“L’anima fotografata” di Tania Piazza e Ivano Mercanzin: istantanee di vita allo specchio

Due autori entrambi vicentini, entrambi dotati di straordinario talento. Di Tania Piazza ho già avuto modo di leggere La cura delle parole, del 2013, e Com’è bella la nebbia quando cade, del 2015, da me recensito per Oubliette.

L’anima fotografata

Si tratta di un’autrice di grande sensibilità umana e letteraria, i cui scritti mi hanno colpita per la delicatezza del suo narrare, capace, senza giri di parole inutili, di andare al fondo dell’umano sentire e di trasmettere sincere e immediate emozioni.

Ivano Mercanzin è nato nel 1961 a Vicenza e vive a Montecchio Maggiore. Ha studiato disegno e pittura, partecipando anche a concorsi di poesia. Dal 2012 si dedica in maniera continuativa e proficua alla fotografia, prendendo parte a importanti mostre nazionali e internazionali, a Vicenza, Venezia, Roma, Bologna, Taranto, Malta, New York, Bangkok, Marsiglia.

L’anima fotografata, edito da Divina follia nella collana Fuori onda, è uscito nel 2017 con la prefazione di Silvia Denti.

Siamo di fronte ad un ampliamento reciproco di immagine e parola, col complemento spaziale dell’immaginario. Aspetti intimi e profondi in un intersecarsi di livelli di lettura e successivo approfondimento.

Voci, storie, memorie, emozioni: queste sono le parole chiave tratte dalle dediche/exergo degli autori.

Silvia Denti sottolinea che si tratta di “due DNA, la parola e l’immagine” e poi “ogni scatto ha un’identità, forse più d’una”.

Gli scritti di Tania Piazza sono nati dall’osservazione di alcuni scatti particolarmente significativi di Ivano Mercanzin e così si è composta quest’opera: 28 racconti brevi, spesso brevissimi e una fotografia che apre ogni racconto.  Per lo più si tratta di scatti in bianco e nero intervallati qua e là da sprazzi di colore.

Osservare, guardare, ascoltare, sentire col cuore e con la mente. Questo sembra essere il messaggio che passa attraverso le immagini e le parole de L’anima fotografata, dove campeggiano, di volta in volta, pochi elementi, ma così essenziali, importanti, ben curati da essere sorprendentemente esaustivi e appaganti nella ‘lettura’ e tali da restituire un’immagine complessiva dei personaggi e mettere sempre il lettore nella condizione di non sentirsi mancare parti di storia non narrate esplicitamente.

Il bianco e nero con le sue scale di grigi, i giochi di luce e ombra, offrono spunto alla narrazione delicata, preziosa nella sua forza penetrante così garbata e schietta. Istantanee di vita piene di premesse infinite e possibili, di stati condensati, pronti ad aprirsi al futuro.

Tania Piazza – Ivano Mercanzin

Qualche colore affiora e impreziosisce la vita, i suoi più reconditi aspetti, poi dispiega la sua portata dirompente in racconti emblematici di particolari condizioni di solitudine, straniamento, financo patologia del quotidiano, come nel racconto “Ho scelto la via dei colori”.

Le ombre e i contrasti delle immagini fanno da filo logico che unisce tutti i testi ove si esprimono le luci e le ombre di tante esistenze. Così come nelle fotografie, silenzi e presenze umane, solitudine e intimità, anche nei racconti li ritroviamo rispecchiati, in una fusione d’arti che manifesta una ricchezza straordinaria di linguaggi e una capacità di raccontare le anime che i due autori trasmettono in maniera godibile e fruttuosa nonché artisticamente matura.

L’anima fotografata, presente al Salone del libro di Torino, è attualmente in giro per l’Italia in un ampio tour di presentazioni in suggestive location che valorizzano un’opera di ampio respiro che consiglio vivamente a chi ama la buona narrativa contemporanea e agli appassionati di fotografia.

 

Written by Katia Debora Melis

 

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