“Menandro il Conquistatore” di Mirko Rizzotto: la straordinaria vita di Menandro I Soter

Mirko Rizzotto, nativo di Cologna Veneta (1976), laureato in Storia romana presso l’Ateneo patavino, insegna da anni Italiano e Storia nei Licei. Ha collaborato col Museo Civico Archeologico del paese natio, sia come conservatore che per gli aspetti legati alla didattica, e con la rivista di studi bizantini Porphyra in qualità di redattore.

Menandro il Conquistatore

Ha numerose pubblicazioni al suo attivo, sia come saggista che come storico, a far data dal 2006 con Mario Massimo. Frammenti, sino al nuovissimo Menandro il Conquistatore. Il re greco che soggiogò l’India, edito ad aprile 2017 da Graphe.it, seconda uscita della collana I Condottieri, diretta da Gaetano Passatelli.

Siamo di fronte a un testo sicuramente fondamentale nell’ambito delle biografie storiche antiche, poiché una ricostruzione complessiva delle vicende che hanno visto protagonista di primo piano Menandro I Soter ancora non era stata portata a compimento.

La ricostruzione che Rizzotto propone ci restituisce un’immagine d’insieme e coerente dal punto di vista storico, militare, economico e geopolitico di un’ampia regione dall’Europa agli estremi confini asiatici e, insieme, la biografia di un uomo che, a partire dalle proprie umili origini, con coraggio, determinazione e sacrificio è assurto a militare e stratega d’eccezione, poi sovrano di immensi territori.

Da un’ampia panoramica sul mondo antico arriviamo all’epoca della nascita di Menandro, posta secondo gli studi più recenti attorno al 190 a.C. e non più al 180 a.C., per passare dalle origini umili in un villaggio dell’attuale Afghanistan, a Kalasi, oggi Bagram, agli anni della primissima giovinezza coi durissimi addestramenti riservati alla formazione dei soldati, sino alla promozione nei ranghi più elevati dell’esercito. Una brillante carriera militare che è solo all’inizio quando il giovane arriva a Bactria, alla corte del re Antimaco I nel cui esercito combatte valorosamente.

Campagne militari, successioni dinastiche, piani di difesa e di espansione alla conquista delle piazzaforti e delle teste di ponte commerciali verso l’estrema Asia, soffermandosi sulla strategica importanza degli aspetti religiosi quali strumenti di governo su cui costruire una propria immagine di sovrano e un riconoscimento dal basso da parte di ampi strati di popolazione.

Menandro abbraccia presto con simpatia e, forse, profonda convinzione, gli ideali del buddismo e ne è testimonianza il testo Milindapaña, diaologo tra il sovrano e il saggio monaco Nagassena, strutturato sullo schema dei dialoghi platonici.

Si tratta di sette libri, dei quali solo i primi tre sarebbero la parte originale, mentre dal quarto al settimo si tratterebbe di aggiunte postume. Tale fonte attesta, insieme a quelle archeologiche di natura epigrafica, che Menandro fu identificato presto come paladino e difensore del buddhismo, causa a cui operò in primis con le sue imprese belliche sino alla conquista di Mathura, città sacra agli induisti, in mano ai Sunga che avevano lungamente represso e perseguitato il buddismo, poi con l’assunzine di simboli buddisti nella sua monetazione, con la fondazione di centri sacri e con l’invio di monaci ad Alessandria al Caucaso.

Sino alla fine della sua vita, con funerali improntati ad un chiaro rito buddhista, quello della suddivisione delle ceneri, secondo il racconto di Plutarco. Così, dopo la vittoria, il re indo-greco è celebrato nell’Iscrizione di Reh come Il Re dei Re Menandro, il Grande, il Salvatore, il Giusto ed invincibile.

Mirko Rizzotto

Le sue conquiste aprirono collegamenti marittimi diretti tra India, Arabia ed Egitto dando un potente impulso ai commerci in entrambe le direzioni. La successiva conquista di Pataliputra (Palimbrota) in cui Alessandro Magno aveva fallito, segnerà un passaggio altamente simbolico e significativo nel posizionamento politico internazionale di Menandro, con scacco alla struttura sociale divisa in caste del bramanesimo e assoluta ascesa dei buddisti, sostenitori dei Greci.

Dai tempi di Alessandro Magno e di Demetrio I nessun Greco aveva mai regnato su un dominio tanto esteso sul suolo indiano e la fama del grande monarca ellenistico di sagala giunse persino a Roma e nel lontano Occidente”.

Molte e tumultuose le vicende che si susseguono in queste vaste regioni, politicamente ed etnicamente variegate dopo lo sgretolamento del grande impero di Alessandro Magno, in seguito alla spartizione tra i generali, con la creazione di regni, reggenze, alleanze e tradimenti, avvicendamenti dinastici, pressioni sempre crescenti dei popoli nomadi.

Di tutto, con ordine e perfetta connessione ci rende conto Mirko Rizzotto, guidandoci entro un fitto labirinto nel quale, grazie allo stile scarno, asciutto, sintetico e alla portata di tutti, riusciamo a non perderci e, anzi, ad assaporare con gusto le ricostruzioni di schieramenti militari e armature, di antiche città e fortificazioni, di abitudini di vita, grazie al sapiente uso di fonti di vario genere, non solo di tipo storiografico e ufficiale, coeve o di prima mano, bensì attingendo a più tradizioni culturali, succedutesi in un ampio arco di secoli, apportatrici di importanti elementi informativi, anche se nate con scopi letterari o religiosi.

Dunque, necessaria, ricca e organica la chiarificatrice premessa sulle fonti e il continuo richiamo a esse (poi citate dettagliatamente a fine del testo, suddivise per aree geografiche, seguite dai più recenti studi consultati) che molto ci racconta sugli strumenti e gli aspetti metodologici della ricostruzione storiografica.

 

Written by Katia Debora Melis

 

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