Selfie & Told: Andrea Tich racconta il suo ultimo disco “Parlerò dentro te”
“Tanto lo sapevo già che non era vero/ lo vedo è la conformità che non sbaglia mai/ quest’angolo di gioia che si piega al mio volere/ fa quello che gli dico io e non fallisce mai/ come fare a non capire che disordine la mia realtà/ tanto lo sapevo già che finiva così/ dichiarato grido come fosse verità/ dichiarato matto e non confonderti con me/ non confonderti con me dichiarato come me dichiarato come me…/ […]” ‒ “Dichiarato”

Questo mio nuovo disco “Parlerò dentro te” è perfetto per questo clima autunno invernale da ascoltare al calduccio a casa comodamente seduti.
Con una buona e fedele cuffia “ascolterete” insieme a me questo meraviglioso viaggio nel mondo della mia musica attraversando gli storici anni ’70, la psichedelia, i brani lunghi pieni di assoli, l’etereo mondo che da sempre mi appartiene, il cantautorato, l’Electro Pop degli anni ’80 e la grande voglia di farsi trasportare da un’altra parte, lontano, per rivivere quel tempo che tanto abbiamo amato e che anche voi amerete.
Ed ora beccatevi questa Selfie & Told!
A.T.: Come vengono scritte le tue canzoni?
Andrea Tich: Generalmente scrivo prima la musica a cui adatto un testo “maccheronico” e poi o parto da un’idea precisa oppure prendo un libro qualsiasi, apro a caso una pagina e sempre a caso indico una parola e da quella costruisco il testo. Per esempio una volta ho ricevuto una mail scritta da un camillas e nel messaggio mi ha colpito una sua considerazione sulle cose da fare e organizzare, bene da quella frase è nato il testo della canzone “sulle cose” che ovviamente parla di tutt’altro.
A.T.: Invece la tua musica da dove attinge, cosa ti ispira?
Andrea Tich: Forse questo che ti dirò è comune anche ad altri magari sotto forme diverse. Mi capita di leggere un libro o guardare alcune persone, questo mi trasmette immagini e luoghi che a volte non esistono ma che si combinano nella mente e mi stimolano a immaginare musiche che si scrivono quasi da sole, io non devo fare altro che modellarle e scriverle.
A.T.: Come definiresti le tue canzoni?

Andrea Tich: Questa è una delle domande che mi mette più in crisi perché le hanno definite in tanti modi: non allineate, disarticolate, non comuni, non commerciabili, stravaganti e chi più ne ha più ne metta, invece a me sembrano bellissime nella loro imperfetta tradizionalità nello spiazzare chi le ascolta dandogli però la possibilità di esplorare nuovi modi di stimolare gli angoli reconditi del cervello.
A.T.: C’è un modo specifico con cui strutturi le tue canzoni?
Andrea Tich: Probabilmente se rinascessi musicista, sarei un compositore di colonne sonore perché la struttura generalmente si compone di una parte vocale dove dico delle cose con i testi, e delle code strumentali che sono la colonna sonora di quello che ho detto prima dandone la giusta prospettiva. Ne è un esempio la canzone “eclisse” che chiude questo ultimo album. L’inizio descrive vita vissuta, l’infanzia, la felice solitudine, i luoghi, la mia Sicilia, le paure e le illusioni insomma un trancio di vita passata (spesso sono temi che ricorrono nelle mie canzoni). Poi all’improvviso la musica e in questo caso specifico il marranzano, uno strumento non casuale suonato da Diego Pascal Panarello che riesce a creare una specie di elettronica sinfonia mescolata con strumenti acustici che da un’impronta quasi spaziale che chiudendo gli occhi ti porta lontanissimo al tempo in cui le cose succedono.
A.T.: Perché hai scelto proprio queste 11 canzoni?
Andrea Tich: In questo caso specifico la scelta è stata studiata a tavolino. La quantità di canzoni che scrivo è superiore a quelle che poi pubblico. Quando scelgo le canzoni per un album cerco sempre di creare un filo comune che in qualche modo le lega. Per “parlerò dentro te” ho voluto collegare canzoni con determinate caratteristiche che si associassero alle varie epoche musicali che mi hanno ispirato e che ho vissuto. Nasce quindi “dichiarato” classica melodia pop dei “complessi” beat, segue “otto comandamenti” dove si oscilla poi tra echi di new wave e synth-pop anni ’80, terzo solco “sulle cose” una ballata riflessiva di morbide e suadenti note per dire che le cose si distinguono sempre non hanno mai un colore per me. Arriva inesorabile “la mia pace la tua guerra” con i suoi più definiti profumi del caro vecchio progressive anni settanta (vedi i gloriosi solo di Moog, sax, chitarra, che si rincorrono per raggiungere il culmine tipico dei finali infiniti). La traccia cinque “i sensi” è un inno alle percezioni sensoriali che il nostro corpo ci regala, una specie di musica ribelle che sbatte contro un muro di suoni e visioni. “Psichedelicapire” invece si riallaccia all’ironia pseudopoliticamentescorretta della mia precedente “il candidato” che fu pubblicata sul glorioso disco masturbati, una canzone che reagisce a stimoli ancestrali di politici che mentre fanno i loro bei discorsi, si rendono conto di aver dimenticato i finocchi… Ed ecco “più vero di me”, poesia dedicata e amore sconfinato… tu mi hai fatto diventare grande con la tua saggezza ma io sono troppo fragile per raggiungerti, perché tu sei più vero di me. Arriva la canzone che dà il titolo al CD “parlerò dentro te” un quadro astratto e variopinto, che sbava colori e sfumature, descrivendo un mondo marcio e sgradevole, dove devi malgrado vivere. Le parole come lame, la musica, un euro/reggae in stile ‘80 che trascina giù. “dove vai senza me” è la traccia numero 9. Qui c’è De André dietro e dentro. La storia viene dalla vita, che è sempre quella, quotidiana, spera di speranze e lacrime. Dove vai senza di me? “denti smaglianti” Un sogno volante, colmo di fantasia e piccole verità, dritti dentro ai sogni. Conclude il viaggio “eclisse”, inusuali aperture visionarie, l’avventurismo kraut in chiave mediterranea.
A.T.: Dal vivo nei tuoi spettacoli ti presenti da solo. Cosa vuoi che il pubblico recepisca?

Andrea Tich: Per il momento mi esibisco da solo in acustico e a volte aggiungo tappeti sonori là dove è necessario aiutare la canzone. In effetti il mio show è una specie di racconto della mia storia musicale, la racconto intervallando canzoni e interagendo con il pubblico cercando di creare un contatto emotivo che porta chi ascolta nel mio “giardino delle strane canzoni”. Si perché è il mio mondo delicato e privato, a volte incisivo e a volte soffice. “… e un giorno mentre dormirò proverò a chiamarti in silenzio…”
“C’è soltanto una cosa che non mi fa capire perché./ Se vogliamo farci del male io lo farò diviso con tre./ Quando poi ci arrivi vicino qualcuno trama contro di te./ Otto sono i comandamenti e adesso li ripeto per te/ Uno devi sempre guardare/ Due se fosse vero saprei/ Tre la perfezione non vale/ Quattro sono certo scivolerai/ Cinque ma ti sembra ordinario/ Sei io mi domando chi sei/ Sette sono le trasgressioni/ Otto tutte le proverei/ Ora che hai capito l’arcano cerca un’altra scusa perché/ Se vogliamo farci del bene io lo faccio meglio con te/ […]” ‒ “Otto comandamenti”
Written by Andrea Tich
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