“La Sposa giovane” di Alessandro Baricco: un percorso di iniziazione che nasconde ragioni più profonde
“Semplicemente il tempo era passato con una velocità che non avevano avuto la necessità di registrare, e adesso la Sposa giovane era lì, probabilmente per fare ciò che da tempo era stato concordato, con ufficiale approvazione di tutti: sposare il figlio. Era seccante ammettere che, attenendosi ai fatti, il Figlio non c’era”.
Sarà forse perché Alessandro Baricco ci ha abituato a testi che si prestano a trasposizioni teatrali, oppure per quelle sue continue metafore sul mare, ma leggere “La Sposa giovane”, il suo ultimo romanzo, si prefigura come un’esperienza surreale. Sì, perché l’autore piemontese ci ha presentato questa storia, edita nel marzo 2015 da Feltrinelli nella collana I Narratori, come un normale racconto ambientato ai primi del Novecento, in una villa dell’Italia del sud, dove una famiglia benestante accoglie in casa propria la promessa sposa del figlio, assente per motivi di lavoro.
In questo romanzo, nessuno ha un nome di battesimo, ma ciascuno è denominato secondo il ruolo che incarna. Il Figlio, quindi, è in Inghilterra per seguire gli affari della loro industria tessile, quando la Sposa giovane, appena diciottenne, giunge dall’Argentina per tenere fede ad una promessa d’amore che si erano scambiati ben tre anni prima.
Quasi nessuno sembra ricordare tale fatto, e quando la Sposa giovane giunge in quella famiglia, trova una Madre sgomenta, per quanto gentile, solita a pronunciare i suoi sillogismi “imperscrutabili”; un Padre che a causa dei suoi problemi di cuore è indolente, anche se a volte riesce ad essere incisivo; una Figlia storpia- la sorella del Figlio- che si dimostra subito molto amichevole; uno Zio, che vive perennemente immerso nel sonno e si desta di rado. A provvedere a tutto è il maggiordomo Modesto che, in quanto presenza riservata, cammina per le stanze quasi in punta di piedi, dando preziosi consigli alla ragazza.
Le giornate di questa famiglia “sui generis”, la cui vita di comunità appare subito “forzata”, trascorre fra le interminabili ore al “tavolo delle colazioni”, ad intrattenere discorsi di vario genere, e le poche attività individuali sbrigate durante il pomeriggio. Con il sopraggiungere della notte, che si dice non porti bene, si materializza una profonda angoscia, poiché ogni suo membro, fino ad ora, è deceduto proprio nel sonno. Vi è quindi una netta distinzione fra le ore del giorno, in cui ci si sforza di essere spensierati, e l’intima disperazione che ciascuno dei personaggi prova al calare delle tenebre, non avendo speranze certe di risvegliarsi il mattino seguente.
Naturalmente la Sposa giovane è esente da questa fobia, e, nell’interminabile attesa del suo sposo, concentra la sua attenzione su argomenti differenti. Viene istruita, per esempio, dalla Figlia all’arte della masturbazione e dalla Madre a quella della seduzione. Non mancherà essa stessa di recarsi nel bordello frequentato dagli uomini della famiglia, e di sperimentare nuove esperienze.
“La Sposa giovane” infatti è un’opera che si “culla” nella lasciva pigrizia dell’attesa, ma che si propone, al tempo stesso, di “agire” in quella dimensione onirica che fa apparire tutto ovattato. Non solo di notte le persone hanno il timore di morire, ma pare che per esse tutto diventi possibile, quasi non fossero più responsabili dei loro gesti, in uno spregiudicato tentativo di salvarsi.
La chiarezza espressa nella denominazione dei personaggi, non lo è altrettanto nel loro vissuto, poiché ciascuno di essi nasconde un segreto, che verrà rivelato alla Sposa giovane. Di fatto, nessuno è quello che dice di essere.
Fino a qui, la storia sarebbe lineare, con questa ragazza che attende il ritorno dell’amato, in una grande villa che non è la sua, dove conosce nuove persone e non smette di imparare. Ma ecco che Baricco confonde le acque. Cambia bruscamente la voce narrante, introducendo quel “virtuosismo” che trascende da ragioni puramente tecniche ed estetiche. Egli coglie l’espediente di questa storia, per parlare di sé e, dopo un iniziale smarrimento, il lettore lo capisce e la narrazione ingrana. La si legge quindi volentieri.
Sarei banale se dicessi che il successo di questo libro è dovuto allo stile dell’autore. Eppure è così. La sua prosa è talmente ben strutturata e musicale, che forse lo leggeremmo anche se ci parlasse dell’elenco del telefono. Non sono sicura che per uno scrittore questo sia davvero un complimento, anzi, forse ne rimarrebbe deluso. Eppure, il suo modo di scrivere è così poetico e atipicamente perfetto, che è un piacere leggerlo.
Sono certa che con questo romanzo Alessandro Baricco abbia inteso sorprendere di continuo il lettore, quando invece la sua abilità, più stupefacente, risiede proprio nel modo di articolare le frasi.
Al di là di tutto, vi consiglio di leggere “La Sposa giovane”, affinché possiate farvi una vostra opinione personale in merito. Potrete apprezzare o meno la storia, criticare la caparbia “convinzione” dell’autore, ma sicuramente converrete con me, che dal punto di vista stilistico, ci si trova di fronte a qualcosa di grande.
Written by Cristina Biolcati