“Generazione oltre la linea”, libro di Sergio Messere: imparare ad ascoltare le nuove generazioni

Con l’opera “Generazione oltre la linea Sergio Messere ci presenta un personaggio principale con la sua storia da raccontare, i suoi ideali e insieme ad essi i suo pensiero sulla società, il comportamento umano, le difficoltà del lavoro e delle famiglie.

Ci presenta la città in cui si svolgono i fatti, anzi va oltre con la sua descrizione, non è solo una città a essere presentata ma un area geografica e una data ben precisa fin dalle prime parole. “Anno 2040: Lazio Nord”.

Il personaggio principale è Dani La Salle, è lui a narrare la storia della sua vita, i suoi pensieri d’adulto e dei suoi sogni per il futuro. Il racconto si intreccia con le vicende personali del periodo giovanile, anzi sottolinea che non si tratta di un periodo, bensì di quei giorni vissuti nell’istituto a pochi metri dal mare di Lazio Nord.

Da questo punto di partenza si ha un crescente nel racconto, che lo porta a parlare del suo lavoro, delle sue immaginazioni che lo portano a inseguire un sogno sociale collettivo. E via di questo passo la trama si snoda nei giorni di ottobre, in cui il protagonista in un misterioso incontro con Sergio.

Nel momento in cui avviene questo misterioso incontro Dani non è il giovane dell’istituto e neanche l’uomo lavoratore con i suoi sogni e ideali, bensì l’uomo maturo, che impara ad ascoltare le voci della nuova generazione, la generazione emergente che va oltre la linea. Gli eventi così narrati presentano una maturazione, una presa di coscienza, che corrispondo a quel periodo di ottobre in cui Dani incontra Laura e come il Petrarca ne benedice il giorno.

Sergio Messere, mette in scena la storia di Dani e di tutti gli altri personaggi che popolano il racconto, come accennavo inizialmente il teatro in cui si snoda la vicenda è una zona geografica ben precisa. Tuttavia sorge una domanda, alla quale ogni lettore darà una propria risposta. Le vicende narrate riguardano Dani e la città in questione e quindi limitate al protagonista o si devono allargare a noi tutti, possibilmente confrontare noi stessi con la trama di “Generazione oltre la linea”?

Un tempo, l’impalpabile metropoli di Sìagora era una graziosa cittadina, perla del Tirreno centrale e dimora occasionale dei papi; dapprima si chiamava Centumcelle, e, in tempi non lontanissimi, era conosciuta come Civitavecchia.

Queste semplici parole che si posso rintracciare nel primo capitolo mettono in chiaro il genere Fantasy di cui fa parte il racconto. Generazione oltre la linea”, pubblicato da Prospettiva editrice nel 2103. Ammirabile e piena di sentimento è la dedica dell’autore ai ragazzi dell’Istituto e alla moglie Manu.

Sergio Messere è un tecnico industriale e nel 2002 ha conseguito il master marketing e comunicazione con la tesi “L’impresa televisiva e orizzonti futuri”. “Generazione oltre la linea” è la sua prima esperienza editoriale.

 

Written by Rosario Tomarchio

 

9 pensieri su ““Generazione oltre la linea”, libro di Sergio Messere: imparare ad ascoltare le nuove generazioni

  1. Opera spaccata in due parti. Ma se si supera la prima meta’ un po’ ostica, dopo al contrario diviene veloce. Tutto sommato originale a patto che si abbia il famoso pelo nello stomaco , direi!

