Gara Poetica Gratuita “Nomen Nescio N° 55”
Regolamento:
1. La Gara Poetica Gratuita “Nomen Nescio N° 55” è promossa dalla web-magazine “OublietteMagazine” e dell’autore Raffaello Corti. La gara poetica è riservata ai maggiori di 16 anni. La gara poetica è gratuita. Tema libero.
A. Poesia
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le poesie senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate.
Ogni concorrente può partecipare con una sola poesia.
4. Premio:
N° 1 copia di “Nomen Nescio N°55”, raccolta poetica di Raffaello Corti.
Saranno premiati i primi tre classificati.
5. La scadenza per l’invio delle poesie, come commento sotto questo stesso, bando è fissata per il 30 novembre 2012.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Dott. in Lettere, redattrice e critico letterario)
Raffaello Corti (Poeta)
Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)
Nino Fazio (Collaboratore Oubliette)
Barbara Filippone (Collaboratrice Oubliette)
Fiorella Carcereri (Collaboratrice Oubliette)
7. Il concorso non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email: concorsooubliette@hotmail.it indicando nell’oggetto “info gara poetica” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), oppure attraverso l’account Facebook (clicca QUI).
10. La partecipazione al Concorso implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
La forza centripeta dell’amore
Sorridimi e lascia che io corra
lascia che lontano a piccoli balzi
mi portino le forze tangenziali della vita.
Abbagli rapidi di luce non accecano, ammiccano la via
e a rallegrarsi del fuori di noi guidano l’anima.
Istanti di vita lontani da ravvicinare al presente di domani
piccole corse verso il desiderio più luminoso
mi inchiodano al cammino reso
tondo e chiuso e ciclico
dalla forza centripeta dell’amore.
Accetto il regolamento
Daniela Cavazzi
Chiedi permesso agli angeli!
Scendi per un attimo
e cullami,
posa le tue mani
sulle mie!
Chiedi permesso agli angeli
e torna quaggiù per un istante,
per sapere chi sono,
per sapere chi sei!
Raccontami la favola
che non ascoltai da bambina,
incantami con la voce
che non ho udito!
Mi manchi
e sono troppo fragile stasera.
Manuela Fragale – Dichiaro di accettare il regolamento del presente concorso.
Chiedi permesso agli angeli!
Scendi per un attimo
e cullami,
posa le tue mani
sulle mie!
Chiedi permesso agli angeli
e torna quaggiù per un istante,
per sapere chi sono,
per sapere chi sei!
Raccontami la favola
che non ascoltai da bambina,
incantami con la voce
che non ho udito!
Mi manchi
e sono troppo fragile stasera.
Manuela Fragale – Dichiaro di accettare il regolamento del presente concorso.
OLTRE IL RIMPIANTO
Pensieri inginocchiati
chiedono perdono,
hanno abortito e ucciso
un battito nel petto;
un’emozione nuova
cercava la sua culla,
in fretta soffocata
nella sua veste bianca.
Se esiste penitenza
stanotte la pretende
e cento ave maria
non placano il rimorso.
Sepolto è il mio tormento tra valli e piane antiche,
dove ho lasciato il cuore ed ho piantato un fiore ;
e un bacio rubo al grigio di una fotografia
di negativo anfratto.
E’ assenza che fa male, è brivido mai nato,
è sale sulla piaga tra le mie mani vuote.
Ed urlo il verbo al vento, schiaffeggio la marea
che tronfia nella sera mi irride col suo sputo.
Tra alghe ormai spirate tra sonnolente baie
cerco di ricucirmi la pelle nel tramonto
e un’asola si schiude nella mia giacca stretta
e un raggio prepotente affonda una stoccata.
E’ alba che si affaccia
sul molo della notte,
è speme che riaccende
lampioni in un deserto,
e sterro il cuore mio ,
spazzolo terra antica,
un paio di scarpe nuove,
lo porto a spasso dove
sotto la coltre bianca
rinasce ancora un fiore.
Maria Teresa Infante
accetto il regolamento del concorso
Come si fa a non amarti….Come faccio a non amarti…Tu che mi fai l’amore delicato e forte…depravato e raffinato..mi strappi dalla nebbia della vita e mi proietti in cielo con l’abilità di un angelo e mi scaraventi nel fuoco di libidine e passione con la prepotenza di un demone..Tu che mi fai sentire santa e meretrice….che sondi gli ultimi scalini dell’anima e mi scuci ogni segreto, sgretoli ogni dolore…Come faccio a non amarti quando ti vedo nudo, la pelle chiara, le larghe spalle, il petto aperto e la tua intimità prorompente che m’invita all’estremo del piacere….
Come faccio a non amarti quando ti vedo un titano combattere e sconfiggere malasorte e malerazze…quando parli e dici le mie parole, esplichi i miei pensieri…gridi la mia rabbia…come faccio a non amarti..dovrei rinnegarmi l’anima…dovrei incenerirmi la mente assieme al cuore. E di tutto questo amore che è forza buona, che mi fa guardare pure il sole senza ferirmi gli occhi, sono qui oggi a offrirti la parte migliore…un Fiore che ha per petali il desiderio, la passione e l’ intima ammirazione…..e che è umile espressione del mio sommo bene.
Paola Marconi – Dichiaro di accettare il regolamento del presente concorso.
So che non verrai
non ritornerai più, qui da me
mai più
nonostante
io ti aspetterò
come ti aspetto la sera
quando scompare la luce del giorno
e scende freddo il velo della notte
interminabile notte
qui a vegliare
assurdamente e insensatamente
il tuo ritorno impossibile
nonostante
quando scende la sera
o la neve imbianca la collina
affacciato all’immaginario balcone
ti aspetto
anche se so
che non ritornerai,
non ritornerai, più, qui da me
Urbano Briganti, accetto il regolamento per la partecipazione sez.A
SAPESSI …QUANTO MI MANCHI
Notte senza stelle,
buio assoluto nella mia stanza,
solo ombre di ricordi
danzano sulle ore
che scorrono lente nella mia mente.
Mi manca la tua mano
che mi accarezza dolcemente ,
mi mancano i tuoi occhi color tempesta
la tua voce
sublime melodia dell’anima mia
Mi manca il tuo abbraccio della buona notte,i
il tuo bacio che mi sfiora le labbra.
Vorrei chiudere gli occhi
e sognare un cielo limpido,
il colore dei tuoi occhi ,
asciugare le mie lacrime
e dirti : quanto mi manchi!!
rosa d’agostino
dichiaro di accettare il regolamento del concorso
goccia
goccia,
goccia,
su una foglia che prende la forma dei miei occhi,
goccia d’acqua,
goccia,
goccia.
Su una foglia che prende la forma dei miei occhi,
e volano le fate,
canti d’angelo.
Verde,
verde.
verdi essenze che si fondono,
essenze che si ascoltano,
profumi e odori nella terra, della terra.
Il profumo del sole,
il sapore della luna.
Cielo.
Cadi dal cielo come un fiocco di neve. …
Ti assorbo nel mio corpo che ormai fa parte della natura,
mi fondo in esso e non rimane più nulla.
Lara Tocalli
accetto il regolamento
IL TUO CULO
La tua è l’eleganza pungente del riccio. Il tuo stile, il tuo stile è il tuo culo e sono i tuoi seni.
Sei un colpo di freno che non evita l’incidente.
Sei una brusca sterzata sulla strada battuta dal vento di maestrale.
Sei un attacco di panico, il più violento, il più angosciante.
Ti lecco i morsi e ti asciugo i rivoli di sangue.
Ti parlo senza voce e ti urlo con la gola indecente.
alberto carli: accetto il regolamento
Tutto tace
Tutto tace questa notte…
le luci della sera fuggono
verso altri mondi!
Una leggera brezza
sfiora il mio viso…
una dolce malinconia
m’assale…
forse, ricordi lontani,
stretti abbracci
di un amore materno
che non c’è più!
Tristezza e pianto…
profumo di gelsomini
accompagnano sempre
il mio cammino!
Tutto tace questa notte…
solo una Luce brilla
dentro il mio cuore….
la tua… mamma!
Franco Maccioni – Dichiaro di accettazione il regolamento.
Mi Concimi
Lavando Sterilità e riempiendo buchi con semi al sandalo.
Sei sole, poggiato ad uno spigolo di luna ingorda d’amore
Annalisa Orrù
accetto il regolamento
UNDER EIGHTEEN
Afghanistan, Burundi, Chad, Colombia, Costa d’Avorio, Iraq, Liberia, Myanmar, Nepal, Filippine, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sri Lanka, Sudan, Uganda
Hanno censito i bambini soldato.
Uno per uno li hanno contati:
250.000 figli e figlie
sequestrati e reclutati
per nutrire eterne guerriglie.
Un enorme girotondo
di bambini e bambine
in troppi paesi del mondo
rapiti, torturati, violati
per farne perfetti soldati.
Hanno censito i bambini soldato.
Dai 10 ai 18 anni,
vittime e aguzzini,
innocenti e tiranni,
son tutti minorenni.
Quelli già morti
non li hanno contati:
non hanno più braccia
per essere armati.
Hanno censito i bambini soldato.
Calcoli precisi per stabilire
quante armi si potranno fornire;
conteggi e calcoli esatti
per firmare quei dannati contratti
Milioni di armi prodotte ogni anno
garantiscono enorme fatturato
proporzionalmente distribuito
in ogni paese industrializzato.
Hanno censito i bambini soldato:
500.000 occhi rossi di polvere e pianto
500.000 mani macchiate di sangue
250.000 sorrisi sporcati
250.000 bambini soldato.
– accetto il regolamento
Foglie…. sezione poesie
Foglie morte d’autunno
Dolci amiche della mia tristezza
Compagne, sorelle e canto
Della stagione più bella
Suggeritemi il richiamo delle sirene
Cosicchè si plachi
Questa tempesta
Che il mio legno porta lontano
Sull’onda della nostalgia
Gianni Moi
accetto il regolamento
sezione poesia…
Voi che ogni giorno…
Un cuore debole come la mente stessa
Un sogno che si spezza e t’ incatena ad esso
Un tormentar dell’ anima senza veder la luce
Un buio all’ improvviso che toglie anche la pace
Nessuno che fa niente, con solo amar commenti
Nessuno che ti aiuta ed io … sola … perduta …
Perduta e senza fiato: un grido nella mente
Confuso e esasperato …
Ma non vedete che sono triste e stanca?
Non vi accorgete che soffro immensamente?
Voi che ogni giorno mi dite che mi amate
Non vi accorgete di come son rimasta sbalordita
Quando l’ anima mia d’ un tratto si è spezzata?
Perché non mi aiutate? Perché non mi ascoltate?
Ma voi … le spalle al muro … a terra mi gettate …
Sempre di più … ancora più colpite …
Non vi è bastato il danno che ho nel cuore …
Voi che dite a tutti che mi amate …
Non vi è bastato un corpo senza amore …
Voi che dite a tutti che mi amate …
Non vi è bastato che l’ anima ho perduto?
A chi mi dice amore nulla gli può bastare
Se non la gioia immensa
Un giorno di potermi cancellare
Completamente … dal mio presente …
Dove per me più niente potrà mai stare …
Né gioia né dolore ne lacrime e rimpianti
Né vita e né speranze
Ma solamente un fingere fatto di circostanze
Carmela Russo
accetto il regolamento
NON SO SE SO AMARE sez. poesie
Non so se so amare
ma lo vivo
fatto di carezze che scivolano
di labbra che assaporano
di sguardi che si incrociano
respiri che riempiono silenzi
poi un gemito quando ne penetri la sua essenza
un abbraccio
quando ti perdi in esso.
non so se so amare
ma ne respiro la presenza
facendo vibrare il mio corpo
dandogli una forma immensa
Giambattista Ganzerli
accetto il regolamento
Inquietudine
Non spostare niente.
Non cambiare niente.
Il rosso è rosso.
Non distogliere il tuo sguardo da ciò che non hai.
Il cambiamento modifica la traiettoria del niente.
Fissa le radici dell’insoddisfazione.
Ho – non ho.
Il lamento dell’anima continua a fare compagnia.
Accetto il regolamento
–Volo libero tra le parole
Certe notti navigo solitario
a bordo del mondo,
nell′oscurità scrivo parole,
cullato da stanche onde
alla luna vado incontro.
Riflette limpida nell’infinità
la mia anima muta.
La notte è un muro
contro cui sbatto e
scricchiolano certezze,
come assi di legno,
sbattono, l′una contro l′altra.
Confidai al vento,
un mormorio sommesso
ma la mia voce
attesi invano.
Affidai all’onda,
le mie parole stanche
ma nel buio della notte
chissà dov’è finita.
Urlai al vento
tutta la mia rabbia
e davanti al mare
attesi l’onda.
Come uno schiaffo
m’ha colpito,
gli occhi di sale ha riempito, e
la voce mi bloccò.
Vidi tra mare e cielo uno squarcio
il mio grido che torna
l’eco d’antichi e di futuri tempi.
Lo sguardo è rimasto, mescola,
anime e corpi,
attimi e l’infinito
illusioni e passioni,
dolori antichi e antiche speranze.
L’onda del mare
invade il mio petto
l’ala tesa oscilla e trema
tra l’amplesso e l’abisso.
abbraccio i suoi flutti
ritornano ricordi usati
e vecchi tormenti
Riflette sull’infinità
la mia anima, vibra.
Scrivo nel buio
parole che cercano
nelle lettere il suo senso,
felicità finite rinnovi e
illusioni antiche regali.
Lasciai libero al giorno
il mio canto
l’orizzonte offuscato
confonde i confini
riflessi di sogni vissuti
assorbono il respiro,
sorge il sole
scioglie lacrime di rugiada e
volo libero tra le parole
sezione poesia – Accetto il regolamento
Estasi 10.07.12
Non dimenticherò mai quelle sue parole
Quell’estasi sul suo viso
Come avesse visto un angelo in carne ed ossa
La mia fiducia era già radicata
Ma ha affondato le basi dentro ai suoi occhi
Per crescere in modo esponenziale
Un turbinio di emozioni mi travolse
In un istante brevissimo ed intenso
Infinito dolce ricordo indelebile
Ogni poro della sua pelle sprizzava
Di quell’amore mai sussurrato
E per questo ancora più apprezzabile
Gesti che eternamente solcheranno
Ogni più piccola ruga del mio cuore
Rammentando che esiste il sogno
Quello che si realizza in tutta la sua pienezza
Che ti cambia lo sguardo e il modo di vedere
Che ti fa capire che finalmente fai parte del mondo
Come si fa a cancellare ciò che è scritto
Con aliti e gemiti e parole non dette
Su due corpi uniti e armoniosi insieme
Cosa e chi ha il diritto di distruggere
Un’espressione talmente grande
Da sconfiggere le forze dell’universo
La fiducia è quella che è risultata sconfitta tangibilmente
Irrimediabilmente privata di credibilità
Anche a dispetto di un eterno estatico amore
Invio accettazione incondizionata del regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/200)
PUO’ BASTARE
Ogni giorno che la vita mi concede
è uno spazio di tempo da godere.
