Contest letterario gratuito di prosa e poesia “I sentieri dell’anima”
“Schioccano gli abeti/ percorsi da frenetici battiti d’ali,/ fumano i camini di antico profumo/ tutt’intorno è l’inverno/ Guance rosse e biricchine corrono sotto la neve,/ per le strade di muschio/ ogni cantuccio è un riparo/ L’aria grigia e imbronciata/ ha sussulti di fiocchi,/ rintocchi di legni ad annunciar la notte fredda/ […]” – “Inverno”
1. Il Contest letterario gratuita di prosa e poesia “I sentieri dell’anima” è promosso dalla web-magazine Oubliette Magazine e dall’autore Pietro Pani. Il Contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.
Il Contest è gratuito. Il tema è libero.
2. Articolato in 2 sezioni:
A. Short Story in 200 parole (un racconto breve avente come limite massimo di partecipazione 200 parole, e come limite minimo 30 parole)
B. Poesia (limite 80 versi)
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria opera sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con opere edite ed inedite. Per un facile conteggio delle parole consigliamo di scrivere la short story in un documento word e cliccare in alto Revisione, e Conteggio parole in alto a sinistra.
Per la sezione B si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via email ma nel modo sopra indicato.
Ogni concorrente può partecipare in entrambe le sezioni e con una sola opera per sezione.
4. Premio:
N° 1 copia della silloge “I sentieri dell’anima”, di Pietro Pani, in uscita nel mese di dicembre per la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Trasfigurazioni” in collaborazione con Oubliette Magazine.
Saranno premiati i primi due classificati della sezione A, ed i primi due classificati della sezione B.
5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 22 dicembre 2014 a mezzanotte.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Dott.ssa in Lettere, redattrice e critico letterario)
Maila Daniela Tritto (Collaboratrice Oubliette e Trasfigurazioni)
Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)
Cristina Biolcati (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Irene Gianeselli (Collaboratrice Oubliette)
Rosario Tomarchio (Scrittore e Collaboratore Oubliette)
Katia Debora Melis (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email: oubliettemagazine@hotmail.it indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook:
https://www.facebook.com/OublietteMagazin
10. È possibile seguire l’andamento del contest ricevendo via email tutte le notifiche con le nuove poesie e racconti brevi partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvisami via e-mail”.
11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
BUONA PARTECIPAZIONE E BUONA LETTURA DELLE OPERE PARTECIPANTI!!!
Nel bosco incantato
Camminando
nel bosco intravedo
barbagli di luce
e tra le fronde
del sole spiragli
che faticano a bucare
le foglie
In fondo una radura
abbagli di trifogli
verde chiaro
tra rami di agrifogli
i cui artigli
mi graffiano la mano
Scivolo sul muschio
e non trovo appigli
a frenare la caduta
Odo bisbigli
di scoiattoli
dai tronchi scendono
scovando ghiande
tra cespugli
Lungo i cigli
di viottoli tortuosi
piccole buche
nascondigli
di toporagno
e freschi germogli
di fiori montani
Rovi si trasformano
in giacigli
di serpi in grovigli
Gocce di rugiada
su caprifoglio
e scricchiolio
di passi sul pietrisco
Esco dal bosco
e uno scintillio
di stelle
mi suggerisce
uno sbadiglio..
E’ notte,
e mi risveglio
su un amantiglio
di sogno
Accetto il regolamento – sez B
Danila Oppio
Anna Dragone
Accetto il regolamento. Sez B
Al volgere della sera
Al volgere della sera
Nubi cariche di pioggia
nel mio volgere verso sera,
idee e consigli
ne ho da dispensare
nella mia stolta saggezza.
Ogni ruga sulla mia fronte
è il frutto di ogni pensiero
che ho analizzato,
ogni dolore digerito in fretta,
ogni stoccata al cuore
dal destino.
Ho braccia e gambe
grevi di vissuto
che percorreranno ancora
sentieri piani e lievi
o cammini irti e tortuosi.
Ho già provato
tutto e niente
nel mio peregrinare assorta.
Sono una giovane anziana
che a volte intuisce il futuro
dagli sbagli del passato …
Cercami al calar della sera
t’illuminerò la via !
Dichiaro di accettare il regolamento del contest.
Diego Cocco – Sez. A
In seno
Ieri una donna è venuta a casa mia per mostrarmi il centesimo uovo uscito da una delle sue galline, la più anziana, stando a quello che ha detto lei. Era più piccolo degli altri, lo stesso colore.
«Questo non si mangia», ha aggiunto, «dentro c’è il Basilisco. Lo vuoi vedere, il Basilisco?»
Sono uscito in ciabatte, ci siamo messi in giardino, lei lo ha rotto e me l’ha mostrato. Il solito albume racchiudeva un tuorlo a forma di serpente. Un cazzo di serpentello!
«Questo non si mangia. Hai visto il Basilisco?»
L’ho salutata e me ne sono tornato dentro maledicendo quello spreco, avrei dovuto farmelo regalare, trovare un buon rospo adatto allo scopo e farglielo covare. Sarebbe nato il mio cazzo di Basilisco domestico e avrei fatto vedere i suoi occhietti furbi a tutti quelli che non vogliono capire.
Dichiaro di accettare il regolamento del contest.
Diego Cocco – Sez. B
Dopo il lavoro
La vecchia attraversò il cortile
con un buon passo, nonostante l’età.
Si fermò a poco meno di un metro da me,
mi salutò e disse:
«Tu sai capire uno sguardo, vero?
Riesci a distinguere cosa c’è di buono
e di marcio nelle persone.»
Io la osservai
preoccupato per i miei occhi,
non sapevo se stavano scoprendo le carte,
smontando la povera donna
oppure se la luce era quella giusta,
senza filtri,
buona per continuare
la serata e la vita.
Mi voltò le spalle
e chiese una sedia,
una sigaretta
e ahimè,
un paio di occhiali.
Dichiaro di accettare il regolamento del contest.
Violetta Arangini – Sez. B
IL VENTO DEL MALE
(A Falcone, Borsellino e a chiunque combatta per un’Italia migliore)
Ho combattuto coi mulini a vento,
ma il turbinar di quelle pale immense
frantumò il tuo cielo,
che, fatto a pezzi,
cadde sui monti,
immoti, come immense cattedrali.
Guardami o Don Chisciotte……
Ho voluto emulare le tue gesta
e sanguino tutta
ed ora il cielo piange
i suoi frammenti sul mio volto.
Raccolgo i frammenti del mio cielo,
li metto in tasca,
e vado via…..tremando;
troppo forte è quel vento di maestrale
che alimenta le pale dei mulini.
Dammi il tuo otre, Ulisse!
Che io possa chiudervi quel vento immondo
e quelle pale marciscano d’inedia,
l’urlo dei monti squarci quel silenzi
ed possa lanciarvi quelle pietre
che il tempo posato nel mio cuore.
Violetta Arangini – Lanusei
Dichiaro di accettare il regolamento del contest.
Massimo Pani – Sez. B
AMOR RIMPIANTO
Quanti ricordi ,
la mia mente,
torna sempre a quella estate,
io ricordo quel tuo sguardo
malinconico e fugace ,
la tua bocca ,
non uscivan le parole ,
ma i tuoi occhi ,
mi parlavano d’amore ,
i tuoi passi silenziosi ,
il tuo viso ,
circondato da quei fiori ,
da migliaia di colori ,
i capelli tuoi al mattino ,
di un color nero corvino ,
al riflesso di un bel sole
mi parea ,
che cambiassero colore ,
quel tuo sguardo ,
cosi’ intenso ,
e cosi’ vispo ,
io giammai
l’ho piu’ rivisto ,
vive sol nei mie ricordi
di un estate ,
di una gioventu’
ormai passata ,
se potessi riportar ,
indietro nel tempo
i passi miei ,
da te io correrei ,
ed un bacio
alle tue labbra ruberei ,
quel bacio ,
promesso ,
e tanto sospirato ,
di un amor ,
che poteva esser ,
ma purtroppo
non e’ stato .
Rendila Poesia
.
… avremo terra rossa tra le mani
con un mulino e campi di grano intorno
filari di cipressi e profumo di lucciole
Le viti
nodose e forti
a incatenare i nostri desideri
stretti
nell’attesa che il vento passi
e lo spaventapasseri faccia il suo dovere
La notte
porterà i canti alla Luna
e gli amori saranno caldi come falò
Le ombre, sui muri di pietra
danzeranno sulle curve
dove gli abbracci si faranno potenti
Albe rosa
a dimora nel cielo
d’un tepore che farà vibrare l’aria
e sui bordi ai viottoli
piante di lavanda invaderanno i respiri
fino a tingere di toni leggeri
tutto intorno
dove lo sguardo non arriva
ad abbracciare questo sogno…
.
sez b – accetto il regolamento
Sei la cattedrale
Sei la cattedrale
del desiderio che fu,
nelle tue crepe
dormono felicità
e orgogli spezzati,
i tuoi vetri colorati
intessono solo fili di polvere,
lasciando passare luci opache,
ormai solo un pezzo di culto
dell’antico splendore,
non odo canti gregoriani
né preghiere propiziatorie,
vana e stanca aspetti.
