“Il caso Eddy Bellegueule” di Èdouard Louis: la dolorosa confessione delle violenze subite
“Tentava di evitare che il mio fratellino diventasse anche lui come me, una femmina. […] Il mio fratello maggiore non lo sapeva, ma io non volevo che Rudy venisse picchiato a scuola ed ero ossessionato dall’idea di renderlo eterosessuale. Avevo intrapreso fin da quando era piccolissimo un grande lavoro: gli ripetevo senza tregua che i ragazzi amavano le ragazze, a volte addirittura che l’omosessualità era una cosa disgustosa, decisamente schifosa, che poteva condurre alla dannazione, all’inferno o alla malattia.”
Eddy Bellegueule è un bambino cresciuto in un piccolo paese della Piccardia, regione della Francia settentrionale, caratterizzato dal lavoro in fabbrica e dalle ubriacature quotidiane, da mariti che non concepiscono che le mogli lavorino e guadagnino più di loro ma soprattutto padri che mai potrebbero sopportare di avere un figlio effeminato e non un duro come vorrebbero e come il suo cognome, ‘Bellegueule’ (‘bellimbusto’ nella traduzione dal francese) denota.
Si tratta degli anni novanta e non in un affresco ottocentesco come parrebbe in un primo momento. Il protagonista di questa brutta storia è Eddy, è l’autore del libro che racconta la sua infanzia, è il suo romanzo di formazione o meglio di dissoluzione.
Sedici anni di vita contraddistinti da vergogna, dolore, insulti, percosse quotidiane che Eddy affrontava col sorriso, atteggiamenti equivoci e giochi pericolosi con quelli che riteneva amici.
“Il caso Eddy Bellegueule” (Bompiani, 2014) di Èdouard Louis è la scoperta fin dalla tenera età della propria sessualità e al tempo stesso l’incomprensione di come affrontare quella che egli vive come “diversità”, un sentimento che lo porta a desiderare di essere come gli altri, tanto da votare i propri anni di esistenza a questo scopo.
È l’incomprensione di come comportamenti ben peggiori dei suoi potessero essere giustificati e talvolta persino premiati.
“Il delitto non è fare, ma essere. E soprattutto sembrare.”
Una storia raccontata in modo duro e sofferto, senza reticenze né censure. Un’omosessualità vissuta con turbamento e disordine mentale. Tutto ciò a causa degli stereotipi della società chiusa e bigotta in cui Eddy è cresciuto, la stessa in cui di frequente ci troviamo noi stessi a vivere, ma che nei piccoli paesi lontani dai grandi centri abitati si accentuano in modo inimmaginabile.
Lo scrittore ha oggi 21 anni e ha scritto questo libro due anni fa. Un esordio precoce che ha fatto discutere in Francia, che non è stato apprezzato dai famigliari e che gli ha fatto vendere in pochissimo tempo oltre 200.000 copie. Uno sfogo necessario e in parte liberatore per l’autore che ha anche deciso ed ottenuto di cambiare nome.
Una storia scioccante che vorremmo non si ripetesse più e che deve essere letta per comprendere quali bassi livelli possano essere raggiunti dall’uomo, l’essere più malvagio che sia mai stato creato.
Written by Rebecca Mais
Ho letto il libro appena uscito e devo dire che sin dalle prime pagine mi sono davvero appassionata. Un libro molto forte che denuncia tutti i dolori che devono sopportare queste persone, che le crediamo cosi diverse da noi, anche a volte dei mostri, degli errori, ma non abbiamo il coraggio di dire che sono essere umani proprio come noi, che hanno trovato la loro felicità in qualcosa di diverso rispetto a noi altri che tendiamo di diventare tutti uguali e senza pensiero. Consiglio vivamente questo libro a tutti coloro che hanno un odio represso contro le persone omosessuali, ma anche a chi vorrebbe che le cose cambiassero un volta per tutte.
Mi fa piacere che anche a te sia piaciuto Virginia e sarebbe bello che servisse a qualcuno per capire che in realtà certe differenze sono inesistenti e insignificanti.