Future Film Festival 2017: Sezione Competition – “Seoul Station” di Yeon Sang-ho
Nel 2016 Yeon Sang-ho fa il colpaccio: passa dalla tecnica attraverso cui s’è distinto, l’animazione, al live action con l’acclamato “Train to Busan”. Quello che il Future Film Festival presenta in questi giorni a Bologna è l’altro lungometraggio uscito in concomitanza al blockbuster.

“Seoul Station” è concepito dallo stesso regista, nuovamente anche sceneggiatore, per essere il prequel dello zombie movie; è chiaro non ci ne fosse alcun bisogno di partorire una simile appendice, del tutto trascurabile da ogni punto di vista, più che mai nel bel mezzo di una promettente carriera.
Il paziente zero (o perlomeno quello presentatoci come tale) è un accattone che vive alla stazione metropolitana della capitale della Sud Corea.
Nel tentativo di salvarlo dal dissanguamento, un altro poveraccio diviene la prima vittima di una lunga serie; in breve il panico si dissemina di quartiere in quartiere, “ammattendo” chiunque si trovi nel raggio d’impatto.
Parallelamente alla gravissima diffusione del contagio, due fidanzatini vengono sfrattati dalla pensione in cui risiedevano; lui, incapace di guadagnare un singolo spicciolo, le propone di prostituirsi per racimolare il necessario a saldare i debiti.
Litigone inevitabile e i due si separano, senonché un tizio che sostiene di essere il padre della ragazza, indignato per la sorte a cui il giovane voleva consegnarla, lo acciuffa e lo costringe ad aiutarlo nella missione di salvataggio.
Questa la trama ancillare che tenta di dare una sommaria verniciata di coerenza all’ennesima trovata apocalittica senza stabili fondamenta.
Se esiste una “serie B” specifica dei cartoon, “Seoul Station” ne è un esimio esempio, costantemente ridicolo nel cercare di tenere in piedi ed intersecare i due soggetti e nell’esigere di riuscirvi sfruttando i personaggi più stupidi, volgari e frignoni disponibili nella piazza, talmente inetti da provocare un certo prurito nervoso agli spettatori stessi.

Condannate ad essere tratteggiate attraverso un’approssimazione per difetto nella raffinatura dei fotogrammi, le figure che si dimenano sullo schermo (con ritmo alquanto trattenuto peraltro) paiono spaventate da qualsiasi approccio logico alla situazione, sia che si sentano intimorite dall’orda obbrobriosa, sia che percepiscano come deliberazione plausibile bloccare l’avanzata della folla disperata minacciando di aprirvi contro il fuoco invece di difenderla dagli invasati.
Il sugo derivatone è un totale disastro, che priva la never ending story di qualsiasi giustificazione artistica destinandola a non si sa neppure quale pubblico, tagliati fuori i più giovani, e di certo non per l’orrore blando costituito dall’assalto dei non-morti, quanto piuttosto per le blande imprecazioni contro le negligenze del governo e l’inevitabile armamento di scurrilità mirate solo a “rinvigorire” una sceneggiatura sdirenata, e lasciati ad annoiarsi e infastidirsi (almeno così si auspica) i giovani adulti e via dicendo.
Voto al film
Written by Raffaele Lazzaroni
Info
Sito Future Film Festival 2017