“Re-Burnt”, il nuovo album della band piemontese Underdocks: ritmo costante e frenetico di un rock puro e minimale

Direttamente proporzionali ad uno Tzunami di dimensioni devastanti, gli Underdocks si ripresentano in tutta la loro anarchia rock.

 

Re-Burnt

Nati da quella che definirei un’evoluzione darwiniana di loro stessi, (prima come artisti indipendenti, ricchi di un bagaglio culturale e background musicale differente), poi come gruppo in cerca di una sua identità, di uno swing ben definito che riuscisse ad esprimere appieno il concetto profondo di musica e vita, gli Underdocks si propongono in una nuova veste dove chi parla è l’onesta di un rock potente che non ha barriere, né etichette, né nomignoli attribuitigli dal groove moderno.

Post grunge, alternative o numetal? Maddechè (come direbbero in quel di Roma), la realtà è ben lontana dall’aver “indossato” un genere musicale ed averlo fatto loro, non ci siamo proprio. Questi quattro ragazzi si stanno divertendo nel fare semplicemente ciò che riesce loro meglio, ovvero musica al massimo volume come espressione di un proprio pensiero ed essere.

Bentornati ai figli di una Torino che già nell’anno appena trascorso dava materialmente voce ai sogni attraverso Burnt, album d’esordio realizzato con l’allora frontman Corrado Macchiarelli (al quale va il merito di buona parte dei testi e delle melodie) ed il bassista Davide Trimboli (che ha collaborato agli arrangiamenti); bentornati a Carlo Fusco e Gigi Buccomino (chitarra e batteria), capostipiti e creatori del gruppo originale, accompagnati dalla nuova voce (e che voce!) Gianluca Petrillo e dal bassista Andrea Novello.

Diamo il benvenuto a coloro che stanno nascosti, dietro le quinte o sotto i pontili, ma che se chiamati a gran voce esplodono nell’apoteosi più magistrale: Underdocks presents Re-Burnt.

Underdocks

Quale miglior modo di riaffacciarsi sulle scene se non attraverso un primo album ma in una chiave decisamente più aggressiva e determinata, dove la testa non fa altro che andare su e giù al ritmo costante e frenetico di un rock puro e minimale?

8 tracce rese senza alcun dubbio più scarne da architetture armoniche (rispetto alla versione originale) e dall’impronta maggiormente hard rock, dove lo spettro dell’equalizzatore è perennemente in vetta.

Trovo Re-Burnt esattamente come la sua traduzione lo definisce, ovvero una riaccensione, una fiamma mai sopita che nel tempo si è resa ancor più pericolosa ed esplosiva grazie alla voce tuonante di Petrillo, in grado di reggere graffi d’ugola imponenti da brividi sulla pelle.

Ogni brano parla da sé ed esprime concetti diversi in ritmica diversa ma con alla base un tipico stile grunge che unisce i membri del gruppo. Unisce ho scritto, non incatena! Non è un genere nel quale ristagnare, bensì una sorta di scuola-lavoro dalla quale attingere esperienze da applicare secondo ciò che suggerisce la verve creativa.

Brani come Sick of you, Skin, Burnt e On your way, pur rimandando ad artisti del calibro di Metallica, Audioslave, System of a Down, sono volti ad affermare che gli Underdocks non sono un’etichetta (né vogliono esserlo).

Areasonica Records si accapparra un altro pezzo da cento e, come ogni buona madre, lascia che il proprio figlio viva le sue esperienze nella piena libertà di crescita e sviluppo, guardando con orgoglio alle difficoltà superate e hai successi raggiunti!

My veins are pumping, my feet are
stepped up to the floor
My hands are ready and so I am
ready to play
Just listen
Sick of you, Re-Burnt (2016)

 

Written by Giuseppe a.k.a. Dj4Enemy

 

 

Info

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Sito AreaSonica

 

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