Ti stagli nel cielo
con le tue cupe guglie
ormai inutili,
pezzi di fastose pietre
giacciono fra l’erbe
e le decrepite mura,
una volta superbe,
non incuton paura,
ma pena, arrotolata
nel tuo egoismo
cadi già nel baratro,
inservibile.
Ancora odi il passato culto
che come un feticcio
raccogli e rimiri
come prova della tua forza,
ormai non più afferrabile,
ancora speri
in nuovi fasti e trionfi,
ma ti arrendi quieta,
con le tue mani
ti sei ingannata
e ora ancor tronfia
vaneggi vanesia
ma sei caduta per sempre.
Emanuela Di Caprio – Accetto il regolamento, sezione B
Albero Castrini
sez. B
Tracce
Siamo terra,
arata dai nostri avi
seminata
germinata.
Gelata dalle guerre
invasa
poi amata
riseminata.
Figli della terra,
dimentichiamo, sfregiamo
chi ci nutre, cresce
seppellisce.
Dalla nascita
riceviamo in retaggio
le fioriture
le brinate della nostra vita.
Figli emancipati
che ignorano le stagioni
già tracciate
nel nostro spirito.
Accetto il regolamento del contest.
Candide percezioni
Ho colto dal giardino una rosa.
D’avorio è vestita,
speziata e ricolma d’intensi aromi
e note persistenti:
pura
semplice
di velluto riluce al tatto .
Mi evoca ,terre lontane ed assolate,
profonde e di giovani vite ricolme.
Ma dopo averne per error ,
spezzato un tenero ramo,
quel candido fiore,
con mio stupore
di carta il calice ora possiede:
il profumo ha smesso di vibrare.
I petali senz’anima ,
giacciono sul selciato ,ormai disseminati
come se fosser anonimi sassi ,
senza fiato.
Gravina Isabella – Sezione B
Accetto il regolamento ed autorizzo al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003)
Maria Agnese Ibba
Accetto il regolamento ed autorizzo al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003)
Chiaroscuro
Gioco sulle luci dell’alba
con i pensieri
di chi altro non ha.
Guardo schiarirsi l’aria
con gli occhi
di chi altro non vede.
Penso tante cose
vane per chi
le crede impossibili.
Mi appoggio
nel vuoto di chi non può…
Il giorno è iniziato
e già aspetto
l’ultimo minuto,
quando al buio torna la luce.
La mia anima lo dice
che lo vede come il sole.
Sono sola nella notte
e vedo chiaro
nella notte che mi rende libera.
Dichiaro di accettare il regolamento del contest.
Sven Baumgartner – Sez. B
Caduto per terra, mi sono svegliato
che sogno, che strano, mi son domandato
la testa spaccata da un nero vessillo
caduto nel fango che taccio, mi assillo
spaventato mi corro e comincio ad alzarmi
non vedo le ossa al posto di carni
inciampo, malato, caduto nel misfatto
un carro traballante mi ha gettato dal basso
testa evirata e vermi scadenti
dov’è la mia amata? dov’è, miscredenti?
io sogno e barcollo, taccio e non mollo
dov’è la mia lingua, dov’è il mio cervello?
Ma prima di trovare risposta cattiva
putrefatto piede inciampa in pietra, giuliva
ridacchia il sasso nero e smussato
la lapide di una dama, quella che ho amato?
e vedo e leggo, che frase! Che orrore!
Qui giace la dama che m’ha preso il cuore
lo sento pulsare al di sotto del suolo
malato, la osservo per ore. Sorvolo.
Non noto la distesa imminente
di corpi amati caduti nel niente
che giacciono, visi sereni, addormentati
mangiati da vermi, cani, morti e malati!
Dichiaro di accettare il regolamento sez. A
Ci devastano le specie inopportune, le ruspe che annien- teranno se stesse quando non ci saranno più campi da arare. Ancora ci resta da raggiungere l’alba in cima alla collina, prima che un altro giorno cada in picchiata dal calendario. Anche tu che sei piccolo e raccogli figurine, guarda, non serviranno a niente i muscoli dei calciatori, le loro facce così lontane dal corpo. Un giorno non potremo più giocare, i palloni lanciati in aria resteranno incollati al cielo. Ci vuole un mondo che mantenga nella gravità la sua forza, che sappia dissotter rare gli alberi e far riaffiorare l’erba dall’asfalto.
Accetto il regolamento sez. B – Giancarlo Stoccoro
Accoglimi dentro la tua vertigine
con la finestra di fronte e i piani alti
per non smettere di salire e scendere
a precipizio piuttosto arrampichiamo
insieme di notte sugli alberi nudi
I COLORI DEL MARE
Quella voglia trasuda sempre più forte
cercandomi la dove non può esserci
di placare quell’ arsura che attanaglia il mio cuore
Voglia d’amarti ,voglia d’accarezzarti,voglia di goderti.
Voglia di averti per allungare quel sogno
degno dicitore delle mie esigenze.
Quest’autunno ti porta lontano,mi porta lontano
ma non sa tenerti lontano dai miei sentimenti
ormai radicati con sempre più forza da sembrare
porti di mare dove cercar ristoro alle fatiche.
Mare che sai amare chi ti ama
inventami visioni
che portino il sorriso sulle mie labbra
dammi quel sole che tramontando
s’appoggia su quelle lenzuola bianco d’onda
che tu accogli per proteggerlo dal sonno della vita.
E io che guardo questa meraviglia che regali
continuo a guardarti per stampare nel mio cuore
quei meravigliosi colori che inventi.
Quelle onde che regali al sole dormiente sono
le lenzuola dell’anima ,della mia anima.
E mi rassereno, certo, che nessuno mai potrà
rubare questa meravigliosa vita che continuamente
doni a chi come me ama essere chiamato:
Amante del mare.
Mare amante fedele e eterno
Fammi vedere in questo autunno il tuo vivere
fammi vedere i sogni di chi difende l’ amore
che sprigiona quel coraggio di farlo grande fino al cielo.
Cielo che confondi col colore dei tuoi baci.
Baci che accarezzano e cullano la voglia di vivere
sapendo che non tradirai mai chi ti ama.
Chi ama il mare non tradirà mai e
io amo il mare
Compagna fedele dei miei sogni.
SEZIONE B
Accetto il regolamento
ELISABETTA PERRONI 23/11/2014
Sezione B – Accetto il regolamnento del contest
Pasticcio
imbratterò la tela di colori violenti
per vomitare tutta la mia rabbia
di fronte alla stupidità degli uomini
che annientano se stessi
imbratterò la tela dei colori della follia
che si veste di normalità quando sa
ed esplode quando ignora
imbratterò la tela dei colori della giustizia
per ognuno diversa
dell’oro e dell’argento
del platino e del ferro
che solo i bimbi incanta
imbratterò la tela dei colori dell’amore
che nasce tenue dalla mamma
dal tono morbido e tondo
cresce in semicerchi ed angoli
e appena ci credi mente
imbratterò la tela dei colori
dell’alba e del tramonto
zucchero filato dalle mille sfumature
e di opposto senso
e mentre imbratto la tela
lacrime pasticciano i colori
tutto si confonde e si somiglia
l’odio diviene amore
la rabbia tenerezza
gli angoli si plasmano
di botticelliana opulenza
e i colori urlano dentro
e i colori amano dentro
ogni identità diventa l’opposto di se stessa
e dalla morte nasce la vita
Elisabetta Perroni 2005
Ines Zanotti 24 novembre 2014
SUONI e POESIA
“Oh vita,
che intonasti le mie prime note:
dal vagito compisti uno spartito…
Al volo del tempo affidai i suoni
e sulle ali dell’età i miei timori.
Composi ispirate poesie in sintonia
da sfociare vibrazioni in dolce rima.
Le odi partorir sento ancor dentro:
lo spirto fan elevar, il cor contento.
Ascolto placida i sibili della natura
e le stagioni riverbero in scrittura.
Ogni essere dona il suo suono:
fiore, cuore, rintocco o tuono…
I toni salgono la scala musicale
son delle voci, il timbro universale!”
Sezione B – Accetto il regolamento del Contest
La danza nel focoso bacio
Voglio suonare picca picco
senza tempo e ritmo
nel sussulto del cuore,
a far sollevare
il mio astro nascente
di intense sensazioni.
Già sparso
sulla ninfa del pensiero
dove il mare risuona
nel tuono dell’arcobaleno.
