“Les Miserables”, film di Tom Hooper: ottima rappresentazione del romanzo di Victor Hugo

Il film tratto dall’omonimo musical che è stato presentato in 38 paesi del mondo è arrivato nelle sale italiane. Perché andare a vedere Les Miserables di Tom Hooper?

Per la suggestione di una storia resa famosa dalla penna di Victor Hugo, per la bellezza delle voci, per le possenti scenografie, per la spettacolarità delle immagini, per un musical strepitoso che ha avuto un incredibile successo nei 38 paesi in cui è stato rappresentato ?

Ci potrebbero anche essere tutte queste ragioni, ma ce ne è una che è più sommessa eppure è la più pregnante.

In tempi di grande confusione morale vedere proiettate sullo schermo le caratteristiche umane di figure tipiche di  ogni momento storico, dal ricco all’uomo di fede, dall’inflessibile Javert, l’ispettore di polizia, al cardinale magnanimo, dall’operaia costretta a prostituirsi ai giovani delle barricate sino ad arrivare ai miserabili e mostruosi conduttori della locanda, è in qualche modo l’occasione per far luce sul mistero dell’animo umano e su una annosa questione.

Che cos’è la ‘legge’, e la ‘legge’ è sempre l’espressione del bene? La questione è vecchia quanto la nascita del cristianesimo. Nostro Signore diceva ‘Date a Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio’ Dunque l’antitesi tra le leggi umane e la difesa dei diritti degli uomini è una questione che si protrae dai tempi di Gesù.

Eppure nel film l’ambivalenza è ben rappresentata e la questione annosa di quanto il sistema giuridico e religioso si sposi con gli interessi del ceto dominante e quanto sia difficile sciorinare tale matassa e scoprire dove stia ‘il vero bene’ è messa in luce e sembra essere l’anima, la struttura portante dell’opera.

E tutto è poi chiaro quando si assiste allo sviluppo dei destini dei due personaggi protagonisti, Jean Valjean, il galeotto con 19 anni di lavori forzati, e l’ispettore di polizia Javert  che per vent’anni darà la caccia al povero condannato.

Altro tema di riflessione è la condizione della schiavitù come sistema di pena e ‘Dei delitti e delle pene’ del nostro Cesare Beccaria dovrà aspettare ancora un bel po’ per scandalizzare le coscienze degli intellettuali europei e delle corti.

Ma al di là di tutto, osservando le spaventose condizioni di vita del popolo, e siamo nella Francia del 1830 alla vigilia delle giornate del luglio(27-28-29- le tre gloriose giornate) che faranno cadere l’ancien regime, ma che vedranno nascere la monarchia orleanista voluta dall’alta borghesia della finanza e dell’industria vien da riflettere su quanto grande è stato il cammino verso il progresso e quanto ‘la fabbrica’ insieme alla ‘macchina’ abbiano reso possibile questo miracolo.

L’opera vede un Hugh Jackman ed un Russel Crowe imbattibili, ma anche il resto del cast ha fornito interpretazioni impeccabili.

Molto interessanti i testi delle canzoni cui per lo spettatore italiano segue la traduzione in sottotitolo. E tutto è cantato in inglese. Superbamente.

 

Written by Elisabetta Marchetti

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *