Gara Poetica Gratuita “Nomen Nescio N° 55”

Regolamento:

1. La Gara Poetica Gratuita “Nomen Nescio N° 55” è promossa dalla web-magazine “OublietteMagazine” e dell’autore Raffaello Corti. La gara poetica è riservata ai maggiori di 16 anni. La gara poetica è gratuita. Tema libero.

 

2. Articolata in 1 sezione:

A. Poesia

 

3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.

 

Le poesie senza nome, cognome, e dichiarazione di  accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate.

 

Ogni concorrente può partecipare con una sola poesia.

 

4. Premio:

N° 1 copia di “Nomen Nescio N°55”, raccolta poetica di Raffaello Corti.

Saranno premiati i primi tre classificati.

 

5. La scadenza per l’invio delle poesie, come commento sotto questo stesso, bando è fissata per il 30 novembre 2012.

 

6.  Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:

Alessia Mocci (Dott. in Lettere, redattrice e critico letterario)

Raffaello Corti (Poeta)

Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)

Nino Fazio (Collaboratore Oubliette)

Barbara Filippone (Collaboratrice Oubliette)

Fiorella Carcereri (Collaboratrice Oubliette)

 

7. Il concorso non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.

 

8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.

 

9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email: concorsooubliette@hotmail.it indicando nell’oggetto “info gara poetica” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), oppure attraverso l’account Facebook (clicca QUI).

 

 

10. La partecipazione al Concorso implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.

 

 

164 pensieri su “Gara Poetica Gratuita “Nomen Nescio N° 55”

  1. La forza centripeta dell’amore

    Sorridimi e lascia che io corra
    lascia che lontano a piccoli balzi
    mi portino le forze tangenziali della vita.
    Abbagli rapidi di luce non accecano, ammiccano la via
    e a rallegrarsi del fuori di noi guidano l’anima.
    Istanti di vita lontani da ravvicinare al presente di domani
    piccole corse verso il desiderio più luminoso
    mi inchiodano al cammino reso
    tondo e chiuso e ciclico
    dalla forza centripeta dell’amore.

    Accetto il regolamento
    Daniela Cavazzi

    1. Chiedi permesso agli angeli!

      Scendi per un attimo
      e cullami,
      posa le tue mani
      sulle mie!
      Chiedi permesso agli angeli
      e torna quaggiù per un istante,
      per sapere chi sono,
      per sapere chi sei!
      Raccontami la favola
      che non ascoltai da bambina,
      incantami con la voce
      che non ho udito!
      Mi manchi
      e sono troppo fragile stasera.

      Manuela Fragale – Dichiaro di accettare il regolamento del presente concorso.

    2. Chiedi permesso agli angeli!

      Scendi per un attimo
      e cullami,
      posa le tue mani
      sulle mie!
      Chiedi permesso agli angeli
      e torna quaggiù per un istante,
      per sapere chi sono,
      per sapere chi sei!
      Raccontami la favola
      che non ascoltai da bambina,
      incantami con la voce
      che non ho udito!
      Mi manchi
      e sono troppo fragile stasera.

      Manuela Fragale – Dichiaro di accettare il regolamento del presente concorso.

    3. OLTRE IL RIMPIANTO

      Pensieri inginocchiati
      chiedono perdono,
      hanno abortito e ucciso
      un battito nel petto;
      un’emozione nuova
      cercava la sua culla,
      in fretta soffocata
      nella sua veste bianca.
      Se esiste penitenza
      stanotte la pretende
      e cento ave maria
      non placano il rimorso.

      Sepolto è il mio tormento tra valli e piane antiche,
      dove ho lasciato il cuore ed ho piantato un fiore ;
      e un bacio rubo al grigio di una fotografia
      di negativo anfratto.
      E’ assenza che fa male, è brivido mai nato,
      è sale sulla piaga tra le mie mani vuote.

      Ed urlo il verbo al vento, schiaffeggio la marea
      che tronfia nella sera mi irride col suo sputo.
      Tra alghe ormai spirate tra sonnolente baie
      cerco di ricucirmi la pelle nel tramonto
      e un’asola si schiude nella mia giacca stretta
      e un raggio prepotente affonda una stoccata.

      E’ alba che si affaccia
      sul molo della notte,
      è speme che riaccende
      lampioni in un deserto,
      e sterro il cuore mio ,
      spazzolo terra antica,
      un paio di scarpe nuove,
      lo porto a spasso dove
      sotto la coltre bianca
      rinasce ancora un fiore.

      Maria Teresa Infante
      accetto il regolamento del concorso

    4. Come si fa a non amarti….Come faccio a non amarti…Tu che mi fai l’amore delicato e forte…depravato e raffinato..mi strappi dalla nebbia della vita e mi proietti in cielo con l’abilità di un angelo e mi scaraventi nel fuoco di libidine e passione con la prepotenza di un demone..Tu che mi fai sentire santa e meretrice….che sondi gli ultimi scalini dell’anima e mi scuci ogni segreto, sgretoli ogni dolore…Come faccio a non amarti quando ti vedo nudo, la pelle chiara, le larghe spalle, il petto aperto e la tua intimità prorompente che m’invita all’estremo del piacere….
      Come faccio a non amarti quando ti vedo un titano combattere e sconfiggere malasorte e malerazze…quando parli e dici le mie parole, esplichi i miei pensieri…gridi la mia rabbia…come faccio a non amarti..dovrei rinnegarmi l’anima…dovrei incenerirmi la mente assieme al cuore. E di tutto questo amore che è forza buona, che mi fa guardare pure il sole senza ferirmi gli occhi, sono qui oggi a offrirti la parte migliore…un Fiore che ha per petali il desiderio, la passione e l’ intima ammirazione…..e che è umile espressione del mio sommo bene.
      Paola Marconi – Dichiaro di accettare il regolamento del presente concorso.

    5. So che non verrai
      non ritornerai più, qui da me
      mai più
      nonostante
      io ti aspetterò
      come ti aspetto la sera
      quando scompare la luce del giorno
      e scende freddo il velo della notte
      interminabile notte
      qui a vegliare
      assurdamente e insensatamente
      il tuo ritorno impossibile
      nonostante
      quando scende la sera
      o la neve imbianca la collina
      affacciato all’immaginario balcone
      ti aspetto
      anche se so
      che non ritornerai,
      non ritornerai, più, qui da me

      Urbano Briganti, accetto il regolamento per la partecipazione sez.A

  2. SAPESSI …QUANTO MI MANCHI

    Notte senza stelle,
    buio assoluto nella mia stanza,
    solo ombre di ricordi
    danzano sulle ore
    che scorrono lente nella mia mente.
    Mi manca la tua mano
    che mi accarezza dolcemente ,
    mi mancano i tuoi occhi color tempesta
    la tua voce
    sublime melodia dell’anima mia
    Mi manca il tuo abbraccio della buona notte,i
    il tuo bacio che mi sfiora le labbra.
    Vorrei chiudere gli occhi
    e sognare un cielo limpido,
    il colore dei tuoi occhi ,
    asciugare le mie lacrime
    e dirti : quanto mi manchi!!

    rosa d’agostino

    dichiaro di accettare il regolamento del concorso

  3. goccia

    goccia,
    goccia,
    su una foglia che prende la forma dei miei occhi,
    goccia d’acqua,
    goccia,
    goccia.
    Su una foglia che prende la forma dei miei occhi,
    e volano le fate,
    canti d’angelo.
    Verde,
    verde.
    verdi essenze che si fondono,
    essenze che si ascoltano,
    profumi e odori nella terra, della terra.
    Il profumo del sole,
    il sapore della luna.
    Cielo.
    Cadi dal cielo come un fiocco di neve. …
    Ti assorbo nel mio corpo che ormai fa parte della natura,
    mi fondo in esso e non rimane più nulla.

    Lara Tocalli
    accetto il regolamento

    1. IL TUO CULO

      La tua è l’eleganza pungente del riccio. Il tuo stile, il tuo stile è il tuo culo e sono i tuoi seni.
      Sei un colpo di freno che non evita l’incidente.
      Sei una brusca sterzata sulla strada battuta dal vento di maestrale.
      Sei un attacco di panico, il più violento, il più angosciante.

      Ti lecco i morsi e ti asciugo i rivoli di sangue.
      Ti parlo senza voce e ti urlo con la gola indecente.

      alberto carli: accetto il regolamento

  4. Tutto tace

    Tutto tace questa notte…
    le luci della sera fuggono
    verso altri mondi!
    Una leggera brezza
    sfiora il mio viso…
    una dolce malinconia
    m’assale…
    forse, ricordi lontani,
    stretti abbracci
    di un amore materno
    che non c’è più!
    Tristezza e pianto…
    profumo di gelsomini
    accompagnano sempre
    il mio cammino!
    Tutto tace questa notte…
    solo una Luce brilla
    dentro il mio cuore….
    la tua… mamma!

    Franco Maccioni – Dichiaro di accettazione il regolamento.

  5. Mi Concimi
    Lavando Sterilità e riempiendo buchi con semi al sandalo.
    Sei sole, poggiato ad uno spigolo di luna ingorda d’amore

    Annalisa Orrù
    accetto il regolamento

  6. UNDER EIGHTEEN

    Afghanistan, Burundi, Chad, Colombia, Costa d’Avorio, Iraq, Liberia, Myanmar, Nepal, Filippine, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sri Lanka, Sudan, Uganda

    Hanno censito i bambini soldato.

    Uno per uno li hanno contati:
    250.000 figli e figlie
    sequestrati e reclutati
    per nutrire eterne guerriglie.

    Un enorme girotondo
    di bambini e bambine
    in troppi paesi del mondo
    rapiti, torturati, violati
    per farne perfetti soldati.

    Hanno censito i bambini soldato.

    Dai 10 ai 18 anni,
    vittime e aguzzini,
    innocenti e tiranni,
    son tutti minorenni.

    Quelli già morti
    non li hanno contati:
    non hanno più braccia
    per essere armati.

    Hanno censito i bambini soldato.

    Calcoli precisi per stabilire
    quante armi si potranno fornire;
    conteggi e calcoli esatti
    per firmare quei dannati contratti

    Milioni di armi prodotte ogni anno
    garantiscono enorme fatturato
    proporzionalmente distribuito
    in ogni paese industrializzato.

    Hanno censito i bambini soldato:

    500.000 occhi rossi di polvere e pianto
    500.000 mani macchiate di sangue
    250.000 sorrisi sporcati
    250.000 bambini soldato.

    – accetto il regolamento

  7. Foglie…. sezione poesie

    Foglie morte d’autunno
    Dolci amiche della mia tristezza
    Compagne, sorelle e canto
    Della stagione più bella
    Suggeritemi il richiamo delle sirene
    Cosicchè si plachi
    Questa tempesta
    Che il mio legno porta lontano
    Sull’onda della nostalgia

    Gianni Moi
    accetto il regolamento

  8. sezione poesia…

    Voi che ogni giorno…

    Un cuore debole come la mente stessa
    Un sogno che si spezza e t’ incatena ad esso
    Un tormentar dell’ anima senza veder la luce
    Un buio all’ improvviso che toglie anche la pace
    Nessuno che fa niente, con solo amar commenti
    Nessuno che ti aiuta ed io … sola … perduta …
    Perduta e senza fiato: un grido nella mente
    Confuso e esasperato …
    Ma non vedete che sono triste e stanca?
    Non vi accorgete che soffro immensamente?
    Voi che ogni giorno mi dite che mi amate
    Non vi accorgete di come son rimasta sbalordita
    Quando l’ anima mia d’ un tratto si è spezzata?
    Perché non mi aiutate? Perché non mi ascoltate?
    Ma voi … le spalle al muro … a terra mi gettate …
    Sempre di più … ancora più colpite …
    Non vi è bastato il danno che ho nel cuore …
    Voi che dite a tutti che mi amate …
    Non vi è bastato un corpo senza amore …
    Voi che dite a tutti che mi amate …
    Non vi è bastato che l’ anima ho perduto?
    A chi mi dice amore nulla gli può bastare
    Se non la gioia immensa
    Un giorno di potermi cancellare
    Completamente … dal mio presente …
    Dove per me più niente potrà mai stare …
    Né gioia né dolore ne lacrime e rimpianti
    Né vita e né speranze
    Ma solamente un fingere fatto di circostanze

    Carmela Russo
    accetto il regolamento

  9. NON SO SE SO AMARE sez. poesie

    Non so se so amare
    ma lo vivo
    fatto di carezze che scivolano
    di labbra che assaporano
    di sguardi che si incrociano
    respiri che riempiono silenzi
    poi un gemito quando ne penetri la sua essenza
    un abbraccio
    quando ti perdi in esso.
    non so se so amare
    ma ne respiro la presenza
    facendo vibrare il mio corpo
    dandogli una forma immensa

    Giambattista Ganzerli
    accetto il regolamento

  10. Inquietudine

    Non spostare niente.
    Non cambiare niente.
    Il rosso è rosso.
    Non distogliere il tuo sguardo da ciò che non hai.
    Il cambiamento modifica la traiettoria del niente.
    Fissa le radici dell’insoddisfazione.
    Ho – non ho.
    Il lamento dell’anima continua a fare compagnia.

    Accetto il regolamento

  11. –Volo libero tra le parole

    Certe notti navigo solitario
    a bordo del mondo,
    nell′oscurità scrivo parole,
    cullato da stanche onde
    alla luna vado incontro.

    Riflette limpida nell’infinità
    la mia anima muta.
    La notte è un muro
    contro cui sbatto e
    scricchiolano certezze,
    come assi di legno,
    sbattono, l′una contro l′altra.

    Confidai al vento,
    un mormorio sommesso
    ma la mia voce
    attesi invano.

    Affidai all’onda,
    le mie parole stanche
    ma nel buio della notte
    chissà dov’è finita.

    Urlai al vento
    tutta la mia rabbia
    e davanti al mare
    attesi l’onda.

    Come uno schiaffo
    m’ha colpito,
    gli occhi di sale ha riempito, e
    la voce mi bloccò.

    Vidi tra mare e cielo uno squarcio
    il mio grido che torna
    l’eco d’antichi e di futuri tempi.
    Lo sguardo è rimasto, mescola,
    anime e corpi,
    attimi e l’infinito
    illusioni e passioni,
    dolori antichi e antiche speranze.

    L’onda del mare
    invade il mio petto
    l’ala tesa oscilla e trema
    tra l’amplesso e l’abisso.
    abbraccio i suoi flutti
    ritornano ricordi usati
    e vecchi tormenti

    Riflette sull’infinità
    la mia anima, vibra.
    Scrivo nel buio
    parole che cercano
    nelle lettere il suo senso,
    felicità finite rinnovi e
    illusioni antiche regali.

    Lasciai libero al giorno
    il mio canto
    l’orizzonte offuscato
    confonde i confini
    riflessi di sogni vissuti
    assorbono il respiro,
    sorge il sole
    scioglie lacrime di rugiada e
    volo libero tra le parole

    sezione poesia – Accetto il regolamento

  12. Estasi 10.07.12

    Non dimenticherò mai quelle sue parole
    Quell’estasi sul suo viso
    Come avesse visto un angelo in carne ed ossa
    La mia fiducia era già radicata
    Ma ha affondato le basi dentro ai suoi occhi
    Per crescere in modo esponenziale
    Un turbinio di emozioni mi travolse
    In un istante brevissimo ed intenso
    Infinito dolce ricordo indelebile
    Ogni poro della sua pelle sprizzava
    Di quell’amore mai sussurrato
    E per questo ancora più apprezzabile
    Gesti che eternamente solcheranno
    Ogni più piccola ruga del mio cuore
    Rammentando che esiste il sogno
    Quello che si realizza in tutta la sua pienezza
    Che ti cambia lo sguardo e il modo di vedere
    Che ti fa capire che finalmente fai parte del mondo
    Come si fa a cancellare ciò che è scritto
    Con aliti e gemiti e parole non dette
    Su due corpi uniti e armoniosi insieme
    Cosa e chi ha il diritto di distruggere
    Un’espressione talmente grande
    Da sconfiggere le forze dell’universo
    La fiducia è quella che è risultata sconfitta tangibilmente
    Irrimediabilmente privata di credibilità
    Anche a dispetto di un eterno estatico amore

    Invio accettazione incondizionata del regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/200)

  13. PUO’ BASTARE

    Ogni giorno che la vita mi concede
    è uno spazio di tempo da godere.
    Può bastare: un attimo di fede
    o lo sguardo di chi ti vuol vedere,
    un messaggio con “ti voglio bene”,
    un bambino che tende le sue mani,
    qualcuno con cui dividere le pene,
    e amori che non siano lontani.

    (Giuseppe Laccania)

    Accetto regolamento.

  14. Sentinella – Andrea Borrelli – Sez.A – Accetto il regolamento

    Balla
    che si possa veder ballare
    ti spiano
    in un vestito tutto rosa
    ti vorrebbero tutti per loro
    solo non lasciare che ti fermino
    balla nel coro
    puoi andar piano
    darmi la mano e farti accompagnare
    nel futuro
    un cesto di frutta fresca
    un sorso d’ acqua
    aria fredda in faccia
    in testa la consapevolezza
    di saper odiare
    conoscere la vendetta
    e dimenticare in fretta
    sapere se l’ amore resta
    accasciarsi pari
    sicuri al suolo
    la mano destra al petto
    orma di stanchezza.

  15. Ricordo in viola

    Ho fatto violenza a me stessa
    e sono salita
    su questo picco di roccia
    per abbracciarti
    nella tua nuova casa.

    Di quassù l’occhio spazia
    sulla valle ancora verde
    il vento canta
    ondeggia l’erica
    abbarbicata alla falesia.

    In questo piccolo cimitero
    tutto bianco anche il respiro
    fa troppo rumore.

    Ecco apparire il tuo viso
    come sempre sei spettinato tutti i capelli al vento
    su quel sorriso eternamente scanzonato .

    Respingo ingoiando
    l’ariete della commozione
    cercando di sfuggire i tuoi grandi occhi ancora così
    pieni di vita.

    Ho voglia di fuggire via
    dalla tua immagine.
    Ho paura di una fotografia.

    Sono qui ed aspetto
    pregandoti di accennarmi
    la tua presenza perché so
    che ci sei .
    Lo sai che vegeto paure.
    Ti prego guardami
    sorridimi e dimmi ancora
    che ci sarai per me

    che non sarò mai sola ….

    Autorizzo il trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

  16. CARRETTIER DEL VIVENTE

    Dava indizi sordidi
    al carrettier del vivente,
    di sontuose scie di chimere
    oltre gli esangui scarti
    di ardimentose ambigue città
    – ferruginosi suburbi
    d’idolatrati rinascimenti –
    in brulle sparse, di pietà.
    “Avesse ascoltato!
    oh accordato passo,
    per mano dell’umana onda,
    la simbiosi dell’imprevisto!”
    Un ribollir dorato, e poi, un sigillo.
    Occhi imbrigliati da inchiostro,
    al metafisico condurre
    del profeta del delirio.
    Ogni fraseggiar l’aurora degli spazi,
    ai superbi, flautati invasi.
    “Non bacio il freddo volto di marmo
    che va coprendomi la pelle:
    è un narcotico anelito d’amore
    che prosciugherà la fonte
    dagli appetitosi frutti!”
    Così, in panni di vetro
    quando l’aria al mattino
    sussurrerà esausta
    il prodigio della morte,
    il profeta sognerà, la sua città,
    dagli antichi e soggiornati rientri.

    Luca Gismondi

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.

  17. ARCHITETTI (pensiero estemporaneo)

    Senza pretese,
    senza attese,
    annullando reciproche offese..
    so che i nostri rifugi
    saranno consapevolezza
    di vita…
    senza progetti futuri per noi
    architetti del domani.

    Ponte di rottura
    come paradosso d’onore…
    prendere,
    vivere,
    amare,
    aspettare…

    Noi siamo dietro l’uscio
    di una casa senza porta,
    ma con in mano una chiave…
    per entrare!

    – accetto il regolamento

  18. DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO

    annamaria giannini

    DI_STANZE

    contemplando un’unghia a scavare il cuore

    nelle radici di un vecchio melo
    che senza la cura dell’uomo
    ha riempito uno spicchio di mondo

    sei tu

    delle allodole il precipitare
    per poi riavere il cielo

    sono io

    poi piangere d’istinto, come le nuvole
    alla distanza apparecchiata
    e le posate inutili

  19. Il giorno che ti avrò

    Si confonderanno i sensi
    nell’andare a scosse dei tuoi seni
    frantumati in battiti dal tempo dell’amore.

    Si muteranno in onda
    le perle che sudore depone a spruzzi
    quando sulla tua pelle si giocheran le labbra.

    E si farà voce il fremere
    d’ogni tua corda tirata a perdizione
    quando delle vesti il corpo non si annoierà.

    Sarà la stanza a cedere
    ogni rumore al decifrare il contorno
    d’ogni tua valle accesa come se fosse lava.

    Ed io mi tirerò la freccia
    per scatenare il sangue a prendere
    ogni spasmo di una danza ai limiti del fuoco.

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso

    Renato Fedi

  20. Sezione A – poesia – Dichiaro di accettare il regolamento.
    poesia “E’ tempo” di Italo Zingoni

    E’ tempo.

    In questa parte di terra il silenzio
    tradisce ogni minimo fiorire di rumori
    e lascia fuori dalle finestre chiuse
    i profumi che salgono dalle nostre solitudini.

    Sulle panchine restano i sospiri degli innamorati
    a scalfire dei sogni gli attimi più estremi
    e l’alba ricompone ogni minima illusione
    mentre tutto riprende la quotidianità più dura.

    La paura non è solo una scarna sensazione
    e il dubbio spesso uccide le certezze
    di un domani che non si vede ancora all’orizzonte
    dove china la fronte un sole rosso di passione.

    E’ tempo di ricomporre la nostra vita
    e in un angolo tenere il lume sempre acceso
    ad attendere gli eventi e a dare loro un senso
    che non sia solo quello di una passiva accettazione.

    (Si rincorrono le ore vuote come in un cerchio immenso …)

    Italo Zingoni – Strana-mente distratti dalla Vita – 2012 – Inedito – t.d.r.

  21. Parole nel buio

    Parole nel buio
    che picchiano forte
    sul petto,
    come chicchi di grandine
    a cercare calore ,per sciogliersi
    e… scivolare via lontano,
    purificare le ferite e lasciarle
    al tempo perché guariscano.

    Rimbombano potenti
    le parole nel buio,
    come lampi a cercare
    le nuvole e sprigionare
    energia .

    le parole nel buio,
    sono spade …
    dalle lame sottili
    in cerca di un cuore
    sul quale osare.

    Sono lontane,
    senza colore
    pacate nella voce
    le parole nel buio
    ma senza riuscire
    a frenare i battiti
    del cuore.

    – accetto il regolamento

  22. In un campo di grano.

    Mi avvierò verso un campo di grano, tra le ancora tenere spighe,verdi, mi rotolerò chiudendo gli occhi lasciandomi avvolgere da una brezza che, lievemente toccherà il mio viso.
    E mi smarrirò con lo sguardo nell’osservare ogni stelo di frumento accarezzato dal vento.
    Il sole scalderà il mio corpo, risveglierà la natura intorno.
    Mi addormenterò col cinguettare degli uccellini, col frinire incessante delle cicale; ascolterò i suoni della natura che faranno tremare l’anima e sarà improvvisamente voce.
    E volgerò lo sguardo verso il cielo, una lacrima scivolerà sul mio viso…solo il volo di un’aquila, ravviverà in me la voglia di vivere.
    E in un angolo, appoggerò le mie follie, le mie amarezze, le mie voglie ancora non dette.
    Osserverò il tramonto mentre il giorno cederà lento il suo posto alla notte.
    E lì, su quel campo di grano, morirò per rinascere al sorgere del nuovo giorno.

    – accetto il regolamento

  23. Poesia
    Sezione A – poesia – Dichiaro di accettare il regolamento.

    Poesia

    Parole colme del
    mio essere…..
    intrise
    col sangue mio…..
    sussurrate nel vento
    scolpite nel marmo
    impresse a fuoco
    lanciate nel cielo
    alle stelle
    alla luna
    al sole

    ch’esse
    ti dicano
    quanto sia immenso
    questo amore
    quanto sia vivo
    tenero
    audace e
    insaziabile….

    per l’attimo fuggente
    che vorrai
    tenerle nel tuo cuore
    come un
    segno di me.

    Mirella Alleri

  24. Il pianista nella foresta
    ******
    Era in ritardo,
    la luna s’agghindava dietro il monte,
    il sole disperdeva i suoi raggi
    tingendo il ciel di rosso e giallo ocra.

    Venne la luna,
    bella nell’aspetto faccia rotonda,
    seguita dal suo Sirio innamorato,
    sparse in foresta luce ovattata.

    Venne il pianista,
    gli occhi e le mani sollevò al cielo.
    Sorrisero Selene e Sirio insieme,
    pronti per ascoltare il pianoforte.

    Posò la mano
    sui tasti bianchi, eburnei, corvini:
    l’arpeggio insisteva in mi maggiore,
    si concludeva poi in si maggiore.

    Eran le note
    scritte dal gran Behethoven “Alla luna”
    per salutarla sempre alla sera
    nei pleniluni e notti di amanti.

    E il pianoforte
    mise la voglia anche alle liane
    di dondolar danzanti dai rami
    con una barcarola inconsueta.

    Ora l’arpeggjo
    si fa più ampio e si distende
    su cinque ottave di quel pianoforte
    tra suoni gravi, acuti e trilli belli.

    Oh, che concerto!
    La foresta fu lieta d’ospitare
    romantiche armonie di Beethoven
    di Bonn cittadino, anche del mondo.

    Sparì la luna,
    le note la seguirono nel buio
    sparendo oltre le stelle in ciel comparse
    a rimpiazzar la luna quella sera.
    *******
    Cosmo Oliva
    Accetto il regolamento

  25. NOTTURNO

    Io la notte esco e canto,
    canto e grido
    alla luna, ai moscerini,
    ai rami carich
    e a quelli scheletrici
    dell’acero riarso.
    Il canto, urlo silente,
    non trova connubbio
    e senza atriti
    si fonde al latrare
    dei cani.

    Accetto il regolamento

  26. Poesia
    Sezione A – poesia

    Pioggia e vento

    Sono gocce di pioggia
    battenti sull’arida terra
    queste parole.

    Sono raffiche di tormenta
    turbanti tranquillità sedate
    dall’ambito giovane sogno
    splendente d’irreali riflessi
    e versi di fanciulle in fiore.

    E’ doccia fredda il risveglio
    e osservare i nudi tuoi piedi
    immersi nel fango.

    Ti guardi intorno smarrito
    occhi cercano nel silenzio
    mani amiche darti soccorso.

    La melma sfiora già le labbra
    vane parole cercano un varco
    tra l’etere e il pantano quello
    è l’unico premio a te dedicato
    caro scrittore fallito.

    Buona fortuna.

    29 Ottobre 2012 Salvatore Brigante

    Accetto il regolamento

  27. Nero colore

    Dalle tue ciglia partivano i colori dell’infinito,
    aprivi gli occhi e vedevo
    la vita spalancare le sue porte.
    Ora che sei morta
    il buio solo con il dolore
    mi fa diventare cieca.

    Grisanti Maria

    Accetto il regolamento.

  28. POESIA VALIDA…..Giuseppe Nicosia.

    POESIA SEZIONE A GIUSEPPE NICOSIA ACCETTO IL REGOLAMENTO..
    Autore Giuseppe Nicosia…
    “IL PICCOLO PESCATORE DI GRANCHI”
    “Loro”
    non hanno cambiato il tuo nome..
    Ti desideravano come l’acqua alla terra,
    come un sogno
    come un cielo pieno di stelle..
    La loro vita era vuota
    senza allegria..
    Fra marche da bolli e lacrime amare
    ad ogni risveglio
    portavano con se quel dolore…
    Quante preghiere nelle notti buie
    per domandare perché proprio..loro..
    Con il vento di primavera
    sei arrivato tu da lontano
    insieme ad una rondine
    piccolo David..
    Il tuo pianto era felicità
    in quella triste casa..
    I tuoi occhioni neri
    erano luce per quei due cuori
    ormai rassegnati con il loro fardello di dolore
    nel vivere da soli..
    Adesso peschi granchi di mare
    sul grande scoglio dell’orso
    e sorridi al sole.
    Il tuo sorriso è stata la nuova vita per loro..

  29. Il vecchio albero

    I suoi rami curvati dai venti,
    danno la sensazione che abbiano cambiato spesso direzione,
    cercando di esibirsi nel suo aspetto migliore.
    Le sue foglie non più rigogliose
    danno un senso a tante cose.
    Su di loro c’è scritto,
    ciò che tante vite hanno vissuto.
    Ora si vede portar via!
    Le sue radici non riescono più
    ad aggrapparsi a quel terreno ancora fertile.
    Gli dicono che starà bene
    ma su quelle foglie c’èra scritto
    pure il suo destino!

    dichiaro di accettare il regolamento

  30. L’INTERRUTTORE

    Non mandarmi più baci,
    chi ha chiesto i tuoi baci?

    Non ho mai sentito i tuoi baci
    non conosco il sapore dei tuoi baci.

    Bruciasse la mia casa
    vedrei solo stelle.

    Ho dipinto fantasmi
    liberi di volare:

    nessuno è felice
    soprattutto chi vola:

    intanto si fa buio
    e io sto soffocando.

    Cosa avrebbe cambiato un silenzio in più
    oltre questo silenzio infinito?

    Come un tiglio a primavera
    appiccico anime cieche.

    Talmente imbranato
    da ribaltare la luce

    inciampo nell’aria
    e mi spengo.

    accetto il regolamento

  31. SE TU FOSSI D’ALTRI

    Senz’amore,
    senza la tua bocca,
    senza te davanti a me,
    senza pelle sulla mia,
    mondo infame senza storia,
    sterile vita d’immensi vuoti,
    spazio che non conosco ma temo perché ti amo,
    per te senza te, morirei!
    Se fossi d’altri le mie cellule rifiuterebbero l’amato sangue,
    il respiro fuggirebbe senza il tuo,
    non bacerei i tuoi occhi,
    più!
    Mai più!
    I tuoi sorrisi e il tuo languido lasciarmi fare,
    griderei senza te,
    struggente carne d’amore impressa,
    mio amore senza cui l’immenso sarebbe nulla,
    perché penso “senza” se sei con me,
    tra le mie braccia stretta,
    nell’intimo tuo caldo dare?
    Immenso amore,
    groviglio di ciò che senza te perderei,
    sei mia lo so!
    I tuoi occhi chiusi “ascoltano” con altri sentire,
    il mio invaderti ed il tuo prendermi,
    non hanno “senza” su cui soffrire e nulla in cui annegare…
    sono solo pensieri,
    incubi d’amore nell’attimo in cui la mente,
    per più godere s’inebria di paure.

    DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO

  32. ANIMA PERDUTA

    Le mie unghie grattano
    i muri scrostati dell’anima
    alla disperata ricerca
    di uno spiraglio di luce.
    La mente s’è persa
    per strade impercorribili.
    Il corpo sospeso, sempre in bilico
    su strapiombi profondi.
    Questa stanza ha pareti
    che si stringono
    e l’aria che respiro
    mi strozza la gola.
    Non è un letto di rose
    dove poso le membra,
    ma una gabbia con grosse sbarre
    provvista di spesse catene.
    Intorno a me
    non più canti sento
    ma grida strazianti
    che bucano le ossa.
    E’ il buio che mi circonda,
    è il silenzio che mi annienta.
    Sono alieno in questo mondo
    che non riconosco, allora è meglio morire.

    Eddy Braune
    Accetto il regolamento

  33. IL FUTURO

    Ho varcato
    la porta socchiusa
    e mi sono lasciata
    indietro
    la stanza buia
    e il ritmo del tic tac
    dell’orologio.

    E oltre
    era solo
    un immenso campo
    di girasoli
    che mi sorridevano
    puntando verso di me
    il loro volto giallino
    e mi salutavano
    ondeggiando al vento.

    (accetto il regolamento)

  34. *Il limite dell’oltre*

    Quando con la mente torno
    a certi volti e a certi fremiti del passato
    mi allineo all’incertezza che il gusto alimentava
    e a quei battiti impazziti che il respiro bloccavano

    ma anche al buffo ritornello
    che bleffando mi cantavo
    “Nulla di fatto c’è
    tra me e il tipo che
    con gli occhi il desiderio ci scambiamo”

    Ma i muri, le strade
    e perfino i sedili del tram o gli alberi del viale
    avrebbero potuto raccontare
    la storia in modo disuguale

    Per esserci qualcosa
    non bisogna necessariamente varcare il limite dell’oltre
    ogni inizio è solo un seguito
    ma anche quando il passo s’arresta sul percorso
    non vuol dire che nulla ci sia stato

    tiziana mignosa
    ottobre duemiladodici

    (accetto il regolamento)

  35. MOTOLESE CIRO

    Sezione A

    Dichiaro di accettare il regolamento.

    MARGINI ESILI

    Cedi
    all’attimo
    con un pianto
    per averne
    poi
    mille in cambio
    di meraviglie anellanti
    anelate
    tra i risvolti
    delle noie
    consuete.

    Nell’incanto
    guance stanche
    come scogliere
    bianche
    frangono
    il mare caduco
    di occhi insonni
    nella stasi
    di uno sguardo
    in attesa
    teso
    all’intorno

    in cui riluce
    una vaga acquiescenza
    nell’istante in cui
    il buio si scuce
    per darne
    parvenza.

    E’ la tua felicità,
    polline puro
    d’altri mondi,
    sostanza diafana
    dai bordi molli
    margini esili
    tenui
    come morsi
    di farfalla.
    La tua
    possibilità
    reale
    di cadere nel vuoto
    restando a galla.

    Meccanica di un’introversione
    che si piega e dispiega
    agile
    come il riavvolgersi
    di un’avvolgibile
    e tentando di carpire
    ti sciogli
    piano
    fino a sparire.

    Si cede
    all’attimo
    con un pianto
    per scoprire
    nell’attimo accanto
    che era un’impressione.
    La felicità esiste
    ma solo
    come specchio
    di un’illusione.

  36. Da troppo tempo siedo sulla sponda
    senza il coraggio d’affrontare il fiume.
    Lo ammiro mentre sgorga dal terreno,
    mentre diventa subito sorgente,
    limpido e freddo e a mano a mano scorre.
    Ripenso la sua magra e la sua piena,
    l’argine attento, ben delimitato,
    il suo profilo, i salti sulla roccia,
    l’acqua che inonda attorno la campagna,
    assetata di fango.
    Odo i richiami di vita che si muove,
    odo le voci, il guizzo inaspettato
    d’una trota verdastra.
    Leggo le storie scritte sopra ai sassi bianchi
    o al tronco antico privo di radici,
    umido di pioggia.
    Il canto dei poeti e delle fiabe
    ispirate dal bosco.
    Ascolto il mio silenzio e la mia assenza,
    messo da parte un poco il lungo affanno,
    imparando la quiete,
    la preziosa quiete.
    Mi è familiare dunque questa riva
    che mi trattiene ancora e rassicura
    come la gravità su un corpo lieve.
    Ma ho voglia di imparare ed urge il flusso
    vitale.
    Tuffarsi ancora in mezzo alla corrente
    almeno qualche volta a curiosare.
    Ed oggi son curioso.
    Ed oggi devo.

    accetto il regolamento

  37. Candela
    Diceva d’aver tanto amato
    E non parlava mai della sua sofferenza
    Che pian piano la consumava
    Non sapeva mai chi erano le ombre
    Che nelle notti si amavano
    E sempre se ne andò in silenzio
    Col suo vestito bianco con tanti pizzi
    Quando due dita l’abbracciarono
    Lasciando solo un velo di fumo
    E una piccola lacrima calda trasparente
    Scendere lievemente sul collo morbido.
    Non chiese mai nulla per sé
    Pensando solo di bastare agli altri
    Quando il silenzio scendeva
    E la vita sembrava fermarsi .
    Il tempo e l’altruismo l’hanno
    Consumata .
    Ora vecchia e con l’anima consumata
    Si dilata allo spirito inconsumabile.
    Era sempre sola, ma piena di luce
    Da donare .
    Luigi Giordano.
    (Accetto il regolamento)

  38. Imminente pioggia

    Lo squarcio di sereno
    tra due sconfinate nubi
    era d’un azzurro limpido,
    così tenero e vivido.

    Era un peccato
    che tal purezza
    venisse inghiottita
    dall’espandersi
    implacabile
    delle tetre nubi.

    Un piccolo celeste
    mondo, piano piano,
    s’avviava verso
    l’annientamento
    e più nessun ostacolo
    poteva opporsi
    all’imminente pioggia.

    Accetto i termini del regolamento.

  39. Distesi sul binario
    che arriva alla follia,
    ma sa tornare indietro,
    ci amammo senza rischi o impedimenti,
    senza temere l’estasi o l’affronto
    di ritrovarci soli,
    senza noi.
    Un vuoto senza fine ci sorprese,
    mentre quel viaggio astrale si compiva!
    Non ricordo piaceri di tal stazza
    né gli orgasmi dell’Anima ricordo.
    No, non li ho mai vissuti,
    e poi con te!
    Se il fischio imperioso della vita
    Ci trascinò con sé,
    se ci perdemmo,
    io ritorno da sempre sulle ombre
    che furon nostre,
    e lì mi fermo al pianto, nell’attesa
    di sentire riamarsi i corpi nostri.

    Nicola Andreassi 12 luglio 2012

    Copyright 2012 Nicola Andreassi
    tutti i diritti riservati

    Accetto il regolamento

  40. LA QUIETE

    Forse i tuoi occhi
    sono come i miei
    poiché han veduto le stesse cose
    gli stessi dolori srotolarsi
    su tappeti di finta quiete
    mentre le nostre urla sorde
    s’accalcavan dinanzi agli stipiti e fuggivan
    rimbalzando sui tetti delle case
    sui volti uguali di gente distratta.

    Parea così poca l’aria
    da rincorrer ogni tenue refolo
    su e giù per le stanze o forse
    era solo un fuggir lontano
    da pensieri scarlatti
    germogliati così impunemente
    senza l’acque salate del pianto.

    Forse le tue mani
    son come le mie mani
    poiché han retto il peso di sporte
    d’altrui malinconie
    mentre dita frenetiche e dolci
    cercavan guance delicate da scoprire.

    E la mia bocca, anch’essa come la tua bocca
    se ricordi ancor
    quando affogavi
    il groppo che spegneva le parole
    schiacciando acini d’uve dal rancido sapore
    o la lingua
    che frugava tra i denti asciutti
    come dispense vuote.

    Forse anche tu
    come me
    hai ancor la vita accanto
    lasciam la morte a nutrirsi di ricordi
    le nostre vive menti
    adagiate sul cuscino
    stanno bene insieme.

    Eliana Perotti

    Accetto i termini del regolamento

  41. SORTILEGI

    Incantesimo delle città
    “Se non mi visiti
    Non ti do mare
    Per imbarcarti
    Se non stai con me
    Non ti do ali
    Per lasciarti andar via
    Non ti do strada
    Per allontanarti”

    E così mi riapproprio
    Di me e del mio tempo
    Di un panorama e di un caffé
    Di una parola letta e di una scritta

    Enrico Redaelli

    Accetto i termini del regolamento

  42. STRADE

    Mi vedo con te,
    fra un giorno, un’ora,
    vent’anni.

    Insieme come se fossimo
    nati per questo.

    Insieme a camminare
    sui ponti delle città
    che visiteremo.

    Non c’è da domandarsi perchè,
    né per cosa stiamo insieme.

    E’ solo tutto così tranquillo.

    Anna Arpinelli (30/10/2002)
    Accetto i termini del regolamento

  43. Silvio Perego – tutti sanno tutto

    Tutti sanno tutto da fare impressione
    Fanno tutto talmente BENE da farmi dubitare
    Ma io penso che non riesco a pensare come si deve

    Non riesco perché il silenzio indispensabile distrugge il mio io
    E i piedi sbattono qua e là
    Estasi, salute, amore
    Nulla porta a nulla di buono in questa vita falsa dove nulla è più vuoto e ingannevole
    Il mio mondo non esiste più
    Solo le montagne e il cielo sono reali
    Le montagne che svettano dietro gli scambi ferroviari, dietro le linee elettriche
    Dietro il ponte della tangenziale

    Dietro l’umile visione nebbiosa del mio disagio
    Che toglie il fiato.

    accetto il regolamento

  44. IMOAMORE
    Imperimetrabile
    profondità ignote
    che colmano l’abisso
    di un cuore solo.
    L’amore ha un colore
    quello dei tuoi occhi
    ha una densità
    ed è quella del tuo sguardo.
    Sublimazione poetica
    per dire semplicemente
    ome respiro
    come vivo
    l’assenza
    di un ti amo
    mai ricambiato.

    M.Crosera accetto il regolamento

  45. IMOAMORE

    Imperimetrabile
    profondità ignote
    che colmano l’abisso
    di un cuore solo.
    L’amore ha un colore
    quello dei tuoi occhi
    ha una densità
    ed è quella del tuo sguardo.
    Sublimazione poetica
    per dire semplicemente
    come respiro
    come vivo
    l’assenza
    di un ti amo
    mai ricambiato.

    M.Crosera accetto il regolamento ps annulla la precedente errore di battitura(manca la lettera c alla 11a riga)

  46. Tiziana Tius Dichiaro di accettare il regolamento del concorso

    Rivoltami la carne
    con denti allargati
    sottrai il fulcro del verbo
    e rimandami nel letto del fiume
    fui acqua ancor prima di parola
    corteccia che ogni notte incidi
    fino all’alba, poi ritorno carne
    da rivoltare

    “L’eresia del pianto”

  47. (Per la sezione Poesia)

    Amo le parole che tintinnano, quelle che rotolano e traboccano.
    Le parole che rimbalzano lievemente da fiore ad albero, da luna a cielo.
    Amo le parole che si insinuano come soffi nelle fenditure dei pensieri, e per un istante ne dilatano i contorni.
    Amo quelle che riemergono dall’oceano silenzioso e scuro del sonno: in superficie incontrano la notte e vagano leggere come farfalle dalla vita breve. Nel loro battito d’ali è il ricordo del sogno.
    Le sento, le parole come cascate e torrenti, fiumi in piena che scorrono dentro le mie vene in tumulto! La potenza del loro suono mi scuote fino alle radici: sono le parole della lotta, della rabbia, della comunanza.
    Amo,
    e amo tuttavia,
    le parole indicibili e tremanti del dolore.
    Perdono alle mie paroile la sofferta e testarda presunzione di voler afferrare e capire il mondo.
    Perdono a me stessa le mie parole lanciate come lame, poichè partorite da angoscia ed inquietudine.
    Sono mie compagne e sacre le parole non dette, quelle che rimangono appese e mute all’orlo delle mie labbra: come messaggere scalpitanti sanno tuttavia come fuggire, di nascosto, dal lampo segreto dei miei occhi.
    Amo e benedico le parole che sanno attraversare la foresta delle paure e vivono, per un istante, nello spazio magico della comprensione.
    Nelle radure di quella foresta si incontrano e celebrano la gioia del loro intersecarsi.

    Parole come bandiere,
    trottole,
    campanelle!

    Un esercito di rondini e tenerezza.

    (Accetto il regolamento)

  48. TI ACCAREZZO DI PAROLE IL CUORE
    (Poesia e Amore eternamente avvinti)

    Ed ancora la carezza si fece parola sulle porte del mio cuore,
    ciò che sentivo giungere piano, invase le mie terre assopite,
    e come un fiume, che bagna di vita ovunque cola,
    m’immersi nel soave nettare, ebbro di pensieri e pago.

    Ogni silenzio che chiudeva le porte si aprì nello spazio,
    e le tue parole danzanti, tra le onde della musica presero il largo,
    mai sazio di te e della tua voce guardavo il mare,
    che di onda calma cullava il mio bambino amore.

    Alba che illumini la mia via e mi rendi sicuro di voler andare,
    parlami ancora del viandante innamorato,
    della suadente voce, delle sue parole alate,
    che nel cielo, libere, disegnano un futuro di nuova luce.

    Sono pazzo d’amore e poesia, infinitamente uguali e desiderate,
    dove finisce la certezza delle mie misure e leggi,
    sono loro a descrivermi un mondo nuovo, come uno sbarco distante,
    miraggio o unica scelta di un domani che mi crei desiderio e nuove voglie.

    Ed allora rimarrò ad accarezzar di parole il cuore tuo,
    amante di una e mille notti, come un cavallo di piume e fuoco,
    sul crinale del tuo profilo pallido, avido di poemi e versi andanti,
    che come un eco risuonano nella valle dei nostri segreti più profondi.

    Franco Campora

    Accetto incondizionatamente il vostro regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

  49. Io CARMELA CASUCCIO, con la presente intendo partecipare alla gara di poesia, sez A, e accetto il regolamento-

    SPERANZA IN RIGHE DISPARI

    IO
    e i miei doloranti piedi
    PASSEGGIANDO
    nella quotidiana mediocrità
    TRA
    l’umanità laconica e
    ARIDA
    ormai, decisamente infischiandoci della
    VITA
    dando voce anche al cuore
    HO DECISO,
    per non darla vinta a nessuno,
    DI COMBATTERE

    E VINCERO’!

  50. Io, Emma Pirozzi, con la seguente poesia partecipo al concorso “Nomen Nescio” e ne accetto il regolamento.

    Da grande

    Andare su nuvole di marzapane
    A guardar gli uomini come formiche
    Sventolando un lecca lecca gigante
    Evocare tempeste di pioggia
    solo per far tornare il sole

    Sapevo esattamente cosa diventare
    Quando stavo sulle punte
    arrivando a stento e con fatica
    alle ginocchia di mio padre

    Ora, alla mia giusta altezza
    Le nuvole mi ridono in faccia
    Guardandomi dall’alto
    E io resto formica tra formiche
    Scomposta perfino dalla brezza

    Son passati i giorni dei sogni
    Cedendo il passo alla ruvida compattezza
    Dei piccoli e necessari obiettivi

    Da grande vorrei solo mangiare
    uno di quei piccoli funghi delle fiabe
    e tornare a sognare di nuvole di marzapane

  51. Accetto incondizionatamente il vostro regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    Una maschera di plastica

    Falso,
    bugiardo.
    Prometti e non mantieni.
    Vuoi aiutare mostrandoti come eroe,
    ma sei solo un codardo.
    Dalla tua bocca escono tante belle parole,
    ma sono solo bugie.
    Solo fumo sei.
    La tua faccia,
    quella bella faccia,
    è solo una maschera di plastica.
    Sei un falso
    e le tue parole sono solo ipocrisia,
    vanità di cui ti vanti,
    ma per me sei solo il re del niente,
    un falso,
    un bugiardo.
    Ora so cosa sei,
    so che la tua bella faccia
    è solo una maschera di plastica.

  52. Perché sei triste? Ti ho cercata.

    Dammi solo cenere,
    ti vestirò ignuda
    tra i bambini che urlano,
    i gatti che parlano
    e i muti che ridono
    con un volto
    che ti appartiene invano

    e poi vattene via,
    scoloriscimi l’anima,
    buttami via
    in un pozzo libero.

    Dichiaro che l’opera è frutto del mio ingegno e accetto il regolamento per il concorso ‘Nomen Nescio n°55’. Rosa Santoro

  53. Ilaria Sordi
    Sezione A
    Accetto il regolamento

    Novembre

    Ghirlande di nubi tra pensieri umidi di pioggia
    malinconia a gocce
    su zolle memori di sole.

  54. Chissà perchè

    Riecheggiano per me e per te
    le nostre folli parole d’amore.
    Solo io, solo te,
    comprendiamo questo strano linguaggio
    che cade nei misteriosi riverberi delle nostre anime
    e le denuda del tutto!
    Chissà perchè
    proprio a me, proprio a te,
    questo denudarsi di anime!
    Eppure, le nostre anime libere e sciolte
    si abbracciarono un giorno cosi’ forte
    che chissà perchè,
    proprio io,
    proprio te,
    non ci curammo
    neanche della morte!

    Accetto il regolamento del concorso ” Nomen nescio”.

  55. Accetto il regolamento

    IL GUSCIO

    Con i tuoi occhi
    mi hai stupito.
    Occhi grandi, che vedono.
    Li ho cercati
    all’infinito,
    negli occhi di altra gente,
    crudeli a ricordarmi
    che sono solo un guscio vuoto.
    Albe si susseguono
    e cedono il posto a
    tramonti che non vedo.
    Tu eri aria,
    e avevi gli occhi belli.

  56. Questa è la ballata
    delle notti stanche
    dei paradisi perduti
    dei profondi respiri
    bloccati in un istante.
    Questa è la ballata
    delle giornate noiose
    intinti in strade fangose.
    E’ la ballata
    dei pensieri dispersi
    polvere e sabbia
    dal nulla emersi.
    Questa è la danza
    del tempo perduto
    attenti attenti
    é quasi scaduto

    accetto il regolamento

  57. Quei ragazzi di viale Dante a Piacenza, anni 60

    Grande traffico in viale Dante,
    importante arteria della città,
    là dove un tempo era campagna,
    luci, colori, progresso e cemento.

    Tutto ordinato, conforme e ben disposto,
    vestite a festa verande e vetrine,
    vende la pizza il MaiAletto,
    nulla manca nella via commerciale.

    Eppure un tempo ormai lontano
    agli inizi dell’urbanizzazione,
    eran pochi i lampioni luminosi
    al servizio delle rare abitazioni.

    Dove svetta la caserma dei pompieri
    era tutto un grande prato,
    terreno ondulato, erbe disordinate,
    teatro di lotta di bande organizzate.

    Erano i ragazzi di viale Dante,
    contro quelli d’Oltre Confine,
    un giorno sfida all’ultimo pallone,
    un giorno botte soldati contro siùx.

    Sono tanti gli anni passati,
    ruspe e gru hanno imperversato,
    inarrestabili progresso e cemento,
    cacciate farfalle e gracchianti corvi.

    Non c’è più traccia dell’erba del prato,
    dove stesi nel buio della sera
    lontano dagli occhi dei genitori,
    qual emozione il primo bacio.

    Accetto il regolamento e acconsento al trattamento dei dati

  58. TORNARE IN CALIFORNIA…
    Piccola città,
    stessa gente, stesse cose…
    bere un cappuccino al bar tutti insieme.
    E ritrovarci poi “on the road”
    con tutta quella gente con in mano l’Iphone
    in videochat io parlo con te
    dal “vivo” ormai non ti vedo piu’
    vorrei staccar la spina
    e dar nuova vita ai sogni miei…
    Voglio ritornare un giorno in California
    su una vecchia Harley del ‘ 66
    Voglio ritornare un giorno in California
    quando ero studente io ci andai..
    e sempre immaginavo che
    sarei tornato in California insieme a te.
    Cambia la realtà,
    il mondo cambia troppo in fretta
    c’è molta gente in difficoltà
    ogni giorno…
    Cammino per le country roads
    con questa mia chitarra che suonare non so..
    amore torno a casa da te
    con questa mia canzone per te
    che parla di quel viaggio che faremo insieme noi.
    Voglio ritornare un giorno in California…..
    P.S ACCETTO INTEGRALMENTE IL REGOLAMENTO DI “NOMEN NESCIO N.55”

  59. LELE MASTROLEO -Accetto il regolamento –

    …spingo le braccia ancora…

    …spingo le braccia ancora in alto,
    sino a riuscire toccare il cielo,
    e con la punta delle dita sfioro tutti i miei dubbi e le debolezze,
    e finalmente posso dare una carezza ai miei racconti.

    Quelli abbandonati sulla via del ritorno,
    quelli senza fine e senza principio.
    Quelli rassettati con una biro consumata,
    in bianco e nero.

    Come vecchi sceneggiati.
    Come fumose comparse mute.

    Quelli appoggiati sulle panchine dei giardinetti di scalzi pomeriggi.
    Sui cartelli dei gelati nei bar, sulle tovaglie di carta dei tavolini.
    Quelli mandati in orbita soffiando alito caldo sulle punte.
    Quelli mangiucchiati per sentire il sapore tronfio dell’inchiostro.

    Tutte quelle parole trascritte male e copiate peggio
    e quelle righe dritte di accenti e apostrofi strani,
    che cercano al mattino di scappare dietro la copertina,
    quella fila assoluta e disarmante di pensieri assonanti,
    che fanno palleggiare gli occhi sui pieni e sui vuoti.

    Quelle vocali sempre uguali alle stesse congiunzioni,
    e a tutte le congiunzioni che non ti somiglieranno mai,
    quelle forme ovali e secche nelle sensazioni della mano,
    quel girare intorno al rigo per metterci un punto, che non serve.

    Spingo le braccia ancora più in alto.

    Sino a sentire la terrarossa.
    E con la punta delle dita sfioro quello che scrivo,
    e di nuovo strappo tutti i miei racconti.

    Per quella voglia di pensarti diverso,
    di doverlo fare per non morire…

    1. MALINCONIA

      Azzurrognole perle
      scalfiscono
      cretosi selciati.

      Tramonti indorati
      stupiscono
      rossicce otarde.

      Un istrice solitario
      si trascina
      su un muro di maiolica.

      Tutto stinge
      in malinconica attesa
      dell’omega.

      Da “Petali d’acciaio”, Rupe Mutevole Edizioni 2011
      Tutti i diritti riservati.

      Dichiaro di accettare il Regolamento del Concorso.

  60. Il Tempo che non ho

    Correndo e annaspando trascorro l’esistenza mia
    tentando di afferrar la felicità lungo ogni via

    Inseguo ciò che non raggiungo

    Raramente mi cerco
    Poche volte mi trovo
    Per puro caso mi incontro

    Corro, ma vorrei rallentare
    per sottrarmi a questo gareggiare

    Altre persone tutt’attorno
    mi costringono al non ritorno
    Agitate, confuse, scorrette
    han motivazioni spesso abiette

    Corro

    Corro alla ricerca del tempo
    preziosissimo e ineguagliabile tesoro,
    composto da attimi che corrono come il vento,
    scintillanti come piccole monete d’oro
    che vorrei, un giorno, poter stringere tra le dita
    per poi farle lentamente tintinnare sull’incudine della mia vita

    Non mi interessa possedere nulla in più
    di quanto riesca a star dentro di me e mi dia virtù

    Vorrei poter disporre di una sì grande ricchezza
    non già per ricercare agiatezza,
    ma per far fiorire quelle tante piccole cose
    che son dentro al mio cuore come minuscole rose

    Vorrei spenderlo tutto il mio tesoro, ma proprio tutto
    ad ascoltare i miei pensieri,
    di oggi e di ieri

    Vorrei spenderlo tutto nel far quella cosa,
    la più difficile che si possa immaginare,
    che è vivere una vita gioiosa
    e non so come fare

    Ma non voglio Amico mio farTi aspettare
    Ti reco in dono il tempo che non ho
    quello che mi manca nel mio girovagare

    Non sarà forse un gran che,
    ma è la parte migliore di me

    Massimo Pacini – Savona – da Verso la luce (Editoriale Darsena 2009)
    Accetto integralmente il regolamento

  61. Daniela Giorgini – Sezione A – Accetto il regolamento

    …che Amore

    Avvolta dalle tue braccia.
    Silenzio.
    Perché l’Amore
    non sempre ha bisogno
    di parole.
    Perché a volte
    tra le parole
    si può confondere anche ciò
    che non è Amore.
    Ma le tue braccia
    – protezione e possesso –
    e il mio corpo
    – abbandono e fiducia –
    altro non sanno dirsi
    altro non sanno darsi
    che Amore.

  62. Vita nel vento

    Lei dorme
    nel letto del vento.
    Sulla battigia
    in equilibrio incede.
    Un tramonto ostile
    appoggiato alle spalle.
    Cornice d’aria
    senza respiro.
    Occhi nel nulla
    mani di musica.
    Abita il mondo
    lieve lo sfiora.
    Sente gli odori
    del cibo dell’anima.
    D’amore terreno
    coglie i vapori.
    Flussi di aneliti
    arrivano e vanno.
    Tornano i suoni
    restano i vuoti.
    Trema il tocco
    imbrunisce la voce.
    Trascende la vita
    in molli colori.
    Flebile danza
    di smorta bellezza.
    Nel letto del vento
    eterea torna.

    Accetto il regolamento del concorso e acconsento al trattamento dei dati.

  63. Un passo, un altro… la morbosita’ delle molle del materasso scendono a livello, schiena al cuscino, occhi alti, girovaghi seguono le ombre statiche… le ore gravitano, ronza un minuto e scatta il piede destro, si accerchiano le lancette e volo a pancia in basso… la notte non mi agrappa ancora al sonno, anche i piedi segnano le ore… crocifissa alla morbidita’ nel costato la lancetta dei minuti, la piu’ lunga che trapassa da parte a parte il busto… gli occhi si sforzano di non sognare e un rigagnolo di idea si stampa lucida nel mezzo del cranio…innalzo i pensieri li sento rabbrividire, mi butto sulle spalle uno straccio d’abiti e cosi’ piano mi accarezza la guancia l’idea del sonno… mi strizza l’occhio, le sue lusinghe sono per me evoluzioni rare … dormo.

    accetto il regolamento

  64. D’incessante amore

    Come onde i corpi
    uniti e poi disgiunti
    e poi ancora uniti
    su oscillante spuma
    in agitato mare,
    o come spighe al vento
    in assetato campo
    d’oro a colorare
    chiome e schiene,
    smarriti nei tramonti
    di sconfinati giorni,
    mai sazi
    d’inebrianti istanti
    d’incessante amore.

    autore: Tania Scavolini – accetto il regolamento

  65. Bocciolo di rosa…

    Fanciulla dalle rosee guance e labbra caste,
    tu,che incautamente t’appropri dell’altrui sonno..
    abbi pena dell’anima mia…che la tua vision…
    ha dannata!

    M’incanto nell’ammirar la superba luna, che…
    maestosa si riflette nel mare, m’immergo negli
    argentei riflessi, scioglie l’incanto…
    il di ieri velato assenso!

    Schiumazzano con fragor l’onde, m’adopero..
    nell’angusto talamo mio, ad arginar la truce
    attesa…scruto e sviscero …

    tormentosi quesiti..e poi, mi cimento
    in castelli laboriosi ed infiniti!

    Oh bocciolo di rosa!..tu che puoi
    placa il mio incontenibile ardore!..
    Bagna di te la mia pelle ignuda e bramosa!

    L’ardente desìo m’ispira il solenne oblìo,
    l’anima mia che la tua vision ha dannata!
    Non ha pace, s’inerpica dolente..ai fasti..
    cruenti della vita..s’accascia poi…
    esanime,ai piè della sconfitta!

    Risorge l’inpoi da cotanto rude scempio..
    per l’ignobile perir dell’onesta dignità.

    Oh bocciolo di rosa! Inchinati umilmente,
    spegni le serpeggianti fiamme ..che …
    son di preludio alla morte!…Serba linfa,
    inneggiante alla radiosa, a volte superba…
    ma pur umile vita!

    Oh bocciolo di rosa!…Sprofonderei…
    Nei tuoi occhi meravigliosi..per poi…
    perdermi nell’infinito…e sentirmi solo..
    nell’eternità dell’immenso…..
    insieme a te! (G.S.L.)

    Accetto il regolamento.

  66. AcMi sei sfuggito di tra le dita come fiocco di neve consumato/
    né pasta di pane, né il burro nella torta ti riporteranno/
    biscotti nel caffè e legna nel caminetto: nulla vale.

    Avrei voluto cambiarti le lenzuola e rinfrescarti il cuscino
    lavarti le mani/messaggera, aiutante
    /affacciarmi alla porta/ il mazzo di fiori in mano.
    Ma ora ho invece una vita , tutta da reinventare
    inseguita da mostri e da chimere/una landa sconosciuta da attraversare –
    non più regole apprese, vecchi costumi
    ma una temeraria sfida all’Inconoscibile, mai pensato,
    percorso a grandi passi in una notte di luna.
    Inesperta del mondo, straniera, viaggiatrice,
    chiusi i ricordi in cassette di legno prezioso di cedro
    alla ricerca dell’ardente voce di un tempo
    /mirabolante e spietata solitudine
    fra rami grigi di alberi bruciati
    a cercare il miele di un’ora
    /teglie, pentole e pestelli/
    il nido vuoto.
    Non conosco la rotta verso vociferanti primavere e distese lucenti/
    ma la disperazione cederà nel tempo
    all’intimità con il mistero – così mi è stato promesso.
    Le tende sono ancora alzate e i fuochi del bivacco bruciano come stelle.
    Uno ne cercherò per attizzarlo col pane della compassione
    e fatta la torta di mandorle e miele
    la offrirò alla morte intrigante,
    perché sembri altrove – fuggita e lontana.

    cetto il regolamento perb la sezione A

  67. così è (se vi pare)

    io sola conosco il vero eppure
    spesso lo confondo tra le mille maschere di vetro
    con cui mi vado camuffando

    io sono il dubbio col vestito della festa

    quei centomila occhi che m’osservano
    cercando ognuno comunque una ragione
    nel mutare d’un orizzonte solo
    intravedono sempre più d’una soluzione

    sono una pera di cézanne che osservi oltre l’apparenza

    la ricerca col pennello dell’assoluto oltre il visibile
    nelle sferiche periferie dell’Io smarrito
    sull’ordito piatto d’una tela bianca

    sono l’incapacità di vivere d’identità perdute in un istante

    sono la felicità e la sofferenza

    l’astrazione della mente in personalità doppie
    è l’insoddisfatto galleggiare in questa melma decadente

    sono la realtà e l’illusione
    e come nel gioco delle tre carte
    – non c’è trucco non c’è inganno –
    quel che vedi non t’appare

    io sono la verità ed invero il suo contrario

    orsù dunque! – pettegoli & curiosi –
    fate il vostro gioco: puntate
    mirate giusto e buona sorte!

    autore: Sergio Carrivale “senzamaninbicicletta”
    titolo della poesia: così è (se vi pare)
    accetto integralmente il regolamento della Gara Poetica “Nomen Nescio N° 55″

  68. Le menzogne

    Tu
    cercavi le parole
    in vecchi cassetti
    dimenticati
    per trovare
    nuove scuse.
    La matassa ingarbugliata
    s’è spezzata.
    Piangono gli occhi
    e il cuore,
    inutilmente.
    Hai perso il filo del discorso
    e hai perso me.

    Accetto il regolamento del concorso

  69. DESIDERIO
    Penetra tra le nuvole
    nel suo scoprire la libertà:
    è desiderio
    l’emozione di vita.

    Nel corpo scolpito
    dalla bellezza di una dea,
    desiderando un suo sguardo
    nell’attenzione e seduzione.

    Nella parola sconosciuta
    è la scoperta della sua musa;
    nel tuo desiderar poesia,
    in ogni prosa
    e desiderio dell’anima fonte di energia.

    Nell’amore più intenso
    l’incanto della sua verità …
    è desiderio il suo saper
    la grandezza che ti amerà.

    Nella natura più pura,
    nel desiderio, tu respiri
    la sua intensità.

    Accetti
    la smania della luna
    nell’osservar la tua storia.

    Di anime belle
    illuminate
    desiderano le stelle.
    D.Benigni.

  70. LA STANZA di Silvia Calzolari

    Preludio
    breve intenso
    come necessità
    che oscillano
    in apertura e chiusura.
    Prospettiva
    in perenne disagio
    tra unità e separazione
    scardinando
    usurante porta
    a doppiosenso
    divampando conflitto
    accarezzando inquieto
    fermando crepe in serenità.
    Oltre lacerazioni
    libere da sentenze
    in atto eroico del vivere
    CREARE
    in nido che spicca volo inconciliabile
    senza demordere
    in pieni cerchi di tronco
    come foglistanti
    concentrici di gioia.

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

    Silvia Calzolari

  71. D’INVERNO, LA SERA

    Ripenso a te,
    odiato fantasma,
    ricurva sui piedi arroganti della sera.
    Guardo le punte lontane, sporche della stessa
    neve che ti inseguiva insieme ai miei sguardi.
    Mi inviasti contro il gelo dell’est,
    vane speranze, tutto il dolore dei prati
    pesanti, impotenti che ho mangiato per correrti
    incontro.
    Ma quando ti afferro di nuovo ancora, sarai
    mio
    bestia imprudente, ancora.
    La melma stagnante affoga i passi incerti
    e non corrompe ciò che rimane.

    Eppure è già giorno.
    Impastata di sogni la tenda sorride e
    vicino il sentire è di favole amare.
    Ripenso stasera, vedrai, caro amore.

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Ilaria Mainardi

  72. La libertà della farfalla

    Esplode dall’eterno passato
    la malinconica dolcezza,
    non avvezza a gestire un simile folle estuario amoroso.

    La pressione del coinvolgimento
    sconsiglierebbe nuove poderose emozioni,
    ma il desiderio delle tue invocanti labbra,
    dopo l’autenticità del nostro abbraccio,
    sconsiglia il rimorso e l’infinito suicidio,
    di non aver provato ad assaggiarle.

    Inconsolabilmente all’inverso
    nel presente corro il rischio di dover accettare
    che tu,
    essendo solo tua,
    mi farai rabbrividire col gelido inverno della tua assenza.

    Per proteggermi
    dovrò dispensarti di me,
    ma se pensandomi odierai anche solo il timore della mia inesistenza,
    destandoci dall’orrore possibile,
    in ambasciata invierò l’armonico e delicato battito d’ali
    della mia ingenua farfalla,
    che ispirandoti il calore del mio sorriso,
    tramite i suoi delicati colori di libertà,
    ci adescherà nel suo eccentrico e luminoso volo
    senza fine.

    Giuseppe Carta
    Accetto il regolamento

  73. incendio

    brucia di silenzio la strada
    quando ricordo le sporte di mia madre
    sempre troppo dolorose
    e ricordo lo stupore per le cose
    più banali alla scoperta della vita.
    brucia dentro le parole
    il senso pieno e denso dei silenzi
    il valore dei vuoti, degli spazi.
    e ricordo la poesia delle tue mani
    piene di sete nell’incendio del mio corpo.
    brucia di silenzio la strada
    mentre conosco per certa la sera
    e chiodi di luce trafiggono
    i passanti in agonia
    come ammalati crocifissi
    in attesa del gran finale.

    Ho letto ed accettato il regolamento.
    Il minuscolo è scelta artistica.
    Carla de Falco

  74. A qualsiasi ora

    Il sole mi ha raggiunto
    fin dentro casa
    ed ora m’illumina la tastiera
    mentre scrivo ….
    tu mi passeggi nella mente,
    mi risuoni nel cuore
    poi ti adagi sull’anima
    che è pronta ad accoglierti
    in ogni momento,
    a qualsiasi ora tu voglia,
    perché conosci la strada
    entri ed esci a tuo piacimento.
    Solo tu conosci il segreto per arrivarci
    ogni volta che ne senti desiderio
    e mi trovi lì in attesa
    anche solo di una parola o una carezza.
    mentre provo a dipingerti d’arcobaleno
    con tutta la gamma di colori
    che i miei pennelli conoscono.

    accetto il regolamento

  75. ….Nei suoi pensieri.

    Mi intriga l’arrogante ricerca
    della perfezione maschile,
    l’uomo quale concetto assoluto
    di forza e virilità,
    dietro al quale nasconde
    spasmodica ricerca del proprio io;

    Poi lo vedo spegnersi giornalmente
    trovandolo si senza catene
    ma come appeso
    ad un gancio da macello,
    svuotato da interiora ed
    alleggerito da orpelli suadenti
    e viscide budella;

    Non sei carne migliore
    della mia che mi divora,
    sei tessuto amorfo e stanco
    quando giunto all’età della calvizie
    non appaghi le tue pulsioni
    se non con violenti spasmi
    e inutili ricerche di passioni;

    Tu, essere superiore e supremo,
    di gentil sesso non conosci vita
    sei come forchetta su tenero limone
    la cui goccia scivola tra le dita;

    Portati avanti campione imbelle
    il tuo pubblico ti applaude,
    sei maschio come natura volle
    ma del vero uomo ti manca il sale.

    Accetto il regolamento

  76. Sono sempre qui’.

    Sempre qui
    mentre busso
    alla porta di chi
    non sente.
    Sono qui per
    la tua rabbia
    la tua tristezza
    il peso del tuo dolore
    per questo.
    Perché come corda
    di nylon il tuo
    pensiero leghi il mio
    e si asciughi leggero
    più delle parole che
    sobbalzano nell’aria
    più trasparente
    dei tuoi occhi
    impeccabili,
    armadi
    della mia anima
    ora chiusa
    al vuoto.@T.G.& A.M.
    Dichiaro di accettare il regolamento. Tiziana Gioia

  77. Sensi

    Mani che cercano le tue mani
    da sfiorare dolcemente
    per fermare il tremore
    di noi impauriti da questo troppo amore.

    Occhi che cercano i tuoi occhi
    da scrutare per leggerti l’anima
    i quali mi mostreranno
    questo sentimento

    Labbra che cercano le tue labbra
    per un bacio intenso dove poterti
    assaporare.

    Corpo che cerca il tuo corpo
    per diventare uno solo
    lasciandoci trasportare dai nostri sensi

    accetto il regolamento

  78. I VECCHI

    Sono cresciuto ascoltando i vecchi,
    seduti attorno alla ruota con il braciere,
    raccontare storie.
    Storie d’amori, di miracoli.
    Storie di tragedie, di giovani amanti
    partiti e mai tornati
    dalle terre di guerra:
    padri che hanno sepolto i loro figli!
    Storie di donne mai possedute e
    di uomini che vantavano
    d’aver visto, nell’ombra della sera
    durante la processione del Santo,
    una caviglia scoperta.
    Raccontavano ed io ascoltavo!
    Raccontavano e man mano crescevo!
    Mi addormentavo tra le ginocchia
    delle vecchiette e sognavo le loro gesta,
    cercando di vederle giovani e mi svegliavo
    sui loro racconti infiniti mentre la mano,
    rugosa e non più ferma, accarezzava
    la mia testa e cullava i miei pensieri
    che si andavano formando!
    Una sera poi qualcuno non veniva più,
    un pezzo di ruota rimaneva libero
    e le storie mai raccontate restavano
    nel segreto di una tomba
    nel vecchio cimitero del paese.

    ROCCO GIUSEPPE TASSONE

    ACCETTO IL BANDO ED AUTORIZZO LA PUBBLICAZIONE

  79. accetto il regolamento

    Un mondo per tutti

    Siamo noi quelli che
    non hanno più necessità
    di luoghi clandestini, segreti
    per condividere passioni, ideali e sogni.
    Siamo noi
    che come antichi carbonari
    parliamo in codice attraverso un etere
    sempre più affollato e variopinto.
    Siamo noi
    gli Ulisse di oggi,
    finalmente approdati
    nelle nostre patrie,
    rifugio sicuro dove lavarsi
    dalle quotidiane frustrazioni.

  80. L’ultima primavera

    La luce aderisce come linfa cosciente
    ai pinnacoli
    maestosi di nevi letargiche;
    materia e pensiero di un dio.
    Antiche ombre sulla strada
    febbrile di vento.

    Ma tu non ascolti l’attesa che sovrasta,
    forse consapevole
    che quel cielo di marzo, gravido
    di sussurri dolorosi, presto
    ci avrebbe annientati.

    (Massimo Costantini)
    Dichiaro di accettare il regolamento.

  81. Sezione A poesia

    Ho scelto Te

    Come un canto ora e non oltre
    nel domani che si sveglia
    avvolto da un delicato vento
    in un fiato d’Amore
    accessibile e afferrabile
    in un tempo di istanti contrari
    sospeso trai petali di una vellutata carezza
    nel respiro contro sospiro
    nei sussulti dove trasale il cuore

    Ho Scelto Te

    Ai confini del buio e della luce
    nei sentieri di pelle
    dove mani capaci hanno inciso il Tuo nome
    tra sabbie e distese
    aspettando i sorrisi del tramonto che si incendiano
    nell’urlo del silenzio
    sospeso tra lo spazio di un pensiero scarlatto
    nell’insostenibile distanza
    di un sogno loquace

    Ho Scelto Te

    Quando un tremito di voce
    prende corpo tra il sussulto di un’emozione
    in una timida assenza complessa
    nella stretta di un abbraccio che non fa rumore
    nel sorretto cammino
    come ombra e forza della mia vita

    Ho Scelto Te
    e ancora Te nel mio Tutto

    Nicolina Macari

    Accetto il regolamento

  82. Accetto il regolamento

    Novembre

    Sei mio, divino bacco di foglie soffiate
    Nel profumo del mosto gettato al vento,
    l’immobile ombra di un sordo passo
    mentre accendo
    di indimenticabile autunno
    il nostro sguardo.

    …..Passato è l’amore dei fanciulli,
    Ormai trascorso il primordiale sorriso
    Del giovane letto del fiume
    Sulle ghiaie ingrigite dalle nuvole;
    sobbalzo di un cuore giace
    fra le fitte ciglia dei rami,
    di stella arsa di castagne abbracciate
    guarnisco la mia veste ormai ingiallita.

    Sì, il giallo oro dei covoni
    si è da tempo perso
    nei richiami di lieti stormi,
    ora danza il sipario dell’ocra
    tra i cangianti segreti dei muschi.
    Dolci canti e festanti gesta
    Acclaman i grappoli dell’uva in festa,
    mentre tu, struggente natura,
    ci inganni tra le sfumature
    di una nuova tua figura.
    Quanto tempo trascorse,
    caro novembre,
    mentre il pensiero si sperde
    tra le pittoresche cornici
    che la penna intreccia
    nel diario del cuore.

    Sei tu, novembre,
    ad indicarmi la strada
    verso la nostalgia,
    a dirmi quanto è solitario
    il tuo autunno,
    mentre le fate sbarazzine
    tingon già di leggendaria speme
    Il tuo ritorno.

    Francesca Ghiribelli

  83. Occhi spalancati ciechi

    Tu…occhi spalancati ciechi,
    notte e giorno così,
    nel silenzio assordante
    di queste stanze di vita quotidiana;
    bambina di ieri,
    a cavallo dei tuoi arcobaleni
    galoppavi nel blu
    sorridendo alle stelle,
    socchiudendo porte nel cosmo.
    Tu…occhi neri più belli degli umori del tempo
    che segnano il passaggio delle stagioni;
    più radiosi di un sole caldo che disegna ombre sui muri…
    Tu…occhi spalancati ciechi
    nell’ultimo pomeriggio della mia gioventù…
    In vacanza dalla realtà,
    lo schermo dei tuoi sogni adesso è sempre acceso.
    Io,
    schiavo d’amore,
    tornerò presto.

    Michele Vaccaro

    Tutti i diritti riservati

    Accetto il regolamento

  84. Claudia Piccinno
    sez. poesia

    Cruenta dipartita
    Debole bersaglio
    dell’altrui follia,
    ignara pedina
    di un malefico complotto,
    agnello sacrificale
    di loschi interessi
    o vittima casuale
    di una remota probabilità?
    Nulla di tutto ciò
    per chi ti mise al mondo.
    Tesoro inestimabile
    divenuto cenere,
    frutto dorato
    APPASSITO
    prim’ancora
    che sbocciasse il fiore!
    L’esplosione
    che ti strappò alla vita
    rimbomba
    negli atterriti sguardi
    delle tue coetanee,
    riecheggia
    nelle ansie
    di ogni genitore,
    ti conferirà l’effigie
    della martire innocente.
    Nessuna medaglia
    porterà consolazione,
    nessuna certezza
    nella tua fine
    se non la tua
    cruenta dipartita!

    INEDITA in memoria di Melissa di Brindisi

    accetto il regolamento

  85. E se…

    E se sospingo il cuore
    in fondo a un’emozione
    che il volto afferra
    e riga di calore

    E se esplodo dentro
    ad un pensiero
    che, viva,
    io raccolgo
    tra le mani…

    M’accorgo
    di rinascere sospiro
    e, nell’attesa,
    tremo

    come le mie parole.

    (dichiaro d’accettare il regolamento)

  86. odo foglie cader al vento,
    oh quanto amaro è questo suono!
    picchia, urla, rompe il timpano del silenzio!
    son desta nel riconoscerlo, quel passo lontano di quando vai via!
    ah quanto delicata era la veste di una rosa,
    ne ricordo l’odore e la sua morbidezza;
    chiara come te, semplicemente tua!
    si, primavera, “tu mi manchi amore mio”.
    urla il vento un giorno al cuore!
    e sull’uscio delle stagioni
    starò li coronato di foglie,
    sino a risentir il tuo passo vicino,
    scaldarmi, proteggermi,
    per eliminar i suoni del mondo!

    Concetta Reina – dichiaro di accettare le condizioni del concorso

  87. Aborto poetico per nessuna poesia.

    Medioriente dell’inferno
    dove sognano
    il Paradiso della gloria e della vittoria
    e quello dell’amore
    e
    quello delle donne.

    Lì uomini schiacciati come vermi
    dissanguati da vermi
    riverberanti di follia.
    L’umanità vivente
    rimandata
    al poi d’un paradiso.

    Ed ora
    Lo schifo della morte
    preferito
    allo schifo dell’abuso.

    Ma con queste morti si cerca
    la resurrezione in terra….

    Accetto il regolamento

  88. QUEGLI OCCHI VERDI

    Il mio

    Era sol vagar silente

    Nel buio fitto d’una notte

    Che sovrana

    Da lungo tempo ormai

    Imperava

    Lungo il cammino

    Della vita mia

    Quando all’orizzonte

    Tenue luce apparve

    Ad inghiottir quel buio

    Essa

    Da fioca

    Si fe’ accecante luce

    E gli occhi miei costrinse

    Sol per un istante

    Alla ricerca

    dell’antico buio

    Ma il fulgor dell’improvvisa luce

    Allontanò quel fosco mondo

    Padrone divenuto di mia vita

    Facendolo fuggir lontano

    Vidi allora lentamente

    Tornare intorno a me

    Il verde di bei prati

    Infinità di fiori

    Sparsi su quel verde

    Frondose cime d’alberi

    Ondeggiar gioiose al vento

    Variopinti uccelli

    Per l’aria cinguettar gioiosi

    Intenso azzurro

    Ridonar colore

    Ad un ciel senza confini

    Il rumoroso suono della vita

    Intonar antiche melodie

    Quel sole

    Che in profondo buio

    Era sparito

    Donar novelli palpiti

    Al mio cor silente

    Le mie labbra

    Tornare a schiudersi in sorriso

    Ondate di profumo

    Inondar questo mio corpo

    Davanti a me

    Come stelle

    Brillavano due occhi verdi

    Per lungo tempo sol sognati

    E che dal sogno

    Eran fuggiti

    A ridonare vita

    All’alma mia

    Che per sempre

    Sembrava ormai partita

    Per oscuro viaggio

    Privo di ritorno

    © Gianni Berna (regolamento accettato)

  89. Emanuela Di Caprio Accetto il regolamento

    Tremulano le angosce

    Tremulano le angoscie
    della mia innocenza,
    mi sfinisco dell’insulsa vita,
    chiamo per sempre la voce amica
    del padre che è scomposto
    nel crudo etere.

    Aspetto doni colorati
    e istanti di musica,
    e adoro immaginare il sorriso
    dipinto di fuoco ocre
    e vestito di un alito d’amore
    mentre mi cerchi.

    Vengo plasmata nell’aria
    sono un cuore di asprezza infinita
    che anela a qualcosa d’argento
    come uno specchio
    che rimanda l’immagine a pezzi,
    un occhio, una mano, una bocca ferita.

    Mi basta origliare la vita,
    recitare un credo mai perso
    davvero, mi cullo nella speranza
    infinita, di fiori e profumi
    di dolci promesse
    di albe, di luci, di chiarori immensi, di lumi.

  90. Ezio Settembri

    S’è abbassato il cielo.

    Addensata, l’aria non risponde al ritmo del respiro.

    Incespico nel fogliame ingiallito dell’autunno.

    Sono come quel ramo incurvato di mandorlo, come quel nido di rondini

    profanato e sbiadito.

    Non mi raggiunge più nemmeno il pianto molesto e salutare di un neonato.

    Affronto con indifferenza i miei ergastoli.

    Scandisco le sconfitte che inaridiscono reclinato sul legno fradicio,

    sulla mia squallida, macera esistenza.

    Accetto il regolamento

  91. Colpo improvviso

    Lanterna magica
    sfregata, ruvida…
    pesanti mani.
    Essenza persa,
    voce impaurita
    un legno sfacettato.
    Colpi d’ascia,
    tremano gli scarponi
    sciolte le stringhe.
    Frustate accidentali…
    persa la ragione
    illuminati gli occhi.
    Corsa stellare
    tra alberi imponenti,
    arrampico sul monte.

    dichiaro di accettare il regolamento

  92. Le parole che non ti ho detto.
    Oggi è un giorno speciale.
    Oggi è la tua festa.
    Uno squillo, un semplice saluto, un augurio che mai nel mio breve tempo, il mio cuore sussultò al suono della tua voce.
    Nella tuo tono calmo solo…
    grazie.
    Ed io muta ed immobile non replicai, nulla di ciò che avrei voluto dirti nel giorno della tua festa,
    nulla di una sola parola che spesso ripetendo a me stessa lo ascolta solo la mia anima
    e lo specchio mio unico spettatore.
    E con tristezza ripeto a me stessa, le parole che non ti ho detto…ti voglio bene mamma.

    accetto il regolamento

  93. Una cosa sola

    Mi appello alla paziente volontà d’intendere.
    Afferra l’aratro di chi non rifiuta e vuole apprendere.
    La poesia non è diletto!
    Per quanto bella ed ispirata, nell’oblio cadrà
    e ti lascerà vuoto ed inetto.
    Se vivi la poesia come vero amore,
    ti aprirà il suo cuore.
    L’anima della poesia ti apparterà, sarete una cosa sola,
    e non ti lascerà.
    Sarà per te un amore.
    Unico vero amore, che ti consolerà.

    Accetto il regolamento.

  94. Lunghi capelli neri
    deposti sul tuo ventre.
    Immacolate vertigini.

    Stefania Mercatali
    Accetto il regolamento.

  95. ABBRACCI DI CIELO

    Fioca luce si apre a raggio
    sulla parete del mondo incantato
    dell’amore.

    Fioca luce dipinge con mano aperta
    il tuo profilo inarcato
    in dolce danza di pelle ed amore.

    Colori acrilici per tratteggiare
    esplosione di emozione
    e di abbracci,
    intensi rossi a sfiorare la tenera anima.

    Marea che lambisce il pensiero
    silente di sorrisi incantati di vento,
    al far del tramonto
    in ritrovata quiete.

    Interminabili abbracci che giocano
    con corpi ingentiliti
    e rinati al soffio possente della vita
    in estasi di baci colorati di cielo.

    In interminabili dolcezze
    di risveglio al tuo fianco
    mi innalzo al cielo che canta
    la dolce sinfonia dell’amore eterno.

    Accetto il regolamento in toto

  96. ISPIRANDO

    T’immagino così, mentre mi dissolvo,
    chiaro, sfocato a tratti
    fra le carte e la seggiola
    cercare un lampo e illuminarti
    Riconosco le labbra
    arrossate di nuova poesia
    e le mani crescere a dismisura
    su sillabe incolte

    Piovi alla grande sulle radici,
    con gesti folli mi vieni a prendere
    – a nulla e nessuno t’avvicino –
    e rido con te, poi piango
    folle anch’io tra la gente
    – non mi vede nessuno –

    M’hai ricordato come e quando
    fui capace di nascere
    di che fantasie e in quali travagli

    esistono stagioni nascoste, sotto pietre dure

    Rita Stanzione
    Dichiaro di accettare il regolamento

  97. Sezione A. Poesia.
    Accetto il regolamento del concorso.

    …Maybe …
    Forse tu
    non sai
    che c’è qualcuno
    che spera, se speri
    che pensa se pensi
    che esulta se esulti
    che ama se ami,
    che urla il tuo nome
    ad alta voce
    per farti capire
    che tu sei qualcosa,
    qualcosa di speciale
    per chi ti ama.

    Daniela, estate 1991

  98. accetto il regolamento

    NULL’ALTRO CHE SILENZIO

    Urla strazianti
    provengon dal mio dentro

    scuoton l’anima,
    involucro ormai spento

    ciò che muove il vento
    è null’altro che infido silenzio.

    Angelo Blu

  99. NOI
    che preferiamo conoscere
    solo ciò che ci aggrada,
    noi che non riveliamo
    i nostri pensieri
    veri
    per viltà ed opportunismo,
    noi che teniamo alto
    il capo per arroganza,
    temiamo la spada lucente
    della verità.
    Con qualche moneta
    crediamo di liberarci dal peccato
    che col sangue ci scorre
    nelle vene.
    Le nostre angosce
    riversiamo nelle ferite altrui
    credendo di guarire,
    ma neppure l’altra realtà
    porrà fine al nostro patire.

    regolamento accettato. cordialmente antonio uslenghi

  100. 
    Nel chiaroscuro scivola lo sguardo
    Nella luce soffusa
    il tuo corpo
    avvolto dal cobalto delle
    morbide lenzuola…
    non oso spezzare il momento
    impietrita dalla sconfinata bellezza
    di questa inusuale tela priva di cornice
    rimango sulla soglia a guardare
    inseguo le linee del tuo corpo
    aguzzando la vista..
    mi soffermo sul tuo ventre
    risalgo sui i tuoi seni
    ed in silenzio nell’ombra mi avvicino
    con passo lieve e scostante…
    nell’ombra
    ricerco il tuo corpo
    con meraviglia e desiderio.
    Ma un fuoco pervade il mio animo
    e le mie labbra affamate
    le mie mani bramose scivolano
    nel tocco deciso
    sulla tua morbida pelle …
    solo gocce nella notte del mondo
    si insinuano fra i nostri corpi vaganti
    e nel lento divenire il
    grido diffonde
    il suo suono nella luce suffusa
    nella lenzuola cobalto
    il tuo corpo
    il mio corpo
    uniti in unico tormento.
    CINZIA BUCOLO
    accetto il regolamento

  101. 35 – Avevo questo pensiero

    Seduto in questo parco, vicino alla stazione,
    guardo la strada dopo la siepe d’oleandro.
    Dovrebbe giungere il treno per portarmi via,
    ma tanti ne sono partiti. Questo silenzio mi accoglie
    e mi coltiva, ma aspetto qualcuno che raccolga
    i miei pezzi sparsi. Navigherò oltre i miei confini,
    dove il cuore resta e dove l’età mi strugge
    nell’eco degli anni, sorvolandomi da quello
    che in esso si cela. Il tempo andato non ritorna,
    e non posso aspettare per cogliere in seno
    un barlume di coscienza. Devo credere
    in quello che mi circonda, sapendo di essere estraneo,
    ma non ho posti, oltre a questo,
    dove posso prestare fede in me stesso.
    Le ore mi sfuggono, non riuscirò mai
    a prendere il mio treno. Nessuno mi guarda
    e nessuno controlla la mia pace.
    Il treno non si è fermato, penso che resterò
    in quest’armonia sublime ancora per un poco.
    Questa panchina fredda congela il mio istinto
    e fa scendere tanta quiete in questo spirito
    informe e travagliato che questo silenzio
    mi si frantuma contro. Avevo il mio pensiero
    e non sapevo come potevo averlo.
    Poi ho sentito le mie ombre avvicinarsi.

    Accetto il regolamento

  102. MIRIA PATRIZIA BUTTAZZO 25/11/2012

    Spiaggia deserta

    E’ qui, nella spiaggia deserta
    sotto un sole che muore,
    che affondo i miei passi
    in cerca di beatitudine.
    I colori vermigli
    sospesi tra sogno e realtà,
    dipingono i miei pensieri.
    Scende il silenzio
    tra il giorno e la notte,
    accarezza il mio spirito che
    girovaga sull’onda turchina.
    Un granchio sta per esalare
    l’ultimo respiro,
    mi chino e tento di salvargli la vita.
    E’ l’ora più bella questa per assaporare il mare,
    per ritrovare me stessa.
    Un gabbiano mi sfiora la testa e una farfallina bianca
    si rifugia tra i miei ricci ribelli.
    Le conchiglie mi solleticano i piedi e m’intenerisco
    davanti ai castelli di sabbia che muoiono
    sotto la marea che sale.
    Eppure, è ora che mi sento viva .
    Lo sguardo del mare non mente ai miei occhi.
    La brezza mi dona le sue mani tiepide
    e assaporo le sue carezze vere.
    Le luci dei primi lampioni
    accendono il mio viso e i miei
    occhi superano la paura di sguardi aspri.
    Fuggono lontano gli sconforti
    e cancello sulla sabbia le promesse
    infrante.
    L’odore salmastro
    mi regala nuovi respiri,
    e gli schizzi dell’acqua
    attimi freschi di vita.
    Sto bene ora,
    stretta tra il mare silente
    e la città che si accende.
    La luna sorride al buio che sale:
    cerca le stelle
    ed io,
    cerco la mia.

    Dichiaro di accettare il regolamento

  103. Discanto

    Non c’è nessun incontro oltre la porta
    mansueto comignolo di polvere
    e la cipria che non uso più il niente cela

    ho imparato la diffidenza lo starmene
    da parte che tutto punge e può far male
    equivoci ai quattro lati del tavolo
    mani di carte truccate dal mazziere

    le mie mani straripano di parole
    come gocce d’acqua le perdo fra le dita

    oltre il confine del giardino giace distesa
    la lunga fila delle utopie voraci
    che dei miei anni hanno calcinato ossa
    fin dentro il midollo e stirato i nervi
    così che ora possa vantare un io che fu
    che non sarà più nell’ultimo domani

    e scrivo ancora senza una ragione
    forse per una parca identità residuale
    forse per regalare fiabe a chi non sa
    invecchiare dentro opache costumanze.

    Dichiaro di accettare il regolamento

  104. I write you now , adesso scrivo di te.

    Epidermico stato convulso
    in rivalsa per chi senza freno
    sferra inquieto l’impulso
    di stringere tutto al suo seno.
    *
    Quel qualcosa corporeo finito
    senza brame riponi nel cuore.
    Infuocato e lasciato l’ardito
    …malinconico acceso timore .
    *
    Ti comprendo…e il mio fare
    baccano vorrei ti svegliasse.
    Non ascolti…neppure il brigare…
    come se il vento…le parole tagliasse.
    *
    I write you now, io scrivo di te
    in lingua poliedrica accesa
    sfaccettata, ma solo a te dedicata.
    *

    Dichiaro di accettare il regolamento

  105. Accetto il regolamento
    UN MONDO CHE NON VA

    La novità?
    È questa poesia
    che lascia poco spazio
    all’immaginazione
    quando si parla del reale.
    Crudo e scomodo
    amato quanto odiato
    vissuto maigoduto
    cagna evasa dal canile.
    Senza lavoro
    senza decoro
    diritto di voto
    per dir fanculo.
    Ecco la novità.
    Questo mondo che non va.

  106. LA GRAZIA

    Da dove arrivi
    Anima gentile
    che sai accogliere
    senza voler capire

    Chi ti ha cullato
    con tanto Amore
    quanto ne hai
    da restituire

    Puoi vedere negli altri
    solo ciò che hai nel Cuore
    Per questo senti che risuona
    come una musica d’Amore

    La Grazia non si impara
    è un Dono ricevuto
    Ecco perchè quel giorno
    mi hai riconosciuto

    Ringrazio la Vita
    che è un Maestro sorprendente
    Quando mi accorgo del Vuoto
    non ho bisogno di niente

    Musica, spazio, presenza
    sarai sempre con me
    anche in tua assenza

    Un giorno siamo stati uniti
    quando TUTTO era UNO
    Per questo ci siamo ritrovati

    DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO

    1. -L’ acqua addosso,

      l’ aria sulla fronte,

      l’ equilibrio

      precario

      dei perchè

      non condivisi,

      nella bufera

      dei sentimenti schivi,

      una stella mi guida

      oltre la montagna,

      a passi veloci.

      Roma li 04/01/12

      CHIARA ELIA – ACCETTO IL REGOLAMENTO

  107. Primo modulo poetico

    SPESSO,
    QUANDO PARLO DI POESIA
    RISENTO L’ECO
    DELLA MIA STESSA VOCE
    E,
    IL MIO SANGUE
    SCORRE ALL’IMPAZZATA,
    TORRENTE DI EMOZIONI
    SENZA ARGINI.

    NELLE PAROLE
    NON SI COAGULA LA NOIA,
    IL PENSIERO
    PROCEDE VORTICOSO
    EVITANDO
    LE MISCELE SONNOLENTE
    DEL BANALE.

    Accetto il regolamento

  108. Sezione poesia

    Il gioco della vita

    Come un puzzle di tessere scomposte
    da ricomporre, con grande maestria
    mescolate, voltate e un po’ nascoste
    ogni tessera è un pezzo di armonia.
    Tutto il puzzle è il gioco della vita
    ogni tassello è un po’ di verità
    è un pezzetto di tutta la partita
    è valore, è colore, è identità
    inserirlo al proprio posto e al giusto verso
    è un lavoro di grande precisione
    è cercare per ciascuno il proprio senso
    all’interno di una grande dimensione.
    Avere il proprio ruolo, tra le dita
    e giocarlo con l’umanità
    è scoprire tutti, il senso della vita
    è l’incastro tra tante unicità
    Antonella rossi

    Accetto il regolamento

  109. CONTROCORRENTE

    Vivo controcorrente
    in pieno attrito con il mondo che mi circonda.
    Passo le giornate alla ricerca di ambienti vuoti
    dove trascorrere la mia esistenza
    ed impossessarmi della quotidianità degli assenti,
    liberando con la mia umanità
    il vuoto freddo di quei luoghi.
    Nessun buonismo di sorta,
    solo il vuoto,
    l’assenza,
    la sublimazione,
    e l’estrazione della realtà.
    Come inchiostro simpatico
    leggo allo specchio
    e scopro il profondo letargo delle cose.
    Ascolto il silenzio,
    vedo scorrere acqua,
    passaggi di nuvole,
    scarsezza di sentimenti,
    povertà di contenuti.
    Sono il menestrello della parola
    dissolvo pagine e pagine di pensieri.

    Dichiaro di accettare il regolamento

  110. ( A MIA MAMMA IN PARADISO )
    Passava un angelo di corsa,
    una lettera gli misi nella borsa:
    Correva verso il paradiso,
    Com’era sorridente il suo bel viso.
    Èra per mia mamma in alto lassù,
    dove vive eternamente Cristo Gesù.
    « Cara mamma »
    Cosi avevo scritto
    domenica fù festa a buon diritto
    di tutte le mamme del mondo intero;
    lascia che mi sfogo con cuor sincero.
    Mi manchi tanto
    in me c’è il vuoto;
    non vedentoti son sempre in moto.
    Mi fosti madre e fedele amica,
    lavorasti in silenzio come una formica.

    Mi sento stretta trà le tue braccia
    e la mia testa accanto alla mia faccia.
    Quande volte m’hai cullata piangente
    mostrandoti con me sempre paziente.
    Al mio orecchio quando cantasti melodie
    ed ora che più non sei le ho fatte mie.
    Siimi sempre vicina, non m’abbandonare;
    anche se di una certa età son da guidare.

    Nella grande foto rivedo il tuo sorriso:
    è lostesso che avrai in paradiso.
    Nell’eternità tienti accanto al cuor mio;
    un giorno rivedrò te e contemplerò Iddio.

    L’angelo lesse, sorrise e sen’andò
    lasciandomi con la testa in’alto un bel pò;

    Filomena Di Michele Paventi..settenbre 2011…
    Accetto il regolamento.

  111. Daniela Marculet
    Dichiaro di accettare il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    ETERNE DOMANDE STRAZIANTE…
    Sai quante anime racconta
    Il paradiso tra le porte del cielo?
    Sai quanti mostri popolano
    L’ ardente, il bruciante inferno?
    Sai quante lacrime vestono
    Il giorno grigio di bianco inverno?

    Sai quanti nomi mancano
    All’ appello della festa ?
    Sai chi ha fatto la morte
    Scura, spietata, dissesta?
    Sai perché ti viene
    Buttare le chiavi in andata?

    Sai perché scrivo ululato
    Nelle armi di lutto stancato?
    Sai quante madri bestemmiano
    Gli anni rimasti in grido addolorato?
    E sai, e sai … quanti passi
    Misura la bara di un bambino?

    Nessuno sa: né io, né tu, né il vivere
    Solo il silenzio scoppiò a ridere!

  112. Quello che sento

    A volte, non riesco ad esprimere,
    i miei sentimenti, come dovrei,
    e, mi esplode il cuore……
    ma questa canzone te la devo dedicare.

    Se non riesco, a darti un emozione,
    non è per egoismo o mancanza di passione,
    se non mi espongo c’ è pure una ragione,
    è per rispetto, ma soprattutto, non farti avere delusioni;

    E se per caso prendessi iniziative,
    di certo non farei qualcosa di sbagliato,
    ti abbraccerei in modo molto ardito,
    ti strapperei quel bacio che ho sognato….

    E stai sicura che dopo questo,
    lascerei perdere davvero tutto il resto,
    toccherei il cielo con le dita,
    e metterei fine addirittura alla mia vita!

    Perché non sono un santo e non sono un disgraziato,
    non sono vero e non sono un giuda,
    non sono folle e non sono posato,
    non sono in pace e non sto neanche in guerra,
    ma ti confesso che a volte preferisco stare sottoterra….
    Io so che tutto questo non lo preferisci,
    L’ipocrisia nemmeno la gradisci,
    e non mi importa se alle cinque di mattina,
    sto scrivendo, e provo a dirti ciò che sento,
    e per adesso quel che mi appaga e mi consola,
    è la verità che il mio cuore prova.

    È la realtà di dimostrare con il canto,
    che nei momenti più neri che senti,
    c’è sempre accanto una stella nel tuo cielo,
    che brilla più di tutte perché è sincera.

    Aversi accanto fino al mattino,
    è come bere un bicchiere di buon vino,
    o la primavera che chiama l’estate,
    o quando il male passa come la rugiada,
    ma cosa scrivo….son proprio innamorato.

    Perché non sono un santo e non sono un disgraziato,
    non sono vero e non sono un giuda,
    non sono folle e non sono posato,
    non sono in pace e non sto neanche in guerra,
    ma ti confesso che a volte preferisco stare sottoterra….

    E se per caso prendessi iniziative,
    di certo non farei qualcosa di sbagliato,
    ti abbraccerei per sempre, senza fine,
    ti strapperei quel bacio che ho sognato….

    Dichiaro di accettare il presente regolamento

  113. E’ tempo di salpare

    Mi piego…ma non mi spiego
    come un vento possa arrivare
    ora portandomi via con sè
    tra odori e colori che mi hanno cullato…

    Mi piego…ma non mi s-piego il perchè…
    un vento…e forse un perchè non c’è.
    Piacere di non saperlo spiegare
    quell’odore di vento d’ocra..

    Piacere di accarezzarle dal vivo
    quelle lacime che sanno d’amore
    e Terra..

    Vento sulla mia pelle nuda
    quasi carezza delle tue mani.
    Respiro fresco delle parole
    refolo di piacere antico

    ricordo sfumato di Te…
    Un’ avventura la vita ora
    in viaggio senza pensieri
    sospinto dall’onda

    incontro all’orizzonte
    vestito di luci e ombre…
    E’ tempo di salpare.

    Giovanni Maria Ghidetti, novembre 2012
    dichiaro di accettare il presente regolamento

  114. NOTTE MIA

    Notte palpabile,silenzio assordante ostruisce il pensiero.
    Idee fuggono, prima di essere colte.
    Il silenzio nell’aria squarcia l’atmosfera.
    Surreale quiete intorno dilaga
    pavoneggiandosi nell’anima mia.
    Come bolle di sapone si disperdono
    l’intento di focalizzare, percepire
    questa notte da spettatore.
    Se solo potessi toccarti, ascoltarti,
    coccolarti,se potessi…Se solo…
    Ti farei mia, in un connubio di sensazioni ti sposerei.
    Per guardare la luna insieme
    tutte le notti che vorrai.
    O mia notte.

    Dichiaro di accettare il regolamento.Bartolomeo Capuano.

  115. Vivo con te
    L’amore ti visita
    quando non lo cerchi,
    e ti sfiora, ti prende,
    ti abbraccia e non puoi
    respirare e non sai parlare
    e vibri, e tremi, e sudi…
    poi ti guarda l’amore
    e ti da sicurezza e ragione,
    oblio e coraggio,
    sigillo e libertà.
    Lo senti l’Amore,
    lo tocchi, lo vivi, lo vuoi.

    Non puoi più farne a meno.

    Ora sai respirare, sai parlare,
    non sudi, ma continui a vibrare
    perché l’amore ti fa vibrare
    il cuore,
    l’amore ti fa vivere
    ed io ora vivo con te.

    Dichiaro di accettare il regolamento.

  116. CANNETO

    Alla riva fitto il canneto
    concerto bruno alle acque
    coi nidi di folaghe e anatre.

    S’apre il lago dipinto
    nello scenario autunnale
    al desiderio del cuore.

    Tracce dell’ultimo bello
    dall’anno che va a finire
    i giorni uggiosi alleviando
    fanno un canto suonare.

    Ed è squisito l’incanto
    di lievi note che giunge
    dalla malìa del momento
    sublime dono del lago.

    sez. A Accetto il regolamento.Michele Prenna

  117. PIOGGIA

    Piove

    dalla grigia coltre

    sulle incerte fiammelle

    dondolanti nel vuoto.

    Piove

    sull’asfalto levigato:

    gocce che si frantumano

    in miriadi diverse,

    unite,

    si tuffano nel rigagnolo.

    Piove

    sulla città nascosta

    sotto le coperte

    e sui vagabondi

    nottambuli

    con le scarpe annegate.

    Piove

    sul mio volto

    e sui capelli piccole perle:

    corona inutile

    che si scioglie in un attimo.

    dichiaro di accettare il regolamento del concorso.

  118. sez A accetto il regolamento del bando
    OLTRE LA VITA
    Poi ,quando
    Il vento soffierà
    Inquieto

    E io sarò dispersa
    Tra le pieghe
    Della terra

    Poggia leggeri
    I tuoi piedi
    E capirò
    Che sei passato

    Su quelle rughe
    Che un tempo
    Carezzavi

    E non sciupare
    Gli occhi con le lacrime

    Ma parlami
    Dei tuoi giorni
    A me ignoti

    E nell’oscurità
    Le tue parole
    Per me saranno
    Luce

  119. MAILA MEINI

    Pazzerella affettuosa, oggi

    L’acre sgomento di esistere male
    m’ha accompagnato, sdrucito strascico
    di un elegante vestito ingiallito.

    Ero cosciente della notte fonda
    e della seta fredda dell’azzurro
    cielo, e mi nutrivo della tristezza
    intensa, umido verde putridume
    che trasuda da un muretto impastato
    di sabbia di mare. Dentro il livore
    indefinito che precede l’alba,
    covavo il bisogno di osservare
    i sentieri d’acqua piovana contro
    i vetri illuminati dai lampioni.

    Nella mia città, allora, sbiancata
    dal sole dell’inverno che non scalda,
    il mare era un piatto di rughe e le onde
    andavano spargendo aria salata.
    Smarrita, lungomare, mi perdevo,
    lasciando che le lunghe chiome
    le aggrovigliasse il vento e le bruciasse
    il sale.

    Il crepuscolo m’accarezza
    adesso con pennellate d’indaco,
    e la sera estiva incede in un manto
    di porpora e arancione e luccicando
    lievita dal mare. Schiocca veloce
    il vento sopra i bucati con cura
    stesi alle finestre. Insistente chiama
    lo stridio dei gabbiani, capitani
    fieri in mezzo alle violente tempeste
    della vita. Così cammino ancora,
    pazzerella affettuosa, spettinata,
    nel bianco dei capelli, da folate
    improvvise, profumate di agrumi
    e di scirocco. Lungo la battigia
    barbagli di rame in fretta accolgono
    mezzelune brevissime di schiuma.

    Arriveranno tenebre dal mar
    e nebbia all’imbrunire dell
    quella vera. Sarà diversa, però
    saprà di latte e ne avrà il chiarore.

    Intanto ascolto la risacca quieta
    che borbotta mescolando granelli
    d’infinito e, dentro il suo lentissimo
    respiro, riscopro il fluire del mondo.

    Sezione A Accetto il regolamento del bando

  120. Dilanne 29/11/2012

    Mi concedo ancora del tempo
    sospensione parziale
    nel vuoto atomo dell’assurdo
    e razionali ritagli
    di sopravvivenza
    in cui la vita fluisce in superficie
    per ammiccare e
    poi ritornare in apnea.
    Essere capace di vedere
    e di sentire
    mi potrebbe distruggere
    e rimango in bilico
    tra essere e apparire.
    Forse un giorno
    una amabile mano levatrice
    mi riportera’ in vita
    e fili invisibili si slegheranno
    nell’attimo che attendo.
    Il polline di un amore.

    Anna DiLegge

    p.s.= Dichiaro di accettare il regolamento.

  121. Io, Paolo Congedo, dichiaro di partecipare alla sezione A e di accettare i termini del regolamento.

    RIMEMBRANZE II

    E se pure io dovessi venire a trovarti,
    lasciami andare
    e lascia che io viva di mio,
    di scomposte parole
    e di silenzi inopportuni.

    Accendo la luce
    solo per accertarmi di essere con me stesso
    e abbaio alla luna
    perché la tua anima non sia mia.
    E ti cerco solo per dirti addio.

  122. Dichiaro di accettare le norme del concorso.

    CUORE SVENTRATO

    T’amo mio cuore
    sventrato
    dal piccolo torace
    pulsante
    nelle mani
    vuoto di tenebra
    ricolmo di nulla
    cervello spappolato
    tra i denti marci
    brulicanti vermi
    di foia
    sangue a perdere
    nelle fogne nere.

    dichiaro di partecipare alla sezione A e di accettare i termini del regolamento.

  123. AMORE –pensando a Prevert…-

    Come è strano questo sentimento
    sguaiato,ovvero banale,
    consumato troppo in fretta
    o sbiadito dal tempo
    o dimenticato tra le pieghe della mente,
    o sbattuto,svilito,contro un muro o tra le scale
    nella penombra di un portone grigio
    ove la poesia è morta magari per disgrazia
    o per eccesso d’amplesso.
    Amore sì,ma senza voglia,
    o assopito dopo qualche attimo di slancio…
    Un bacio fugace,un atto sensuale,
    ed ecco che scivola via dalle labbra
    questo amore così solo,così stanco.
    Scende piano giù per la strada
    tra i viottoli ,si confonde con la melma e la gente
    e su di esso,neanche più un poeta
    riesce a rimare….
    Ed intanto…più in là,ove l’alba sorge ancora per dispetto
    un bimbo rannicchiato in un angolo di una via
    pensa all’amore
    e sussurra a se stesso senza vergogna,senza timore,
    che ci vorrebbe provare…
    ad amare questo…così detto amore!

    dichiaro di partecipare alla sezione A e di accettare i termini del regolamento.

  124. CERCHERO’ L’ANIMA NEL BORGO

    Ti cercherò anima mia
    in lembi rugginosi di cielo a novembre
    – nel crepuscolo –
    quando da valle saliranno canti
    di superstiti foglie
    degli augelli…
    e del mite Ponente
    che – ultimato l’assalto a fronde –
    si farà brezza
    per posare sull’onde tra crespe di mare
    l’aulenze dei monti.

    Ti troverò anima mia
    nel grembo consunto di madre
    e nelle sue vene abrase dal tormento
    – nel borgo –
    dentro lo sguardo che mai ha cessato
    di vegliar sulla prole
    neanche quando
    era l’angoscia a dominar la mente.

    Verrò a cercarti nel vento di maggio
    o tra nitidi vermigli settembrini
    nella gaia emozione d’un abbraccio
    o nell’aspro mosto che ribolle in tini.

    Accetto i termini del Concorso!!!

  125. Sfinge

    Mi hanno insegnato a guardare la vita
    a braccia conserte.
    Ma io mordo nei sogni il suo gusto
    e ne dondolo i fili
    dosando il respiro.

    Mi hanno obbligato a chinare lo sguardo
    davanti a orizzonti lontani
    e a due occhi virili.
    Ma io vedo oltre i confini consunti
    di una grigia sottana.

    Mi hanno indotta a obbedire in silenzio
    agli istinti di altri.
    E a nascondere i miei.
    Ma più inerte vi sembro al di fuori
    più in profondo la vita mi scava.

    Mi hanno tolto parole e opinioni.
    Ma il dissenso che mi porto dentro
    impedisce a chiunque di entrare.

    Ho buttato la chiave tra ortiche e pensieri.
    Non frugar tra i miei cenci,straniero,
    che puoi farti male.

  126. Scompiglio

    Prendi un ramo e spezzalo, fai del male
    lo senti nel rumore senza sentirlo
    alzi gli occhi al cielo e cerchi qualcosa
    vedi un azzurro con spruzzi e macchie bianche,
    pensi che tanto nessuno lo sa
    sei in una camera scura
    dove per prima cosa se vuoi vedere
    devi accendere la luce, ma che te ne fai?
    guardi intorno e vedi scompiglio,
    vorresti non avere niente
    startene fermo con solo i tanti pensieri
    che ti nascono dalla mente
    che i tuoi occhi non sanno vedere,
    vorresti un po’ di quiete tanto gli anni ti sfiniscono
    avevi sperato un giorno diverso
    ma le parole non vengono i pensieri non le accompagnano,
    senti il vocio, i rumori di un mondo che vive
    sembra che tu non ci appartieni
    sei assorto, sei ….
    ma che te ne frega!
    lascia perdere tutto e aspetta che passi il tempo
    come passa un temporale che travolge tutto,
    dopo sei lì a guardare tutto intorno a te
    come in un immagine capovolta non si capisce più niente
    ti fermi e guardi e ti chiedi ma dove sono, che è successo ?
    poi volti le spalle e te ne vai
    non è successo niente,
    è successo per poter ricominciare tutto da capo
    e tutto da capo ricomincia … che è stato?
    niente, niente, ti ripeti
    ti alzi e riprendi la vita di sempre
    la vita di …
    ieri e di domani …

    accetto il regolamento

  127. “Svegliati!”,
    “Mangia!”,
    le voci della mia testa,
    ordini duri,
    precisi,
    privi di tutto ciò che son solito chiamare reale.

    “Svegliati!”,
    ancor mi chiedo
    se potrebbe essere un incubo
    ma quella voce
    per quanto possa sembrare irreale
    mi appartiene.

    Ordini precisi,
    “Mangia!”
    vorrei dirle che non ho fame
    ma lei continua,
    “Mangia, Mangia!”,
    quindi mangio,
    nella speranza che la voce scompaia.

    Fuori un giovane
    sanguina
    mentre una donna gli medica l’amputato braccio,
    vorrei dire alla donna di togliersi dalla strada,
    vorrei dirle che è pericoloso,
    ma ancora la solita voce:
    “Fermo!”
    non le do ascolto;

    “Fermo!”.

    Troppo attento alle parole
    non riesco a sfuggire dalla voce
    e la donna getta un grido
    poco prima di morire.

    “Sorridi!”
    testuali parole mi disse la voce,
    ma non potevo sorridere,
    non ci riuscivo,
    quindi continuava:
    “Sorridi, la vita è fatta per sorridere!”,
    fu lì
    che mi resi conto
    che quella voce
    era il concentrato della realtà,
    ch’ogni umana anima
    si trascina nel contesto dei giorni,
    e fu lì
    che
    quell’incubo
    divenne la spiegazione di tanti giorni di vita
    che immortalai
    in un iniezione d’inchiostro
    col quale
    imparai a scrivere altri giorni.

    accetto il regolamento

  128. “sapide di te le mie giornate
    ogni carezza un dono,
    emozioni indelebili e fiere
    come foto che sfidano il tempo…”

    accetto il regolamento

  129. Dammi la mano

    Dammi la mano.
    Insegnami a pescare
    Asciugami il sudore
    Mostrami come si fa a giocare, con le mani e con i piedi.
    Portami nei campi
    Fammi guardare come ricami
    Fammi sorridere con le tue rughe
    Fammi crescere tra i fichi d’india
    avvicinami alle altre balle di grano.

    E pescherò i tonni,
    giocherò con gli altri bambini,
    coltiverò la mia terra, anche quando non ci sarai.
    Continuerò a essere vecchia e bambina.
    Per sempre, siciliana.

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  130. Giorgio Amadeo – 29/11/2012 accetto il regolamento
    “L’ULTIMO VALZER”
    du’ guanti senza dita
    ‘na veletta d’artri tempi
    su ‘na donna senza vita.
    Chi era e chi nun’era nun se sa.
    la staveno a guarda’ da su dar ponte
    mentre er Tevere la faceva galleggià
    l’ultimo ballo della dama con il Conte.
    Er Conte: bello, biondo e fiero;
    lei, la dama, nun c’aveva più ‘n età.
    la danza cominciò co’ l’arivo de ‘n ombrello:
    la staccò dall’argine e la condusse in pista.
    povera vecchia dama, balla ancora, senza fretta:
    la musica solo ar mare cesserà!

  131. Amaro risveglio..

    All’alba finiscono
    i sogni
    si riassopisce
    la notte
    nelle acque fredde
    ho plasmato
    la sofferenze
    spezzando la forza
    sentivo il corpo
    bruciare
    la vita scivolarmi
    via
    terra amara
    i ricordi del
    risveglio
    tra porcellane
    tempeste
    di neve
    vorrei trovarti
    accanto a te….
    ti racconterò di
    quella poesia
    dell’amore
    ritornata dalla
    primavera
    malata d’amore
    le musiche
    suonano
    voglio fondermi
    con la luce
    dell’alba
    un’illusione
    fredda che uccide
    Sprofondando
    nel vortice
    del torbido
    inganno
    un antico peccato
    le albe sono luci
    accecanti
    atroci inganni
    le illusioni perdute
    succhiando il fondo
    del sangue
    amaro
    Con una preghiera
    mi arrendo
    alla
    sofferenza
    che
    vince sempre
    Amaro giorno

    Rosaria Catania – accetto il regolamento

  132. Dopo quella volta non facemmo
    più all’amore, diventammo due sconosciuti,
    due persone nate e cresciute in posti diversi,
    non ci consideravamo, non parlavamo.
    Ma dividevamo il letto, il catino dell’acqua,
    i pochi soldi rimasti dalla recessione.
    Fino a quando un giorno,
    non trovando niente in comune, né si faceva
    un passo indietro, la mente aveva preso il sopravvento.
    Fino a quel giorno si mangiava alla stessa
    tavola, con le stesse posate, con le quali si
    uccideva il maiale a natale.
    Fino al quel giorno ancora si tollerava l’altro,
    non sapendo quando sarebbe uscito dalla porta
    senza fare ritorno e chi per primo.
    Il primo che uscì andò al mercato delle pulci
    a comprare un amuleto indiano

    accetto il regolamanto mimmo martorana

    1. SEI

      Sei la terra nella profondità del mare
      il cielo nell’infinito che inghiotte…
      Sei fiume tranquillo,
      torrente impetuoso
      brezza del vento che divien tormenta
      Sei scintilla d’un fuoco che cuore mi brucia
      Sei il calore dell’anima,
      in un freddo di neve
      Sei tu…
      tutto ciò che sei,
      il mondo intero che alla vita da senso…

      accetto il regolamento

  133. CAREZZE ALLE DONNE
    Una donna che non viene accarezzata
    è un fiore che appassisce
    il suo sguardo languisce.
    A volte basta la mano del suo uomo
    che le sfiora il viso
    per far risplendere un bel sorriso.
    Quando le accarezzi i capelli
    con sguardo sincero
    capirà che è amore vero.
    Se le dai un bacio sulla fronte,
    sfiori le labbra con un dito
    lei leggerà la sinfonia d’amore sul tuo spartito.
    Carezze particolari vanno date
    alle mamme e alle nonne
    che sono il baluardo delle donne.

    accetto il regolamento

  134. 25 novembre – giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

    Non chiamiamolo amore

    Sfonda l’odore del bene
    l’indomito fiele
    annusa ingordo il desio
    e brama di serpe.
    Vile lo sguardo
    irrompe su un corpo smarrito,
    ma non cade sugli occhi di pianto.
    Zampate impetuose si affannano
    artigli felini e bastardi,
    cespuglio di rovi
    che lasciano ombre di vuoto.
    Urla di orrore risucchiate
    da gemiti di maschio
    relitto barlume di uomo.
    Si umilia un corpo
    in pochi istanti,
    uccidendone l’anima
    per sempre.

    Non chiamiamolo amore.

    Luisa Sordillo
    dichiaro di accettare il regolamento.

  135. Sfinge

    Mi hanno insegnato a guardare la vita
    a braccia conserte.
    Ma io mordo nei sogni il suo gusto
    e ne dondolo i fili
    dosando il respiro.

    Mi hanno obbligato a chinare lo sguardo
    davanti a orizzonti lontani
    e a due occhi virili.
    Ma io vedo oltre i confini consunti
    di una grigia sottana.

    Mi hanno indotta a obbedire in silenzio
    agli istinti di altri.
    E a nascondere i miei.
    Ma più inerte vi sembro al di fuori
    più in profondo la vita mi scava.

    Mi hanno tolto parole e opinioni.
    Ma il dissenso che mi porto dentro
    impedisce a chiunque di entrare.

    Ho buttato la chiave tra ortiche e pensieri.
    Non frugar tra i miei cenci,straniero,
    che puoi farti male.

    edvige sordillo – dichiaro di accettare il regolamento

  136. ODILE 29/11/2012

    IL MIO ESSERE
    Come un pittore dipinge il proprio autoritratto
    io dipingo con parole semplici l’arcobaleno che è in me.
    Non certo per apparire
    ma per dare luce,colore
    in questo mondo nero,grigio,falso.
    Esprimere con il cuore,
    non certo con la mente, il proprio essere,
    la mia essenza a volte dolce,
    a volte amara,
    ma sempre limpida,sincera, pura come l’acqua.
    Essere per dare, donare
    e di conseguenza ricevere altro colore,
    altra luce positiva dentro di me.
    Coglire ciò che gli altri non vedono e non sentono,
    odorare profumi,situazioni,emozioni,
    gustare le differenze,
    ascoltare e percepire parole non dette.
    Tutta la natura entra dentro di me
    e come per magia
    offro il mio sorriso,
    le mie parole, il mio sguardo
    per trasmettere con empatia il mio essere.

    Dichiaro di accettare il regolamento.
    ODILE

  137. Una notte da solo
    sono uscito di casa.
    Ho gettato i rifiuti
    e cacciato via i gatti,
    sicari ufficiosi
    squadristi di ronde
    a caccia di topi.

    Non avevo la giacca
    non temevo la pioggia.
    Ricordavo un amico
    che con fare vanesio
    scorrazzava su moto
    senza casco e cappotto.
    Dopo anni morendo ne rideva di gusto.

    Ho camminato muto.
    Al coperto opprimente
    preferisco il bagnato.
    E lampi e tuoni e vento.
    Il tormento sa fare l’attore,
    ha maschere giuste,
    appeal teatrale.

    Una notte da solo
    sono uscito di nuovo.
    Senza pioggia senza te.
    Senza buste olenti
    che felice gettavo,
    trattenendoti caro
    al guinzaglio che amavi.

    “Se proprio devo restare” di Marco Parlato

    Accetto il regolamento.

  138. Dichiaro di accettare il regolamento

    Sono nato dopo la guerra

    Sono nato dopo la guerra
    sulla pietra di calce e gli
    sbarramenti di fuoco. Ho
    vissuto folgori insensate
    e pienezze consumate sui
    rami impietosi del poco,
    fra urli, minacce di trincee
    e porte sbattute, tra pianti
    e bestemmie, che tu,duro,
    pronunciavi al mattino, mio
    sire. Allungavo i passi, e i
    miei compagni di viaggio me
    li portavo addosso, erano
    taglienti, ferivano ogni istante.
    Io capivo e sanguinavo, crescevo
    magro, coi sensi accentuati,
    sempre solo e fuori dalle linee
    comuni,interpretavo la realtà,
    ogni volta uscendo dalla caverna
    buia della mia casa, e chiudendo i
    sogni stridenti nel magazzino,
    a chiave.

  139. QUARANTACINQUESIMO PARALLELO
    (dopo il terremoto)

    Sul tavolo stasera
    sufflè di tiglio e nostalgia.
    Insalata di sogni
    condita con la passione
    di floride lune.

    Siamo a tre quarti del mondo.

    Questa notte è cielo,
    viola turchese a occidente.
    E’ là che nel fiore cosmico
    seguo il tuo petalo,
    nell’infinito maschile,
    in una solitudine nuova
    – fresca, da primo soccorso,
    partorita dalle idee di un profeta.

    Urgenza, emergenza, pazzia.
    Comunque sia,
    il mio amore ti renderà immenso.

    C’è un violino che segna l’aria e questo giugno,
    non siamo più mortali quando lo stringo.

    Chi era?
    La fine del mondo?
    La fine della morte?
    Energia liberata?
    O l’ombra di Colui che ama per sempre?

    Sulla frontiera tra la pietra e il metallo
    ti accudirò sul serio
    fino a governare
    la materia.

    Sonia Serravalli ©

    (Accetto il regolamento di cui sopra)

  140. IL MIO SILENZIO

    Osservo dalla finestra
    il quotidiano
    quadro della vita,
    tutto si muove,
    senza rumore,
    tacciono i muri
    in questa stanza,
    tutto tace,
    tutto, tranne
    il ticchettio perpetuo
    della sveglia,
    inesorabile
    trascorrere del tempo,
    tiene compagnia
    all’animo mio
    ed ai ricordi
    della mente,
    sempre più confusi,
    sempre più chiari,
    nel silenzio, ascolto
    il tremore delle mani,
    i piccoli dolori
    dell’età che avanza,
    solo, coi miei silenzi,
    in questa stanza.
    Tempo,
    non fermarti ancora,
    continua ad allietare
    il mio udito,
    nell’intimo silenzio,
    in attesa del risveglio
    del cuore assopito,
    che detti alla mano
    le parole, i versi,
    di una nuova poesia,
    fonte delle emozioni,
    delle gioie, dei dolori,
    dell’animo mio.

    accetto il regolamento

  141. Vedo e canto,

    Vedo e canto pellegrino
    lungo i margini di strade e sentieri,
    in lontane plaghe.

    Nel mio mondo d’illusioni
    faccio precipitare
    immagini di luce di verità vane.

    Nel fondo del mio crogiolo
    le mie parole non si rifiuteranno di brillare,
    le api indorate dalle mie speranze,

    di ricordi e chimere rosate
    realizzano un favo di visioni
    di grigia cera e dolce miele.

    Il tempo s’incammina consumando
    il mio cuore vagabondo
    e tutte le voci si mutano alla tristezza.

    Io so già

    che tutto questo ha dato qualche poesia,
    debole traccia su di un petalo bianco
    di una grandezza sognata.

    Senza parole,
    contemplo le mie parole…
    e tutti i sogni appassiscono senza fiorire.

    EFFATA’

    E i fiori delle mie emozioni
    sbocciano
    oltre la cinta del cimitero.

    di Emanuele Insinna
    Accetto il regolamento

  142. Goodnight moon
    Quanto tempo rubiamo
    Per i nostri baci e carezze.
    Quanto tempo prendiamo
    Per il nostro dolce amore.
    Ci sarà reso nel tempo!
    Ma noi non lo vogliamo.
    E se guardiamo la luna
    Sentiamo i nostri cuori
    Battere assieme felici.
    Abbiamo noi, solo noi
    Tutto ruota e anche il nostro amore,
    Ma ci rimane solo noi.
    Nel tempo e nello spazio
    Potremo unirci e dire
    Al mondo intero
    Goodnight Moon.

    accetto il regolamento

  143. Polvere di ali

    Sfiorami

    quando le bacche degli alberi

    cadono sul mio volto sognante

    e la musica apre i petali di fiori

    timidi e umidi di rugiada..

    Accarezzami

    come la foglia

    che soffia sulle cortecce

    l’ultima sua danza

    mentre saluta graziosa

    un raggio di luce ..

    Disegnami

    sulla terra bagnata

    dai miei pensieri

    partendo dallo sguardo

    sempre verde e sognante

    poi perditi dentro di me

    tra pieghe di fantasie affannate

    per chiudere l’istante

    di una farfalla che vive

    nell’inverno sbocciato

    quando ancora

    era un bozzolo di vita..

    Nadezhda Speranza Slavova
    Accetto il regolamento

  144. CONFERME
    Cosa vedi da così in alto
    da lassù fra bianco e azzurro
    sul dondolio di un tenue vento
    al tuo sorriso ancora vero.
    Aspetta non correre
    son qui non aver paura
    salteremo insieme gli ostacoli
    ed insieme taglieremo
    tutti insieme vinceremo
    il tetro vivere colorando
    il nuovo avvenire con sorrisi
    e ricordi mai spenti!
    Prendo nuovi strumenti
    ed impegno i miei tempi
    per scolpire su musica
    una nuova aurora
    che mi ricorda ancora
    il tuo sorriso.
    Ancora cieco dal mio soffrire
    ma so già perché …
    perché Tu sei Vita
    e ci aspetterai al
    nuovo divenire.

    Gino Puglisi
    Accetto il regolamento

  145. [dichiaro di accettare il regolamento]

    la vita segreta delle emoticon

    l’utente ha chiuso il programma: se n’è andato, finalmente
    adesso ho tutto il tempo
    l’infinità del tempo per sorridere, indefinitamente
    mentre attorno succede qualsiasi cosa.

    né un sasso, né una pianta
    non mangio, non ho sonno: esisto?
    sono uno spirito, una combinazione di segni. una sephirot
    che mi si usi o no, un incantesimo senza senso:

    sto continuando a sorridere
    non ho potere, non ho fisicità
    non ho bisogno di energia, non ho parole con cui esprimermi
    due punti e una parentesi

    all’improvviso sono in ogni parte del mondo,
    sulle punte delle dita e sul tasto Invio
    tutto il cielo e tutta la rete per dire
    a qualcuno che qualcun altro sta sorridendo.

    non ho denti. non ho sensi, né sentimenti
    la mia vita segreta comincia all’interno del mio cerchio
    e finisce in questo segreto: sto sorridendo
    anche quando non mi vedi :-)

  146. OGGI è…
    oggi è un giorno, ma ieri cos’era ?
    un sogno…
    il sole splendente, la rabbia dei fiori, tutto è cambiato.
    ti sei svegliata dopo quel lungo sogno che ti ha fatto pensare a me. Io , un ragazzo povero,triste e solo con solo un misero vestito.
    Oggi è: la festa di tuo fratello ma coMe fai ad andarci, non hai nulla…
    poi ti sei riaddormentata e nei tuoi sogni ti sei chiesta:
    OGGI è !

  147. Aria del tramonto

    fresca, goccia di pianto,
    sul velluto argentato
    come un soldato attento
    scivoli tra le mie mani di sempre
    premendo l’aria e il cuore
    mentre l’inverno, solennemente, muore.
    Alla sera ti ritrovo festosa
    come una cinciallegra
    e riposa sul verso del tuo ventre
    il mio carattere d’uomo
    ora il tuono
    dopo la saetta
    e torna lentamente a crescere il silenzio
    mentre vago ti osservo
    come un leccio su sopramonte!
    Sei cara al mio nucleo vitale
    sei luce per la mia dorsale
    catena della vita.
    Stasera, prima del buio,
    tornerò a baciarti, amore mio!

    Ugo Arioti (extempora)

  148. Ma chi l’ha vinto questo concorso?… E’ possibile conoscerne la classifica?… Grazie.

    1. Ciao Gianni, certo che è possibile conoscere i risultati che sono stati pubblicati sul sito:

      http://oubliettemagazine.com/2012/12/13/vincitori-e-finalisti-della-gara-poetica-nomen-nescio/

      per il futuro ti insegno un trucchetto per cercare facilmente: puoi usare sopra nel sito CERCA ed inserire la parola chiave come su google. oppure puoi cliccare direttamente sul nome del concorso e ti appariranno tutti gli articoli inerenti al nome cliccato!

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