Una convivenza sarà
sul ramo d’orchidee
dove la brina sveglierà
l’essenza delle tue labbra
in un cristallino bouquet
abbondante di miele,
assorbente
nella danza delle stelle d’or
d’una meteora
in un focoso bacio
nei cerchi di luce che arriva
che l’alba ti svegli
nella brezza del mare
e verde campo
fino al calar del sole.
Poesia edita
Sezione B
Accetto il regolamento
Nicola M. Gramigna
Sezione B
Dichiaro di accettare il regolamento del contest.
“Fato”
Giaccio.
Immobile, fermo
e placido
giaccio.
E fuggo
la ferrea legge dell’utile
non presta occhi
ad amicizia o amore.
Senza lutto, corro
nel frastuono delle stelle
e vagheggio.
Indomito sogghigna
un primitivo tempestare
lontano, dall’anima del cosmo.
Freddo, illogico, giusto,
come boia cortese sentenzia
sulle speranze vuote.
Eterno figlio del primordo.
Eterno figlio del frastuono.
Innaturale
colpevole
taccio.
Alberto Diamanti
Sez. B. – accetto il regolamento
L’UOVO. LA GALLINA E IL NONNO PREMUROSO
Una bambina, che aveva fatto un brutto sonno
si faceva coccolare un pò dal nonno
che per farla sorrider, disse alla piccina :
“Tu sai chi é nato prima … l’uovo o la gallina” ?
La bimba, sino ad allora zitta zitta,
lo guardò negli occhi, dritta dritta…
e disse : “Nonno solo tu sai per te cosa io provo…
e ti ringrazio se con la scusa di quest’uovo
tu vuoi far sì che io dorma più serena !
Ti voglio bene nonno”!
… e pronunciate ‘ste parole, appena…
piano pian si addormentò, quella bambina…
… e in sogno gli apparve una gallina !
Il giorno dopo, appena sveglia, la bimbetta
corse dal nonno : “Ehi, nonnino… aspetta, aspetta…
.,. sai quella storia della gallina e dell’uovo ?
Io l’ho capita ! No… non c’é niente di nuovo…
L’amore per te, nonno, non ha prezzo ;
non ha mai fine… e non c’é neppure inizio.
E qundi non c’é tanto bisogno di capire :
oggi ci siamo, ma domani può finire.
Abbracciami nonno… ti voglio bene più di ogni cosa !”
E piano piano, una lacrima rosa
uscì dagli occhi di quella bambina…
che grazie a quella breve domandina
aveva capito che il tempo é una illusione,
e che l’amore fa felici le persone…
Può far felici tutte le creature, anche la più piccina…
E perché no ?! Anche un uovo e una gallina !
ROSELLA LUBRANO
Sezione B
Dichiaro di accettare il regolamento del contest
” DEA ”
Quel giorno te ne sei andata
come una tenera farfalla
dalle ali spezzate,
in punta di piedi,
come un soffio di vento
tra le spighe del grano maturo.
La tua anima dolce e discreta
è volata nei giardini del Cielo,
io l’ ho vista, l’ ho toccata
e ho sentito in me
l’ armonia del tuo canto d’ amore.
Tu, sublime Musa,
hai sconfitto il buio della sofferenza
e ora sei immortale,
le stelle ti invidiano,
i mortali ti piangono.
Quando Dio vorrà
spero di abbracciarti
e poterti parlare
della vita passata,
volata come un gabbiano
e questa volta, ti prego,
prendimi per mano.
Dedicata alla poetessa Alda Merini
Sezione B
Dichiaro di accettare il regolamento del contest
VELENO
Perfida e nera
la morte
ti ha portato via…
Un dolore sconfinato
ha fatto brandelli
della mia anima
e fermato per sempre
il mio cammino.
Sono morta
e ascolto
il battito del cuore
scandire un tempo
che più non m’appartiene.
Perfida e nera
lei non m’abbandona
e mi porge il calice
di quel veleno
che goccia
dopo goccia
mi annienta
lentamente.
GEMMA PREITE
SEZIONE B – ACCETTO IL REGOLAMENTO
Movimenti
I miei piedi percorrono strade
che non sono le mie,
strade buie e deserte
senza passato,
verso un altrove
di cui non riesco
a definire i contorni.
I miei pensieri galleggiano
su zattere mentali
seguendo scie
altrettanto sconosciute
verso confini indefinibili.
Smarrimento, confusione.
Unico punto di riferimento
possibile,
il cuore
Che anima le arterie
Che da vita ai due movimenti opposti
Che ancora suggerisce emozioni
E dona impulsi.
La bambina di Fabio è sull’atrio della sua casa, una villetta con giardino all’angolo della strada, e piange: le lacrime scivolano veloci sulle guance plastiche, come un bassorilievo di Luca della Robbia. Il suo corpo minuto si adagia sulla pancia di un cane accasciato sull’erba. Il nonno dice: – Lui è Virgola, è morto -. La disperazione di un bambino è nel suo pianto, come l’impotenza degli adulti nel silenzio.
– Perchè è morto? – ripete la bimba – Perché? Non stava bene insieme a me? Cosa gli ho fatto? –. E racconta del loro tempo condiviso, di quando Virgola scodinzolava e lei lo stringeva forte a sé. E pronuncia tante domande ancora, divincolando le manine paffute nell’aria.
– Non ci sono risposte, purtroppo… -. Ripete nonno Bruno – in bocca un sigaro olandese che assapora muovendo le labbra annerite dalle quali spuntano a fatica laconiche frasi che solo un bimbo e un vecchio possono comprendere -. Lei si incolla alle sue gambe e stringe le parole nelle orecchie protese, e negli occhi sembra fissare ogni pelo di quel cane per farne memoria. – Sarà sempre nel mio cuore Virgola… -.
Così si prepara alla morte dei corpi. E alla morte delle domande.
Maria Stella Lo Re
Short Story tratta dal volume ‘Come in due’, Arduino Sacco Editore, Roma, 2013
– Sezione A – Dichiaro di accettare il regolamento del contest
“Anima inquieta
che vaga nella notte,
si frange sugli scogli
la speranza della luce.
La sabbia sulla pelle,
la Luna dentro il cuore,
ha inizio il sentiero
nella Pineta dell’amore.
Il rumore del mare
copre il tormento.
Si odono lamenti
e poi immediato il silenzio.
Si perde nella notte
l’anima inquieta
che diviene sposa
del mare
nero come la pece.
Sulla sabbia
un velo bianco si posa.
Le luci dell’alba
nulla più posson salvare.
Assordante una sirena
e due righe
sulla pagina di un giornale.”
Filomena Innone
Sezione B – Accetto il regolamento
CERTI DI AVER SOGNATO
Come sarebbe se tutta questa luce rimanesse
avvolta nella mente, sempre, dopo coricati,
come il peluche vecchio, a difesa, sul comodino.
Come questa casa se fosse lasciata una notte sola
alla sua luna, e invece le altre come terra coltivata
dalla nostra presenza viva: eco sentito senza sosta.
Come le calle staccate una ad una dalla terra
in una giornata spenta senza luce a fare bianco, e io e te
seduti sul divano senza un mare davanti da guardare.
Come è essere certi di aver sognato
dentro una modesta cartolina
in cui la continua confluenza di ogni idea
e tutto il cielo arreso
facessero la scena, il punto
rimasto sulla piega di un racconto.
Maria Stella Lo Re
Poesia tratta dal volume ‘Come in due’, Arduino Sacco Editore, Roma, 2013
– Sezione B – Dichiaro di accettare il regolamento del contest
Dell’Anima il battito
Tra le fessure dell’alba
ascolto dell’Anima il battito,
lentamente alla Luce
i pensieri miei si schiudono.
Dai deliri del mondo
assorbo il dolore,
di sdegno mi inondo
per gli impuniti abusi,
le sofferenze, i soprusi.
Oltre l’orizzonte del disgusto
pongo l’attonito sguardo,
scorgo la Pace del Creato,
la dolcezza della natura,
l’impetuoso e quieto
movimento del mare,
il continuo rigoglio della terra.
Mi rifugio qui,
in quest’eremo
d’insuperabile bellezza,
il cuore vibrante d’Amore
e grata abbraccio il dono
dell’Eterna Vita.
Tania Scavolini
sezione B – accetto il regolamento
I sentieri dell’anima
Appartenevano a lei quei passi lievi sulla neve fresca, uno dopo l’altro a comporre un sentiero. Jacob ne scorgeva solo le orme, non la distingueva mai a occhio nudo, specie in quei percorsi impervi in cui riusciva a malapena a camminare, affranto da sofferenza e dolore.
La vedeva solo prestando un’attenzione maggiore, cogliendo le sensazioni più impercettibili, ascoltando i richiami più impellenti del cuore, dimenticando le sue lacrime di rimpianto e frustrazione.
