“Storia di un impiegato”, regia di Francesco Leschiera: omaggio a Fabrizio De André al Teatro Libero di Milano
“Futuro non pensare di irretirmi,
di sedurmi con un nuovo mantra”
‒ “Innoviamo, Rinnoviamo”
La pièce teatrale “Storia di un impiegato” è una rilettura e un confronto con l’omonimo concept album del 1973 di Fabrizio De André che racconta la storia delle “ambiguità borghesi: nasci rivoluzionario e muori impiegato”.
Le canzoni del disco vengono suonate dal vivo dagli A3 Apulia Project, Fabio Bagnato (chitarre e voce), Walter Bagnato (pianoforte, fisarmonica, voce), Umberto Gillio (batteria) e Guido Bistolfi (basso), intervallate dai monologhi di Francesco Leschiera che ne mantiene le tematiche, attualizzandole.
Il protagonista del disco è un impiegato, completamente assorbito dalle incombenze quotidiane che, dopo aver ascoltato una canzone sul Maggio Francese, inizia a chiedersi perché ragazzi poco più giovani di lui, invece di adagiarsi in banalità che più che rassicurare, anestetizzano, abbiano deciso di ribellarsi.
Inizia così un percorso di presa di coscienza che lo porta a rendersi conto di far parte dello stesso piccolo mondo borghese e poco a poco di avere anche lui la forza di ribellarsi pure da solo, visto che ormai le rivolte studentesche sono finite.
Il protagonista dello spettacolo teatrale è un impiegato di oggi insoddisfatto, “seduto dalle 8 alle 8 come un criceto in letargo” che cerca di combattere l’imborghesimento attuale di “avanzi di persone che volevano essere qualcos’altro” meditando una ribellione bombarola durante la festa aziendale natalizia piena di cravatte “chic come collari di cane, moderni guinzagli glitterati” in un mondo dove è sempre più difficile dire “parole vere guardandosi negli occhi”.
E mentre il protagonista rivela di “avere solo il desiderio di scongelarmi” e il pubblico canticchia le canzoni, il palco diventa un tribunale con i musicisti che indossano maschere da maiali e si trasformano in giudici, il protagonista imputato rivendica di poter passare “da grido isolato a grido sociale, a boato universale” e soprattutto la “libertà di decidere dove mettere i titoli di coda”.
E lo spettacolo finisce in un tripudio di “per quanto voi vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti”, ripetuto a squarciagola e a musica sempre più alta e ritmata che finisce per coinvolgere tutti gli spettatori in rispetto del verso di apertura “rimane quel senso di eterno anche se il concerto dura poco”.
Storia di un impiegato (spettacolo-omaggio a Fabrizio De André) drammaturgia di Antonello Antinolfi, regia di Francesco Leschiera, con Francesco Leschiera (monologo), Fabio Bagnato (chitarre e voce), Walter Bagnato (pianoforte, fisarmonica, voce) e Umberto Gillio (batteria), produzione Teatro del Simposio e A3 Apulia Project.
Resoconto dello spettacolo andato in scena dal 24 al 29 maggio presso il Teatro Libero di Milano.
Written by Monica Macchi
Foto palco by Monica Macchi