Può bastare: un attimo di fede
o lo sguardo di chi ti vuol vedere,
un messaggio con “ti voglio bene”,
un bambino che tende le sue mani,
qualcuno con cui dividere le pene,
e amori che non siano lontani.
(Giuseppe Laccania)
Accetto regolamento.
Sentinella – Andrea Borrelli – Sez.A – Accetto il regolamento
Balla
che si possa veder ballare
ti spiano
in un vestito tutto rosa
ti vorrebbero tutti per loro
solo non lasciare che ti fermino
balla nel coro
puoi andar piano
darmi la mano e farti accompagnare
nel futuro
un cesto di frutta fresca
un sorso d’ acqua
aria fredda in faccia
in testa la consapevolezza
di saper odiare
conoscere la vendetta
e dimenticare in fretta
sapere se l’ amore resta
accasciarsi pari
sicuri al suolo
la mano destra al petto
orma di stanchezza.
Ricordo in viola
Ho fatto violenza a me stessa
e sono salita
su questo picco di roccia
per abbracciarti
nella tua nuova casa.
Di quassù l’occhio spazia
sulla valle ancora verde
il vento canta
ondeggia l’erica
abbarbicata alla falesia.
In questo piccolo cimitero
tutto bianco anche il respiro
fa troppo rumore.
Ecco apparire il tuo viso
come sempre sei spettinato tutti i capelli al vento
su quel sorriso eternamente scanzonato .
Respingo ingoiando
l’ariete della commozione
cercando di sfuggire i tuoi grandi occhi ancora così
pieni di vita.
Ho voglia di fuggire via
dalla tua immagine.
Ho paura di una fotografia.
Sono qui ed aspetto
pregandoti di accennarmi
la tua presenza perché so
che ci sei .
Lo sai che vegeto paure.
Ti prego guardami
sorridimi e dimmi ancora
che ci sarai per me
che non sarò mai sola ….
Autorizzo il trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
CARRETTIER DEL VIVENTE
Dava indizi sordidi
al carrettier del vivente,
di sontuose scie di chimere
oltre gli esangui scarti
di ardimentose ambigue città
– ferruginosi suburbi
d’idolatrati rinascimenti –
in brulle sparse, di pietà.
“Avesse ascoltato!
oh accordato passo,
per mano dell’umana onda,
la simbiosi dell’imprevisto!”
Un ribollir dorato, e poi, un sigillo.
Occhi imbrigliati da inchiostro,
al metafisico condurre
del profeta del delirio.
Ogni fraseggiar l’aurora degli spazi,
ai superbi, flautati invasi.
“Non bacio il freddo volto di marmo
che va coprendomi la pelle:
è un narcotico anelito d’amore
che prosciugherà la fonte
dagli appetitosi frutti!”
Così, in panni di vetro
quando l’aria al mattino
sussurrerà esausta
il prodigio della morte,
il profeta sognerà, la sua città,
dagli antichi e soggiornati rientri.
Luca Gismondi
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.
ARCHITETTI (pensiero estemporaneo)
Senza pretese,
senza attese,
annullando reciproche offese..
so che i nostri rifugi
saranno consapevolezza
di vita…
senza progetti futuri per noi
architetti del domani.
Ponte di rottura
come paradosso d’onore…
prendere,
vivere,
amare,
aspettare…
Noi siamo dietro l’uscio
di una casa senza porta,
ma con in mano una chiave…
per entrare!
– accetto il regolamento
DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO
annamaria giannini
DI_STANZE
contemplando un’unghia a scavare il cuore
nelle radici di un vecchio melo
che senza la cura dell’uomo
ha riempito uno spicchio di mondo
sei tu
delle allodole il precipitare
per poi riavere il cielo
sono io
poi piangere d’istinto, come le nuvole
alla distanza apparecchiata
e le posate inutili
Il giorno che ti avrò
Si confonderanno i sensi
nell’andare a scosse dei tuoi seni
frantumati in battiti dal tempo dell’amore.
Si muteranno in onda
le perle che sudore depone a spruzzi
quando sulla tua pelle si giocheran le labbra.
E si farà voce il fremere
d’ogni tua corda tirata a perdizione
quando delle vesti il corpo non si annoierà.
Sarà la stanza a cedere
ogni rumore al decifrare il contorno
d’ogni tua valle accesa come se fosse lava.
Ed io mi tirerò la freccia
per scatenare il sangue a prendere
ogni spasmo di una danza ai limiti del fuoco.
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso
Renato Fedi
Sezione A – poesia – Dichiaro di accettare il regolamento.
poesia “E’ tempo” di Italo Zingoni
E’ tempo.
In questa parte di terra il silenzio
tradisce ogni minimo fiorire di rumori
e lascia fuori dalle finestre chiuse
i profumi che salgono dalle nostre solitudini.
Sulle panchine restano i sospiri degli innamorati
a scalfire dei sogni gli attimi più estremi
e l’alba ricompone ogni minima illusione
mentre tutto riprende la quotidianità più dura.
La paura non è solo una scarna sensazione
e il dubbio spesso uccide le certezze
di un domani che non si vede ancora all’orizzonte
dove china la fronte un sole rosso di passione.
E’ tempo di ricomporre la nostra vita
e in un angolo tenere il lume sempre acceso
ad attendere gli eventi e a dare loro un senso
che non sia solo quello di una passiva accettazione.
(Si rincorrono le ore vuote come in un cerchio immenso …)
Italo Zingoni – Strana-mente distratti dalla Vita – 2012 – Inedito – t.d.r.
Parole nel buio
Parole nel buio
che picchiano forte
sul petto,
come chicchi di grandine
a cercare calore ,per sciogliersi
e… scivolare via lontano,
purificare le ferite e lasciarle
al tempo perché guariscano.
Rimbombano potenti
le parole nel buio,
come lampi a cercare
le nuvole e sprigionare
energia .
le parole nel buio,
sono spade …
dalle lame sottili
in cerca di un cuore
sul quale osare.
Sono lontane,
senza colore
pacate nella voce
le parole nel buio
ma senza riuscire
a frenare i battiti
del cuore.
– accetto il regolamento
Bella, come sempre
In un campo di grano.
Mi avvierò verso un campo di grano, tra le ancora tenere spighe,verdi, mi rotolerò chiudendo gli occhi lasciandomi avvolgere da una brezza che, lievemente toccherà il mio viso.
E mi smarrirò con lo sguardo nell’osservare ogni stelo di frumento accarezzato dal vento.
Il sole scalderà il mio corpo, risveglierà la natura intorno.
Mi addormenterò col cinguettare degli uccellini, col frinire incessante delle cicale; ascolterò i suoni della natura che faranno tremare l’anima e sarà improvvisamente voce.
E volgerò lo sguardo verso il cielo, una lacrima scivolerà sul mio viso…solo il volo di un’aquila, ravviverà in me la voglia di vivere.
E in un angolo, appoggerò le mie follie, le mie amarezze, le mie voglie ancora non dette.
Osserverò il tramonto mentre il giorno cederà lento il suo posto alla notte.
E lì, su quel campo di grano, morirò per rinascere al sorgere del nuovo giorno.
– accetto il regolamento
Poesia
Sezione A – poesia – Dichiaro di accettare il regolamento.
Poesia
Parole colme del
mio essere…..
intrise
col sangue mio…..
sussurrate nel vento
scolpite nel marmo
impresse a fuoco
lanciate nel cielo
alle stelle
alla luna
al sole
ch’esse
ti dicano
quanto sia immenso
questo amore
quanto sia vivo
tenero
audace e
insaziabile….
per l’attimo fuggente
che vorrai
tenerle nel tuo cuore
come un
segno di me.
Mirella Alleri
Il pianista nella foresta
******
Era in ritardo,
la luna s’agghindava dietro il monte,
il sole disperdeva i suoi raggi
tingendo il ciel di rosso e giallo ocra.
Venne la luna,
bella nell’aspetto faccia rotonda,
seguita dal suo Sirio innamorato,
sparse in foresta luce ovattata.
Venne il pianista,
gli occhi e le mani sollevò al cielo.
Sorrisero Selene e Sirio insieme,
pronti per ascoltare il pianoforte.
Posò la mano
sui tasti bianchi, eburnei, corvini:
l’arpeggio insisteva in mi maggiore,
si concludeva poi in si maggiore.
Eran le note
scritte dal gran Behethoven “Alla luna”
per salutarla sempre alla sera
nei pleniluni e notti di amanti.
E il pianoforte
mise la voglia anche alle liane
di dondolar danzanti dai rami
con una barcarola inconsueta.
Ora l’arpeggjo
si fa più ampio e si distende
su cinque ottave di quel pianoforte
tra suoni gravi, acuti e trilli belli.
Oh, che concerto!
La foresta fu lieta d’ospitare
romantiche armonie di Beethoven
di Bonn cittadino, anche del mondo.
Sparì la luna,
le note la seguirono nel buio
sparendo oltre le stelle in ciel comparse
a rimpiazzar la luna quella sera.
*******
Cosmo Oliva
Accetto il regolamento
NOTTURNO
Io la notte esco e canto,
canto e grido
alla luna, ai moscerini,
ai rami carich
e a quelli scheletrici
dell’acero riarso.
Il canto, urlo silente,
non trova connubbio
e senza atriti
si fonde al latrare
dei cani.
Accetto il regolamento
Poesia
Sezione A – poesia
Pioggia e vento
Sono gocce di pioggia
battenti sull’arida terra
queste parole.
Sono raffiche di tormenta
turbanti tranquillità sedate
dall’ambito giovane sogno
splendente d’irreali riflessi
e versi di fanciulle in fiore.
E’ doccia fredda il risveglio
e osservare i nudi tuoi piedi
immersi nel fango.
Ti guardi intorno smarrito
occhi cercano nel silenzio
mani amiche darti soccorso.
La melma sfiora già le labbra
vane parole cercano un varco
tra l’etere e il pantano quello
è l’unico premio a te dedicato
caro scrittore fallito.
Buona fortuna.
29 Ottobre 2012 Salvatore Brigante
Accetto il regolamento
Nero colore
Dalle tue ciglia partivano i colori dell’infinito,
aprivi gli occhi e vedevo
la vita spalancare le sue porte.
Ora che sei morta
il buio solo con il dolore
mi fa diventare cieca.
Grisanti Maria
Accetto il regolamento.
POESIA VALIDA…..Giuseppe Nicosia.
POESIA SEZIONE A GIUSEPPE NICOSIA ACCETTO IL REGOLAMENTO..
Autore Giuseppe Nicosia…
“IL PICCOLO PESCATORE DI GRANCHI”
“Loro”
non hanno cambiato il tuo nome..
Ti desideravano come l’acqua alla terra,
come un sogno
come un cielo pieno di stelle..
La loro vita era vuota
senza allegria..
Fra marche da bolli e lacrime amare
ad ogni risveglio
portavano con se quel dolore…
Quante preghiere nelle notti buie
per domandare perché proprio..loro..
Con il vento di primavera
sei arrivato tu da lontano
insieme ad una rondine
piccolo David..
Il tuo pianto era felicità
in quella triste casa..
I tuoi occhioni neri
erano luce per quei due cuori
ormai rassegnati con il loro fardello di dolore
nel vivere da soli..
Adesso peschi granchi di mare
sul grande scoglio dell’orso
e sorridi al sole.
Il tuo sorriso è stata la nuova vita per loro..
Il vecchio albero
I suoi rami curvati dai venti,
danno la sensazione che abbiano cambiato spesso direzione,
cercando di esibirsi nel suo aspetto migliore.
Le sue foglie non più rigogliose
danno un senso a tante cose.
Su di loro c’è scritto,
ciò che tante vite hanno vissuto.
Ora si vede portar via!
Le sue radici non riescono più
ad aggrapparsi a quel terreno ancora fertile.
Gli dicono che starà bene
ma su quelle foglie c’èra scritto
pure il suo destino!
dichiaro di accettare il regolamento
L’INTERRUTTORE
Non mandarmi più baci,
chi ha chiesto i tuoi baci?
Non ho mai sentito i tuoi baci
non conosco il sapore dei tuoi baci.
Bruciasse la mia casa
vedrei solo stelle.
Ho dipinto fantasmi
liberi di volare:
nessuno è felice
soprattutto chi vola:
intanto si fa buio
e io sto soffocando.
Cosa avrebbe cambiato un silenzio in più
oltre questo silenzio infinito?
Come un tiglio a primavera
appiccico anime cieche.
Talmente imbranato
da ribaltare la luce
inciampo nell’aria
e mi spengo.
accetto il regolamento
SE TU FOSSI D’ALTRI
Senz’amore,
senza la tua bocca,
senza te davanti a me,
senza pelle sulla mia,
mondo infame senza storia,
sterile vita d’immensi vuoti,
spazio che non conosco ma temo perché ti amo,
per te senza te, morirei!
Se fossi d’altri le mie cellule rifiuterebbero l’amato sangue,
il respiro fuggirebbe senza il tuo,
non bacerei i tuoi occhi,
più!
Mai più!
I tuoi sorrisi e il tuo languido lasciarmi fare,
griderei senza te,
struggente carne d’amore impressa,
mio amore senza cui l’immenso sarebbe nulla,
perché penso “senza” se sei con me,
tra le mie braccia stretta,
nell’intimo tuo caldo dare?
Immenso amore,
groviglio di ciò che senza te perderei,
sei mia lo so!
I tuoi occhi chiusi “ascoltano” con altri sentire,
il mio invaderti ed il tuo prendermi,
non hanno “senza” su cui soffrire e nulla in cui annegare…
sono solo pensieri,
incubi d’amore nell’attimo in cui la mente,
per più godere s’inebria di paure.
DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO
ANIMA PERDUTA
Le mie unghie grattano
i muri scrostati dell’anima
alla disperata ricerca
di uno spiraglio di luce.
La mente s’è persa
per strade impercorribili.
Il corpo sospeso, sempre in bilico
su strapiombi profondi.
Questa stanza ha pareti
che si stringono
e l’aria che respiro
mi strozza la gola.
Non è un letto di rose
dove poso le membra,
ma una gabbia con grosse sbarre
provvista di spesse catene.
Intorno a me
non più canti sento
ma grida strazianti
che bucano le ossa.
E’ il buio che mi circonda,
è il silenzio che mi annienta.
Sono alieno in questo mondo
che non riconosco, allora è meglio morire.
Eddy Braune
Accetto il regolamento
IL FUTURO
Ho varcato
la porta socchiusa
e mi sono lasciata
indietro
la stanza buia
e il ritmo del tic tac
dell’orologio.
E oltre
era solo
un immenso campo
di girasoli
che mi sorridevano
puntando verso di me
il loro volto giallino
e mi salutavano
ondeggiando al vento.
