Selfie & Told: la band pijamaparty racconta il singolo omonimo
“[…] I know we gonna fuckin’ blow your mind/ Baby we are spreadin our magik worldwide/ Hi! We are the worst of a kind/ We like floatin around gettin high/ We are trashy we are creepy We are messin up the city/ We are cool we are crazy we are fool and we are lazy/ Now u see what i mean?/ We got beat we got style we got weed// […]” ‒ “Pijama Party”

Provincia. Noia. Cazzeggio. Non prendersi sul serio. Esagerare. Crederci. Questo siamo noi: i pijamaparty, una band che col proprio nome vuole ricordare una festa, un mega pigiama party – appunto – per bambini un po’ troppo cresciuti, o adulti che non vogliono crescere, in pratica i bimbi sperduti dell’Isola Che non C’è.
Nasciamo nel 2016 tra Firenze e Siena nei bassifondi della provincia, precisamente nella rinomata Colle val d’Elsa o Wildelsa come preferiamo chiamarla noi. Siamo in cinque: $ilvia (voce), CumZ (basso), Hanif (chitarra), Vitty (tastiere) e Mug (batteria) e nei concerti diamo sempre il meglio di noi.
Siamo animali da festa e le nostre uniformi pile Made in China, sembrano uscite da uno show per bambini o da un’allucinazione lisergica.
Abbiamo pubblicato il nostro primo singolo Pijama Party nel a novembre 2018, nell’attesa del debut album che sarà pubblicato il prossimo anno da Black Candy Records. Ma chi gliel’ha fatto fare?!?
Ed ora beccatevi questa Selfie & Told!
P.: Ciao, chi siete?
pijamaparty: I pijamaparty, una “gangBand” della Wildelsa…ma comunque se non lo sai è un problema tuo, tu piuttosto chi sei? Scusa siamo un po’ fuori di testa, ma che ci vuoi fare, siamo ragazzi di provincia che si sono annoiati di rientrare nei canoni, preferiamo rientrare in una Canon perché vorremmo uscire dall’ombra, stare sotto i riflettori invece che a sfamarci nei refettori. E poi vogliamo che tutti conoscano la nostra musica e il nostro mondo, perché sarebbe da stronzi non condividere questa figata.
P.: Il vostro mondo eh… a giudicare da quello che vedo il vostro immaginario è piuttosto surreale, a cosa vi ispirate?
pijamaparty: A moltissime cose, il non sense è padrone. Dalla musica, ai videogiochi, ai fumetti ai cartoni ai film. Un esempio: Beverly Hills Chiwawa, anche se a me piacciono più i musical dei gatti agenti segreti dei film con cani che parlano… È come tipo materializzare i sogni e tutte le cose che ti passano per la testa, super poteri, che poi appunto, diciamolo, il nostro sogno è quello di diventare più famosi di Gesù, Buddha e Gino Paoli messi insieme che sono un po’ tutti super eroi prodigiosi.
P.: Provincia… Wildelsa avete detto, non deve essere facile la vita da quelle parti… Avete nemici nella provincia?

