Intervista di Pietro De Bonis a Liliana D’Arpe ed al suo “La Contessa di Lecce”
Liliana D’Arpe vince il Concorso canoro Voci nuove nel 1971 al Politeama di Lecce, partecipando alle finali nazionali a Milano; dopo una fortunata esperienza nel 1972 come soubrette nell’Operetta “Il paese dei Campanelli” con la Compagnia “Toto Cezzi” di Maglie, si afferma localmente negli anni ‘70 ‘80 e ‘90 come interprete femminile della Canzone folk vincendo tra gli altri il Festival della Canzone Leccese tenutasi nel 1998 per i festeggiamenti dei Santi Patroni.
Incide nell’arco di trent’anni, distribuiti in tutto il sud Italia, più di una ventina tra dischi, musicassette e CD con i più noti Gruppi Musicali della Provincia. Dal 2003, dirada gradatamente le apparizioni canore, sentendosi matura per evolversi in un differente ruolo.
Discendente da una famiglia tradizionalmente amante della cultura e figlia di genitori entrambi autori di prosa e poesia, scrive la Fiction “Al di là del mare” realizzandone la puntata pilota che, pensata per la TV locale, non ha ancora trovato compimento per mancanza di finanziamenti.
Presidente dell’Associazione culturale “Il Saraceno” dal 2006, servendosi dell’esperienza nell’ambito musicale scrive, dirige e porta in scena tre Commedie Musicali delle quali dipinge anche la scenografia: “Pompeu e Cuncetta”, “Dott. Gechilli e Mister Haidi” e “Il Conte di Montesardo”.
Parodie di famosi romanzi, inaugurano un genere nuovo per il Salento: un Musical in un misto di lingua e vernacolo, realizzandone costumi e scenografie. Amante a 360gradi di ogni tipo di espressione artistica e culturale nel 2010 mette in cantiere il suo primo romanzo “La Contessa di Lecce”, edita da Lupo Editore.
“Interamente vestita di un’armatura d’argento, era alta e ben delineata, nonostante il peso della cotta. In una mano teneva una grande daga con l’elsa sfavillante di pietre preziose. Doveva essere molto pesante, ma la donna la reggeva con la leggiadria di un condottiero.
Con un aggraziato movimento alzò la mano libera, coperta anch’essa da un guanto di metallo, e si scoprì il capo adorno di un lucente elmo che culminava con una piuma scarlatta.
Una massa di lunghi capelli corvini le caddero sino alla vita, sprigionando bagliori di fiamma e coronando, degnamente, l’aspetto portentoso della Signora.”
P.D.B.: Ciao Liliana! “La Contessa di Lecce” (Lupo Editore) il tuo primo romanzo, possiamo definirlo un affresco sul meraviglioso mondo femminile?
Liliana D’Arpe: Ciao Pietro, sì, ho cercato di dipingere più generazioni di Donne che hanno in comune fascino personalità e dignità… e soprattutto il coraggio di combattere per quello in cui credono, indossando spesso un’armatura che serve a celare agli altri le proprie debolezze.
P.D.B.: Dalila, la protagonista del racconto, inizia un dialogo con un dipinto rappresentante appunto la contessa di Lecce, vissuta nel 1300 e antenata della stessa ragazza, stabilendoci un legame importante, è così?
Liliana D’Arpe: La ragazza scova il quadro della Contessa in soffitta, scoprendo un’intensa spiritualità in se stessa. Troverà in Lei un’alleata preziosa per venire fuori da ingarbugliati e avventurosi accadimenti. La Contessa le farà conoscere una Lecce inconsueta e sotterranea…
P.D.B.: La battaglia delle donne nelle donne, la voglia di riscatto, l’alleanza tra loro, porterà sempre a una vittoria.
Liliana D’Arpe: È davvero così! È un principio importante e più che mai attuale, che diverse donne oggi hanno dimenticato, prese dalla smania di competizione che viene alimentata da modelli di vita troppo superficiali. Nel mio Romanzo si incontrano anche figure femminili decisamente in antitesi con il prototipo delle mie protagoniste…
P.D.B.: Dare personalità storiche a personaggi puramente inventati è stato difficile per te Liliana? Ambientare un romanzo nelle trame della propria città, secondo te aiuta lo scrittore a districarsi meglio anche nelle trame della storia? A te che sei leccese doc ha aiutato?
Liliana D’Arpe: Sono nata e vivo nel cuore storico di Lecce e amo con trasporto ogni profumo, ogni rumore ogni ricamo delle sue bianche pietre abbaglianti… Per anni tutto ciò è stato vissuto e goduto esclusivamente dai suoi abitanti… Oggi, che tanti hanno scoperto con sorpresa le sue meraviglie, mi sono sentita in diritto di parlarne in prima persona. Ho voluto fortemente che la trama del Romanzo, ambientata al presente, fosse legata a poco note vicende della sua Storia. Ho effettuato approfondite ricerche che mi ha rivelato una modernissima personalità come quella di Maria D’Enghien, così tanto aderente al mio ideale di dona, che è stato facile armonizzarla con le interpreti di fantasia del mio Romanzo.
P.D.B.: Una curiosità, a sette anni hai partecipato allo Zecchino d’Oro con il Mago Zurlì? (sorrido)
Liliana D’Arpe: Ti diverti perché sei nato molti anni dopo! Zurlì, per i bimbi nati nel ’60, era il Mitico Cino Tortorella che duettava con Topo Gigio, fasciato in un (oggi ridicolo) vestitino da Mago… Il mio papà mi iscrisse alle selezioni regionali che vinsi per applauso sul palco del Politeama di Lecce! E quello fu l’inizio della mia carriera artistica! Ne vado molto fiera, sai? (sorride)
P.D.B.: Grazie del tuo tempo Liliana, dove possiamo reperire il tuo bel romanzo edito da Lupo Editore che consentimi di ribadirlo ha una trama nonché una copertina davvero affascinante? Hai in vista presentazioni?
Liliana D’Arpe: La Contessa di Lecce è reperibile nelle migliori Librerie; solo per fare un esempio da Liberrima, Mondadori e LaFeltrinelli a Lecce. Non mancherò di mettervi al corrente delle numerose date che abbiamo in programma il prossimo Autunno per presentare il Romanzo… e intanto ti rimando un gigantesco grazie per avermi invitata a chiacchierare con te, e i miei complimenti per le tue interessantissime iniziative e l’attività di scrittore nella mia stessa titolata scuderia Salentina.
P.D.B.: Grazie a te Liliana!
“Quando un’intervista vista l’ora è appena finita, una nuova intervista è appena iniziata. Un’intervista per amare, per sognare, per vivere…”
Written by Pietro De Bonis, in Marzullo
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