Il Chupacabra: terrore dei paesi sud americani, esiste davvero oppure è solo una leggenda?

Paese che vai, mostro che trovi”. Ebbene sì, abbiamo modificato un vecchio detto, per evidenziare che ogni area geografica ha i suoi miti e le sue leggende. Veri o falsi che siano, essi sono presenti e radicati nei pensieri della gente, e questo è comunque un dato di fatto.

Gli scozzesi hanno Nessie, gli statunitensi Big Foot, i popoli dell’Himalaya lo Yeti, creature spaventose, a volte fantastiche, spesso avvistate solo da pochi “fortunati”. In Sudamerica c’è il Chupacabra, dallo spagnolo letteralmente “succhia capra”, ovvero uno dei più temibili predatori esistenti in natura.

Il primo avvistamento risale al 1975 a Puerto Rico, ed anno dopo anno, il resoconto dell’incontro con questa creatura riempie le pagine dei rotocalchi, accendendo l’immaginazione della gente. A differenza dei suoi “colleghi”, che da tempo ormai fanno parte della cultura popolare, il Chupacabra non desta particolari simpatie.

L’animale infatti avrebbe la particolarità di penetrare nei tessuti e nelle ossa delle vittime, iniettando una sostanza che ne impedisce il rigor mortis, ovvero la rigidità cadaverica che sempre sopraggiunge dopo il decesso. Praticando tre fori triangolari all’altezza della giugulare e servendosi di un’ipotetica appendice, si racconta che il Chupacabra dissangui la sua vittima cauterizzando la ferita all’istante, asportando anche organi interni e parti di materiale biologico.

La leggenda vuole che il sangue delle vittime, stranamente non coaguli. Chi ha descritto l’animale, ha parlato di muso appuntito e lungo con occhi rossi ed allungati, due fori al posto delle narici, delle piccole orecchie, anch’esse a punta, e denti da vampiro. Insomma, tutt’altro che di bell’aspetto! L’essere, simile ad un cane dalle fattezze aberranti, avrebbe un’altezza compresa tra i 60 e i 180 cm. Non si tratterebbe semplicemente di un enorme e terrificante coyote, poiché potrebbe anche essere frutto di “incroci” con diversi animali.

I racconti di misteri e avvistamenti, più o meno verosimili, si sprecano: testimoni riferiscono di aver subito anche l’ipnosi, poiché la bestia sarebbe in grado di leggere il pensiero; altri affermano che il Chupacabra abbia facoltà di cambiare colore e quindi di mimetizzarsi come i camaleonti.

C’è anche chi lo vuole pieno di squame sulla schiena ed animale maleodorante. Che si tratti di pura fantascienza è invece la teoria sostenuta fino ad oggi da esperti e ricercatori. Nonostante questo scetticismo generale, sono stati segnalati avvistamenti e aggressioni in Messico, Guatemala, Ecuador, Costa Rica e parte della Florida. Spesso il nome di questo webkasino famigerato esemplare è associato alle mutilazioni animali, molto frequenti in Messico e agli animali trovati morti in circostanze misteriose.

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Una caratteristica del Chupacabra, e qui troviamo tutti concordi, è il suo “camminare” sui tetti delle abitazioni provocando forte rumore, poiché tipico dei paesi di alcune zone cilene e messicane, è avere i tetti costruiti in lamiera. Il suo verso è descritto dai testimoni come un grido disumano e acuto. Troviamo alcuni riferimenti sul Chupacabra nella Bibbia, durante il diluvio universale dove Noè portava tutti gli animali della Terra sull’arca.

Lasciandoli soli, questi s’accoppiavano senza ritegno anche con animali di altre specie. Ed è appunto da queste “orge” che sarebbero nati i più svariati incroci. Ad esempio, proprio dal cane e il coyote nacque il Chupacabra. Acerrimo nemico di contadini e pastori, essi hanno dovuto subire i suoi attacchi. I cadaveri delle prede ritrovate hanno suscitato molto disgusto nella gente, che si è fatta le più stravaganti idee su questo strano animale.

Alcuni avvistamenti in varie parti del mondo hanno svelato il mistero sul suo aspetto, ma rimane il dubbio che molti siano dei falsi. Recentemente il mito del Chupacabra è stato messo in relazione con il ritrovamento di alcune carogne in Texas, che alcuni media hanno presentato come appartenenti ad un canide sconosciuto, imparentato con il coyote.

Tale esemplare potrebbe essere diffuso su un’area geografica ampia, sebbene in popolazioni piuttosto ridotte, e quindi essere poco conosciuto, almeno fino ad oggi. Come al solito, quando una notizia riguarda una leggenda metropolitana, sta al lettore valutare e decidere se crederci oppure no.

L’unico fatto reale è che nei paesi del Sud America vige il mito di questo animale, di cui un po’ tutti hanno timore. I loro animali domestici vengono aggrediti nel buio della notte, mutilati in maniera anomala e continuano a morire dissanguati. Dovere di cronaca era mettere al corrente di questi fatti il lettore. E vogliamo concludere citando una celebre frase di manzoniana memoria, anch’essa ad arte modificata, che permette di esprime il concetto: “A voi, l’ardua sentenza”.

 

Written by Cristina Biolcati

 

http://youtu.be/z8b4KVcz-K8

 

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