Emma Fenu e Katia Debora Melis si incontrano al Circolo La Marina Sankara, 15 e 17 settembre 2016, Cagliari
Doppio appuntamento letterario al Circolo La Marina Sankara, in via Napoli 62, a Cagliari, in collaborazione con noi di Oubliette Magazine.
Protagoniste assolute Emma Fenu, residente in Danimarca in tour in Sardegna, e Katia Debora Melis, residente a Selargius (CA).
Ma partiamo dal principio: giovedì 15 settembre 2016, alle ore 19:00, si potrà conoscere il libro “Le dee del miele” di Emma Fenu edito nel maggio 2016 da Milena Edizioni. La presentazione sarà a cura dell’amica e nostra collaboratrice Katia Debora Melis.
“Le dee del miele” è una saga familiare, ispirata alla realtà, che attraversa tutto il Novecento, in una Sardegna intrisa di mito e memoria. Un universo parallelo di spiriti, fate e demoni in cui spetta al mondo muliebre vegliare sulla vita e sulla morte.
Quattro donne protagoniste: Caterina e Lisetta, fanciulle che diverranno consuocere; Marianna, figlia adottiva di Lisetta; Eva, figlia di Marianna. Creature diverse fra loro, per ceto sociale e vissuto, ma legate dai fili del destino fino a divenire parte l’una dell’altra, tramite un cordone ombelicale di sangue, luna, farina, miele, mistero, esoterismo e agnizioni.
Una storia, dunque, di Donne.
Donne madri, forti come Dee, capaci di rinascere dopo infinite eclissi.
Donne mamme, lune piene, dolci come miele.
Dee del miele.
“Avrebbero potuto essere lucciole, invece erano janas, le piccole fate sarde alate, dalla pelle di luna e dai capelli della notte, che abitavano piccole domus scavate nella roccia, dedicandosi alle arti femminili che tramandavano a poche umane, elette a custodi di un sapere millenario” – “Le dee del miele”
Sabato 17 settembre 2016 alle ore 19:00, invece, sarà la volta della silloge poetica di Katia Debora Melis: “Figli di terracotta” edito da Edizioni Thoth sempre nel maggio 2016. E sarà la nostra collaboratrice ed amica Emma Fenu a presentare la nuova fatica di Katia.
Inizia come la Bibbia, questa raccolta di poesie, con una genesi mitica e carnale che sa di canti religiosi la cui eco ancora risuona nei nuraghi di un’Isola antica.
“Quando il Sole/ ha ingravidato la Terra/ è diventato padre di tutti i padri/ e la Terra, forte,/ si è lasciata plasmare./ Nacquero figli di terracotta.” – “Siamo noi”.
Siamo noi, figli imperfetti, fragili, con crepe infinite.
Siamo noi, terribilmente umani, non eroi, ma esiti dell’umana fattura: solo terracotta. Ed ecco Don Abbondio farsi strada fra i ricordi: il vaso destinato a perire fra fratelli fatti di ferro, in un’epoca senza misericordia.
Ma i “Figli di terracotta” lo hanno eccome un “cuor di leone” e su di esso affondano gli artigli impietosi e ruggiscono in notti senza stelle, dove non ci sono re della foresta, ma solo schiavi.
Siamo noi, poeti senza rima, che mostriamo coraggio perfino a soffrire e che abbiamo solo pietre e clessidre immobili come memoria: sarà il fuoco a bruciare i sassi e a bruciare le false lapidi che ci vogliono morti prima ancora di nascere davvero.
Vi abbiamo un po’ incuriosito presentandovi queste due donne che ci raccontano la Sardegna misteriosa e letteraria?
Se sì, veniteci a trovare il 15 ed il 17 settembre 2016 presso il Circolo La Marina Sankara, troverete anche la speciale neo collezione Oubliette Bijoux creata da Susanna Orrù (C&G Production).
Info
Evento Facebook
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Recensione “Le dee del miele”
Recensione “Figli di Terracotta”
REPORTAGE FOTOGRAFICO:
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