A volte la percepiva ancora meglio quando smetteva di pensare sempre a sé stesso e riusciva a riconoscerla mentre lei saltellava felice lungo i suoi sentieri, scodinzolando al vento e al sole, scivolando sulla neve con generosità, sorridendo al cielo e al mare. Quando Jacob la vedeva così, voleva dire che la trovava finalmente vicino a lui, anzi era dentro di lui.
La sentiva presente l’Anima, che aveva il potere di renderlo sensibile facendolo aprire al prossimo, scrollandogli di dosso l’egoismo e la chiusura, facendolo mostrare radioso come un raggio di sole. Erano i momenti più belli della sua vita, quelli in cui riusciva a vivere coi riflessi dell’anima, della sua scontrosa, ma prodiga anima.
Tania Scavolini
sezione A – accetto il regolamento
Marina Cozzolino
Sezione A-Accetto il regolamento
Se l’amore è capovolto
Mi dicevi che quando non ero nervoso ero il marito più buono del mondo, ma più tu mi volevi aiutare e più io mi innervosivo.
Volevi che tornassi ad essere l’uomo che avevi conosciuto e di cui ti eri innamorata, premuroso e tenero e invece ti ho fatto vivere in un continuo stato d’angoscia.
Ti ho offesa e mortificata nella tua dignità ma tu hai nascosto il dolore e le ferite.
Era impossibile per te pensare che l’uomo che ti aveva dato affetto, che ti aveva fatto ridere, adesso ti faceva tanto male.
Ho indossato una maschera, l’ho confusa nell’essenza del mio essere e ho massacrato a calci e a pugni la tua anima e tu ti sei ripiegata su te stessa come una foglia accartocciata. Sei stata la vittima silenziosa della mia follia.
Mi sono nutrito del tuo silenzio e ho capovolto l’amore.
Adesso ho trovato il coraggio, finalmente.
Non posso continuare a fingere che tutto quello che è accaduto, non è accaduto.
Sono un fiume in piena davanti a questo poliziotto che mi guarda esterrefatto.
Se non riesco a difenderti da me, qualcun altro lo farà al posto mio.
Sezione B – Accetto il regolamento
-Rosa di Novembre-
Era Novembre
ricordo i nostri respiri
che si baciavano nella nebbia
In una mano
tenevo una rosa
pallida come la luce dei lampioni
e con l’altra
dipingevo a memoria
barche addormentate nella notte
mentre tu ridevi
di quella risata leggera
che non ho saputo
fermare nel tempo
Ricordi?
Era novembre
ora conto le spine di una rosa
son così tante che fan male…
Canzone degli addii
Ci siamo abbracciati sotto l’arco
che s’apriva nella piazza
l’addio è stato una formalità
c’era un a rivederci fra le stelle
nella notte nitida e brillante
che ci trapassava il petto
non dolore non doveri non averi
un addio senza colonne da ragionieri
così come fanno i ragazzi che
si piangono sulle spalle e s’aggrappano
alla maglia quasi forse un’ancora
dopo l’addio nel mare aperto
alle burrasche alle onde alte
allo strillo di gabbiano sgraziato
sopra il ventre azzurro
che ci volle uomini e pesci
uccelli e insetti fiori e biancospini
ci siamo abbracciati nel sonno
come fasciame di barca alla burrasca
e attendere un’alba irriverente che non si cura
della tazzina sbrecciata del caffè amaro
anima mundi l’amore con dentro
tutto il dolore.
Narda Fattori
partecipo sia alla sezione B
e accetto il regolamento
IL BRUCO
Il bruco avanza indolentemente sulla foglia; mangiucchia qua e là pigramente, si bea di un raggio di sole poi scorge con la coda dell’occhio una coccinella e la guarda voluttuoso . Si sente pigro e languido. Scuote il grosso capo cornuto per attirane l’attenzione, è gonfio di voglia, ma solo a pensare a quanto gli costerebbe per raggiungerla alla forcella del ramo, si sente penosamente privo di forze.
Con uno sforzo di volontà si spinge avanti, tenta il gran viaggio del desiderio. Si torce e si contorce, si ferma spesso spossato. La coccinella gli volge impudica le terga.
Si ritorce e si ricontorce il bruco mentre il sole volge a occidente. Ormai non ha più neppure il fiato per inarcare la schiena. L’ennesimo tentativo lo rovescia sul dorso. Gli eventi lo sopraffanno e sprofonda in un’incoscienza beota.
Cinque mesi più tardi una stordita farfalla sollevò all’aria le fragili ali.
Una coccinella di passaggio la fissò ammirata: “Me l’aveva raccontato la mia mamma, che era stata corteggiata dalla più bella dell’aria!” , le sussurrò in uno stridio d’elitre acute.
Narda Fattori
partecipo sia alla sezione A
e accetto il regolamento
Sta per sorgere il sole
su di un mare
sempre meno nero,
sempre più grigio.
Ho la bocca amara.
Si farà celeste.
I passeri schiariscono
la voce della luce.
Sono stanco di presenziare
sempre e solo ai crepuscoli,
stanco di ascoltare
sempre e solo la mia disperazione
in fin di vita.
Mi sono coricato nel dolore,
rinasco all’alba
per sentire la speranza
levarsi da un letto di niente.
Il mattino sorge livido e arancione.
Fremendo si estingue
la luce di un lampione
e disperde la scintilla nel sole.
Mi è parso per un attimo
di vedere ardere un fuoco
esteso tra le cime degli ulivi,
e sono trasalito,
non già terrorizzato,
ma per un sussulto di benessere.
Si è riattizzata col giorno
la mia passione per te,
amore mio amorale,
ho ancora tanto da imparare,
ho ancora tanto da macerare
all’inferno.
Sono un primo mattino.
L’inferno è una strada da praticare,
incendiata dalla luce del sole
e di lampioni.
Un altro giorno
è morto
nel solito osceno tramonto.
Stavolta non ho voluto
assistere al patetico spettacolo
del cielo viola
stravolto in lutto.
Mi sono addormito distrutto
prima che imbrunisse.
Col favore della luna
indifferente nel nulla
mi sono ridestato.
(dichiaro di accettare il regolamento) – sezione B
Miriam Bruni – Sez. B
Accetto il Regolamento
Indifferente alla mia stanchezza,
spalanca il mattino le sue fauci
smisurate. E si gratta un orecchio
il sole, incurante di essere nudo.
Sezione A – accetto il regolamento
Ciao Maria.
Il broncio ancora intravedo tra le ginocchia sporche, e un bambolotto piange a faccia in giù nella polvere.
Abbandonate hai le scarpe, dove l’aralia ingombra il portico, tra le chiocce che passeggiano nell’aia e un vecchio carro sfiancato dal fieno.
Ti infastidisce il colletto in Sangallo, che da un tono al grigio abitino e a te, bruna zingarella dai capelli arruffati, dagli occhi d’ombra come le amate colline.
Laggiù fischia un treno ed alzi il viso, corri e sbuffi nella campagna.
Ciao Maria, hai scoperto che la vita addomestica, non sperare in un ritorno che non c’è.
C’E’ ANCORA NOTTE
C’è ancora notte
per le nostre voglie.
Ti strappo un sorriso
lieve dalle labbra
e la pelle tua racconta
di audaci storie proibite.
C’è ancora notte
per i nostri sogni.
Di te mi parli suadente
ma la mente vagabonda
si perde tra le nebbie
di un insistente desiderio.
C’è ancora notte
per il nostro amore.
Tu per me sei già futuro
e le mie carezze scivolano
a cercare il tuo mistero
che stanotte mi appartiene.
Mauro Bompadre
Sez.B – Accetto il regolamento
Accetto il regolamento del bando e partecipo alle sezione “B”
Angeli senza ali
Nulla è più struggente di una donna che muore
trucidata da una mano armata da demenza.
Su di lei si posa un velo di tragica malinconia,
d’innocenza e di eternità senza più vita perché qualcuno,
in balia della modernità che ci violenta,
immemore del piacere e dell’incanto per la seduzione,
arma la sua mano per sentirsi chi non sarà mai, e uccide!
E così la morte di donne innocenti, colpevoli solo
d’aver amato un uomo che non è mai stato tale,
si fa carico del martirio di questi Angeli che non voleranno più!
Quelle creature amavano un essere chiamato uomo:
il leggendario, il mito, il cavaliere che ha distrutto
prima lo loro dignità, poi l’amore e infine l’esistenza.
Onoriamo le martiri di questo mondo finto,
indossiamo l’umiltà, afferriamo il coraggio e
disarcioniamo i cavalieri così, senza cavallo,
non sono più nessuno e allora muoiono!
Non di una morte naturale, no, loro muoiono di una morte
che li lascia in vita a espiar peccati e a rimpiangere gli Angeli
che una volta, prima che gli efferati gesti li spazzasse via,
vivevano nel corpo, nella mente e nell’anima di donne
con una sola colpa: aver amato infami che ora,
preda della modernità, periranno in eterno per aver rubato loro:
corpo, anima e dignità.
