Le métier de la critique: Charles Dickens e le ghost stories

I vittoriani amavano moltissimo le ghost stories e gli scrittori più popolari dell’epoca di divertivano a sfidarsi l’uno con l’altro: chi di loro avrebbe spaventato davvero i lettori?

 

Charles Dickens

Uno dei narratori più amati era Charles Dickens benché, sorprendentemente, l’autore di A Christmas Carol, di Oliver Twist e di tante ghost stories non credesse a queste cose. Dickens, infatti, fu uno scettico incallito, almeno fino a quando non sperimentò di persona un inquietante evento paranormale.

Nel 1861 scrisse per la popolare rivista “All The Year Round” una storia di fantasmi incentrata sull’incontro, nel vagone di un treno, tra un pittore e una giovane donna.

Durante il viaggio, narrava la storia, la giovane, dal viso assai pallido, chiede all’artista se saprebbe dipingere un ritratto a memoria, ed egli risponde di sì.

Quando, a sua volta, le domanda il motivo di quella richiesta, il giovane si sente rispondere: Guardatemi ancora. Così potrete memorizzare le mie sembianze”. Poco dopo si separano e il pittore si avvia verso la sua destinazione.

Due anni dopo, un anziano gentiluomo di nome Wylde convoca l’artista e gli propone il ritratto su commissione di sua figlia, che deve essere dipinto soltanto in base alla descrizione della fanciulla, morta da qualche tempo. Perplesso ma attratto dalla sfida, il pittore accetta l’incarico e inizia il ritratto seguendo le indicazioni fornitegli da Mr. Wylde.

Dopo diversi infruttuosi tentativi, è sul punto di rinunciare quando, in un momento di particolare sconforto, ricorda all’improvviso la viaggiatrice sul treno e, lasciandosi guidare dal ricordo del suo viso riprende il lavoro. “Subito, al riconoscere la figlia il volto del padre si illuminò di gioiascrive Dickensed egli esclamò “È lei!””.

Conversando con il suo committente, l’artista scopre che la morte della fanciulla risale al 13 settembre di due anni prima: proprio il giorno dell’incontro sul treno con la giovane dal pallido volto.

Simili colpi di scena erano diventati dei cliché nella letteratura vittoriana, ma a dare a questa storia un significato particolare è il fatto che, a quanto pare, essa aveva un preciso riscontro nella vita reale.

Poco dopo la pubblicazione Dickens ricevette l’astiosa lettera di un pittore, il quale dichiarava che la storia era vera e non era frutto di fantasia.

Charles Dickens

Era un fatto accaduto a lui e da lui stesso messo per iscritto con l’intenzione di inviarlo a qualche editore. Ma aveva sempre rimandato, e adesso era convinto che Dickens fosse venuto in qualche modo a conoscenza della storia e l’avesse copiata nei minimi dettagli, data di morte compresa.

L’artista aveva raccontato l’accaduto ai suoi amici, ma non aveva menzionato la data se non nel manoscritto.

Fu soprattutto questo particolare a turbare Dickens. Scrisse, in seguito:Nella mia [prima] versione del racconto non c’era il dettaglio della data; ma siccome rileggendo le bozze avevo pensato che sarebbe stato un particolare importante, scribacchiai senza rendermene conto “13 settembre” al margine del foglio!”.

 

Written by Alberto Rossignoli

 

Bibliografia

P. Roland, “Ghost”, L’Airone, Roma 2014.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *