Selfie & Told: il cantautore sardo Seacrash racconta il nuovo disco “Superior Glow”

 “You held your head high while you chop tomatoes/ And onions but I see that you don’t mind/ I think I’ll have to stick a finger in your eye/ Maybe that’s the only way you cry/ […]” – “Tomatoes & Onions”

 

Seacrash

Nell’ambiente musicale ho preso il nome di Seacrash. In genere preferisco che siano i miei album a parlare di me, ma in questo caso mi è piaciuta l’idea di partecipare ad un’autointervista per la rubrica “Selfie & Told”.

Per farvi un breve excursus della mia produzione posso dirvi che nel 2012 è uscita il mio primo EP “Swampy” e nel 2014 il secondo “Postcard from a Distant World”.

L’anno scorso, invece, ho sfornato “Superior Glow, il mio primo vero e proprio CD. Il mio sound è ispirato al pop e al folk di matrice britannica ma non mi piace essere etichettato come un cantante folk.

Nonostante stia sempre sulla chitarra acustica per me è solo un punto di partenza. Mi piacciono le canzoni con le strofe e i ritornelli. Mi piace scriverle.

Fear Is there behind the corner/ don’t you go behind the corner/ The growing pains are over/ We count the miles we’ve covered/ The nag has stepped outside/ The hermit’s lamp inquire/ […]” – “Behind the corner

 

S.: Come hai scoperto la musica, quali sono stati i tuoi primi ascolti?

Seacrash: Da adolescente, nei primi anni 90, ascoltavo un po’ tutto il rock che passava in tv quindi era automatico diventare un fan degli Aerosmith ma erano figure dalle proporzioni titaniche e irraggiungibili. I Beatles invece li ascoltavo nell’autoradio di mio padre, mescolati ad altro, in compilation di musica pop molto discutibili. C’è stato però un momento in cui la musica si è fatta più vicina ed è stato con l’LP omonimo degli Alice in chains, quello con il cane con tre zampe in copertina, era il 95. Subito dopo scoprì anche la new wave i dischi solisti di Syd Barrett, i dEUS, e i Flaming lips, e i Gong, queste erano le mie band preferite. In un’estate avevo imparato gran parte di Three imaginary boys e diverse canzoni di Syd. Tutti quei ragazzi immaginari nella mia mente non avevano bisogno di grandi riflettori quindi anche io potevo scrivere le mie canzoni al buio.

 

S.: Quindi hai iniziato a scrivere le tue canzoni in quel momento?

Superior Glow

Seacrash: Non proprio, andavo in una saletta prove di amici a suonare ma in realtà non si suonava mai, si beveva e basta. Quando però tornavo a casa facevo delle cose diverse. Avevo trovato un metodo per collegare due registratori a cassetta per fare delle sovraincisioni, rallentare o accelerare i nastri ma dire che quelle fossero canzoni sarebbe un’esagerazione.  Ovviamente non le facevo sentire quasi a nessuno, gli amici erano tutti metallari capelloni e il non usare il metal zone mi metteva molto in basso nella loro scala dei valori.

 

S.: Però non c’è molto grunge nelle tue canzoni ma molti Beatles e palesemente molto Barrett, hai rinnegato qualcosa?

Seacrash: Il Grunge è stato qualcosa di generazionale che ho scoperto quando ormai era morto e sepolto. Mi sento più a mio agio nel pensarmi lontano dagli anni 90 e vicino ai 60 o anche agli 80… son state le due decadi in cui la musica pop si è evoluta maggiormente e con risultati tuttora sbalorditivi. Mi piacciono le stramberie nei testi, le armonie e gli arpeggi sulle chitarre acustiche, è la mia idea di musica psichedelica, In qualche modo la figura di Syd Barrett ha condizionato un po’ tutto questo. Dalle mie parti, nel sud Sardegna, abbiamo coniato un termine per certi generi musicali come il grunge, la chiamiamo “musica antica”, che ha un non so che di nobile ma anche di incartapecorito.

 

S.: Perché stiamo parlando del grunge?

Seacrash: Non ne ho idea.

 

S.: E la musica alternativa, l’indie rock?

Seacrash: Non capisco la domanda.

 

S.: Allora cambiamo discorso, come nascono le canzoni? Cosa significa Superior glow?

Seacrash: Non esiste un meccanismo fisso per costruire canzoni. Posso soffermarmi sulla loro struttura e modificare armonie ed arrangiamenti ma quasi sempre parto da una melodia. Questa melodia ha in sé anche un significato non testuale a cui posso dare forma in versi… butto giù un verso e poi procedo a zig zag. La sensazione che ho spesso è che le canzoni esistano già e siano come farfalle che si appoggiano sulla fronte e che posso raccogliere, è una fugace sensazione di fragilità. Quando ciò accade riesco a scriverne molte in tempi brevi, questa sensazione potrebbe essere il “Superior Glow”, una lampadina che elargisce luce e creatività per tutti, senza nessuna distinzione, ma ognuno deve trovare il suo interruttore.

 

S.: Quanto è stata lunga la gestazione del disco? Chi ti ha aiutato per la sua realizzazione?

Seacrash

Seacrash: Ho scritto e registrato il tutto in un arco di tempo di circa un anno e mezzo. Avevo una ventina di canzoni ma solo undici son finite nel disco. Non avevo nessun contatto con etichette indipendenti che mi aiutassero nella produzione fino all’arrivo di Hopetone records e di Simone Sedda che ha dato una sistemata al master e ha prodotto il disco. Ho suonato tutto da solo nel mio home studio fatta eccezione per i cori in una canzone (Silvia), il violino (Michela) e il pianoforte in un terzo brano (Marco).

 

S.: E dal vivo?

Seacrash: Ora sto collaborando con un ottimo batterista, Stefano, che mi sta aiutando con i live. Pochi, per ora, ma decisamente buoni.

 

S.: Cosa riserva il futuro per Seacrash?

Seacrash: Spero diversi live e ancora nuove canzoni, son le uniche due cose che contano. Spero di entrare presto nella dimensione parallela dei concerti, sarebbe bello.

 

S.: Dove possiamo sentire “Superior Glow”?

Seacrash: Su spotify, iTunes o su bandcamp.

 

Written by Seacrash

Copertina “Superior Glow” dell’artista Anna Nae

 

 

Info

Bandcamp Seacrash

 

 

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