“Claustrofobikronico”, videoclip dell’album “L’amore è un precario” della band Uross
Quello del cantautore pugliese è un progetto musicale in un IMperfetto stile cantautorale. Mischia rock, pop, blues folk in una miscela che per autodefinizione chiameremo BASTARDMUSIC.
Claustrofobikronico, dell’album “L’amore è un precario” è la canzone pop-radio di Uross, da cui trarre un video quasi No-Sense, è espressione di una banale Risonanza magnetica, scintilla che accende il fuoco latente di una claustrofobia fisico-mentale.
Lo scorrere fluido e lineare la rendono una sorta di via di fuga dalle circostanze che costringono l’essere umano nel suo posto senza possibilità di sconfinare mai, o quasi mai. Più che una canzone, una seduta d’analisi.
“L’amore è un precario”, il sentimento origine e fine di tutto, tenuto in piedi dal punto interrogativo a misura degli Dei.
Non è un disco d’amore, almeno non nel senso più stretto dell’accezione italian-canzonesca-musicale.
Ad esempio la stessa parola Amore, oltre che nel titolo dell’album, viene “spesa” solo una volta, due se si considera la cover, ma la cosa non è affatto il risultato di una volontà, piuttosto invece di uno sbaglio… proprio come a volte l’amore si manifesta.
11 tracce di cui un omaggio a Rino Gaetano in una delle sue canzoni più popolari ma reinterpretata in modo molto personale.
Anche questa è stata solo un caso.
L’ambientazione generale del sound si perde tra i grandi spazi pianeggianti a metà strada tra Puglia ed America, ma potrebbe essere anche steppa siberiana ( a tratti).
Echi di film e libri mai terminati, restano ad aspettare che qualcuno li legga fino alla fine…ma tranquilli, niente d’intellettuale.
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