“Doppio Sogno” di Arthur Schnitzler: un labirinto tra sogno e realtà
“I sogni ad occhi aperti sono notturni balli in maschera in pieno giorno.”
Vienna. Inizi del XX secolo.
Un dopo cena in una casa di famiglia benestante, una coppia, dopo che la loro figlioletta è stata portata a dormire, si racconta sogni e ricordi avvenuti l’estate precedente durante un viaggio in Danimarca. Veniamo a conoscenza del fatto che la moglie ha pensato di “tradire” il proprio marito con un uomo incontrato lì per caso. L’uomo rimane scosso dalla rivelazione della moglie, ma ammette che anche lui ha avuto un incontro galante, ma desiderato, nello stesso periodo, durante una passeggiata sulla spiaggia.
I due coniugi parlano, si rivelano, scoprono i propri desideri nascosti, finché la conversazione non venne interrotta dal richiamo del dovere di medico dell’uomo che si reca a casa di un paziente per certificarne la morte. In quella casa incontra la figlia del defunto, segretamente innamorata di lui, che cerca di consolare e adulare fino all’arrivo del fidanzato di lei.
Fridolin, questo il nome del protagonista, si lascia travolgere dalle parole della moglie e cerca di capire cosa gli ha provocato quella verità, quali tormenti. Decide di vagare per la città nottura, invece di tornare subito a casa dopo la visita all’ammalato.
Cosa farà? Dove andrà?
Sarà solo un’utopia, spinto dal desiderio di lasciarsi andare a qualcosa di straordinariamente vivo, passionale o sarà come essere finito dentro un sogno da cui non sarà facile uscirne?
Sogno o realtà? Desiderio di Gioie e Passioni o Dolore di non sapere nulla?
Così, spinto da questa frenetica curiosità, decide di intrufolarsi in una festa dai magici contorni di una presenza onirica. Una festa dove non è stato invitato, ma dopo un fortuito incontro con un suo vecchio amico, quel Nachtgall di cui temeva di aver perso ogni traccia, decide di buttarsi, sebbene il suo amico gli implori di ripensarci.
Curiosità o semplice desiderio?
Cosa succederà a questo avvenimento misterioso? Cosa vedrà? Si sentirà finalmente vivo?
Una festa dai strani risvolti. Una festa dove lui è un intruso che viene scoperto e, per non soccombere ai richiami di chi lo vuole mandare via, viene sacrificato da una donna di straordinaria bellezza che lo salva da morte sicura, ma sarà lei a sopportare quello che sarebbe accaduto a Fridolin se fosse rimasto in quel luogo.
Chi è quella donna? Perché l’ha salvato? Di quale sacrificio si tratta? Riuscirà a ritrovarla per ringraziarla? Ma soprattutto riuscirà a sentirsi a posto con la coscienza?
Cosa lo aspetterà al suo ritorno a casa?
Già, Albertine, la moglie, quando lui torna a casa nella notte, sta vivendo dentro un sogno di cui non può fare altro che ridere e tremare. Perché ride? Chi è il protagonista di quel sogno? Fridolin o l’amante desiderato? Vi è amore in questo sogno? Quale amore?
E ancora una volta Fridolin è sul punto di volersi vendicare della moglie, finché il rinvenimento della maschera usata durante quella festa non lo porta a rivelare alla moglie gli avvenimenti capitategli.
E Albertine come reagirà? Cosa gli dirà?
“Cosa dobbiamo fare Albertine?”
“Ringraziare il destino, credo, di essere usicti incolumi da tutte le nostre avventure… da quelle vere e da quelle sognate.”
“Ne, sei proprio sicura?”
“Tanto sicura da presentire che la realtà di una notte, e anzi neppure quella di un’intera vita umana, on significano al tempo stesso anche la loro più profonda verità”
“E nessun sogno” disse egli con un leggero sospiro “è interamente sogno.”
Siamo nell’intrico tra “sogno, realtà” che rappresentano un romanzo scritto tra il 1921 e il 1925 da Arthur Schnitzler, quel “Doppio Sogno” – il cui titolo originale è “Traumnovelle” tradotto/curato, nel 1977, da Giuseppe Farese per la Casa Editrice Adelphi.
Una novella dai tratti psicanalitici che entra nei meandri di un labirinto visionario che parte da un sogno, e da una visione reale, tanto cara all’autore e a Freud, di cui il nostro autore era un amico. Possiamo indagare in questi mondi così diversi, ma allo stesso tempo così uguali, perché in un sogno si catturano le affinità della vita vissuta e sognata da un determinato partner, che poi si riscoprono nella realtà.
Albertine e Fridolin a modo loro vivono una strana situazione che li porta a indagare sui loro desideri, sulle loro passioni, Sono esseri umani che si sono sentiti un po’ trascurati, ricercando qualcosa che li aiutasse a riscoprire se stessi, l’amore per il proprio partner. A non volersi dare per vinti contro un destino che li stava quasi allontanando dalla propria serenità.
A sentire che il proprio amore è la risposta giusta per continuare a vivere, a viversi. Nonostante la presenza di questi sogni con doppio risvolto. Sogni che alla fine saranno sempre e solo sogni.
Anche se un sogno sarà difficile si realizzi, anche se ci si crede fino in fondo, sarà sempre considerato come tale, ma sarà davvero così?
E quanti di noi sognano? Cosa pensiamo vogliano dirci i nostri sogni? Quali interpretazioni possiamo scorgere? Quali emozioni? Si sono mai realizzati? Quanti siamo riusciti a realizzarne?
Ah, la notte. La notte, patria di quei momenti di pace interiore, ma anche di tormenti del cuore.
La notte che porta scompiglio e ci porta a vivere in mondi paralleli, in mondi diversi dal reale.
“La notte, un piccolo universo, intreccio ingannatore, tra sogno e realtà, felicità e dolore.”
Written by Daniela Schirru