Selfie & Told: il duo La Polvere racconta l’album d’esordio “Punto”
“Io non ci penso mai ad urlare forte, non capisci cosa conta e cosa no.” – “Urlare Forte“

La Polvere è il nuovo progetto di Andrea Carboni e Francesco De Giorgio, musicisti attivi, da anni, nel panorama musicale italiano senza che i loro percorsi si siano mai sfiorati. Troppo diversi gli ambiti, il cantautorato di qualità per Carboni e la dance per De Giorgio. Entrambi, però, vivono a Pisa, Francesco abita sopra un locale di cui è anche un frequentatore; sempre in preda alle sue derive da producer, un secondo è lì che parla con te e un attimo dopo è già salito a casa a lavorare su nuove idee. Anche Andrea frequenta lo stesso locale.
Tra i due nasce un’amicizia che dura ormai da più di dieci anni e che ha visto diversi tentativi di collaborazione, finiti sempre con Carboni che dava del “tamarro” a De Giorgio, che ricambiava etichettando Carboni come “cantautore depresso”. Ognuno continua per la propria strada espandendo lo spettro dei proprio ascolti. Si rincontrano dopo qualche anno e scoprono che Francesco ha cominciato ad apprezzare la scena indie e Andrea quella elettronica.
Lo stimolo a collaborare su nuove basi arriva dal bando Toscana 100 Band, un concorso per musicisti toscani; i due concorrono con il nome “La Polvere” e i piazzano al 46esimo posto su oltre 800 partecipanti; in giuria figurano, tra gli altri, Max Gazzè, Taketo Gohara, Luca Valtorta, Lorenzo Bedini, Lorenzio Cipriani. “Dal momento in cui ci siamo messi al lavoro, dice Carboni, è nato tutto in un attimo e, soprattutto, in un paio di mesi un disco era pronto, ed era bellissimo.”
“Punto“, il loro album d’esordio, è un disco che i due musicisti, senza steccati di genere, si sono divertiti un sacco a scrivere. “La Polvere” infatti è artefice di un sound fresco e internazionale che spazia tra electro-pop e cantautorato italiano. Testi, profondi, che scandagliano il microcosmo dei rapporti interpersonali, presentati in una veste leggera anche quando i toni si fanno più seri. Nell’alternanza di brani up-e down tempo, il disco guarda al modo con cui ognuno si rapporta con il mondo e con le persone più vicine, ma sempre, con la giusta spensieratezza.
Ed ora beccatevi questa Selfie & Told!
L.P.: Chi siete?

La Polvere: Due sognatori, o due stupidi, a seconda di come la vuoi vedere. Ci conosciamo da veramente tanti anni, la musica è sempre stata al centro della nostra vita, anche prima di iniziare a collaborare. Siamo andati avanti ognuno per la propria strada condividendo più birre che sessioni in studio. Probabilmente eravamo certi di una cosa tipo “vabbè lui è tipo me, quindi anche se fosse fra 10 anni un disco lo faremo, non c’è fretta”.
L.P.: Il titolo, una scelta casuale? Perchè “Punto”?
La Polvere: Che bella domanda originale che ci siamo fatti, la verità è che lo volevamo chiamare “Mito”, ma non abbiamo trovato un accordo economico soddisfacente con la casa automobilistica, e poi la punto è più spaziosa. Poi va detto che la proposta inziale di Francesco, ovvero “Anche le prostitute guardano le eclissi solari”, non era proprio un titolo vincente.
L.P.: Avete un aneddoto da raccontare sulla lavorazione dell’album?
La Polvere: Un aneddoto in particolare no, ci siamo insultati tanto questo sì, ma alla fine la cosa sorprendente è che è stato tutto molto facile, non è quasi mai così.
L.P.: Come si svolge una giornata ordinaria de “La Polvere”?
La Polvere: Per prima cosa rispondiamo ai fan, poi rifiutiamo i vari ingaggi a molti zeri (ma tanti zeri, troppi zeri: solo zeri…) che ci vengono proposti, però restiamo umili, la nostra testa è sempre dalla parte della musica. Così dalle linee di codice (il sempre presente Lavoro 1) i pensieri, improvvisamente, si spostano verso un ipotetico arrangiamento che non vediamo l’ora di provare in sala prove, o verso un nuovo suono che starebbe bene in una esibizione dal vivo. Alla fine, la musica, ci permette di non naufragare.
L.P.: Com’è la formazione live?

La Polvere: Siamo un duo e quindi, per una questione di coerenza e formazione scientifica (siamo un informatico e un ingegnere… fai tu) la formazione live è, appunto, in due. Questo un po’ perché fondamentalmente siamo due asociali, un po’ perché giriamo in macchina e non in furgone. Ecco, quando compreremo un furgone probabilmente avremo anche un batterista, che fa sempre la sua figura.
L.P.: Quanto è importante mantenersi aggiornati nel panorama musicale?
La Polvere: Ascoltiamo decine di dischi nuovi ogni mese: è fondamentale confrontarsi, sperimentare, studiare ciò che viene prodotto e “allinearsi” agli standard della composizione attuale mantenendo allo stesso tempo le dovute distanze: imparare, studiare, sperimentare, farsi influenzare insomma cercando di trovare quel dettaglio che manca alla propria idea di sound. È bellissimo quando esce un nuovo disco, bello, innovativo, coinvolgente che stravolge lo stile di produzione corrente, il problema oggi forse è trovarlo, c’è davvero tanta musica in giro, non tutta trova lo spazio chi si meriterebbe.
“Ti ho fermata mentre attraversavo, mentre veniva il rosso, il furgone rosso.” – “Il posto all’ermitage”
Written by La Polvere