pijamaparty: Beh come ogni “gangBand” che si rispetti si. Abbiamo molti amici, altre “gangBand” di tutto rispetto come gli Andreas, ma, purtroppo non siamo ben visti da tutti. L’invidia acceca le altre band di quartiere che al contrario di noi peccano in originalità. E le malelingue sono implacabili in provincia si sa: abbiamo ricevuto su social e web magazine locali da parte di ‘noi sappiamo chi’ invettive su il nostro modo di manifestarci, siamo stati definiti degli idioti in pijama, che non sanno suonare e fanno successo solo perché indossano dei costumi. Sarà ma… Voi chi siete?!? Noi per lo meno siamo i Pijamaparty della WildElsa e voi siete solo invidiosi. Gne, gne, gne!
P.: E invece i pijami sono amici?
pijamaparty: I pijami non sono solo amici, sono fratelli, che finalmente hanno il biglietto per il treno che li porterà a fare di quella che è la loro passione un lavoro e questo piglia perfect. I pijami sono complici, compatti, dei Teletubbies ribelli ma più carini impegnati nella battaglia contro la musica di merda e i complotti di alto livello. Sapete che da sempre ho creduto che tutti quelli che ti conoscono e non, durante tutto il giorno ti spiano senza filtri, in qualsiasi momento e con qualsiasi mezzo. Uno in particolare: le finestre. Quelle di casa e quelle dei browser. Ogni volta che ne apri una c e qualcuno con qualche strano cookie che, dal nome innocuo, e proprio quello con cui ti fotte. E spesso il mondo sa cose su di te che neanche tu sai all’inizio… voilà, le cose accadono per un motivo ben preciso, sono decise in precedenza! E Proprio perché le cose accadono per un motivo ben preciso crediamo di essere qui a cambiare la situazione, facendo capire alla gente che c’è dell’altro oltre alla musica di merda, e che con poco si può sconfiggere la cazzo di noia che attanaglia questa epoca. E dico, se non fossimo amici, non saremmo stati scelti per questa missione. Siamo fratelli di sangue e di spada.
P.: Da queste parole direi che siete i classici tipi ossessionati dal complottismo. Credete più nei rapimenti alieni tipo il caso Presley o nell’isola segreta dove vanno tutti gli artisti che si fingono morti per uscire di scena tipo i casi Morrison e Lennon?
pijamaparty: Ovvio, Il complotto esiste, non c’è dubbio. È un dato di fatto che, non ci sia da fidarsi di niente, ma da dubitare di tutto. Crediamo negli alieni e nelle isole segrete, nei paradisi fiscali e nei paradisi artificiali. Quando arriverà anche il nostro momento di uscire di scena, scopriremo dove si trovano anche questi nostri antichi colleghi. Certo è che anche noi lo faremo con stile, anzi con più stile. Ad ogni modo se dovessi scegliere come tra queste due opzioni, sceglierei comunque il rapimento alieno. E crediamo anche nel complotto delle intolleranze alimentari. Ovvio.
P.: Perché proprio 5?
pijamaparty: Perché per noi è il numero perfetto… ho sempre creduto che il numero ideale per una band fosse 4, pari e semplice, ma suonare con i PJP mi ha fatto ricredere. Il quinto elemento, chiunque sia, è fondamentale per creare le nostre creature, tutti dipendiamo da tutti, le prove fanno cacare se siamo anche solo 4. La scesa. Ogni band ha il suo magic number per funzionare, è un caso all’inizio e dopo o funziona o ti sciogli. Nell’Acido.
P.: Bene, un po’ imbarazzante, ma, qual è il posto più strano in cui avete suonato?

pijamaparty: Assolutamente Il nostro primo concerto. È stato l’apice del trash. Ma forse fu proprio quel momento a segnare il nostro modo di comunicare e di porci agli altri. Il posto si chiamava la Befa, un’oscura comune in mezzo al bosco. Chiudete gli occhi ed immaginate un prato umido con un pizzaiolo al centro. L’uomo sforna pizze a ripetizione vicino a scivoli di plastica dove alcuni bambini corrono ed urlano. Ora prendete la vostra pizza ed entrate una una stalla fredda e godetevi uno spettacolo con dei contadini infuriati con il mondo. L’unico posto dove il pijama è servito a salvarci la pelle dal freddo. Ma è chiaro che dato questo ingresso nel mondo siamo destinati a qualcosa di grande. Come Gesù siamo nati in una stalla. Che dire… Signore e signori il trash è servito.
P.: Avete mai suonato in altre band?
pijamaparty: Sì ma facevano tutte cagare, un po’ per il discorso precedente sui numeri e la perfezione, un po’ perché sono tutti antipatici e impostati, manco suonassero per l’orchestra di sta minchia, c’è un confronto spietato durante le prove e alle spalle te ne dicono di tutti i colori. I pijami sono un’eccezione, sono il sogno che si realizza, e dopo anni di ricerca credo sia ben meritato.
P.: Ultima domanda… So che siete in rapporto con Alberto Camerini, posso chiedere che tipo?
pijamaparty: I rapporti con Alby sono duplici: uno artistico e credo che siamo tutto d’accordo: spacca di brutto. Dal punto di vista personale? Fate voi… qualcuno di noi ha passato una notte condividendo una residenza infestata da presenze paranormali con lui: un castello mediceo in mezzo al niente. Per ciò si può dire che con Alby condivido l’ossessione per gli arpeggi synth la paura del buio, e l’inquietudine do dormire da soli. Insomma tutto è un “computer capriccio”. Maestro. Questa è la mia epitaffy.
P.: Bene direi che abbiamo finito, grazie per il vostro tempo, sembrate simpatici, ma mi fate un po’ paura.
“[…] We got the beat we got the beat/ Ain’t got no money but we got the beat/ We got the style we got the style/ Ain’t got no money but we got the style// We got the mthfuckin beat cool style/ Ladies you re boring cuz you ain’t mine/ I say: fuck it fuck that fuck you/ We are gonna win and you are gonna loose// […]” ‒ “Pijama Party”
Written by pijamaparty
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