“Alla fine dei sogni” di Stefania Trapani: un romanzo sulla dicotomia della vita
“Alla fine dei sogni” è un romanzo di Stefania Trapani, edito con 0111 Edizioni nel 2013.

Cosa c’è alla fine dei sogni?
Che resta, all’avvento del sole, di percorsi onirici sottesi fra lenzuola e stelle?
Che resta, quando il conto degli anni si perde e i ricordi si collezionano, di adolescenziali progetti condivisi sottovoce con l’amico più caro?
Ce lo racconta Stefania Trapani, nel suo romanzo intitolato, per l’appunto, “Alla fine dei sogni”.
Le protagoniste, Michela e Silvia, sono due donne di ventinove anni, età di transizione e di primi bilanci, quando i trenta sono così vicini da sentire il calore bruciante delle candeline su una torta troppo luminosa.
Ed, infatti, la loro storia si snoda in un bosco labirintico, ai limiti di un incendio indomabile: la prima, divorziata e madre di una bambina di diciotto mesi, lotta contro un tumore allo stadio terminale; la seconda, lasciata dall’uomo che ama follemente, scopre di aspettare un figlio e valuta la possibilità di abortire.
Entrambe, oltre all’anno di nascita, condividono il medesimo iter scolastico, la medesima rasatura dei capelli (forzata dagli effetti della chemioterapia per Michela, esito di scelta solidale per Silvia); eppure sono diverse, anzi antitetiche, per colore di capelli e occhi e, soprattutto, per carattere.
Le due figure femminili descritte nel romanzo simboleggiano l’essenza della Vita, nella sua dicotomia di luce e buio, di inizio e fine.
Ecco cosa resta alla fine dei sogni.
Un respiro che si fa progressivamente più fioco e un improvviso vagito che copre il silenzio.
Un rimpianto per cui piangere e un progetto per cui sorridere.
Un’esistenza troppo breve e un giorno dai minuti infiniti che gabbano il Tempo.
Un uomo del tutto sbagliato e un principe quasi azzurro.
L’amore di un genitore e la complicità di un amico.
L’accettazione stoica del destino e la scelta disperata di sfuggire agli eventi.

O, forse, non ci sono certezze su quanto resta o esordisce, germogliando da un seme gettato per caso in un terreno brullo.
Non sappiamo davvero cosa resta alla fine dei sogni, perché non possiamo smettere di credere nel futuro e di cedere all’abbraccio di Morfeo.
E perché la Vita, come e più di un romanzo, ha un finale a sorpresa, un colpo di scena che la scena, fatta di carta e colla, la smantella in un soffio.
Alla fine delle umane storie, dunque, non ci sono che sogni.
“Noi soffriamo per i sogni. Noi guariamo con i sogni”. – Gaston Bachelard
Written by Emma Fenu
Bellissima recensione.Leggendo questo libro si provano tante emozioni. :)
Grazie, condivido la tua opinione. Bellissimo ed intenso libro
Alla fine delle umane storie, dunque, non ci sono che sogni.
Grazie Emma, in poche parole hai saputo cogliere l’essenza del libro. Grazie di cuore.