principali, accennando anche ad altre persone che fanno parte integrante delle loro vite.

Il figlio di Paolo, per esempio, legato al padre da un rapporto piuttosto disarmonico; oppure quello di altri uomini con cui la protagonista è in stretta confidenza. Uomini che hanno avuto con lei una storia intima che in alcuni casi non è stata solo di sesso, ma anche di sentimento.

Fra questi spicca il già citato Paolo, segretario di un importante partito politico, amante della donna, nonostante abbia una moglie che tradisce tranquillamente con la premier. Che sarà costretto a lasciare l’incarico e a dedicarsi a scopi ben più nobili, a causa di sospetti legati alla corruzione.

C’è poi Giorgio, firma di un prestigioso quotidiano, utilizzato quale strumento per svilire l’attività di governo di Livia, che invece esercita con passione, anche se fra intrallazzi politici e trame più o meno oscure.

Ben determinata a dare un volto moderno e innovativo a un paese che ha connotati ancora obsoleti, la donna deve scontrarsi con forze opposte, quali i ‘populismi’, per esempio, che cercano in tutti i   modi di ostacolare e stigmatizzare l’operato della premier.

Contenuti questi, in cui si può identificare una realtà tutta italiana che appartiene al sistema della politica di questi nostri giorni difficili.

Dall’incontro con la ‘supercrucca’, come viene definita la premier al vertice di un paese chiaramente distinguibile nella Germania; ad altri incontri, non ultimo quello con il Presidente americano in carica, dalle caratteristiche reali e riconoscibili nell’attuale presidente degli Stati Uniti.

Ed è così, tra convegni politici e incontri sessuali con il suo amante di turno che si svolge la vita di Livia. Apparentemente appagata, per aver raggiunto una carica corrispondente a uno dei massimi vertici istituzionali, ruolo impensabile un tempo per una donna, a un certo punto Livia non si sente così gratificata come avrebbe immaginato, anche perché in un contesto difficile e ambiguo come quello politico c’è sempre un nemico in agguato, e pronto a prevaricare l’altro con il fine di prenderne il posto.

Disposta anche a giocare ‘sporco’ mettendo da parte gli ideali che in gioventù hanno animato le sue scelte politiche di appartenenza, Livia è una donna che si dibatte per restare al vertice di una nazione che si agita tra molte difficoltà, descrizione speculare del paese Italia di oggi.

“Nel pomeriggio la premier allertò la scorta che avrebbe desiderato raggiungere la sede del partito a piedi. Non più di 500 metri. Aveva bisogno di un bagno di folla. Fu predisposto un discreto ma accurato servizio di sorveglianza…”.

Gianni Perrelli
Gianni Perrelli

In un intreccio ben costruito, di fatti personali e politici che si intersecano fra loro, si sviluppa un piano narrativo sciolto e ricco di avvenimenti. Realizzato con linguaggio scorrevole e accattivante, l’autore fa uso di un registro di scrittura ricco di espressioni anche molto colorite che danno alle vicende un tocco di singolarità.

Vicende, che calate nella realtà odierna in cui è impossibile non riconoscersi, Il soffitto di cristallo può essere assunto a romanzo simbolo della complessità dei nostri tempi, intrisi di infinite sfaccettature di carattere sociale come politico.

Sviluppato con un ritmo incalzante, grazie anche all’uso di frasi brevi e snelle, ma al contempo ricche di sfumature tipiche di un linguaggio piacevolmente variegato, Il soffitto di cristallo risulta una lettura molto gradevole.

Inoltre, il libro offre alcuni spunti di riflessione interessanti. Sui trafficanti della politica, per esempio, solo alcuni dei quali si comportano in maniera limpida. In questo tipo di trattazione messa in atto nel romanzo dall’autore, attraverso i personaggi che animano la narrazione si evince un tipo di comportamento che non è propriamente indirizzato al bene della collettività, ma è soprattutto una scalata al potere per scopi prettamente personali. Si può trattare di un’affermazione individuale, nel caso l’individuo in questione possegga un ego smisurato, oppure per accaparrarsi beni e vantaggi materiali in maniera moralmente non onesta.

“Livia ignorò tutti. Cercò conferme sul sito del principale quotidiano nazionale e non le fece alcun effetto vedersi sputtanata. Gironzolò un po’ sui social dove era più densa la tempesta…”

 

Written by Carolina Colombi

 

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