  2. A mio parere da consigliare.Indiscutibilmente una sorpresa. Sono stata attratta da subito visivamente dalla copertina che mi ha ispirato desiderio di andare oltre e libertà. Generazione oltre la linea si è rivelato un romanzo non comune dove lo scrittore non ha lasciato nulla al caso curando minuziosamente ogni dettaglio e sfumatura. Ho trovato la lettura inizialmente un po’ lenta, ma prendere corpo facendosi sempre più interessante ed intensa con lo scorrere delle pagine, sia per l’importanza delle tematiche trattate che per il viaggio psicologico nelle diverse personalità dei ragazzi protagonisti uniti da un obiettivo comune e capeggiati da un mentore, figura avvolta da un velo di mistero e difficile da inquadrare fino alla fine. Competizione, sociale, sentimenti, esuberanze caratteriali e ormonali tipiche dell’età, un mix di elementi che si intersecano bene tra loro coinvolgendo chi legge. Ho trovato il linguaggio a volte un po’ demodè per l’ambientazione nel futuro prossimo, più da giovani anni ’70 che 2040, che ho ritenuto essere una scelta studiata e adottata di proposito dallo scrittore, comunque sempre chiaro, diretto e a tratti anche crudo. Un finale imprevedibile dove accade quel che non ti aspetti quando meno te lo aspetti. Un libro che vuole volgere uno sguardo ottimista verso il domani . Per quanto mi riguarda una prima opera riuscita e una scelta coraggiosa da premiare per Sergio Messere.

  3. Devo dire che non è stata una lettura liscia liscia, né di semplice collocazione come genere narrativo.
    Infatti ci sono alcuni elementi del thriller, ma thriller puro non lo è. E nemmeno un fantasy puro, con i classici canoni.
    All’inizio c’erano molte pittoresche descrizioni di ambienti e personaggi, e nei capitoli successivi i colpi di scena o novità cadevano come pioggia a catinelle.
    Tuttavia verso la fine mi sono un po’ ricreduta, e anche se il mio giudizio è stato fra le 3 e le 4 stelle,
    ho voluto premiare il coraggio e la spiccata immaginazione dell’autore, per cui ho optato per un mezzo punto in più , se non altro anche perché viene dato molto risalto alle faccende amorose e di amicizia ( seppure con qualche conflitto di troppo!!!) che a noi donne tanto ci aggradano.
    Un mio semplice e appassionato suggerimento come spunto di crescita all’autore: tenere sempre in mente che il lettore deve essere considerato in prima fila… percio, mi rendo conto che l’ispirazione folle e il susseguirsi concitato di fatti narrati possano essere bucce di banane, ma bisognerebbe come primo punto lavorare su una più fluida comprensione dei fatti concatenati fra loro e del testo stesso.
    In bocca al lupo per i prossimi lavori.

    1. Salve Marco, mi incuriosisce che lei scriva un messaggio del genere (che colpisce di sicuro) ma non ha la stessa prestanza con la sua email, infatti ne ha usato una falsa, inesistente. Il suo commento dunque è poco attendibile.

  4. E’ stato un debutto interessante, dove a parte qualche “narcisismo o virtuosismo narrativo” ( mi viene da pensare agli enfatici soggetti alla fine della frase) e rimandi al sesso che non tutti avranno gradito, l’autore ha toccato molti nervi scoperti su cui dissertare
    Su tutto, mi ha colpito molto l’amore del ragazzo protagonista verso questa ragazza di altri tempi, Laura, una figura assai complessa, che presumibilmente va oltre ciò che rappresenta come primo impatto, ossia questa immagine di donna da cui trasuda rigore ed equilibrio; e lo stesso tema sulla vita di comunità.
    La capacità di immaginazione è il punto di forza, indiscutibilmente, dell’intera trama. C’è da dire poi che si è mostrato un coraggio temerario su due fronti agli antipodi, cimentandosi sia in lunghe descrizioni che in lunghi dialoghi… cosa ardua su cui se l’è cavata a mio parere per il rotto della cuffia!
    Infine, il doppio “scioglimento” alla conclusione e le multiple “trasformazioni” ( o pseudotrasformazioni?) hanno riscattato l’esordio lento ed elaborato delle prime pagine.
    I migliori auguri per i prossimi lavori.

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