(accetto il regolamento)
*Il limite dell’oltre*
Quando con la mente torno
a certi volti e a certi fremiti del passato
mi allineo all’incertezza che il gusto alimentava
e a quei battiti impazziti che il respiro bloccavano
ma anche al buffo ritornello
che bleffando mi cantavo
“Nulla di fatto c’è
tra me e il tipo che
con gli occhi il desiderio ci scambiamo”
Ma i muri, le strade
e perfino i sedili del tram o gli alberi del viale
avrebbero potuto raccontare
la storia in modo disuguale
Per esserci qualcosa
non bisogna necessariamente varcare il limite dell’oltre
ogni inizio è solo un seguito
ma anche quando il passo s’arresta sul percorso
non vuol dire che nulla ci sia stato
tiziana mignosa
ottobre duemiladodici
(accetto il regolamento)
MOTOLESE CIRO
Sezione A
Dichiaro di accettare il regolamento.
MARGINI ESILI
Cedi
all’attimo
con un pianto
per averne
poi
mille in cambio
di meraviglie anellanti
anelate
tra i risvolti
delle noie
consuete.
Nell’incanto
guance stanche
come scogliere
bianche
frangono
il mare caduco
di occhi insonni
nella stasi
di uno sguardo
in attesa
teso
all’intorno
in cui riluce
una vaga acquiescenza
nell’istante in cui
il buio si scuce
per darne
parvenza.
E’ la tua felicità,
polline puro
d’altri mondi,
sostanza diafana
dai bordi molli
margini esili
tenui
come morsi
di farfalla.
La tua
possibilità
reale
di cadere nel vuoto
restando a galla.
Meccanica di un’introversione
che si piega e dispiega
agile
come il riavvolgersi
di un’avvolgibile
e tentando di carpire
ti sciogli
piano
fino a sparire.
Si cede
all’attimo
con un pianto
per scoprire
nell’attimo accanto
che era un’impressione.
La felicità esiste
ma solo
come specchio
di un’illusione.
Da troppo tempo siedo sulla sponda
senza il coraggio d’affrontare il fiume.
Lo ammiro mentre sgorga dal terreno,
mentre diventa subito sorgente,
limpido e freddo e a mano a mano scorre.
Ripenso la sua magra e la sua piena,
l’argine attento, ben delimitato,
il suo profilo, i salti sulla roccia,
l’acqua che inonda attorno la campagna,
assetata di fango.
Odo i richiami di vita che si muove,
odo le voci, il guizzo inaspettato
d’una trota verdastra.
Leggo le storie scritte sopra ai sassi bianchi
o al tronco antico privo di radici,
umido di pioggia.
Il canto dei poeti e delle fiabe
ispirate dal bosco.
Ascolto il mio silenzio e la mia assenza,
messo da parte un poco il lungo affanno,
imparando la quiete,
la preziosa quiete.
Mi è familiare dunque questa riva
che mi trattiene ancora e rassicura
come la gravità su un corpo lieve.
Ma ho voglia di imparare ed urge il flusso
vitale.
Tuffarsi ancora in mezzo alla corrente
almeno qualche volta a curiosare.
Ed oggi son curioso.
Ed oggi devo.
accetto il regolamento
Candela
Diceva d’aver tanto amato
E non parlava mai della sua sofferenza
Che pian piano la consumava
Non sapeva mai chi erano le ombre
Che nelle notti si amavano
E sempre se ne andò in silenzio
Col suo vestito bianco con tanti pizzi
Quando due dita l’abbracciarono
Lasciando solo un velo di fumo
E una piccola lacrima calda trasparente
Scendere lievemente sul collo morbido.
Non chiese mai nulla per sé
Pensando solo di bastare agli altri
Quando il silenzio scendeva
E la vita sembrava fermarsi .
Il tempo e l’altruismo l’hanno
Consumata .
Ora vecchia e con l’anima consumata
Si dilata allo spirito inconsumabile.
Era sempre sola, ma piena di luce
Da donare .
Luigi Giordano.
(Accetto il regolamento)
Imminente pioggia
Lo squarcio di sereno
tra due sconfinate nubi
era d’un azzurro limpido,
così tenero e vivido.
Era un peccato
che tal purezza
venisse inghiottita
dall’espandersi
implacabile
delle tetre nubi.
Un piccolo celeste
mondo, piano piano,
s’avviava verso
l’annientamento
e più nessun ostacolo
poteva opporsi
all’imminente pioggia.
Accetto i termini del regolamento.
Distesi sul binario
che arriva alla follia,
ma sa tornare indietro,
ci amammo senza rischi o impedimenti,
senza temere l’estasi o l’affronto
di ritrovarci soli,
senza noi.
Un vuoto senza fine ci sorprese,
mentre quel viaggio astrale si compiva!
Non ricordo piaceri di tal stazza
né gli orgasmi dell’Anima ricordo.
No, non li ho mai vissuti,
e poi con te!
Se il fischio imperioso della vita
Ci trascinò con sé,
se ci perdemmo,
io ritorno da sempre sulle ombre
che furon nostre,
e lì mi fermo al pianto, nell’attesa
di sentire riamarsi i corpi nostri.
Nicola Andreassi 12 luglio 2012
Copyright 2012 Nicola Andreassi
tutti i diritti riservati
Accetto il regolamento
LA QUIETE
Forse i tuoi occhi
sono come i miei
poiché han veduto le stesse cose
gli stessi dolori srotolarsi
su tappeti di finta quiete
mentre le nostre urla sorde
s’accalcavan dinanzi agli stipiti e fuggivan
rimbalzando sui tetti delle case
sui volti uguali di gente distratta.
Parea così poca l’aria
da rincorrer ogni tenue refolo
su e giù per le stanze o forse
era solo un fuggir lontano
da pensieri scarlatti
germogliati così impunemente
senza l’acque salate del pianto.
Forse le tue mani
son come le mie mani
poiché han retto il peso di sporte
d’altrui malinconie
mentre dita frenetiche e dolci
cercavan guance delicate da scoprire.
E la mia bocca, anch’essa come la tua bocca
se ricordi ancor
quando affogavi
il groppo che spegneva le parole
schiacciando acini d’uve dal rancido sapore
o la lingua
che frugava tra i denti asciutti
come dispense vuote.
Forse anche tu
come me
hai ancor la vita accanto
lasciam la morte a nutrirsi di ricordi
le nostre vive menti
adagiate sul cuscino
stanno bene insieme.
Eliana Perotti
Accetto i termini del regolamento
SORTILEGI
Incantesimo delle città
“Se non mi visiti
Non ti do mare
Per imbarcarti
Se non stai con me
Non ti do ali
Per lasciarti andar via
Non ti do strada
Per allontanarti”
E così mi riapproprio
Di me e del mio tempo
Di un panorama e di un caffé
Di una parola letta e di una scritta
Enrico Redaelli
Accetto i termini del regolamento
STRADE
Mi vedo con te,
fra un giorno, un’ora,
vent’anni.
Insieme come se fossimo
nati per questo.
Insieme a camminare
sui ponti delle città
che visiteremo.
Non c’è da domandarsi perchè,
né per cosa stiamo insieme.
E’ solo tutto così tranquillo.
Anna Arpinelli (30/10/2002)
Accetto i termini del regolamento
Silvio Perego – tutti sanno tutto
Tutti sanno tutto da fare impressione
Fanno tutto talmente BENE da farmi dubitare
Ma io penso che non riesco a pensare come si deve
Non riesco perché il silenzio indispensabile distrugge il mio io
E i piedi sbattono qua e là
Estasi, salute, amore
Nulla porta a nulla di buono in questa vita falsa dove nulla è più vuoto e ingannevole
Il mio mondo non esiste più
Solo le montagne e il cielo sono reali
Le montagne che svettano dietro gli scambi ferroviari, dietro le linee elettriche
Dietro il ponte della tangenziale
Dietro l’umile visione nebbiosa del mio disagio
Che toglie il fiato.
accetto il regolamento
IMOAMORE
Imperimetrabile
profondità ignote
che colmano l’abisso
di un cuore solo.
L’amore ha un colore
quello dei tuoi occhi
ha una densità
ed è quella del tuo sguardo.
Sublimazione poetica
per dire semplicemente
ome respiro
come vivo
l’assenza
di un ti amo
mai ricambiato.
M.Crosera accetto il regolamento
IMOAMORE
Imperimetrabile
profondità ignote
che colmano l’abisso
di un cuore solo.
L’amore ha un colore
quello dei tuoi occhi
ha una densità
ed è quella del tuo sguardo.
Sublimazione poetica
per dire semplicemente
come respiro
come vivo
l’assenza
di un ti amo
mai ricambiato.
M.Crosera accetto il regolamento ps annulla la precedente errore di battitura(manca la lettera c alla 11a riga)
Tiziana Tius Dichiaro di accettare il regolamento del concorso
Rivoltami la carne
con denti allargati
sottrai il fulcro del verbo
e rimandami nel letto del fiume
fui acqua ancor prima di parola
corteccia che ogni notte incidi
fino all’alba, poi ritorno carne
da rivoltare
“L’eresia del pianto”
(Per la sezione Poesia)
Amo le parole che tintinnano, quelle che rotolano e traboccano.
Le parole che rimbalzano lievemente da fiore ad albero, da luna a cielo.
Amo le parole che si insinuano come soffi nelle fenditure dei pensieri, e per un istante ne dilatano i contorni.
Amo quelle che riemergono dall’oceano silenzioso e scuro del sonno: in superficie incontrano la notte e vagano leggere come farfalle dalla vita breve. Nel loro battito d’ali è il ricordo del sogno.
Le sento, le parole come cascate e torrenti, fiumi in piena che scorrono dentro le mie vene in tumulto! La potenza del loro suono mi scuote fino alle radici: sono le parole della lotta, della rabbia, della comunanza.
Amo,
e amo tuttavia,
le parole indicibili e tremanti del dolore.
Perdono alle mie paroile la sofferta e testarda presunzione di voler afferrare e capire il mondo.
Perdono a me stessa le mie parole lanciate come lame, poichè partorite da angoscia ed inquietudine.
Sono mie compagne e sacre le parole non dette, quelle che rimangono appese e mute all’orlo delle mie labbra: come messaggere scalpitanti sanno tuttavia come fuggire, di nascosto, dal lampo segreto dei miei occhi.
Amo e benedico le parole che sanno attraversare la foresta delle paure e vivono, per un istante, nello spazio magico della comprensione.
Nelle radure di quella foresta si incontrano e celebrano la gioia del loro intersecarsi.
Parole come bandiere,
trottole,
campanelle!
Un esercito di rondini e tenerezza.
(Accetto il regolamento)
TI ACCAREZZO DI PAROLE IL CUORE
(Poesia e Amore eternamente avvinti)
Ed ancora la carezza si fece parola sulle porte del mio cuore,
ciò che sentivo giungere piano, invase le mie terre assopite,
e come un fiume, che bagna di vita ovunque cola,
m’immersi nel soave nettare, ebbro di pensieri e pago.
Ogni silenzio che chiudeva le porte si aprì nello spazio,
e le tue parole danzanti, tra le onde della musica presero il largo,
mai sazio di te e della tua voce guardavo il mare,
che di onda calma cullava il mio bambino amore.
Alba che illumini la mia via e mi rendi sicuro di voler andare,
parlami ancora del viandante innamorato,
della suadente voce, delle sue parole alate,
che nel cielo, libere, disegnano un futuro di nuova luce.
Sono pazzo d’amore e poesia, infinitamente uguali e desiderate,
dove finisce la certezza delle mie misure e leggi,
sono loro a descrivermi un mondo nuovo, come uno sbarco distante,
miraggio o unica scelta di un domani che mi crei desiderio e nuove voglie.
Ed allora rimarrò ad accarezzar di parole il cuore tuo,
amante di una e mille notti, come un cavallo di piume e fuoco,
sul crinale del tuo profilo pallido, avido di poemi e versi andanti,
che come un eco risuonano nella valle dei nostri segreti più profondi.
Franco Campora
Accetto incondizionatamente il vostro regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
Io CARMELA CASUCCIO, con la presente intendo partecipare alla gara di poesia, sez A, e accetto il regolamento-
SPERANZA IN RIGHE DISPARI
IO
e i miei doloranti piedi
PASSEGGIANDO
nella quotidiana mediocrità
TRA
l’umanità laconica e
ARIDA
ormai, decisamente infischiandoci della
VITA
dando voce anche al cuore
HO DECISO,
per non darla vinta a nessuno,
DI COMBATTERE
E VINCERO’!
Io, Emma Pirozzi, con la seguente poesia partecipo al concorso “Nomen Nescio” e ne accetto il regolamento.
Da grande
Andare su nuvole di marzapane
A guardar gli uomini come formiche
Sventolando un lecca lecca gigante
Evocare tempeste di pioggia
solo per far tornare il sole
Sapevo esattamente cosa diventare
Quando stavo sulle punte
arrivando a stento e con fatica
alle ginocchia di mio padre
Ora, alla mia giusta altezza
Le nuvole mi ridono in faccia
Guardandomi dall’alto
E io resto formica tra formiche
Scomposta perfino dalla brezza
Son passati i giorni dei sogni
Cedendo il passo alla ruvida compattezza
Dei piccoli e necessari obiettivi
Da grande vorrei solo mangiare
uno di quei piccoli funghi delle fiabe
e tornare a sognare di nuvole di marzapane
Accetto incondizionatamente il vostro regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
Una maschera di plastica
Falso,
bugiardo.
Prometti e non mantieni.
Vuoi aiutare mostrandoti come eroe,
ma sei solo un codardo.
Dalla tua bocca escono tante belle parole,
ma sono solo bugie.
Solo fumo sei.
La tua faccia,
quella bella faccia,
è solo una maschera di plastica.
Sei un falso
e le tue parole sono solo ipocrisia,
vanità di cui ti vanti,
ma per me sei solo il re del niente,
un falso,
un bugiardo.
Ora so cosa sei,
so che la tua bella faccia
è solo una maschera di plastica.
Perché sei triste? Ti ho cercata.
Dammi solo cenere,
ti vestirò ignuda
tra i bambini che urlano,
i gatti che parlano
e i muti che ridono
con un volto
che ti appartiene invano
e poi vattene via,
scoloriscimi l’anima,
buttami via
in un pozzo libero.
Dichiaro che l’opera è frutto del mio ingegno e accetto il regolamento per il concorso ‘Nomen Nescio n°55’. Rosa Santoro
Ilaria Sordi
Sezione A
Accetto il regolamento
Novembre
Ghirlande di nubi tra pensieri umidi di pioggia
malinconia a gocce
su zolle memori di sole.
Chissà perchè
Riecheggiano per me e per te
le nostre folli parole d’amore.
Solo io, solo te,
comprendiamo questo strano linguaggio
che cade nei misteriosi riverberi delle nostre anime
e le denuda del tutto!
Chissà perchè
proprio a me, proprio a te,
questo denudarsi di anime!
Eppure, le nostre anime libere e sciolte
si abbracciarono un giorno cosi’ forte
che chissà perchè,
proprio io,
proprio te,
non ci curammo
neanche della morte!
Accetto il regolamento del concorso ” Nomen nescio”.
Accetto il regolamento
IL GUSCIO
Con i tuoi occhi
mi hai stupito.
Occhi grandi, che vedono.
Li ho cercati
all’infinito,
negli occhi di altra gente,
crudeli a ricordarmi
che sono solo un guscio vuoto.
Albe si susseguono
e cedono il posto a
tramonti che non vedo.
Tu eri aria,
e avevi gli occhi belli.
Questa è la ballata
delle notti stanche
dei paradisi perduti
dei profondi respiri
bloccati in un istante.
Questa è la ballata
delle giornate noiose
intinti in strade fangose.
E’ la ballata
dei pensieri dispersi
polvere e sabbia
dal nulla emersi.
Questa è la danza
del tempo perduto
attenti attenti
é quasi scaduto
accetto il regolamento
Quei ragazzi di viale Dante a Piacenza, anni 60
Grande traffico in viale Dante,
importante arteria della città,
là dove un tempo era campagna,
luci, colori, progresso e cemento.
Tutto ordinato, conforme e ben disposto,
vestite a festa verande e vetrine,
vende la pizza il MaiAletto,
nulla manca nella via commerciale.
Eppure un tempo ormai lontano
agli inizi dell’urbanizzazione,
eran pochi i lampioni luminosi
al servizio delle rare abitazioni.
Dove svetta la caserma dei pompieri
era tutto un grande prato,
terreno ondulato, erbe disordinate,
teatro di lotta di bande organizzate.
Erano i ragazzi di viale Dante,
contro quelli d’Oltre Confine,
un giorno sfida all’ultimo pallone,
un giorno botte soldati contro siùx.
Sono tanti gli anni passati,
ruspe e gru hanno imperversato,
inarrestabili progresso e cemento,
cacciate farfalle e gracchianti corvi.
Non c’è più traccia dell’erba del prato,
dove stesi nel buio della sera
lontano dagli occhi dei genitori,
qual emozione il primo bacio.
Accetto il regolamento e acconsento al trattamento dei dati
TORNARE IN CALIFORNIA…
Piccola città,
stessa gente, stesse cose…
bere un cappuccino al bar tutti insieme.
E ritrovarci poi “on the road”
con tutta quella gente con in mano l’Iphone
in videochat io parlo con te
dal “vivo” ormai non ti vedo piu’
vorrei staccar la spina
e dar nuova vita ai sogni miei…
Voglio ritornare un giorno in California
su una vecchia Harley del ‘ 66
Voglio ritornare un giorno in California
quando ero studente io ci andai..
e sempre immaginavo che
sarei tornato in California insieme a te.
Cambia la realtà,
il mondo cambia troppo in fretta
c’è molta gente in difficoltà
ogni giorno…
Cammino per le country roads
con questa mia chitarra che suonare non so..
amore torno a casa da te
con questa mia canzone per te
che parla di quel viaggio che faremo insieme noi.
Voglio ritornare un giorno in California…..
P.S ACCETTO INTEGRALMENTE IL REGOLAMENTO DI “NOMEN NESCIO N.55”
LELE MASTROLEO -Accetto il regolamento –
…spingo le braccia ancora…
…spingo le braccia ancora in alto,
sino a riuscire toccare il cielo,
e con la punta delle dita sfioro tutti i miei dubbi e le debolezze,
e finalmente posso dare una carezza ai miei racconti.
Quelli abbandonati sulla via del ritorno,
quelli senza fine e senza principio.
Quelli rassettati con una biro consumata,
in bianco e nero.
Come vecchi sceneggiati.
Come fumose comparse mute.
Quelli appoggiati sulle panchine dei giardinetti di scalzi pomeriggi.
Sui cartelli dei gelati nei bar, sulle tovaglie di carta dei tavolini.
Quelli mandati in orbita soffiando alito caldo sulle punte.
Quelli mangiucchiati per sentire il sapore tronfio dell’inchiostro.
Tutte quelle parole trascritte male e copiate peggio
e quelle righe dritte di accenti e apostrofi strani,
che cercano al mattino di scappare dietro la copertina,
quella fila assoluta e disarmante di pensieri assonanti,
che fanno palleggiare gli occhi sui pieni e sui vuoti.
Quelle vocali sempre uguali alle stesse congiunzioni,
e a tutte le congiunzioni che non ti somiglieranno mai,
quelle forme ovali e secche nelle sensazioni della mano,
quel girare intorno al rigo per metterci un punto, che non serve.
Spingo le braccia ancora più in alto.
Sino a sentire la terrarossa.
E con la punta delle dita sfioro quello che scrivo,
e di nuovo strappo tutti i miei racconti.
Per quella voglia di pensarti diverso,
di doverlo fare per non morire…
MALINCONIA
Azzurrognole perle
scalfiscono
cretosi selciati.
Tramonti indorati
stupiscono
rossicce otarde.
Un istrice solitario
si trascina
su un muro di maiolica.
Tutto stinge
in malinconica attesa
dell’omega.
Da “Petali d’acciaio”, Rupe Mutevole Edizioni 2011
Tutti i diritti riservati.
Dichiaro di accettare il Regolamento del Concorso.
INSUPERABILE
Il Tempo che non ho
Correndo e annaspando trascorro l’esistenza mia
tentando di afferrar la felicità lungo ogni via
Inseguo ciò che non raggiungo
Raramente mi cerco
Poche volte mi trovo
Per puro caso mi incontro
Corro, ma vorrei rallentare
per sottrarmi a questo gareggiare
Altre persone tutt’attorno
mi costringono al non ritorno
Agitate, confuse, scorrette
han motivazioni spesso abiette
Corro
Corro alla ricerca del tempo
preziosissimo e ineguagliabile tesoro,
composto da attimi che corrono come il vento,
scintillanti come piccole monete d’oro
che vorrei, un giorno, poter stringere tra le dita
per poi farle lentamente tintinnare sull’incudine della mia vita
Non mi interessa possedere nulla in più
di quanto riesca a star dentro di me e mi dia virtù
Vorrei poter disporre di una sì grande ricchezza
non già per ricercare agiatezza,
ma per far fiorire quelle tante piccole cose
che son dentro al mio cuore come minuscole rose
Vorrei spenderlo tutto il mio tesoro, ma proprio tutto
ad ascoltare i miei pensieri,
di oggi e di ieri
Vorrei spenderlo tutto nel far quella cosa,
la più difficile che si possa immaginare,
che è vivere una vita gioiosa
e non so come fare
Ma non voglio Amico mio farTi aspettare
Ti reco in dono il tempo che non ho
quello che mi manca nel mio girovagare
Non sarà forse un gran che,
ma è la parte migliore di me
Massimo Pacini – Savona – da Verso la luce (Editoriale Darsena 2009)
Accetto integralmente il regolamento
Daniela Giorgini – Sezione A – Accetto il regolamento
…che Amore
Avvolta dalle tue braccia.
Silenzio.
Perché l’Amore
non sempre ha bisogno
di parole.
Perché a volte
tra le parole
si può confondere anche ciò
che non è Amore.
Ma le tue braccia
– protezione e possesso –
e il mio corpo
– abbandono e fiducia –
altro non sanno dirsi
altro non sanno darsi
che Amore.
Vita nel vento
Lei dorme
nel letto del vento.
Sulla battigia
in equilibrio incede.
Un tramonto ostile
appoggiato alle spalle.
Cornice d’aria
senza respiro.
Occhi nel nulla
mani di musica.
Abita il mondo
lieve lo sfiora.
Sente gli odori
del cibo dell’anima.
D’amore terreno
coglie i vapori.
Flussi di aneliti
arrivano e vanno.
Tornano i suoni
restano i vuoti.
Trema il tocco
imbrunisce la voce.
Trascende la vita
in molli colori.
Flebile danza
di smorta bellezza.
Nel letto del vento
eterea torna.
Accetto il regolamento del concorso e acconsento al trattamento dei dati.
Un passo, un altro… la morbosita’ delle molle del materasso scendono a livello, schiena al cuscino, occhi alti, girovaghi seguono le ombre statiche… le ore gravitano, ronza un minuto e scatta il piede destro, si accerchiano le lancette e volo a pancia in basso… la notte non mi agrappa ancora al sonno, anche i piedi segnano le ore… crocifissa alla morbidita’ nel costato la lancetta dei minuti, la piu’ lunga che trapassa da parte a parte il busto… gli occhi si sforzano di non sognare e un rigagnolo di idea si stampa lucida nel mezzo del cranio…innalzo i pensieri li sento rabbrividire, mi butto sulle spalle uno straccio d’abiti e cosi’ piano mi accarezza la guancia l’idea del sonno… mi strizza l’occhio, le sue lusinghe sono per me evoluzioni rare … dormo.
accetto il regolamento
D’incessante amore
Come onde i corpi
uniti e poi disgiunti
e poi ancora uniti
su oscillante spuma
in agitato mare,
o come spighe al vento
in assetato campo
d’oro a colorare
chiome e schiene,
smarriti nei tramonti
di sconfinati giorni,
mai sazi
d’inebrianti istanti
d’incessante amore.
autore: Tania Scavolini – accetto il regolamento
Bocciolo di rosa…
Fanciulla dalle rosee guance e labbra caste,
tu,che incautamente t’appropri dell’altrui sonno..
abbi pena dell’anima mia…che la tua vision…
ha dannata!
M’incanto nell’ammirar la superba luna, che…
maestosa si riflette nel mare, m’immergo negli
argentei riflessi, scioglie l’incanto…
il di ieri velato assenso!
Schiumazzano con fragor l’onde, m’adopero..
nell’angusto talamo mio, ad arginar la truce
attesa…scruto e sviscero …
tormentosi quesiti..e poi, mi cimento
in castelli laboriosi ed infiniti!
Oh bocciolo di rosa!..tu che puoi
placa il mio incontenibile ardore!..
Bagna di te la mia pelle ignuda e bramosa!
L’ardente desìo m’ispira il solenne oblìo,
l’anima mia che la tua vision ha dannata!
Non ha pace, s’inerpica dolente..ai fasti..
cruenti della vita..s’accascia poi…
esanime,ai piè della sconfitta!
Risorge l’inpoi da cotanto rude scempio..
per l’ignobile perir dell’onesta dignità.
Oh bocciolo di rosa! Inchinati umilmente,
spegni le serpeggianti fiamme ..che …
son di preludio alla morte!…Serba linfa,
inneggiante alla radiosa, a volte superba…
ma pur umile vita!
Oh bocciolo di rosa!…Sprofonderei…
Nei tuoi occhi meravigliosi..per poi…
perdermi nell’infinito…e sentirmi solo..
nell’eternità dell’immenso…..
insieme a te! (G.S.L.)
Accetto il regolamento.
AcMi sei sfuggito di tra le dita come fiocco di neve consumato/
né pasta di pane, né il burro nella torta ti riporteranno/
biscotti nel caffè e legna nel caminetto: nulla vale.
Avrei voluto cambiarti le lenzuola e rinfrescarti il cuscino
lavarti le mani/messaggera, aiutante
/affacciarmi alla porta/ il mazzo di fiori in mano.
Ma ora ho invece una vita , tutta da reinventare
inseguita da mostri e da chimere/una landa sconosciuta da attraversare –
non più regole apprese, vecchi costumi
ma una temeraria sfida all’Inconoscibile, mai pensato,
percorso a grandi passi in una notte di luna.
Inesperta del mondo, straniera, viaggiatrice,
chiusi i ricordi in cassette di legno prezioso di cedro
alla ricerca dell’ardente voce di un tempo
/mirabolante e spietata solitudine
fra rami grigi di alberi bruciati
a cercare il miele di un’ora
/teglie, pentole e pestelli/
il nido vuoto.
Non conosco la rotta verso vociferanti primavere e distese lucenti/
ma la disperazione cederà nel tempo
all’intimità con il mistero – così mi è stato promesso.
Le tende sono ancora alzate e i fuochi del bivacco bruciano come stelle.
Uno ne cercherò per attizzarlo col pane della compassione
e fatta la torta di mandorle e miele
la offrirò alla morte intrigante,
perché sembri altrove – fuggita e lontana.
cetto il regolamento perb la sezione A
così è (se vi pare)
io sola conosco il vero eppure
spesso lo confondo tra le mille maschere di vetro
con cui mi vado camuffando
io sono il dubbio col vestito della festa
quei centomila occhi che m’osservano
cercando ognuno comunque una ragione
nel mutare d’un orizzonte solo
intravedono sempre più d’una soluzione
sono una pera di cézanne che osservi oltre l’apparenza
la ricerca col pennello dell’assoluto oltre il visibile
nelle sferiche periferie dell’Io smarrito
sull’ordito piatto d’una tela bianca
sono l’incapacità di vivere d’identità perdute in un istante
sono la felicità e la sofferenza
l’astrazione della mente in personalità doppie
è l’insoddisfatto galleggiare in questa melma decadente
sono la realtà e l’illusione
e come nel gioco delle tre carte
– non c’è trucco non c’è inganno –
quel che vedi non t’appare
io sono la verità ed invero il suo contrario
orsù dunque! – pettegoli & curiosi –
fate il vostro gioco: puntate
mirate giusto e buona sorte!
autore: Sergio Carrivale “senzamaninbicicletta”
titolo della poesia: così è (se vi pare)
accetto integralmente il regolamento della Gara Poetica “Nomen Nescio N° 55″
Le menzogne
Tu
cercavi le parole
in vecchi cassetti
dimenticati
per trovare
nuove scuse.
La matassa ingarbugliata
s’è spezzata.
Piangono gli occhi
e il cuore,
inutilmente.
Hai perso il filo del discorso
e hai perso me.
Accetto il regolamento del concorso
DESIDERIO
Penetra tra le nuvole
nel suo scoprire la libertà:
è desiderio
l’emozione di vita.
Nel corpo scolpito
dalla bellezza di una dea,
desiderando un suo sguardo
nell’attenzione e seduzione.
Nella parola sconosciuta
è la scoperta della sua musa;
nel tuo desiderar poesia,
in ogni prosa
e desiderio dell’anima fonte di energia.
Nell’amore più intenso
l’incanto della sua verità …
è desiderio il suo saper
la grandezza che ti amerà.
Nella natura più pura,
nel desiderio, tu respiri
la sua intensità.
Accetti
la smania della luna
nell’osservar la tua storia.
Di anime belle
illuminate
desiderano le stelle.
D.Benigni.
LA STANZA di Silvia Calzolari
Preludio
breve intenso
come necessità
che oscillano
in apertura e chiusura.
Prospettiva
in perenne disagio
tra unità e separazione
scardinando
usurante porta
a doppiosenso
divampando conflitto
accarezzando inquieto
fermando crepe in serenità.
Oltre lacerazioni
libere da sentenze
in atto eroico del vivere
CREARE
in nido che spicca volo inconciliabile
senza demordere
in pieni cerchi di tronco
come foglistanti
concentrici di gioia.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Silvia Calzolari
D’INVERNO, LA SERA
Ripenso a te,
odiato fantasma,
ricurva sui piedi arroganti della sera.
Guardo le punte lontane, sporche della stessa
neve che ti inseguiva insieme ai miei sguardi.
Mi inviasti contro il gelo dell’est,
vane speranze, tutto il dolore dei prati
pesanti, impotenti che ho mangiato per correrti
incontro.
Ma quando ti afferro di nuovo ancora, sarai
mio
bestia imprudente, ancora.
La melma stagnante affoga i passi incerti
e non corrompe ciò che rimane.
Eppure è già giorno.
Impastata di sogni la tenda sorride e
vicino il sentire è di favole amare.
Ripenso stasera, vedrai, caro amore.
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Ilaria Mainardi
La libertà della farfalla
Esplode dall’eterno passato
la malinconica dolcezza,
non avvezza a gestire un simile folle estuario amoroso.
La pressione del coinvolgimento
sconsiglierebbe nuove poderose emozioni,
ma il desiderio delle tue invocanti labbra,
dopo l’autenticità del nostro abbraccio,
sconsiglia il rimorso e l’infinito suicidio,
di non aver provato ad assaggiarle.
Inconsolabilmente all’inverso
nel presente corro il rischio di dover accettare
che tu,
essendo solo tua,
mi farai rabbrividire col gelido inverno della tua assenza.
Per proteggermi
dovrò dispensarti di me,
ma se pensandomi odierai anche solo il timore della mia inesistenza,
destandoci dall’orrore possibile,
in ambasciata invierò l’armonico e delicato battito d’ali
della mia ingenua farfalla,
che ispirandoti il calore del mio sorriso,
tramite i suoi delicati colori di libertà,
ci adescherà nel suo eccentrico e luminoso volo
senza fine.
Giuseppe Carta
Accetto il regolamento
incendio
brucia di silenzio la strada
quando ricordo le sporte di mia madre
sempre troppo dolorose
e ricordo lo stupore per le cose
più banali alla scoperta della vita.
brucia dentro le parole
il senso pieno e denso dei silenzi
il valore dei vuoti, degli spazi.
e ricordo la poesia delle tue mani
piene di sete nell’incendio del mio corpo.
brucia di silenzio la strada
mentre conosco per certa la sera
e chiodi di luce trafiggono
i passanti in agonia
come ammalati crocifissi
in attesa del gran finale.
Ho letto ed accettato il regolamento.
Il minuscolo è scelta artistica.
Carla de Falco
A qualsiasi ora
Il sole mi ha raggiunto
fin dentro casa
ed ora m’illumina la tastiera
mentre scrivo ….
tu mi passeggi nella mente,
mi risuoni nel cuore
poi ti adagi sull’anima
che è pronta ad accoglierti
in ogni momento,
a qualsiasi ora tu voglia,
perché conosci la strada
entri ed esci a tuo piacimento.
Solo tu conosci il segreto per arrivarci
ogni volta che ne senti desiderio
e mi trovi lì in attesa
anche solo di una parola o una carezza.
mentre provo a dipingerti d’arcobaleno
con tutta la gamma di colori
che i miei pennelli conoscono.
accetto il regolamento
….Nei suoi pensieri.
Mi intriga l’arrogante ricerca
della perfezione maschile,
l’uomo quale concetto assoluto
di forza e virilità,
dietro al quale nasconde
spasmodica ricerca del proprio io;
Poi lo vedo spegnersi giornalmente
trovandolo si senza catene
ma come appeso
ad un gancio da macello,
svuotato da interiora ed
alleggerito da orpelli suadenti
e viscide budella;
Non sei carne migliore
della mia che mi divora,
sei tessuto amorfo e stanco
quando giunto all’età della calvizie
non appaghi le tue pulsioni
se non con violenti spasmi
e inutili ricerche di passioni;
Tu, essere superiore e supremo,
di gentil sesso non conosci vita
sei come forchetta su tenero limone
la cui goccia scivola tra le dita;
Portati avanti campione imbelle
il tuo pubblico ti applaude,
sei maschio come natura volle
ma del vero uomo ti manca il sale.
Accetto il regolamento
Sono sempre qui’.
Sempre qui
mentre busso
alla porta di chi
non sente.
Sono qui per
la tua rabbia
la tua tristezza
il peso del tuo dolore
per questo.
Perché come corda
di nylon il tuo
pensiero leghi il mio
e si asciughi leggero
più delle parole che
sobbalzano nell’aria
più trasparente
dei tuoi occhi
impeccabili,
armadi
della mia anima
ora chiusa
al vuoto.@T.G.& A.M.
Dichiaro di accettare il regolamento. Tiziana Gioia
Sensi
Mani che cercano le tue mani
da sfiorare dolcemente
per fermare il tremore
di noi impauriti da questo troppo amore.
Occhi che cercano i tuoi occhi
da scrutare per leggerti l’anima
i quali mi mostreranno
questo sentimento
Labbra che cercano le tue labbra
per un bacio intenso dove poterti
assaporare.
Corpo che cerca il tuo corpo
per diventare uno solo
lasciandoci trasportare dai nostri sensi
accetto il regolamento
I VECCHI
Sono cresciuto ascoltando i vecchi,
seduti attorno alla ruota con il braciere,
raccontare storie.
Storie d’amori, di miracoli.
Storie di tragedie, di giovani amanti
partiti e mai tornati
dalle terre di guerra:
padri che hanno sepolto i loro figli!
Storie di donne mai possedute e
di uomini che vantavano
d’aver visto, nell’ombra della sera
durante la processione del Santo,
una caviglia scoperta.
Raccontavano ed io ascoltavo!
Raccontavano e man mano crescevo!
Mi addormentavo tra le ginocchia
delle vecchiette e sognavo le loro gesta,
cercando di vederle giovani e mi svegliavo
sui loro racconti infiniti mentre la mano,
rugosa e non più ferma, accarezzava
la mia testa e cullava i miei pensieri
che si andavano formando!
Una sera poi qualcuno non veniva più,
un pezzo di ruota rimaneva libero
e le storie mai raccontate restavano
nel segreto di una tomba
nel vecchio cimitero del paese.
ROCCO GIUSEPPE TASSONE
ACCETTO IL BANDO ED AUTORIZZO LA PUBBLICAZIONE
accetto il regolamento
Un mondo per tutti
Siamo noi quelli che
non hanno più necessità
di luoghi clandestini, segreti
per condividere passioni, ideali e sogni.
Siamo noi
che come antichi carbonari
parliamo in codice attraverso un etere
sempre più affollato e variopinto.
Siamo noi
gli Ulisse di oggi,
finalmente approdati
nelle nostre patrie,
rifugio sicuro dove lavarsi
dalle quotidiane frustrazioni.
L’ultima primavera
La luce aderisce come linfa cosciente
ai pinnacoli
maestosi di nevi letargiche;
materia e pensiero di un dio.
Antiche ombre sulla strada
febbrile di vento.
Ma tu non ascolti l’attesa che sovrasta,
forse consapevole
che quel cielo di marzo, gravido
di sussurri dolorosi, presto
ci avrebbe annientati.
(Massimo Costantini)
Dichiaro di accettare il regolamento.
Sezione A poesia
Ho scelto Te
Come un canto ora e non oltre
nel domani che si sveglia
avvolto da un delicato vento
in un fiato d’Amore
accessibile e afferrabile
in un tempo di istanti contrari
sospeso trai petali di una vellutata carezza
nel respiro contro sospiro
nei sussulti dove trasale il cuore
Ho Scelto Te
Ai confini del buio e della luce
nei sentieri di pelle
dove mani capaci hanno inciso il Tuo nome
tra sabbie e distese
aspettando i sorrisi del tramonto che si incendiano
nell’urlo del silenzio
sospeso tra lo spazio di un pensiero scarlatto
nell’insostenibile distanza
di un sogno loquace
Ho Scelto Te
Quando un tremito di voce
prende corpo tra il sussulto di un’emozione
in una timida assenza complessa
nella stretta di un abbraccio che non fa rumore
nel sorretto cammino
come ombra e forza della mia vita
Ho Scelto Te
e ancora Te nel mio Tutto
Nicolina Macari
Accetto il regolamento
Accetto il regolamento
Novembre
Sei mio, divino bacco di foglie soffiate
Nel profumo del mosto gettato al vento,
l’immobile ombra di un sordo passo
mentre accendo
di indimenticabile autunno
il nostro sguardo.
…..Passato è l’amore dei fanciulli,
Ormai trascorso il primordiale sorriso
Del giovane letto del fiume
Sulle ghiaie ingrigite dalle nuvole;
sobbalzo di un cuore giace
fra le fitte ciglia dei rami,
di stella arsa di castagne abbracciate
guarnisco la mia veste ormai ingiallita.
Sì, il giallo oro dei covoni
si è da tempo perso
nei richiami di lieti stormi,
ora danza il sipario dell’ocra
tra i cangianti segreti dei muschi.
Dolci canti e festanti gesta
Acclaman i grappoli dell’uva in festa,
mentre tu, struggente natura,
ci inganni tra le sfumature
di una nuova tua figura.
Quanto tempo trascorse,
caro novembre,
mentre il pensiero si sperde
tra le pittoresche cornici
che la penna intreccia
nel diario del cuore.
Sei tu, novembre,
ad indicarmi la strada
verso la nostalgia,
a dirmi quanto è solitario
il tuo autunno,
mentre le fate sbarazzine
tingon già di leggendaria speme
Il tuo ritorno.
Francesca Ghiribelli
Occhi spalancati ciechi
Tu…occhi spalancati ciechi,
notte e giorno così,
nel silenzio assordante
di queste stanze di vita quotidiana;
bambina di ieri,
a cavallo dei tuoi arcobaleni
galoppavi nel blu
sorridendo alle stelle,
socchiudendo porte nel cosmo.
Tu…occhi neri più belli degli umori del tempo
che segnano il passaggio delle stagioni;
più radiosi di un sole caldo che disegna ombre sui muri…
Tu…occhi spalancati ciechi
nell’ultimo pomeriggio della mia gioventù…
In vacanza dalla realtà,
lo schermo dei tuoi sogni adesso è sempre acceso.
Io,
schiavo d’amore,
tornerò presto.
Michele Vaccaro
Tutti i diritti riservati
Accetto il regolamento
Claudia Piccinno
sez. poesia
Cruenta dipartita
Debole bersaglio
dell’altrui follia,
ignara pedina
di un malefico complotto,
agnello sacrificale
di loschi interessi
o vittima casuale
di una remota probabilità?
Nulla di tutto ciò
per chi ti mise al mondo.
Tesoro inestimabile
divenuto cenere,
frutto dorato
APPASSITO
prim’ancora
che sbocciasse il fiore!
L’esplosione
che ti strappò alla vita
rimbomba
negli atterriti sguardi
delle tue coetanee,
riecheggia
nelle ansie
di ogni genitore,
ti conferirà l’effigie
della martire innocente.
Nessuna medaglia
porterà consolazione,
nessuna certezza
nella tua fine
se non la tua
cruenta dipartita!
INEDITA in memoria di Melissa di Brindisi
accetto il regolamento
E se…
E se sospingo il cuore
in fondo a un’emozione
che il volto afferra
e riga di calore
E se esplodo dentro
ad un pensiero
che, viva,
io raccolgo
tra le mani…
M’accorgo
di rinascere sospiro
e, nell’attesa,
tremo
come le mie parole.
(dichiaro d’accettare il regolamento)
odo foglie cader al vento,
oh quanto amaro è questo suono!
picchia, urla, rompe il timpano del silenzio!
son desta nel riconoscerlo, quel passo lontano di quando vai via!
ah quanto delicata era la veste di una rosa,
ne ricordo l’odore e la sua morbidezza;
chiara come te, semplicemente tua!
si, primavera, “tu mi manchi amore mio”.
urla il vento un giorno al cuore!
e sull’uscio delle stagioni
starò li coronato di foglie,
sino a risentir il tuo passo vicino,
scaldarmi, proteggermi,
per eliminar i suoni del mondo!
Concetta Reina – dichiaro di accettare le condizioni del concorso
Aborto poetico per nessuna poesia.
Medioriente dell’inferno
dove sognano
il Paradiso della gloria e della vittoria
e quello dell’amore
e
quello delle donne.
Lì uomini schiacciati come vermi
dissanguati da vermi
riverberanti di follia.
L’umanità vivente
rimandata
al poi d’un paradiso.
Ed ora
Lo schifo della morte
preferito
allo schifo dell’abuso.
Ma con queste morti si cerca
la resurrezione in terra….
Accetto il regolamento
QUEGLI OCCHI VERDI
Il mio
Era sol vagar silente
Nel buio fitto d’una notte
Che sovrana
Da lungo tempo ormai
Imperava
Lungo il cammino
Della vita mia
Quando all’orizzonte
Tenue luce apparve
Ad inghiottir quel buio
Essa
Da fioca
Si fe’ accecante luce
E gli occhi miei costrinse
Sol per un istante
Alla ricerca
dell’antico buio
Ma il fulgor dell’improvvisa luce
Allontanò quel fosco mondo
Padrone divenuto di mia vita
Facendolo fuggir lontano
Vidi allora lentamente
Tornare intorno a me
Il verde di bei prati
Infinità di fiori
Sparsi su quel verde
Frondose cime d’alberi
Ondeggiar gioiose al vento
Variopinti uccelli
Per l’aria cinguettar gioiosi
Intenso azzurro
Ridonar colore
Ad un ciel senza confini
Il rumoroso suono della vita
Intonar antiche melodie
Quel sole
Che in profondo buio
Era sparito
Donar novelli palpiti
Al mio cor silente
Le mie labbra
Tornare a schiudersi in sorriso
Ondate di profumo
Inondar questo mio corpo
Davanti a me
Come stelle
Brillavano due occhi verdi
Per lungo tempo sol sognati
E che dal sogno
Eran fuggiti
A ridonare vita
All’alma mia
Che per sempre
Sembrava ormai partita
Per oscuro viaggio
Privo di ritorno
© Gianni Berna (regolamento accettato)
Emanuela Di Caprio Accetto il regolamento
Tremulano le angosce
Tremulano le angoscie
della mia innocenza,
mi sfinisco dell’insulsa vita,
chiamo per sempre la voce amica
del padre che è scomposto
nel crudo etere.
Aspetto doni colorati
e istanti di musica,
e adoro immaginare il sorriso
dipinto di fuoco ocre
e vestito di un alito d’amore
mentre mi cerchi.
Vengo plasmata nell’aria
sono un cuore di asprezza infinita
che anela a qualcosa d’argento
come uno specchio
che rimanda l’immagine a pezzi,
un occhio, una mano, una bocca ferita.
Mi basta origliare la vita,
recitare un credo mai perso
davvero, mi cullo nella speranza
infinita, di fiori e profumi
di dolci promesse
di albe, di luci, di chiarori immensi, di lumi.
Ezio Settembri
S’è abbassato il cielo.
Addensata, l’aria non risponde al ritmo del respiro.
Incespico nel fogliame ingiallito dell’autunno.
Sono come quel ramo incurvato di mandorlo, come quel nido di rondini
profanato e sbiadito.
Non mi raggiunge più nemmeno il pianto molesto e salutare di un neonato.
Affronto con indifferenza i miei ergastoli.
Scandisco le sconfitte che inaridiscono reclinato sul legno fradicio,
sulla mia squallida, macera esistenza.
Accetto il regolamento
disillusione
foglia caduta
Cosimo Rotolo
Accetto il regolamento
Colpo improvviso
Lanterna magica
sfregata, ruvida…
pesanti mani.
Essenza persa,
voce impaurita
un legno sfacettato.
Colpi d’ascia,
tremano gli scarponi
sciolte le stringhe.
Frustate accidentali…
persa la ragione
illuminati gli occhi.
Corsa stellare
tra alberi imponenti,
arrampico sul monte.
dichiaro di accettare il regolamento
Le parole che non ti ho detto.
Oggi è un giorno speciale.
Oggi è la tua festa.
Uno squillo, un semplice saluto, un augurio che mai nel mio breve tempo, il mio cuore sussultò al suono della tua voce.
Nella tuo tono calmo solo…
grazie.
Ed io muta ed immobile non replicai, nulla di ciò che avrei voluto dirti nel giorno della tua festa,
nulla di una sola parola che spesso ripetendo a me stessa lo ascolta solo la mia anima
e lo specchio mio unico spettatore.
E con tristezza ripeto a me stessa, le parole che non ti ho detto…ti voglio bene mamma.
accetto il regolamento
Una cosa sola
Mi appello alla paziente volontà d’intendere.
Afferra l’aratro di chi non rifiuta e vuole apprendere.
La poesia non è diletto!
Per quanto bella ed ispirata, nell’oblio cadrà
e ti lascerà vuoto ed inetto.
Se vivi la poesia come vero amore,
ti aprirà il suo cuore.
L’anima della poesia ti apparterà, sarete una cosa sola,
e non ti lascerà.
Sarà per te un amore.
Unico vero amore, che ti consolerà.
Accetto il regolamento.
Lunghi capelli neri
deposti sul tuo ventre.
Immacolate vertigini.
Stefania Mercatali
Accetto il regolamento.
ABBRACCI DI CIELO
Fioca luce si apre a raggio
sulla parete del mondo incantato
dell’amore.
Fioca luce dipinge con mano aperta
il tuo profilo inarcato
in dolce danza di pelle ed amore.
Colori acrilici per tratteggiare
esplosione di emozione
e di abbracci,
intensi rossi a sfiorare la tenera anima.
Marea che lambisce il pensiero
silente di sorrisi incantati di vento,
al far del tramonto
in ritrovata quiete.
Interminabili abbracci che giocano
con corpi ingentiliti
e rinati al soffio possente della vita
in estasi di baci colorati di cielo.
In interminabili dolcezze
di risveglio al tuo fianco
mi innalzo al cielo che canta
la dolce sinfonia dell’amore eterno.
Accetto il regolamento in toto
ISPIRANDO
T’immagino così, mentre mi dissolvo,
chiaro, sfocato a tratti
fra le carte e la seggiola
cercare un lampo e illuminarti
Riconosco le labbra
arrossate di nuova poesia
e le mani crescere a dismisura
su sillabe incolte
Piovi alla grande sulle radici,
con gesti folli mi vieni a prendere
– a nulla e nessuno t’avvicino –
e rido con te, poi piango
folle anch’io tra la gente
– non mi vede nessuno –
M’hai ricordato come e quando
fui capace di nascere
di che fantasie e in quali travagli
esistono stagioni nascoste, sotto pietre dure
Rita Stanzione
Dichiaro di accettare il regolamento
Sezione A. Poesia.
Accetto il regolamento del concorso.
…Maybe …
Forse tu
non sai
che c’è qualcuno
che spera, se speri
che pensa se pensi
che esulta se esulti
che ama se ami,
che urla il tuo nome
ad alta voce
per farti capire
che tu sei qualcosa,
qualcosa di speciale
per chi ti ama.
Daniela, estate 1991
accetto il regolamento
NULL’ALTRO CHE SILENZIO
Urla strazianti
provengon dal mio dentro
scuoton l’anima,
involucro ormai spento
ciò che muove il vento
è null’altro che infido silenzio.
Angelo Blu
NOI
che preferiamo conoscere
solo ciò che ci aggrada,
noi che non riveliamo
i nostri pensieri
veri
per viltà ed opportunismo,
noi che teniamo alto
il capo per arroganza,
temiamo la spada lucente
della verità.
Con qualche moneta
crediamo di liberarci dal peccato
che col sangue ci scorre
nelle vene.
Le nostre angosce
riversiamo nelle ferite altrui
credendo di guarire,
ma neppure l’altra realtà
porrà fine al nostro patire.
regolamento accettato. cordialmente antonio uslenghi
Nel chiaroscuro scivola lo sguardo
Nella luce soffusa
il tuo corpo
avvolto dal cobalto delle
morbide lenzuola…
non oso spezzare il momento
impietrita dalla sconfinata bellezza
di questa inusuale tela priva di cornice
rimango sulla soglia a guardare
inseguo le linee del tuo corpo
aguzzando la vista..
mi soffermo sul tuo ventre
risalgo sui i tuoi seni
ed in silenzio nell’ombra mi avvicino
con passo lieve e scostante…
nell’ombra
ricerco il tuo corpo
con meraviglia e desiderio.
Ma un fuoco pervade il mio animo
e le mie labbra affamate
le mie mani bramose scivolano
nel tocco deciso
sulla tua morbida pelle …
solo gocce nella notte del mondo
si insinuano fra i nostri corpi vaganti
e nel lento divenire il
grido diffonde
il suo suono nella luce suffusa
nella lenzuola cobalto
il tuo corpo
il mio corpo
uniti in unico tormento.
CINZIA BUCOLO
accetto il regolamento
35 – Avevo questo pensiero
Seduto in questo parco, vicino alla stazione,
guardo la strada dopo la siepe d’oleandro.
Dovrebbe giungere il treno per portarmi via,
ma tanti ne sono partiti. Questo silenzio mi accoglie
e mi coltiva, ma aspetto qualcuno che raccolga
i miei pezzi sparsi. Navigherò oltre i miei confini,
dove il cuore resta e dove l’età mi strugge
nell’eco degli anni, sorvolandomi da quello
che in esso si cela. Il tempo andato non ritorna,
e non posso aspettare per cogliere in seno
un barlume di coscienza. Devo credere
in quello che mi circonda, sapendo di essere estraneo,
ma non ho posti, oltre a questo,
dove posso prestare fede in me stesso.
Le ore mi sfuggono, non riuscirò mai
a prendere il mio treno. Nessuno mi guarda
e nessuno controlla la mia pace.
Il treno non si è fermato, penso che resterò
in quest’armonia sublime ancora per un poco.
Questa panchina fredda congela il mio istinto
e fa scendere tanta quiete in questo spirito
informe e travagliato che questo silenzio
mi si frantuma contro. Avevo il mio pensiero
e non sapevo come potevo averlo.
Poi ho sentito le mie ombre avvicinarsi.
Accetto il regolamento
MIRIA PATRIZIA BUTTAZZO 25/11/2012
Spiaggia deserta
E’ qui, nella spiaggia deserta
sotto un sole che muore,
che affondo i miei passi
in cerca di beatitudine.
I colori vermigli
sospesi tra sogno e realtà,
dipingono i miei pensieri.
Scende il silenzio
tra il giorno e la notte,
accarezza il mio spirito che
girovaga sull’onda turchina.
Un granchio sta per esalare
l’ultimo respiro,
mi chino e tento di salvargli la vita.
E’ l’ora più bella questa per assaporare il mare,
per ritrovare me stessa.
Un gabbiano mi sfiora la testa e una farfallina bianca
si rifugia tra i miei ricci ribelli.
Le conchiglie mi solleticano i piedi e m’intenerisco
davanti ai castelli di sabbia che muoiono
sotto la marea che sale.
Eppure, è ora che mi sento viva .
Lo sguardo del mare non mente ai miei occhi.
La brezza mi dona le sue mani tiepide
e assaporo le sue carezze vere.
Le luci dei primi lampioni
accendono il mio viso e i miei
occhi superano la paura di sguardi aspri.
Fuggono lontano gli sconforti
e cancello sulla sabbia le promesse
infrante.
L’odore salmastro
mi regala nuovi respiri,
e gli schizzi dell’acqua
attimi freschi di vita.
Sto bene ora,
stretta tra il mare silente
e la città che si accende.
La luna sorride al buio che sale:
cerca le stelle
ed io,
cerco la mia.
Dichiaro di accettare il regolamento
Discanto
Non c’è nessun incontro oltre la porta
mansueto comignolo di polvere
e la cipria che non uso più il niente cela
ho imparato la diffidenza lo starmene
da parte che tutto punge e può far male
equivoci ai quattro lati del tavolo
mani di carte truccate dal mazziere
le mie mani straripano di parole
come gocce d’acqua le perdo fra le dita
oltre il confine del giardino giace distesa
la lunga fila delle utopie voraci
che dei miei anni hanno calcinato ossa
fin dentro il midollo e stirato i nervi
così che ora possa vantare un io che fu
che non sarà più nell’ultimo domani
e scrivo ancora senza una ragione
forse per una parca identità residuale
forse per regalare fiabe a chi non sa
invecchiare dentro opache costumanze.
Dichiaro di accettare il regolamento
I write you now , adesso scrivo di te.
Epidermico stato convulso
in rivalsa per chi senza freno
sferra inquieto l’impulso
di stringere tutto al suo seno.
*
Quel qualcosa corporeo finito
senza brame riponi nel cuore.
Infuocato e lasciato l’ardito
…malinconico acceso timore .
*
Ti comprendo…e il mio fare
baccano vorrei ti svegliasse.
Non ascolti…neppure il brigare…
come se il vento…le parole tagliasse.
*
I write you now, io scrivo di te
in lingua poliedrica accesa
sfaccettata, ma solo a te dedicata.
*
Dichiaro di accettare il regolamento
Accetto il regolamento
UN MONDO CHE NON VA
La novità?
È questa poesia
che lascia poco spazio
all’immaginazione
quando si parla del reale.
Crudo e scomodo
amato quanto odiato
vissuto maigoduto
cagna evasa dal canile.
Senza lavoro
senza decoro
diritto di voto
per dir fanculo.
Ecco la novità.
Questo mondo che non va.
LA GRAZIA
Da dove arrivi
Anima gentile
che sai accogliere
senza voler capire
Chi ti ha cullato
con tanto Amore
quanto ne hai
da restituire
Puoi vedere negli altri
solo ciò che hai nel Cuore
Per questo senti che risuona
come una musica d’Amore
La Grazia non si impara
è un Dono ricevuto
Ecco perchè quel giorno
mi hai riconosciuto
Ringrazio la Vita
che è un Maestro sorprendente
Quando mi accorgo del Vuoto
non ho bisogno di niente
Musica, spazio, presenza
sarai sempre con me
anche in tua assenza
Un giorno siamo stati uniti
quando TUTTO era UNO
Per questo ci siamo ritrovati
DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO
-L’ acqua addosso,
l’ aria sulla fronte,
l’ equilibrio
precario
dei perchè
non condivisi,
nella bufera
dei sentimenti schivi,
una stella mi guida
oltre la montagna,
a passi veloci.
Roma li 04/01/12
CHIARA ELIA – ACCETTO IL REGOLAMENTO
Primo modulo poetico
SPESSO,
QUANDO PARLO DI POESIA
RISENTO L’ECO
DELLA MIA STESSA VOCE
E,
IL MIO SANGUE
SCORRE ALL’IMPAZZATA,
TORRENTE DI EMOZIONI
SENZA ARGINI.
NELLE PAROLE
NON SI COAGULA LA NOIA,
IL PENSIERO
PROCEDE VORTICOSO
EVITANDO
LE MISCELE SONNOLENTE
DEL BANALE.
Accetto il regolamento
Sezione poesia
Il gioco della vita
Come un puzzle di tessere scomposte
da ricomporre, con grande maestria
mescolate, voltate e un po’ nascoste
ogni tessera è un pezzo di armonia.
Tutto il puzzle è il gioco della vita
ogni tassello è un po’ di verità
è un pezzetto di tutta la partita
è valore, è colore, è identità
inserirlo al proprio posto e al giusto verso
è un lavoro di grande precisione
è cercare per ciascuno il proprio senso
all’interno di una grande dimensione.
Avere il proprio ruolo, tra le dita
e giocarlo con l’umanità
è scoprire tutti, il senso della vita
è l’incastro tra tante unicità
Antonella rossi
Accetto il regolamento
CONTROCORRENTE
Vivo controcorrente
in pieno attrito con il mondo che mi circonda.
Passo le giornate alla ricerca di ambienti vuoti
dove trascorrere la mia esistenza
ed impossessarmi della quotidianità degli assenti,
liberando con la mia umanità
il vuoto freddo di quei luoghi.
Nessun buonismo di sorta,
solo il vuoto,
l’assenza,
la sublimazione,
e l’estrazione della realtà.
Come inchiostro simpatico
leggo allo specchio
e scopro il profondo letargo delle cose.
Ascolto il silenzio,
vedo scorrere acqua,
passaggi di nuvole,
scarsezza di sentimenti,
povertà di contenuti.
Sono il menestrello della parola
dissolvo pagine e pagine di pensieri.
Dichiaro di accettare il regolamento
( A MIA MAMMA IN PARADISO )
Passava un angelo di corsa,
una lettera gli misi nella borsa:
Correva verso il paradiso,
Com’era sorridente il suo bel viso.
Èra per mia mamma in alto lassù,
dove vive eternamente Cristo Gesù.
« Cara mamma »
Cosi avevo scritto
domenica fù festa a buon diritto
di tutte le mamme del mondo intero;
lascia che mi sfogo con cuor sincero.
Mi manchi tanto
in me c’è il vuoto;
non vedentoti son sempre in moto.
Mi fosti madre e fedele amica,
lavorasti in silenzio come una formica.
Mi sento stretta trà le tue braccia
e la mia testa accanto alla mia faccia.
Quande volte m’hai cullata piangente
mostrandoti con me sempre paziente.
Al mio orecchio quando cantasti melodie
ed ora che più non sei le ho fatte mie.
Siimi sempre vicina, non m’abbandonare;
anche se di una certa età son da guidare.
Nella grande foto rivedo il tuo sorriso:
è lostesso che avrai in paradiso.
Nell’eternità tienti accanto al cuor mio;
un giorno rivedrò te e contemplerò Iddio.
L’angelo lesse, sorrise e sen’andò
lasciandomi con la testa in’alto un bel pò;
Filomena Di Michele Paventi..settenbre 2011…
Accetto il regolamento.
Daniela Marculet
Dichiaro di accettare il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
ETERNE DOMANDE STRAZIANTE…
Sai quante anime racconta
Il paradiso tra le porte del cielo?
Sai quanti mostri popolano
L’ ardente, il bruciante inferno?
Sai quante lacrime vestono
Il giorno grigio di bianco inverno?
Sai quanti nomi mancano
All’ appello della festa ?
Sai chi ha fatto la morte
Scura, spietata, dissesta?
Sai perché ti viene
Buttare le chiavi in andata?
Sai perché scrivo ululato
Nelle armi di lutto stancato?
Sai quante madri bestemmiano
Gli anni rimasti in grido addolorato?
E sai, e sai … quanti passi
Misura la bara di un bambino?
Nessuno sa: né io, né tu, né il vivere
Solo il silenzio scoppiò a ridere!
Quello che sento
A volte, non riesco ad esprimere,
i miei sentimenti, come dovrei,
e, mi esplode il cuore……
ma questa canzone te la devo dedicare.
Se non riesco, a darti un emozione,
non è per egoismo o mancanza di passione,
se non mi espongo c’ è pure una ragione,
è per rispetto, ma soprattutto, non farti avere delusioni;
E se per caso prendessi iniziative,
di certo non farei qualcosa di sbagliato,
ti abbraccerei in modo molto ardito,
ti strapperei quel bacio che ho sognato….
E stai sicura che dopo questo,
lascerei perdere davvero tutto il resto,
toccherei il cielo con le dita,
e metterei fine addirittura alla mia vita!
Perché non sono un santo e non sono un disgraziato,
non sono vero e non sono un giuda,
non sono folle e non sono posato,
non sono in pace e non sto neanche in guerra,
ma ti confesso che a volte preferisco stare sottoterra….
Io so che tutto questo non lo preferisci,
L’ipocrisia nemmeno la gradisci,
e non mi importa se alle cinque di mattina,
sto scrivendo, e provo a dirti ciò che sento,
e per adesso quel che mi appaga e mi consola,
è la verità che il mio cuore prova.
È la realtà di dimostrare con il canto,
che nei momenti più neri che senti,
c’è sempre accanto una stella nel tuo cielo,
che brilla più di tutte perché è sincera.
Aversi accanto fino al mattino,
è come bere un bicchiere di buon vino,
o la primavera che chiama l’estate,
o quando il male passa come la rugiada,
ma cosa scrivo….son proprio innamorato.
Perché non sono un santo e non sono un disgraziato,
non sono vero e non sono un giuda,
non sono folle e non sono posato,
non sono in pace e non sto neanche in guerra,
ma ti confesso che a volte preferisco stare sottoterra….
E se per caso prendessi iniziative,
di certo non farei qualcosa di sbagliato,
ti abbraccerei per sempre, senza fine,
ti strapperei quel bacio che ho sognato….
Dichiaro di accettare il presente regolamento
E’ tempo di salpare
Mi piego…ma non mi spiego
come un vento possa arrivare
ora portandomi via con sè
tra odori e colori che mi hanno cullato…
Mi piego…ma non mi s-piego il perchè…
un vento…e forse un perchè non c’è.
Piacere di non saperlo spiegare
quell’odore di vento d’ocra..
Piacere di accarezzarle dal vivo
quelle lacime che sanno d’amore
e Terra..
Vento sulla mia pelle nuda
quasi carezza delle tue mani.
Respiro fresco delle parole
refolo di piacere antico
ricordo sfumato di Te…
Un’ avventura la vita ora
in viaggio senza pensieri
sospinto dall’onda
incontro all’orizzonte
vestito di luci e ombre…
E’ tempo di salpare.
Giovanni Maria Ghidetti, novembre 2012
dichiaro di accettare il presente regolamento
NOTTE MIA
Notte palpabile,silenzio assordante ostruisce il pensiero.
Idee fuggono, prima di essere colte.
Il silenzio nell’aria squarcia l’atmosfera.
Surreale quiete intorno dilaga
pavoneggiandosi nell’anima mia.
Come bolle di sapone si disperdono
l’intento di focalizzare, percepire
questa notte da spettatore.
Se solo potessi toccarti, ascoltarti,
coccolarti,se potessi…Se solo…
Ti farei mia, in un connubio di sensazioni ti sposerei.
Per guardare la luna insieme
tutte le notti che vorrai.
O mia notte.
Dichiaro di accettare il regolamento.Bartolomeo Capuano.
Vivo con te
L’amore ti visita
quando non lo cerchi,
e ti sfiora, ti prende,
ti abbraccia e non puoi
respirare e non sai parlare
e vibri, e tremi, e sudi…
poi ti guarda l’amore
e ti da sicurezza e ragione,
oblio e coraggio,
sigillo e libertà.
Lo senti l’Amore,
lo tocchi, lo vivi, lo vuoi.
Non puoi più farne a meno.
Ora sai respirare, sai parlare,
non sudi, ma continui a vibrare
perché l’amore ti fa vibrare
il cuore,
l’amore ti fa vivere
ed io ora vivo con te.
Dichiaro di accettare il regolamento.
CANNETO
Alla riva fitto il canneto
concerto bruno alle acque
coi nidi di folaghe e anatre.
S’apre il lago dipinto
nello scenario autunnale
al desiderio del cuore.
Tracce dell’ultimo bello
dall’anno che va a finire
i giorni uggiosi alleviando
fanno un canto suonare.
Ed è squisito l’incanto
di lievi note che giunge
dalla malìa del momento
sublime dono del lago.
sez. A Accetto il regolamento.Michele Prenna
PIOGGIA
Piove
dalla grigia coltre
sulle incerte fiammelle
dondolanti nel vuoto.
Piove
sull’asfalto levigato:
gocce che si frantumano
in miriadi diverse,
unite,
si tuffano nel rigagnolo.
Piove
sulla città nascosta
sotto le coperte
e sui vagabondi
nottambuli
con le scarpe annegate.
Piove
sul mio volto
e sui capelli piccole perle:
corona inutile
che si scioglie in un attimo.
dichiaro di accettare il regolamento del concorso.
sez A accetto il regolamento del bando
OLTRE LA VITA
Poi ,quando
Il vento soffierà
Inquieto
E io sarò dispersa
Tra le pieghe
Della terra
Poggia leggeri
I tuoi piedi
E capirò
Che sei passato
Su quelle rughe
Che un tempo
Carezzavi
E non sciupare
Gli occhi con le lacrime
Ma parlami
Dei tuoi giorni
A me ignoti
E nell’oscurità
Le tue parole
Per me saranno
Luce
MAILA MEINI
Pazzerella affettuosa, oggi
L’acre sgomento di esistere male
m’ha accompagnato, sdrucito strascico
di un elegante vestito ingiallito.
Ero cosciente della notte fonda
e della seta fredda dell’azzurro
cielo, e mi nutrivo della tristezza
intensa, umido verde putridume
che trasuda da un muretto impastato
di sabbia di mare. Dentro il livore
indefinito che precede l’alba,
covavo il bisogno di osservare
i sentieri d’acqua piovana contro
i vetri illuminati dai lampioni.
Nella mia città, allora, sbiancata
dal sole dell’inverno che non scalda,
il mare era un piatto di rughe e le onde
andavano spargendo aria salata.
Smarrita, lungomare, mi perdevo,
lasciando che le lunghe chiome
le aggrovigliasse il vento e le bruciasse
il sale.
Il crepuscolo m’accarezza
adesso con pennellate d’indaco,
e la sera estiva incede in un manto
di porpora e arancione e luccicando
lievita dal mare. Schiocca veloce
il vento sopra i bucati con cura
stesi alle finestre. Insistente chiama
lo stridio dei gabbiani, capitani
fieri in mezzo alle violente tempeste
della vita. Così cammino ancora,
pazzerella affettuosa, spettinata,
nel bianco dei capelli, da folate
improvvise, profumate di agrumi
e di scirocco. Lungo la battigia
barbagli di rame in fretta accolgono
mezzelune brevissime di schiuma.
Arriveranno tenebre dal mar
e nebbia all’imbrunire dell
quella vera. Sarà diversa, però
saprà di latte e ne avrà il chiarore.
Intanto ascolto la risacca quieta
che borbotta mescolando granelli
d’infinito e, dentro il suo lentissimo
respiro, riscopro il fluire del mondo.
Sezione A Accetto il regolamento del bando
Dilanne 29/11/2012
Mi concedo ancora del tempo
sospensione parziale
nel vuoto atomo dell’assurdo
e razionali ritagli
di sopravvivenza
in cui la vita fluisce in superficie
per ammiccare e
poi ritornare in apnea.
Essere capace di vedere
e di sentire
mi potrebbe distruggere
e rimango in bilico
tra essere e apparire.
Forse un giorno
una amabile mano levatrice
mi riportera’ in vita
e fili invisibili si slegheranno
nell’attimo che attendo.
Il polline di un amore.
Anna DiLegge
p.s.= Dichiaro di accettare il regolamento.
Io, Paolo Congedo, dichiaro di partecipare alla sezione A e di accettare i termini del regolamento.
RIMEMBRANZE II
E se pure io dovessi venire a trovarti,
lasciami andare
e lascia che io viva di mio,
di scomposte parole
e di silenzi inopportuni.
Accendo la luce
solo per accertarmi di essere con me stesso
e abbaio alla luna
perché la tua anima non sia mia.
E ti cerco solo per dirti addio.
Dichiaro di accettare le norme del concorso.
CUORE SVENTRATO
T’amo mio cuore
sventrato
dal piccolo torace
pulsante
nelle mani
vuoto di tenebra
ricolmo di nulla
cervello spappolato
tra i denti marci
brulicanti vermi
di foia
sangue a perdere
nelle fogne nere.
dichiaro di partecipare alla sezione A e di accettare i termini del regolamento.
AMORE –pensando a Prevert…-
Come è strano questo sentimento
sguaiato,ovvero banale,
consumato troppo in fretta
o sbiadito dal tempo
o dimenticato tra le pieghe della mente,
o sbattuto,svilito,contro un muro o tra le scale
nella penombra di un portone grigio
ove la poesia è morta magari per disgrazia
o per eccesso d’amplesso.
Amore sì,ma senza voglia,
o assopito dopo qualche attimo di slancio…
Un bacio fugace,un atto sensuale,
ed ecco che scivola via dalle labbra
questo amore così solo,così stanco.
Scende piano giù per la strada
tra i viottoli ,si confonde con la melma e la gente
e su di esso,neanche più un poeta
riesce a rimare….
Ed intanto…più in là,ove l’alba sorge ancora per dispetto
un bimbo rannicchiato in un angolo di una via
pensa all’amore
e sussurra a se stesso senza vergogna,senza timore,
che ci vorrebbe provare…
ad amare questo…così detto amore!
dichiaro di partecipare alla sezione A e di accettare i termini del regolamento.
CERCHERO’ L’ANIMA NEL BORGO
Ti cercherò anima mia
in lembi rugginosi di cielo a novembre
– nel crepuscolo –
quando da valle saliranno canti
di superstiti foglie
degli augelli…
e del mite Ponente
che – ultimato l’assalto a fronde –
si farà brezza
per posare sull’onde tra crespe di mare
l’aulenze dei monti.
Ti troverò anima mia
nel grembo consunto di madre
e nelle sue vene abrase dal tormento
– nel borgo –
dentro lo sguardo che mai ha cessato
di vegliar sulla prole
neanche quando
era l’angoscia a dominar la mente.
Verrò a cercarti nel vento di maggio
o tra nitidi vermigli settembrini
nella gaia emozione d’un abbraccio
o nell’aspro mosto che ribolle in tini.
Accetto i termini del Concorso!!!
Sfinge
Mi hanno insegnato a guardare la vita
a braccia conserte.
Ma io mordo nei sogni il suo gusto
e ne dondolo i fili
dosando il respiro.
Mi hanno obbligato a chinare lo sguardo
davanti a orizzonti lontani
e a due occhi virili.
Ma io vedo oltre i confini consunti
di una grigia sottana.
Mi hanno indotta a obbedire in silenzio
agli istinti di altri.
E a nascondere i miei.
Ma più inerte vi sembro al di fuori
più in profondo la vita mi scava.
Mi hanno tolto parole e opinioni.
Ma il dissenso che mi porto dentro
impedisce a chiunque di entrare.
Ho buttato la chiave tra ortiche e pensieri.
Non frugar tra i miei cenci,straniero,
che puoi farti male.
Scompiglio
Prendi un ramo e spezzalo, fai del male
lo senti nel rumore senza sentirlo
alzi gli occhi al cielo e cerchi qualcosa
vedi un azzurro con spruzzi e macchie bianche,
pensi che tanto nessuno lo sa
sei in una camera scura
dove per prima cosa se vuoi vedere
devi accendere la luce, ma che te ne fai?
guardi intorno e vedi scompiglio,
vorresti non avere niente
startene fermo con solo i tanti pensieri
che ti nascono dalla mente
che i tuoi occhi non sanno vedere,
vorresti un po’ di quiete tanto gli anni ti sfiniscono
avevi sperato un giorno diverso
ma le parole non vengono i pensieri non le accompagnano,
senti il vocio, i rumori di un mondo che vive
sembra che tu non ci appartieni
sei assorto, sei ….
ma che te ne frega!
lascia perdere tutto e aspetta che passi il tempo
come passa un temporale che travolge tutto,
dopo sei lì a guardare tutto intorno a te
come in un immagine capovolta non si capisce più niente
ti fermi e guardi e ti chiedi ma dove sono, che è successo ?
poi volti le spalle e te ne vai
non è successo niente,
è successo per poter ricominciare tutto da capo
e tutto da capo ricomincia … che è stato?
niente, niente, ti ripeti
ti alzi e riprendi la vita di sempre
la vita di …
ieri e di domani …
accetto il regolamento
“Svegliati!”,
“Mangia!”,
le voci della mia testa,
ordini duri,
precisi,
privi di tutto ciò che son solito chiamare reale.
“Svegliati!”,
ancor mi chiedo
se potrebbe essere un incubo
ma quella voce
per quanto possa sembrare irreale
mi appartiene.
Ordini precisi,
“Mangia!”
vorrei dirle che non ho fame
ma lei continua,
“Mangia, Mangia!”,
quindi mangio,
nella speranza che la voce scompaia.
Fuori un giovane
sanguina
mentre una donna gli medica l’amputato braccio,
vorrei dire alla donna di togliersi dalla strada,
vorrei dirle che è pericoloso,
ma ancora la solita voce:
“Fermo!”
non le do ascolto;
“Fermo!”.
Troppo attento alle parole
non riesco a sfuggire dalla voce
e la donna getta un grido
poco prima di morire.
“Sorridi!”
testuali parole mi disse la voce,
ma non potevo sorridere,
non ci riuscivo,
quindi continuava:
“Sorridi, la vita è fatta per sorridere!”,
fu lì
che mi resi conto
che quella voce
era il concentrato della realtà,
ch’ogni umana anima
si trascina nel contesto dei giorni,
e fu lì
che
quell’incubo
divenne la spiegazione di tanti giorni di vita
che immortalai
in un iniezione d’inchiostro
col quale
imparai a scrivere altri giorni.
accetto il regolamento
“sapide di te le mie giornate
ogni carezza un dono,
emozioni indelebili e fiere
come foto che sfidano il tempo…”
accetto il regolamento
Dammi la mano
Dammi la mano.
Insegnami a pescare
Asciugami il sudore
Mostrami come si fa a giocare, con le mani e con i piedi.
Portami nei campi
Fammi guardare come ricami
Fammi sorridere con le tue rughe
Fammi crescere tra i fichi d’india
avvicinami alle altre balle di grano.
E pescherò i tonni,
giocherò con gli altri bambini,
coltiverò la mia terra, anche quando non ci sarai.
Continuerò a essere vecchia e bambina.
Per sempre, siciliana.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Giorgio Amadeo – 29/11/2012 accetto il regolamento
“L’ULTIMO VALZER”
du’ guanti senza dita
‘na veletta d’artri tempi
su ‘na donna senza vita.
Chi era e chi nun’era nun se sa.
la staveno a guarda’ da su dar ponte
mentre er Tevere la faceva galleggià
l’ultimo ballo della dama con il Conte.
Er Conte: bello, biondo e fiero;
lei, la dama, nun c’aveva più ‘n età.
la danza cominciò co’ l’arivo de ‘n ombrello:
la staccò dall’argine e la condusse in pista.
povera vecchia dama, balla ancora, senza fretta:
la musica solo ar mare cesserà!
Amaro risveglio..
All’alba finiscono
i sogni
si riassopisce
la notte
nelle acque fredde
ho plasmato
la sofferenze
spezzando la forza
sentivo il corpo
bruciare
la vita scivolarmi
via
terra amara
i ricordi del
risveglio
tra porcellane
tempeste
di neve
vorrei trovarti
accanto a te….
ti racconterò di
quella poesia
dell’amore
ritornata dalla
primavera
malata d’amore
le musiche
suonano
voglio fondermi
con la luce
dell’alba
un’illusione
fredda che uccide
Sprofondando
nel vortice
del torbido
inganno
un antico peccato
le albe sono luci
accecanti
atroci inganni
le illusioni perdute
succhiando il fondo
del sangue
amaro
Con una preghiera
mi arrendo
alla
sofferenza
che
vince sempre
Amaro giorno
Rosaria Catania – accetto il regolamento
Dopo quella volta non facemmo
più all’amore, diventammo due sconosciuti,
due persone nate e cresciute in posti diversi,
non ci consideravamo, non parlavamo.
Ma dividevamo il letto, il catino dell’acqua,
i pochi soldi rimasti dalla recessione.
Fino a quando un giorno,
non trovando niente in comune, né si faceva
un passo indietro, la mente aveva preso il sopravvento.
Fino a quel giorno si mangiava alla stessa
tavola, con le stesse posate, con le quali si
uccideva il maiale a natale.
Fino al quel giorno ancora si tollerava l’altro,
non sapendo quando sarebbe uscito dalla porta
senza fare ritorno e chi per primo.
Il primo che uscì andò al mercato delle pulci
a comprare un amuleto indiano
accetto il regolamanto mimmo martorana
SEI
Sei la terra nella profondità del mare
il cielo nell’infinito che inghiotte…
Sei fiume tranquillo,
torrente impetuoso
brezza del vento che divien tormenta
Sei scintilla d’un fuoco che cuore mi brucia
Sei il calore dell’anima,
in un freddo di neve
Sei tu…
tutto ciò che sei,
il mondo intero che alla vita da senso…
accetto il regolamento
CAREZZE ALLE DONNE
Una donna che non viene accarezzata
è un fiore che appassisce
il suo sguardo languisce.
A volte basta la mano del suo uomo
che le sfiora il viso
per far risplendere un bel sorriso.
Quando le accarezzi i capelli
con sguardo sincero
capirà che è amore vero.
Se le dai un bacio sulla fronte,
sfiori le labbra con un dito
lei leggerà la sinfonia d’amore sul tuo spartito.
Carezze particolari vanno date
alle mamme e alle nonne
che sono il baluardo delle donne.
accetto il regolamento
25 novembre – giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Non chiamiamolo amore
Sfonda l’odore del bene
l’indomito fiele
annusa ingordo il desio
e brama di serpe.
Vile lo sguardo
irrompe su un corpo smarrito,
ma non cade sugli occhi di pianto.
Zampate impetuose si affannano
artigli felini e bastardi,
cespuglio di rovi
che lasciano ombre di vuoto.
Urla di orrore risucchiate
da gemiti di maschio
relitto barlume di uomo.
Si umilia un corpo
in pochi istanti,
uccidendone l’anima
per sempre.
Non chiamiamolo amore.
Luisa Sordillo
dichiaro di accettare il regolamento.
Sfinge
Mi hanno insegnato a guardare la vita
a braccia conserte.
Ma io mordo nei sogni il suo gusto
e ne dondolo i fili
dosando il respiro.
Mi hanno obbligato a chinare lo sguardo
davanti a orizzonti lontani
e a due occhi virili.
Ma io vedo oltre i confini consunti
di una grigia sottana.
Mi hanno indotta a obbedire in silenzio
agli istinti di altri.
E a nascondere i miei.
Ma più inerte vi sembro al di fuori
più in profondo la vita mi scava.
Mi hanno tolto parole e opinioni.
Ma il dissenso che mi porto dentro
impedisce a chiunque di entrare.
Ho buttato la chiave tra ortiche e pensieri.
Non frugar tra i miei cenci,straniero,
che puoi farti male.
edvige sordillo – dichiaro di accettare il regolamento
ODILE 29/11/2012
IL MIO ESSERE
Come un pittore dipinge il proprio autoritratto
io dipingo con parole semplici l’arcobaleno che è in me.
Non certo per apparire
ma per dare luce,colore
in questo mondo nero,grigio,falso.
Esprimere con il cuore,
non certo con la mente, il proprio essere,
la mia essenza a volte dolce,
a volte amara,
ma sempre limpida,sincera, pura come l’acqua.
Essere per dare, donare
e di conseguenza ricevere altro colore,
altra luce positiva dentro di me.
Coglire ciò che gli altri non vedono e non sentono,
odorare profumi,situazioni,emozioni,
gustare le differenze,
ascoltare e percepire parole non dette.
Tutta la natura entra dentro di me
e come per magia
offro il mio sorriso,
le mie parole, il mio sguardo
per trasmettere con empatia il mio essere.
Dichiaro di accettare il regolamento.
ODILE
Una notte da solo
sono uscito di casa.
Ho gettato i rifiuti
e cacciato via i gatti,
sicari ufficiosi
squadristi di ronde
a caccia di topi.
Non avevo la giacca
non temevo la pioggia.
Ricordavo un amico
che con fare vanesio
scorrazzava su moto
senza casco e cappotto.
Dopo anni morendo ne rideva di gusto.
Ho camminato muto.
Al coperto opprimente
preferisco il bagnato.
E lampi e tuoni e vento.
Il tormento sa fare l’attore,
ha maschere giuste,
appeal teatrale.
Una notte da solo
sono uscito di nuovo.
Senza pioggia senza te.
Senza buste olenti
che felice gettavo,
trattenendoti caro
al guinzaglio che amavi.
“Se proprio devo restare” di Marco Parlato
Accetto il regolamento.
Dichiaro di accettare il regolamento
Sono nato dopo la guerra
Sono nato dopo la guerra
sulla pietra di calce e gli
sbarramenti di fuoco. Ho
vissuto folgori insensate
e pienezze consumate sui
rami impietosi del poco,
fra urli, minacce di trincee
e porte sbattute, tra pianti
e bestemmie, che tu,duro,
pronunciavi al mattino, mio
sire. Allungavo i passi, e i
miei compagni di viaggio me
li portavo addosso, erano
taglienti, ferivano ogni istante.
Io capivo e sanguinavo, crescevo
magro, coi sensi accentuati,
sempre solo e fuori dalle linee
comuni,interpretavo la realtà,
ogni volta uscendo dalla caverna
buia della mia casa, e chiudendo i
sogni stridenti nel magazzino,
a chiave.
QUARANTACINQUESIMO PARALLELO
(dopo il terremoto)
Sul tavolo stasera
sufflè di tiglio e nostalgia.
Insalata di sogni
condita con la passione
di floride lune.
Siamo a tre quarti del mondo.
Questa notte è cielo,
viola turchese a occidente.
E’ là che nel fiore cosmico
seguo il tuo petalo,
nell’infinito maschile,
in una solitudine nuova
– fresca, da primo soccorso,
partorita dalle idee di un profeta.
Urgenza, emergenza, pazzia.
Comunque sia,
il mio amore ti renderà immenso.
C’è un violino che segna l’aria e questo giugno,
non siamo più mortali quando lo stringo.
Chi era?
La fine del mondo?
La fine della morte?
Energia liberata?
O l’ombra di Colui che ama per sempre?
Sulla frontiera tra la pietra e il metallo
ti accudirò sul serio
fino a governare
la materia.
Sonia Serravalli ©
(Accetto il regolamento di cui sopra)
IL MIO SILENZIO
Osservo dalla finestra
il quotidiano
quadro della vita,
tutto si muove,
senza rumore,
tacciono i muri
in questa stanza,
tutto tace,
tutto, tranne
il ticchettio perpetuo
della sveglia,
inesorabile
trascorrere del tempo,
tiene compagnia
all’animo mio
ed ai ricordi
della mente,
sempre più confusi,
sempre più chiari,
nel silenzio, ascolto
il tremore delle mani,
i piccoli dolori
dell’età che avanza,
solo, coi miei silenzi,
in questa stanza.
Tempo,
non fermarti ancora,
continua ad allietare
il mio udito,
nell’intimo silenzio,
in attesa del risveglio
del cuore assopito,
che detti alla mano
le parole, i versi,
di una nuova poesia,
fonte delle emozioni,
delle gioie, dei dolori,
dell’animo mio.
accetto il regolamento
Vedo e canto,
Vedo e canto pellegrino
lungo i margini di strade e sentieri,
in lontane plaghe.
Nel mio mondo d’illusioni
faccio precipitare
immagini di luce di verità vane.
Nel fondo del mio crogiolo
le mie parole non si rifiuteranno di brillare,
le api indorate dalle mie speranze,
di ricordi e chimere rosate
realizzano un favo di visioni
di grigia cera e dolce miele.
Il tempo s’incammina consumando
il mio cuore vagabondo
e tutte le voci si mutano alla tristezza.
Io so già
che tutto questo ha dato qualche poesia,
debole traccia su di un petalo bianco
di una grandezza sognata.
Senza parole,
contemplo le mie parole…
e tutti i sogni appassiscono senza fiorire.
EFFATA’
E i fiori delle mie emozioni
sbocciano
oltre la cinta del cimitero.
di Emanuele Insinna
Accetto il regolamento
Goodnight moon
Quanto tempo rubiamo
Per i nostri baci e carezze.
Quanto tempo prendiamo
Per il nostro dolce amore.
Ci sarà reso nel tempo!
Ma noi non lo vogliamo.
E se guardiamo la luna
Sentiamo i nostri cuori
Battere assieme felici.
Abbiamo noi, solo noi
Tutto ruota e anche il nostro amore,
Ma ci rimane solo noi.
Nel tempo e nello spazio
Potremo unirci e dire
Al mondo intero
Goodnight Moon.
accetto il regolamento
Polvere di ali
Sfiorami
quando le bacche degli alberi
cadono sul mio volto sognante
e la musica apre i petali di fiori
timidi e umidi di rugiada..
Accarezzami
come la foglia
che soffia sulle cortecce
l’ultima sua danza
mentre saluta graziosa
un raggio di luce ..
Disegnami
sulla terra bagnata
dai miei pensieri
partendo dallo sguardo
sempre verde e sognante
poi perditi dentro di me
tra pieghe di fantasie affannate
per chiudere l’istante
di una farfalla che vive
nell’inverno sbocciato
quando ancora
era un bozzolo di vita..
Nadezhda Speranza Slavova
Accetto il regolamento
CONFERME
Cosa vedi da così in alto
da lassù fra bianco e azzurro
sul dondolio di un tenue vento
al tuo sorriso ancora vero.
Aspetta non correre
son qui non aver paura
salteremo insieme gli ostacoli
ed insieme taglieremo
tutti insieme vinceremo
il tetro vivere colorando
il nuovo avvenire con sorrisi
e ricordi mai spenti!
Prendo nuovi strumenti
ed impegno i miei tempi
per scolpire su musica
una nuova aurora
che mi ricorda ancora
il tuo sorriso.
Ancora cieco dal mio soffrire
ma so già perché …
perché Tu sei Vita
e ci aspetterai al
nuovo divenire.
Gino Puglisi
Accetto il regolamento
[dichiaro di accettare il regolamento]
la vita segreta delle emoticon
l’utente ha chiuso il programma: se n’è andato, finalmente
adesso ho tutto il tempo
l’infinità del tempo per sorridere, indefinitamente
mentre attorno succede qualsiasi cosa.
né un sasso, né una pianta
non mangio, non ho sonno: esisto?
sono uno spirito, una combinazione di segni. una sephirot
che mi si usi o no, un incantesimo senza senso:
sto continuando a sorridere
non ho potere, non ho fisicità
non ho bisogno di energia, non ho parole con cui esprimermi
due punti e una parentesi
all’improvviso sono in ogni parte del mondo,
sulle punte delle dita e sul tasto Invio
tutto il cielo e tutta la rete per dire
a qualcuno che qualcun altro sta sorridendo.
non ho denti. non ho sensi, né sentimenti
la mia vita segreta comincia all’interno del mio cerchio
e finisce in questo segreto: sto sorridendo
anche quando non mi vedi :-)
OGGI è…
oggi è un giorno, ma ieri cos’era ?
un sogno…
il sole splendente, la rabbia dei fiori, tutto è cambiato.
ti sei svegliata dopo quel lungo sogno che ti ha fatto pensare a me. Io , un ragazzo povero,triste e solo con solo un misero vestito.
Oggi è: la festa di tuo fratello ma coMe fai ad andarci, non hai nulla…
poi ti sei riaddormentata e nei tuoi sogni ti sei chiesta:
OGGI è !
Aria del tramonto
fresca, goccia di pianto,
sul velluto argentato
come un soldato attento
scivoli tra le mie mani di sempre
premendo l’aria e il cuore
mentre l’inverno, solennemente, muore.
Alla sera ti ritrovo festosa
come una cinciallegra
e riposa sul verso del tuo ventre
il mio carattere d’uomo
ora il tuono
dopo la saetta
e torna lentamente a crescere il silenzio
mentre vago ti osservo
come un leccio su sopramonte!
Sei cara al mio nucleo vitale
sei luce per la mia dorsale
catena della vita.
Stasera, prima del buio,
tornerò a baciarti, amore mio!
Ugo Arioti (extempora)
Chi ha vinto questo concorso? Grazie.
I risultati non sono ancora stati pubblicati perché in fase di elaborazione da parte della giuria! A breve ci faremo sentire :D
Ma chi l’ha vinto questo concorso?… E’ possibile conoscerne la classifica?… Grazie.
Ciao Gianni, certo che è possibile conoscere i risultati che sono stati pubblicati sul sito:
http://oubliettemagazine.com/2012/12/13/vincitori-e-finalisti-della-gara-poetica-nomen-nescio/
per il futuro ti insegno un trucchetto per cercare facilmente: puoi usare sopra nel sito CERCA ed inserire la parola chiave come su google. oppure puoi cliccare direttamente sul nome del concorso e ti appariranno tutti gli articoli inerenti al nome cliccato!