Ora però non inventiamo numeri, non contiamo guai,
ma cantiamo per gli Angeli che vestiti da donna solcano il cielo.
Cantiamo contro questo male affinché non si ripeta
e preghiamo affinché non si diffonda infilandoci
in una strada senza luce.
Esortiamo gli Angeli affinché, ad ali spiegate,
ci accompagnino nel sentiero della vita
a farci vivere l’amore che solo loro possono donare.
RICORDI
L’allegria mi assale e mi precipito in camera per disfare la valigia velocemente così mi infilo il costume e corriamo sotto il ponticello, dopo aver liberato “Ruga” la tartaruga, dalla scatola di cartone./La mamma ci raccomanda la massima attenzione nell’avventurarci sotto il livello della strada, ai margini della biforcazione del canale, dove il lunedì di pasquetta siamo soliti andare a pesca di girini. Incuriosita dalla lezione a scuola sulla metamorfosi, l’anno prima ne ospitai uno sul lavandino della cucina di mamma; attesi trepidante la trasformazione e dopo un mesetto lo rigettai nelle acque sotto il ponticello soddisfatta./La prima giornata scorre molto veloce e torno a casa con le spalle in fiamme con Enzo, Nino e Roberta. Zia ci sgrida perché siamo scappati talmente presto da non permetterle di ungerci con la protezione solare, ma mia madre, dopo l’ammonimento, si raccomanda la doccia e l’ungimento con il prep./
Sono entusiastica ed elettrica per la giornata trascorsa a costruirmi la canna da pesca con lenza, canna, amo e tanto di esca….anche se non abbiamo pescato nulla!
Adoro queste estati e so di essere fortunata ad avere una famiglia affiatata e sono sicura che nulla e nessuno turberà il nostro equilibrio.
CATERINA MUCCITELLI
SEZ.A
Dichiaro di accettare il regolamento.
Antonia Fadda
Sezione B
Dichiaro di accettare il regolamento del contest
La solitudine
Intensa di misteriose aspettative,
agrodolce culla di altalene
inghirlandate da musiche sublimi ,
poesia,
incontaminata purezza,
reincarnazione di ancestrali sentimenti,
acre disperazione decrepita,
urlo strappato alle stelle!
Sognando l’Asinara
Sorvolo
un triangolo di pianura
e cilindri di pietra vecchia
mi avvisano
che posso andare
oltre
sentinelle abbronzate
fanno volare
solo i più giusti
e acini
di pazienza infinita
sono pronti
per essere pestati…
Sorvolo
il monte di Fabrizio
e maestralate di querce
scorticate
mi fischiano
che non posso
guidare le pecore
loro la strada
già la sanno…
Sorvolo
strade e piazze
di ulivi e palme
e un asino
dal pelo nostalgico
mi insiste
a fermarmi
ché arrivato sono
nella mia casa
nella sua casa
nell’altra isola
collina di suoni.
Sezione B – Accetto il regolamento.
Rondini
Siamo rondini con lo zaino
Cacciamo gli istanti che volano
Facciamo scorpacciate di tempeste
Portiamo nel cuore eterne primavere
accetto il regolamento, partecipo alla sezione B
Luisa Candolfi, accetto il regolamento, partecipo alla sezione B (poesia)
Luce
Eravam in tre
io, te e me
Un’altra sfera
Un’altra metafora
Eravam in tre
io, te e me
Una luce
sfiora le labbra
non le mie,
non le tue.
Luisa Candolfi, partecipo alla sezione A ed accetto il regolamento del contest
Rovine
Luisa stava afferrando il coltello sopra il tavolo della cucina, quando ad un tratto, Ludovico entrò nella stanza. La tragedia fu immane. Ludovico vide tutto quel sangue. Luisa ne era stracolma. Per un attimo pensò che Luisa si fosse tagliata, ma poi la verità fu più tagliente di quel coltello. Aveva perso moglie e figlia in una solo colpo.
Accetto il regolamento, partecipo alla sezione A
Povero bimbo
Alberto era un padre di famiglia. Lavorava dalla mattina alla sera con una sola ora di pausa pranzo. Sua moglie, Mimì, stava in casa. Avevano “3 figli”, Igor, Luisa ed il loro gatto Miscia Ma la mattina del 24 dicembre, Alberto non andò a lavoro. Quella mattina Alberto decise di terminare la sua vita in modo prematuro. Si tagliò le vene.
Partecipo alla sezione B (poesia) con “Nuvole basse”
accetto il regolamento
Nuvole basse
Sul prato
ancora delle nuvole basse.
L’oste non guarda,
la moglie non ha le braccia.
Arrivano le nuvole
e portano via
sempre tutto.
Le nuvole
e gli arti umani.
Nuvole basse.
Marta Ette, accetto il seguente regolamento e partecipo alla sezione A
Noi
Ti amavo. Ahimè, sì ti amavo, ma ancora non sapevo quanto.
Quel lunedì te ne stavi sulla panchina. Guardavi la tua moto. Tutto era intatto fra noi, sino a quando non ti vidi guardare una ragazza. Una ragazza con un cappello abbondante. Non la vedevo in faccia. Mi avvicinai nasccostamente. Quel cappello enorme si avvicinò a te e tu la baciasti. Me ne andai, non eravamo più un NOI.
Partecipo alla sezione B, accetto il regolamento
Gola
Nel mentre.
Perfetto.
Siamo obliqui.
Ingaggiamo sogni.
Nel mentre.
Non male.
Gola intatta.
Urla strazianti.
SEZIONE B – ACCETTO IL REGOLAMENTO
Filippo Salvatore Ganci
CUORE PURO
Non sono solo parole svestite
quelle che dettano i cuori puri
ma sol canuti sentimenti intensi
abrasi dal vento d’una tramontana.
Portano con sé lacrime di sale,
a volte profonde ferite di guerre
lasciate d’una mano senz’anima,
da cuori di pietra che percuotono.
Pompare deve a volte sangue amaro
o donarlo con dolcezza all’amato
privandosi del respiro d’un sogno.
Or dimmi tu, che apparire non vuoi
quale parola vuoi per vestirti a festa
perché solo io ne conosco l’amore!
Partecipo alla sezione A ed accetto il regolamento del contest.-
Filippo Salvatore Ganci
PAROLE SEMPLICI
Sono le parole semplici, quelle che sente volentieri il cuore, sono chiare e forti.
Nel cammino di vita, lasciano il segno ad ognuno che ami e fanno felice tutti i cuori puri.
Solo chi ama, sa donarle a chi ama. lui, sa che sono limpide e calde per quel cuore che vuole amore. Basta un ” TI AMO” o ” UN TI VOGLIO BENE”
Accetto il regolamento del bando e partecipo alle sezione “B”
Donnafemmina e qualcos’altro ” Inversionismo ”
Se mi sparaste
tra le anche
o dentro l’occhio
del seno stordito
sarei sempre
la stessa donna.
Divincolata
dalla mietitura dell’ortolano,
mentre i decenni passano
segnando
lo stesso bordo
negli stessi cieli.
Ecco che passa
la piccola testa,
l’avete vista?
Non la conoscete?
Va a marcire
sotto la pancia
del leone,
a brucare il legno
sul rogo della strega.
Ricordo bene
l’estremo singulto
da puttana,
quando mi fu detto
di non avere un posto,
cantai
la marcia funebre
stonando la morte
verso i monasteri
ammaccati,
dietro le pietre
della lingua strappata.
Urlai
ma caddi nell’inchiostro sacro.
Vi lascio la bestemmia
dicono sia solo
figlia dell’uomo
-pioggia-
anch’io sono figlia,
femmina idiota
che gira
la carne attorcigliata
-Che meraviglia!-
come troia e santa
ondeggiando
al prossimo battesimo.
Ho visto passare
una lontra,
era ferita,
correva sulla strada
per piazza del Cannone
aveva un fiore rosso.
Mirella Merino 10/12/2014
Titolo: Guerriero Di Luce
Ho scelto in questa vita di amare senza condizione e di parlare seguendo le emozioni e non le intenzioni.Non esiste nessuna scelta quando si ama.
Ho scelto di dare valore alle parole ”sempre e per sempre “ con le mie azioni e il mio coraggio. Sono stato onorato della consegna della spada per difendere i diritti di ogni creatura vivente e ho scelto di combattere in nome del vero amore.
Scaglierò frecce argentee e dorate, per ritrovare la strada che ho perso, quando mi sembrerà che l’oscurità delle tenebre mi stia assalendo e travolgendo nelle sue fitte nebbie.Non hanno importanza né il mio colore né il mio aspetto, ma unicamente la luminosità della mia anima e ciò che custodisco.
Sono qui sulla terra, alla ricerca dei miei simili per riunire l’Antica Stirpe e il viaggio in questa dimensione mi condurrà all’altra parte di me.
