“Conoscevo un angelo” di Guido Mattioni: sogni e libertà lungo le strade dell’America di altri tempi
“Al tempo stesso fu la scoperta di qualcosa che gli altri, rinchiusi in casa o a scuola, non potevano nemmeno immaginare: è un bene prezioso, un dono che di norma si insegue, si assapora, ma che si può perdere e comprendere di aver perduto soltanto da adulti. Mi riferisco a qualcosa che non trovi al supermercato e non puoi vedere in tv. È un bene, è un dono inalienabile, e in fondo è anche una cosa molto americana: si chiama “libertà”.”

Prosegue il filone americano principiato da Guido Mattioni con “Ascoltavo le maree” (Ink Edizioni 2013, vincitore della sezione Multicultural Fiction ai Global Awards 2013 di Santa Barbara con la traduzione “Whispering Tides”) e ritrovato in “Soltanto il cielo non ha confini” (Ink Edizioni 2014). Saranno gli splendidi luoghi visitati durante gli anni dall’autore o quella sensazione di infinito che gli Stati Uniti d’America suscitano, fatto sta che ancora una volta ci ritroviamo a vagare per le strade di quell’affascinante continente sempre ricco di ispirazioni e storie da raccontare.
“Conoscevo un angelo” (Ink Edizioni 2015) non è solamente un romanzo ma un insieme di storie che portano il lettore ad evadere dalla quotidianità e a sognare grazie alle parole dell’abile Guido Mattioni, giornalista e scrittore udinese, milanese d’adozione.
Tra le pagine del nuovo libro Mattioni ci trascina per le strade meno trafficate dell’America attraverso i racconti del protagonista, Howard Johnson, figlio di piazzisti che decisero di trascorrere la loro vita on the road, trasportati da una casa mobile sulla scia di libertà che fin da giovani assaporarono seguendo quella cultura Hippy degli anni Sessanta che dall’America si diffuse poi in ogni parte del Globo. Una scelta per se stessi e per quel figlio tanto desiderato che scoprirà il vero e profondo significato della vita viaggiando senza interruzione, scoprendo così nuovi luoghi, fisici e dell’anima, nuovi profumi e sensazioni, incontrando persone che lasceranno impronte indelebili nella sua esistenza e assaporando la libertà data da quelle strade delle quali non si riesce a scorgere il termine.
“È così che sono cresciuto e via via invecchiato: entrando e uscendo da posti come quello, lungo strade dimenticate dalle guide, eppure cariche di memorie e di storie da raccontare. Sono venuto su come viene concesso di farlo in luoghi simili, ovvero senza gloria né ricchezze tali da meritarsi i riflettori. Ma tuttavia imparando quanto sia proprio l’ordinario vivere di ogni giorno a rivelarsi straordinariamente ricco. In fondo è quella, la vita, mica altro: è un mosaico di mille diverse tessere che impari a prendere su da solo, o con l’aiuto di qualche buon maestro. Una tessera alla volta.”

Un’America che talvolta appare nella narrazione di altri tempi, ormai svanita, ma che in realtà, data la sua estensione e varietà, nasconde ancora luoghi e vicende che parevano dimenticate ma che invece è ancora possibile rintracciare tra coloro i quali, nonostante le grandi autostrade statali, non scordano i percorsi secondarie e ciò che essi ancora oggi possono offrire.
Un viaggio nell’anima del protagonista e del lettore, una grande parabola lungo le vie delle arterie della vita, un sentito omaggio al sentimento e mito di libertà e di abbattimento delle recinzioni che probabilmente unicamente l’America può ancora offrire oggi.
Un invito a percorrere ogni strada possibile, in qualunque momento e a qualsiasi età, perché non è mai tardi per sorprendersi ed aprire gli occhi dinanzi a nuove opportunità ed esperienze.
Ancora una volta Guido Mattioni ci porta con le sue parole a fantasticare, sorridere e commuovere e non ci resta perciò che attendere, speriamo non troppo a lungo, il suo prossimo romanzo.
Written by Rebecca Mais
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