Intervista di Emma Fenu a Leonardo Guerriero e Francesca: l’Amore ed il Disturbo Borderline di Personalità
Incontrarsi, innamorarsi e poi combattere. Eros e Thanatos in valzer a piedi nudi su appuntiti frammenti di specchi.
Leonardo Guerriero è autore di un romanzo autobiografico intenso, reale e coraggioso: La Ribelle, edito da Onda d’Urto Edizioni nel settembre 2017.
In esso racconta, con uno stile incisivo, la propria relazione con Francesca, affetta da Disturbo Borderline di Personalità, causa di atti autolesionistici e tentativi di suicidio.
Leonardo conosce l’incubo e l’abisso della malattia e impara a camminare sul baratro fra vita e morte. Lo impara senza sconti, con fatica e con determinazione, sfidando la malattia, i pregiudizi, i limiti propri. Lo impara con amore.
Per Oubliette Magazine, entrambi accettano di rispondere ad alcune mie domande, volutamente sintetiche e lapidarie.
E.F.: Cosa è la normalità?
Francesca: Questa è una questione che mi sono sempre posta: non esiste alcun trattato scientifico che la possa definire. La normalità è un concetto e basta. Alla fine si riduce ad un comportamento in un contesto sociale ed ambientale al quale tutti si conformano per convenzione. So per certo di essere fuori da questo schema, so di essere una persona che viaggia su un binario tutto mio e ciò che pensano gli altri non è un mio problema. Sono oltre.
Leonardo Guerriero: Il concetto di normalità mi è particolarmente inviso. L’essere umano ha un rapporto assai fallace con questa parola. Penso sia un’astrazione davvero odiosa in nome della quale molti si sentono autorizzati a strillare il proprio giudizio, che poi diventa pregiudizio nella comunità.
E.F.: Cosa è l’amore?
Francesca: L’amore è quello stato che ci provoca una grandiosa emozione di benessere. L’amore è la cosa più grande che possiamo donare non solo a chi amiamo ma soprattutto aiutando coloro che hanno bisogno di un sostegno, di un aiuto concreto. Penso ai malati che, con le nostre attenzioni e cure, possono ricevere il nostro amore; penso alle persone sole che soffrono. Ecco che, anche con le sole parole di conforto, si sentono forse un po’ amate. L’amore alla fine è dono e con quel dono riempiamo il nostro cuore di gioia.
Leonardo Guerriero: Emma, tu hai recensito La Ribelle come una storia d’amore, un amore salvifico, eppure, nel romanzo, la parola amore si trova scritta raramente: provo soggezione per questo termine, perché contiene al suo interno l’intero ciclo della vita. Comunque… Le persone vivono con uno specchio immaginario, lo specchio dell’es, del super io. È uno specchio che riflette costantemente la propria immagine. Quando esplode la passione, questo specchio si allontana precipitosamente, l’immagine che si vede è distante, sfuocata, indefinita. Si vive quel magnifico momento che è la sospensione dell’ego, che amo definire volo librato. Poi la passione evolve, lentamente lo specchio ritorna ad avvicinarsi ed è emozionante scoprire che l’immagine che si scorge riflessa non è più la propria, ma è quella della persona amata. Da quel momento è vero amore.
E.F.: Cosa è il coraggio?
Francesca: Quando mi sono trovata a porre fine alla mia esistenza, avevo molta paura, ma ero determinata a terminare una sofferenza disumana. La mia determinazione non era una gran vigliaccheria, come si potrebbe pensare, ma era coraggio. Per il resto penso che il coraggio sia il saper affrontare grandissime difficoltà trovando dentro di sé una forza interiore che mai si avrebbe immaginato di trovare.
Leonardo Guerriero: Coraggio è saper riconoscere il pregiudizio in quanto tale. Coraggio è avere la forza di cambiare idea Coraggio è raccontare qualcosa con un punto di vista che ai più risulta inaccettabile.
E.F.: Quanto le parole possono cambiare il mondo?
Francesca: Le parole possono essere bellissime, illuminanti. Mi viene in mente la vita di Nelson Mandela che con fatti concreti restituì la dignità alla sua gente, andando ben oltre alle sue parole. Penso anche che bastino solo poche parole per distruggere l’esistenza delle persone. In ogni caso a nulla valgono le parole se non sono supportate dai fatti.
Leonardo Guerriero: Una delle attività nella quale il genere umano eccelle è dimenticare. Il detto latino verba volant, scripta manent oggi purtroppo vale a poco. Nel suo piccolo La Ribelle cerca di dare voce e restituire la dignità a tante persone che soffrono maledettamente., soprattutto donne. Ma sono certo che esisterà sempre una grande maggioranza, una pletora che con estrema disinvoltura non esiterà ad affermare: «Quelle sono soltanto delle pazze».
E.F.: Concludo tale intensa intervista, rivolgendomi solo a Francesca: cosa provi ad essere borderline?
Francesca: È difficile da spiegare. Posso dire che mi sento con un vuoto interiore che mi fa un gran male, che non riesco ad avere un’esatta percezione di me stessa. Chi è Francesca? Non lo so… Vivo di medicinali, di depressioni continue, di pensieri autolesionistici. Per questo porto sempre delle maschere, sono costretta ad essere un’attrice. Sono brava in questo, ma in realtà mi sento morta. Sento che nella mia anima vi è uno specchio in frantumi che nessuno può riparare, che mai restituirà la reale immagine di me.
Written by Emma Fenu
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