M’inchinerò, dinanzi alla bellezza del suo cuore e le farò dono del mio amore infinito, per l’eternità.Da troppo tempo erro su queste terre e il tutto è iniziato quando l’ho persa nella vita precedente. Non ho agito seguendo il mio cuore,ma il mio orgoglio e ho rinnegato quel che invece lei, aveva percepito fin dal principio, nel nostro primo sguardo.
Autrice Mirella Merino
Dichiaro che l’opera è frutto del mio ingegno e inedita.
Accetto il regolamento del bando e partecipo alle sezione “A”
Mirella Merino 10/12/2014
TITOLO: SEI SEMPRE CON ME
SEI SEMPRE CON ME,
ANCHE ORA CHE SONO LONTANO DA TE.
IN QUESTA NOTTE, CHE MI SENTO SOLO,
SENTO IL TUO CALORE CHE MI VIBRA NEL CUORE…
E CON LA MENTE VOLO.
PENSO,CHE SEI NEI SORRISI DELLE DONNE CHE INCONTRO,
NEI LORO OCCHI AVVERTO IL TUO MONDO.
SEI SEMPRE CON ME E NON MI LASCI MAI,
E OGNI VOLTA MI SALVI, QUANDO MI CACCIO NEI GUAI.
MI DISTRUGGE LA TUA NON PRESENZA,
MA ALLA FINE, SO SEMPRE CHE
TU SEI PARTE DELLA MIA VERA ESSENZA.
LA MUSICA E’ TUTTO QUEL CHE AMO
E I SUONI SONO LA TUA VOCE CHE VIENE DA LONTANO,
MI RICORDI SEMPRE CHE VIVO ANCHE PER TE
E PER QUESTO SEI E SARAI SEMPRE CON ME.
E PER QUESTO SEI E SARAI SEMPRE CON ME.
AUTRICE: MIRELLA MERINO
Dichiaro che l’opera è frutto del mio ingegno e inedita.
Accetto il regolamento del bando e partecipo alle sezione “B”
GIUSY RODOLFI 10/12/ 2014
Accetto il regolamento del contest sezione B
E…tutto ebbe inizio Inversionismo
Pliocene, iniziò…
s’innalzò la terra
soffiò il vento, e,
lingue di fuoco invasero,
marasma d’acqua sconvolse.
E poi…silenzio
Miocene continuò il cammino;
si rizzò in piedi,
innalzò cattedrali
montagne di fuoco
sviò: fiumi, laghi, mari, e…
del Bla Bla, fece monumenti:
tra assassini malandrini ladri
stupratori di donne e bambini.
L’ingranaggio senz’olio scricchiola, sbardella…
La terra in tremore
rilascia un fetore di piaghe
piagate e mai risanate,
di pelle strappata, bruciata
giammai ricomposta.
Dichiaro di accettare il regolamento del contest Sez. A
Il treno
Mi spinse la lingua senza troppo tergiversare, sapeva di tabacco salato ,al formaggio. Forse aveva pranzato prima di prendere quel maledetto treno. Già il treno, mio programma a tavolino.
Non mi interessava chi fosse quello seduto davanti a me . Era uomo e questo mi bastava. Del resto non si dice chiodo scaccia chiodo?
Lo guardai distrattamente . Mi soffermai poco sulle mani , erano macchiate, non so se efelidi , le unghie impecorite ,lerce in bellavista. Ecco, avevo deciso, lo guardai dritto, da vacca grassa, poi mi feci scivolare lenta con la bocca semiaperta, la punta della lingua sbavata sull’angolo, da cui colava qualche goccia di saliva. M’impennai di scatto , sul pene già ingrossato. -Ti piacerebbe vero? Solfeggiai muta con gli occhi fradici ,libidine? Sbottonai la camicetta ,schiaffandogli il seno sui baffi , pronto nel dovere. Mi sarei presa a pugni, nessun passo indietro, no. Merda ! Dio! Stavo di merda! Anch’io nella cecità di una verità palese? Amen , sto puttana , dopo troia a tutti gli effetti, tanto cosa cambia? Almeno ,mi sarei scopata un uomo . Lui no, un altro uomo, quel pezzo di frocio! Affanculo quel suo maledetto perbenismo. Affanculo! Mi venne da vomitare.
Partecipo alla sezione B, accetto il seguente regolamento del Contest. Grazie.
Videogioco
I sentieri dell’anima
non celebrano
la modernità
del giuoco
per mezzo
del videogioco.
I sentieri dell’anima
introspettano
la verità del passato
con il sapore del verso.
Partecipo alla sezione A, accetto il regolamento
Giorni
Erano giorni scuri nei quali neppure la Luna si affacciava. I nostri protagonisti, di carattere secondario, insistevano sulla fenomenologia del tempo, sul suo espandersi, sul suo ripiegarsi. Erano giorni in cui non si vedeva il Sole. Ne le stelle. Eravamo solo noi e la vita dell’universale filosofia.
Partecipo al contest accettando il regolamento.
Sezione B, in fede Carla Mori
Luci a mezzanotte
Statale 45.
Silenzio per la via.
Notte. Niente Luna.
Una sera come tante.
Statale 45.
la tragedia a mezzanotte.
Una luce.
La luce.
e poi il boato.
Sono morta nella statale 45.
Accetto il regolamento, partecipo alla sezione A
Voci
Settembre, gli alberi stavano iniziando ad ingiallire, quando sul portico vedemmo assieme la rosa dei quattro venti sbocciare. Un’emozione unica. Io impallidì dopo soli 3 minuti. Sentivo nuovi voci nella mia testa. La rosa mi parlava e chiedeva aiuto. La tagliai, non so ancora perché, ma decisi di non fidarmi di quel fiore.
NULLA DI PIÙ
Nulla mirano gli occhi
quando la luce li pervade,
Nulla odono gli orecchi
né il passo che cade
Nulla odora tutt’intorno
solo il profumo della pelle,
nulla oggi sembra adorno
solo le labbra, solo quelle.
Nulla è incredibile
come il tocco della mano
nulla è più sensibile
anche il cuore batte invano
Nulla sa stringermi così
né più il sole e il suo calore,
Nulla come lo sguardo che posi
dono’ troppa gioia quasi dolore
Nulla di più sa incantare
di quel sorriso gioioso
nulla ancora desiderare
dopo un bacio così focoso
Nulla s’immagina del futuro
solo oggi è importante
nulla mi rende più insicura
incerta come un ‘errante
Nulla ci è destinato
sol quello che rubiamo
nulla più del fato
sol in questo noi possiamo
Nulla però di più conviene
di quest’ore tanto attese
nulla dell’anime tutte piene
fino a donarle a mani tese
Nulla di questo vorrò cambiare
pur anche l’asperita’
Nulla pur di respirare
l ‘aria tra le tue dita.
accetto il regolamento, partecipo alla sezione B
Rosa Maria Chiarello 10\12\2014
Accetto il regolamento del bando e partecipo alle sezione “B”
L’ultimo respiro
In una mattina di agosto
dopo una notte irriverente
capii che te ne stavi andando.
Mi stavi lasciando con il mio dolore
e con la consapevolezza che
non avrei più potuto dirti
Ti voglio bene.
Non saprò mai cosa hai pensato
negli attimi del tuo trapasso.
Ho visto le tue mani
non aggrapparsi più alla vita
Per tutta la notte non avevi fatto altro.
E proprio in quel momento ho pensato:
Mi stai lasciando.
Le lacrime calde cominciarono a bruciarmi il viso
mentre il cuore mi scoppiava
Ero sola con la mia disperazione
e così sono rimasta per non so quanto tempo
incapace di comunicarti le mie sensazioni
Guardavo i tuoi occhi spenti
con la grande certezza nel cuore
che finalmente ti eri rincontrata e riconciliata
con il tuo grande amore.
Massimo Chiriatti ( Chirio, inversionista)
Accetto il regolamento sezione B
Carta ( scritto inversionista )
Assaporare, toccare
percorrere e sfiorare
la carta
con acerbe carezze d’inchiostro;
o vomitandoci sopra pensieri
con rigurgiti
o vagiti a singhiozzi;
e finire
facendoci l’amore
imbrattandola d’umori.
Così tu,
non più candida
ma ancor profumata e preziosa
carta,
mi contieni
nei silenziosi racconti
del mio sentire.
-Cause di un sorriso sincero-
A lasciarmi inerme,
squadrato dalla tua percezione
è il sorriso sincero,
che libero di amare,
riesce a frugare nelle mie viscere.
Oppure è l’invidia dei tuoi jeans,
premurosi su curve tanto gentili e smaliziate,
repressa al mio conscio limitato.
Oppure è soltanto l’appassionato rimbombare,
il carezzevole tic tac di un anima
che odo da distanze infinite e da tempi prossimi al mio cuore,
animato di auspici
ma infranto dai sospiri.
