“La casa sul fiume” di Lena Manta: un luogo sicuro dove poter sempre fare ritorno
“E se il fiume della vita l’aveva trascinata via, lei, aggrappata saldamente alla mano della figlia, era pronta a risalire la corrente per tornare indietro dove tutto era cominciato. Sì, era a casa sua che doveva tornare. La casa sul fiume…”

È una saga familiare che ha il sapore di quelle “Piccole donne” di lontana memoria, “La casa sul fiume” di Lena Manta, dove le figure di spessore sono poste tutte al femminile.
Il romanzo di una delle autrici più conosciute della Grecia, edito da Giunti nel febbraio 2016, è praticamente diviso in tre parti ideali: un antefatto, che narra di Teodora e delle sue cinque figlie, nate in quella casa sul fiume, che sempre rimarrà una certezza alla quale fare ritorno; un corpo centrale, dove le cinque ragazze, ambiziose e desiderose di costruirsi un futuro, sono ormai cresciute e affrontano ciascuna il proprio destino; quella stessa casa sul fiume, dalla quale tutto ha avuto inizio, che le vede ricongiungersi dopo una vita di vicissitudini.
Una madre, Teodora, figura granitica, che ha sempre desiderato il meglio per le sue ragazze, ma allo stesso tempo è vissuta nella paura che esse potessero abbandonarla, e nella loro nostalgia. Alla partenza di ognuna, ella ha sussurrato una frase lungimirante. Parole che echeggiano nella mente delle figlie, e che sanno di rifugio e di speranza.
“Se un giorno non riuscirai a resistere alle tentazioni, ricordati che qui, in questo angolo di mondo, troverai sempre il fiume ad aspettarti, pronto ad accoglierti nelle sue acque per purificarti.”
Le cinque donne sono pronte a sfidare le convenzioni, pur di raggiungere la felicità. Ambientato nella Grecia del secondo dopoguerra, il romanzo si appella a quella forza d’animo che crede in un domani diverso. Anche Teodora ha sposato, a suo tempo e ancora giovanissima, un uomo molto più grande di lei. Ad una ad una, le sue figlie, scelgono la loro strada, e se ne vanno da quella casa sul fiume, ai piedi del monte Olimpo. Non sempre però i sogni diventano realtà; talvolta il destino è avverso.
L’importante è averci provato, con la consapevolezza di avere un’alternativa e un posto dove fare ritorno. Melissanthi, ambiziosa come poche, invece che dell’amore finisce preda del gioco; Iulìa deve salvaguardare il suo matrimonio dai subdoli e surreali attacchi della suocera; Aspasìa ha un marito che non incoraggia per nulla la sua passione per il canto e pensa solo agli affari; Polixeni è l’unica ad essersene andata per inseguire una passione anziché un uomo, e diventa un’attrice frivola, travolta all’improvviso da un grande amore; Magdalinì, trasferitasi in America con la zia Anna, scopre che suo marito in realtà nasconde un terribile segreto.

Queste cinque storie di donne che si diramano e si uniscono di continuo, non sono immuni da tradimenti, figli illegittimi, morti premature della prole e disgrazie varie. Ma in mezzo a tutte queste sventure, si erge forte il richiamo del sangue; di quella madre che per anni ha vissuto sola e abbandonata, ma che è sempre stata il fulcro della loro esistenza.
Essendo l’autrice greca, i nomi nel romanzo sono un po’ difficili da pronunciare. La prosa è lineare ed estremamente evocativa, e le 620 pagine scorrono senza intoppi ed in maniera piacevole. Bisogna sempre andarsene, ad esplorare nuovi mondi e nuove realtà, per poter fare dei paragoni.
Bisogna saper guardare con gli occhi, ma anche col cuore, per distinguere le cose importanti. E solo quando all’orizzonte comparirà quel “porto sicuro”, sapremo di avere fatto ritorno a casa.
Written by Cristina Biolcati