“Istintive emissioni di istantanea giovinezza” di Marco Novali, recensione di Rebecca Mais
C’è un industria che vomita fumo lercio,/c’è un uomo che muore,/c’è un fiume coperto di schiuma gialla melmosa/c’è un bambino/che tiene l’intestino in una mano/c’è una sirena che non ha più voce per cantare. (Dalla lirica “Istintive emissioni di istantanea giovinezza”.)
Cosa vi è di più piacevole di una poesia non artefatta che fluisce libera sotto i nostri occhi, la quale sgorghi senza deviazione alcuna dall’anima del poeta? Per questa ragione non si può rimanere impassibili di fronte alla raccolta poetica di Marco Novali (già noto al pubblico di Oubliette in quanto membro della band Indiana).
L’autore bergamasco esordisce con “Istintive emissioni di istantanea giovinezza” (settembre 2012), un’interessante selezione di liriche, un centinaio circa, divisa in due parti.
Talune sono classificabili come aforismi, altre potrebbero essere adoperate come testi di canzoni, altre ancora come vere e proprie poesie. A balzare subito all’occhio è l’impulsività della scrittura, guidata dal fuco dell’ispirazione, liriche trascinate dall’istante, dall’istinto, proprio come sottolineato dal titolo.
Se in paradiso c’è luce/e all’inferno frastuono/io voglio stare tra la scintilla e lo schiocco del tuono.
Svariati i temi trattati: si passa dall’amore al dolore, dalla speranza alla malinconia, dal rimpianto alle riflessioni sulla religione. Stralci di vita quotidiana, profonde riflessioni guidate da emozioni e consapevolezza insita nelle visioni dell’autore. Non mancano temi attuali trattati talvolta con spietato distacco e crudeltà.
Versi liberi e versi sciolti si alternano rivelando così il lato artistico di Marco Novali che fino ad ora si era primariamente raccontato tramite i testi delle canzoni scritte per il suo gruppo musicale.
Molteplici le anafore (le figure della ripetizione in genere) e le onomatopeiche ricche di dinamismo e movimento che ci riportano col pensiero alla poesia futurista.
Un esordio di tutto rispetto per uno scrittore che si mostra al mondo della poesia con discrezione e talento, lasciando difficilmente insoddisfatto il lettore esigente.
Mentre..
Mentre le stelle ci parlano di un’altra realtà/io cammino tra i sentieri di una spersa umanità/che non sa,/dove stia il senso nella nascita di una rosa/se tra le spine o nell’intimo della sua posa./Mangiando solo terra la mia fame non si sazierà/Raccontando l’immagine il mio spirito si svuoterà,/ma si riempirà/della candida delicatezza nel sorriso di una sposa/della stella la sua luce che scintilla e poi riposa./A nessuno interessa vedere lucciole nel giorno/A nessuno interessa vedere la luna a mezzogiorno/Perché tutti cercano nelle cose il loro momento di bellezza/come foglie che per morire aspettano l’arrivo di una brezza./Ma pochi sono quelli che la lucciola non schiaccerà/solo qualcuno che sotto lo zenit alla luna penserà/Quasi tutti rispettano le situazioni e la loro occorrenza/altri tracciano segni rossi martellando la sentenza.
Written by Rebecca Mais
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