Proprio come una lacrima si stende negli occhi bisognosi di verità,
o come una profonda onda oceanica
che in tempesta agogna la meritata spiaggia,
punto d’unione tra ardore e bisogno,
anche stanotte, di intenderti
e baciarti sogno.
Giuseppe Carta
Sez B Accetto il regolamento
Dichiaro di accettare il regolamento.
Sez. B
Cosa sono gli uomini
Se non soluzioni di problemi inesistenti.
Aragoste nel deserto dei grattacieli,
Angosce rivoltanti succubi giacigli
Di arida fanghiglia vermiforme.
Pianti nel mare, controvento,
verso soccorritori dispersi
sull’isola di se stessi.
Cosa sono le mie paure?
Chi si nutrirà delle mie parole?
Formicai che soccombono
Asfissiati dal proprio egoismo
Quando nei sospiri del futuro
Veniamo inghiottiti dai mulinelli
Atroci delle nostre domande.
Scaraventati come barche
Contro scogli di cruda saggezza.
Eccoci, negli emisferi polari,
Gelidi, delle nostre sicurezze
Difronte la verità in necrosi:
Ad attendere la novità come vecchie il necrologio
Ad illuminare strade vuote, come lampioni
nella prospettiva entusiasmante di ombre laconiche.
A schiarire la notte come la luna
di ciechi telegrammi scritti nero su nero.
Più straziati dal dolore del mio specchio
con la mano del buio a tappargli la bocca,
a recidere dal suo petto il grido della verità.
Eccoci qui, uomini e me,
La solitudine gode del posto
Più bello in questo splendido teatro,
Rivestito di carbone e stagno
Vissuto da polvere e stelle.
Lo sguardo al cielo,
Quindi demolito dal silenzio eterno.
OGNI VOLTA
Quante volte hai guardato/ma non hai visto./Quante volte ho parlato/e non mi hai ascoltato./Quante volte ti ho cercato/e non ti ho trovato./Ed ogni volta una lacrima /
è scesa dal cuore scalfendolo a crudo,/indelebilmente/ed il solco, ogni giorno,/è divenuto più profondo e doloroso.
CATERINA MUCCITELLI
SEZ.B
Dichiaro di accettare il regolamento.
come si fa a tornare indietro
ora.
tornare alle domeniche
senza i baffi dei gatti
senza l’odore della verza
senza gli occhi dei vecchi
senza i tuoi occhi addosso
tornare le domeniche
a vagare vagoni
nei santuari del polipropilene
e fermarsi
dentro l’abbraccio
di una mosca
che incespica briciole
di un cieco che vede
di un piccolo uomo
trascinato via
dall’algoritmo
degli ovetti kinder
elisabetta turchi
sez. B
accetto il regolamento
Dichiaro di accettare il regolamento. Sezione B
Carla De Bernardi
BIOGRAFIA
Nacque all’alba di una notte d’estate.
La sua infanzia trascorse serena seppur solitaria.
L’adolescenza fu un duro colpo.
L’età adulta piena di sconfitte.
La vecchiaia non portò quiete, nè riposo.
Tantomeno saggezza.
Morì inascoltato al tramonto di un giorno d’inverno.
sez. A
accetto il regolamento.
Fiore di cactus
Probabilmente non si ricordava neanche di quel bel film dove improvvisamente al cactus sbocciava un fiore rosso. Dopo mesi era lì a cena con i vecchi amici e con orgoglio mostrava le foto sul telefonino alquanto vetusto, che continuava ad usare nonostante ne avesse uno nuovissimo super accessoriato. Sul video sfilavano uno alla volta quelle sue nuove creature: Astrophytum asterias, Echinocactus grusonii, Echinopsis Blute von der Seite. Sembrava commuoversi quando spiegava che dell’Echinocereus Chloranthus c’erano due piantine che crescevano alte e dritte finché un giorno le aveva trovate quasi adagiate alla sponda della cassetta, mentre al centro uscivano dalla terra tante altre piccole piantine:” Come se avessero lasciato posto ai figlioletti”- diceva lui. Tutti quei nomi confondevano! Lui no, non si confondeva, conosceva quei nomi, ma per lui erano soltanto creature. Continuava a ripetere che prima erano piccolissimi, dentro un vasetto e stavano morendo, quando lei se ne era andata via. Un giorno aveva smesso di piangere. Aveva iniziato a riprendere in mano le sorti della propria vita. Così era capitato che aveva preso il vasetto, l’aveva bagnato una volta alla settimana, finché i cactus erano cresciuti, li aveva divisi ed ora loro lo ripagavano con magnifici colori. Quei fiori erano la metabolizzazione dell’abbandono.
sez. B
accetto il regolamento
Da rottamare
Vivi, vivi, corri, magari
senza vivere realmente.
All’improvviso ti ritrovi così:
da rottamare.
Eri certo di aver tempo
innanzi.
Con sorpresa
scopri le tasche vuote
di ore fruibili.
Non ci credi.
Allora le rivolti e frughi,
frughi,
ricerchi spiccioli di attimi
che ancora
ti concedano di eliminare
quel sapore amaro
di sconfitta
che giorno dopo giorno
ti riempie la bocca.
Senti tra i denti
le briciole dei giorni sprecati
rincorrendo illusioni e sogni,
sgonfiati e volati
nei cieli come palloncini bucati.
Il dito non indica la luna,
cerca di trattenere
l’ultima possibilità,
ma è solo un piccolo dito,
mentre dentro te, crescono
l’ansia e il greve sentore
di aver addosso
il fiato fetido della vecchia.
Sandra Ludovici
Dolce male
Canto
ragioni di tenerezza sgomenta,
fronde di speranza sofferta,
nascondo
note di sorte scalfita.
Serbo
freschezza di umidi ricordi,
ombre d’antico notturno,
cullo
riflessi di sordo pianto.
Sogno
raggi di candore infante,
desideri d’innocente blandizia,
catturo
stolte arguzie di riso.
Mendico
stenti di pietà diversa,
sguardi in cattura segreta,
amo
attese d’un dolce male.
Accetto il regolamento – Sezione B
Attrazione fatale
Sin da quando imparai a leggere, ma forse ancor prima, provai una forte attrazione per i libri, tanto da poter trascorrere un intero giorno in loro compagnia, senza aver bisogno d’altro. Già da allora amavo tutto di essi, l’odore della carta, le copertine, le stampe e, naturalmente, il loro contenuto: le storie meravigliose che vi si raccontavano, le frasi proverbiali, le emozioni poetiche, i colori delle parole.
Leggendo, oggi come allora, mi sento trasportare in un magico mondo, dove il tempo va oltre se stesso e, ogni volta, alla fine del libro, ritorno alla realtà più ricca e felice nell’animo.
Sì perché leggere è come cominciare un viaggio, pur senza partire realmente: pagina dopo pagina, passo dopo passo, m’incammino anch’io nella storia, divento parte di essa, cerco e incontro “persone” con le quali vivo momenti quasi inenarrabili!
Altresì amo scrivere, perché un libro è come un caro amico cui poter raccontare tutto, il tuo alter ego, una parte di te.
Scrivere, leggere, vivere in un libro è come tuffarsi in un mare azzurrissimo o sognare sotto un cielo trapunto di stelle. È entrare in un mondo che non ha mai fine, è desiderio, passione, amore sconfinato, attrazione fatale.
Fiorella Fiorenzoni
Sezione A
Dichiaro di accettare il regolamento.
ANIME CANDIDE
Milano. Campanello con cartoncino. Alberto Righi. Stanza disordinata.
Occhi negli occhi. Lui di carne e sangue, lei di cristalli liquidi. Il viso di Alberto, circondato dalla barba di due giorni, quello di Mara dalle icone. Da mesi la aveva messa come sfondo del desktop per poterla vedere sempre. Explorer. Facebook. Messaggio privato. A: Mara Conti. Le dita di lui correvano sulla tastiera. Non erano guidate dal cervello, ma dal cuore. Sentì i suoi sentimenti che si spostavano attraverso le braccia, poi nel messaggio. Allegò la sua vita al post. Invio. Rimase a fissare l’indice della mano che aveva affidato a internet il suo cuore. E immaginò il momento in cui avrebbe potuto passarlo sulle labbra di lei, suo amore lontano e ancora mai toccato.
Milano. Targa in ottone. Studio Bessi Conti commercialisti associati. Ufficio ordinato.
– Paolo, c’è la riunione.
– Un attimo, Mario, vieni a leggere cosa scrive questo fesso.
– Ci crede sul serio, quello, di avere beccato su Facebook.
– Non si è nemmeno accorto che la foto sul finto profilo è quella di Shakira.
Risate.
Accetto il regolamento
Sezione A
Lodovico Ferrari
Renata Visintini 13/12/2014
La roggia ( centenario della grande guerra)
La roggia lungo il muro
del cimitero scorre
accompagna il sonno eterno
di questi poveri giovani
che hanno lasciato la loro patria
per venire a combattere e morire
lontano dalla loro terra:
oggi anche senza il loro nome.
Giovani tra i giovani
di tutto il mondo
in una fossa
che i loro corpi
ha ricevuto
lontano dal loro paese
e da sua madre che li ha aspettati
tutta la vita inutilmente,
Scorre la roggia
lungo il muro del cimitero
canta silenziosa
per non svegliare
i ragazzi che dormono.
RENATA VISINTINI
SEZ.B
dichiaro di accettare il regolamento
Eleonora Mangiapelo sez A Dichiaro di accettare il regolamento
Cicatrici- Inversionismo
Miriam sdraiata in un letto di ospedale si sveglia, si sente stordita
e non riesce a ricordare nulla di ciò che può essere accaduto. Il suo
sguardo va sulle sue mani, la sinistra intubata, la destra in parte
fasciata, le dita graffiate. Allora ha un flash : Antonio che rientra
e la chiama da in fondo le scale. La insulta come sua abitudine.
Ricorda quella sensazione di angoscia e terrore sulla pelle. Quel
tagliacarte tante volte lo ha immaginato piantato nel petto di quel
mostro, soprattutto quando abusava di lei. Lo sente salire, lei che
prende quello che era stato un regalo per il suo compleanno e lo
nasconde nella manica del maglione. Lui si avvicina con la sua puzza
di fumo e alcol, le grida le solite parolacce e la afferra per le
spalle scaraventandola per terra. Miriam si rialza e quando lui si
avvicina con quel pugno prepotente, lei lo colpisce una volta in
faccia, e ancora alla gola e poi al petto. Una furia si è
impossessata di lei. Si guarda intorno, la flebo continua a gocciare. Seppur liberata da quel
mostro, continua a sentirsi una sua vittima. Il ricordo non la
abbandonerà mai. Come quelle cicatrici.
Il profumo dei rovi
Lieve il pendio
scorre lontano,
dolce la valle
al piè distesa.
Avanzano gaie
svolazzanti farfalle
sfiorando leggere
dune erbose.
I cipressi:
sbarre o sipario
al mio occhio
alla finestra.
Scarna la cornice
ove rampicante
il profumo dei rovi
sale a lacerare
la mia mano.
(Edita nella silloge “Le stanze vuote” Antonella Iuliano – David and Matthaus edizioni)
DATI E DICHIARAZIONE
Antonella Iuliano
Dichiaro di accettare il regolamento del contest e autorizzo al trattamento dei dati personali, partecipo alla sezione B
Biografia
Nacque d’estate poco prima dell’alba.
L’infanzia trascorse serena seppur solitaria.
L’adolescenza fu un duro colpo.
L’età adulta piena di sconfitte.
La vecchiaia non portò quiete, né riposo.
Morì inascoltato più o meno al tramonto.
Accetto il regolamento, partecipo alla sezione B
Miriam Bonvini sez.B
Accetto il regolamento
Materno-blues (inversionismo)
Tu
battito d’ali
palpito in più
crampi allo stomaco
germoglio nel ventre
lievi calci da dentro
Tu
peso greve
sempre più greve
pallone che scoppia
luna piena d’estate
fusione inscindibile
Tu
pelato frignante
scimmiotto sconvolto
dal viaggio nel tunnel
a vedere la luce
ferita abbagliante
Tu
marziano ed alieno
troppo presto per vivere
in un mondo distorto
nemico contorto sconvolto
Dispiego le ali
ti avvolgo con cura
Volo con te
© Un sogno morto
Ha fatto tanto male
quel grande tuo silenzio
l’ipocrisia gentile
fatta di aridità,
di quel mangiare i frutti
senza innaffiar la pianta.
E’ grande quella foglia
che pencola dal ramo
la vedo e mi avvicino
rapita e affascinata.
Ed ecco che ne osservo
le nervature rigide
la trasparenza gialla.
Disidratata e fragile
ancora mi vuol dire
son bella anche così;
il sogno sono stata
che ora è morto, guardami:
ormai ho poco male;
ancora un altro giorno
e briciole sarò
di sole dentro il vento.
Non son caduta marcia
dentro la terra nera.
E’ stato bene che
sul ramo io sia rimasta,
così sarà leggero
il peso del ricordo.
17 12 2014
h 23,53.
Sez B. Accetto il regoamento
I MORSI E IL PANE
C’è sempre il maggior gusto
al primo morso,
quando il pane croccante
è ancora sconosciuto al dente.
La fame dà più sprone,
rende avida la bocca
che si umetta fino a gocciolare
per il desiderio ardente.
Il secondo,
il terzo,
anche il quarto morso
hanno briciole di memoria,
poi la bocca perde
in maniera continua e costante
il piacere della novità.
I morsi rallentano i tempi,
fino al passare della fame,
quando non è più croccante
il quotidiano pane.
Guido Rella. Dichiaro di accettare il regolamento della sezione B
Natale per tutti
Gente distratta
dalle vetrine
nemmeno il tempo
di regalarti
una canzone.
Cammini assorto
nei tuoi pensieri
con nostalgia
ritorni all’ieri
quando parlavi
con il tuo cane
fedele amico
che il destino
con sé ha portato.
Ti guardi intorno
trovi soltanto
l’indifferenza
in questa festa
in cui si parla
di accoglienza.
Ma il Natale
sorge per tutti
giovani e vecchi
poveri e ricchi.
Accetto il regolamento
Sez.B
___Nel paese di Friscura__.( Freschezza)_di Antonia Fadda____
C’era una volta un paese dove il Sole, talvolta, scaldava l’aria ventiquattr’ore su ventiquattro, vale a dire non voleva tramontare . Adagiato in mezzo al cielo si stiracchiava, si voltava sdraiandosi e scuotendo i raggi prima da una parte e poi dall’altra. Tossiva e starnutiva quando qualche raggio disubbidiente, poverino, troppo stanco, non era in grado di assolvere al compito di riscaldamento che gli era doveroso..
Di recente però Sole sbadigliava troppo spesso poiché era distrutto dal mancato riposo e dunque bisognava trovare la maniera di sostituirlo…oppure doveva far pace con Luna e lasciarle fare il turno di notte! Sole e Luna litigavano talvolta per gioco ma poi si indispettivano e non rispettavano i turni regolari. Ho dimenticato di dire che il posto dove avevano scelto di dimorare, in mezzo al cielo, si chiamava “Friscura”
Era ricco di una immensa vegetazione che sviluppava le radici nelle nuvole le quali si alternavano quando sorgevano problemi a causa dei temporali. Nuvolette neonate avvolgevano le piante aeree, e a volte portavano i fiori intrecciati come ghirlande intorno agli arcobaleni danzandovi attorno. Le Nuvole madri quando Sole scaldava troppo, si precipitavano in gocce sulla terra da dove nel frattempo saliva il padre Vapore. Vapore si avvicinava a Nuvola non appena Atmosfera lo permetteva abbracciandola. Le figliolette si stringevano a loro.
E nel paese di Friscura, dopo i temporali, era tutto un rincorrersi alla ricerca l’uno dell’altro. –Accetto il regolamento del bando e partecipo alle sezione “A”–
Rossella Penserini
Accetto il regolamento – sezione B
PAROLE SPENTE
Sono lì
sospese
in questa attesa che sa di fango.
Sono parole
intrappolate nei tuoi occhi
spenti dalla notte della vita.
Nessun sussurro
Non c’è più affanno
nessun dolore
che non sia il nostro.
Anche il vento tace
Sopra questa pietra fredda
Muta
di compassione.
PARTECIPAZIONE ULTIMATA IERI 22 DICEMBRE A MEZZANOTTE.
A PRESTO CON I FINALISTI ED I VINCITORI DEL CONTEST
RICORDIAMO CHE CI SONO ALTRI CONTEST ATTIVI SUL NOSTRO MAGAZINE.
VI AUGURIAMO DI TRASCORRERE UN NATALE ALL’INSEGNA DELLA POESIA E DELLA BELLEZZA DELLE ARTI.
ANTICIPAZIONE:
Domani online su Oubliette Magazine i vincitori del Contest “I sentieri dell’anima”
FINALISTI:
SEZIONE A
Lodovico Ferrari con “Anime candide”
Narda Fattori con “Il bruco”
Maria Stella Lo Re con “La bambina di Fabio”
Eleonora Mangiapelo con “Cicatrici – Inversionismo”
Caterina Muccitelli con “Ricordi”
Marina Cozzolino con “Se l’amore è capovolto”
Mirella Merino con “Guerriero Di Luce”
SEZIONE B
Teresa de Salvatore con “Un sogno morto”
Tania Scavolini con “Dell’Anima il battito”
Mauro Bompadre con “C’è ancora notte”
Alberto Castrini con “Tracce”
Antonello Meazza con “Sognando l’Asinara”
Rossella Penserini con “Parole spente”
Violetta Arangini con “Il vento del male”