Intervista di Pietro De Bonis a Manuela Salvi ed al suo “Nemmeno un bacio prima di andare a letto”
“Continua a ripetere: puttana. Mi chiedo quanto tempo ci vorrà per colmare il vuoto che questa parola sta scavando dentro di me. Mi chiedo se riuscirò mai a pensare di essere qualcosa di diverso. È così facile credergli. È quello che sono, in questo momento. È ciò che sono stata, durante le settimane trascorse con lui.”
Manuela Salvi è nata nel 1975 e si è laureata in Grafica e Comunicazione presso l’Isia di Urbino.
Dal 2004 collabora con la Mondadori Ragazzi come copyeditor e traduttrice. La sua carriera di scrittrice è iniziata invece nel 2005 con l’albo illustrato “Nei panni di Zaff”, finito subito nel White Ravens di quell’anno, il catalogo della Biblioteca Internazionale per Ragazzi di Monaco che raccoglie i migliori libri del mondo. Da allora ha scritto diversi albi, pubblicati in Italia e in Francia con prestigiose case editrici, e altrettanti romanzi per la Mondadori Ragazzi, spaziando in ogni fascia d’età, genere e argomento.
Dal 2007 è al timone del portale di critica e informazione letteraria www.editoriaragazzi.com. Nel 2011 ha pubblicato il manuale “Scrivere libri per ragazzi” con Dino Audino Editore, perché crede che la scrittura è un’arte che ha bisogno di tecnica per poter essere affrontata professionalmente.
P.D.B.: Un romanzo Manuela “Nemmeno un bacio prima di andare a letto” (Mondadori) dove affronti il tema della prostituzione minorile volontaria, ce ne vuoi parlare?
Manuela Salvi: Con piacere! Il problema è solo decidere da dove cominciare… Non vi tedierò con la storia delle ricerche fatte prima di cominciare a scrivere (traumatiche) né con la cronaca delle reazioni di molti genitori e insegnanti alla tematica (sconcertanti). Preferisco dirvi che si tratta di una storia molto avvincente di ragazzi – ma soprattutto ragazze – che lottano per costruirsi un’identità in un mondo fatto di regole a volte spietate. Regole che sempre più spesso riguardano il sesso, come lo si vive, come lo si usa, come lo si fa e con chi. Senza retorica né moralismo, con molto ritmo, racconto di quanto sia facile per la sedicenne Aleksandra varcare la soglia sottile che divide il divertimento contemporaneo dall’annullamento di sé. E di quanto invece sia poi difficile fare i conti con una cosa che né la televisione, né la pubblicità, né i video musicali eroticizzati mostreranno mai: le conseguenze. Il dopo. Quando si spengono i riflettori e tu resti nuda su un set in cui hai ballato fino a un momento prima. Quando i ricordi di ciò che sei stata disposta a fare per ricevere l’approvazione degli altri, devi gestirli da sola. Qualcuno mi ha detto: è il tuo romanzo migliore. Molti lettori mi scrivono per condividere le emozioni intense che hanno provato leggendolo (rabbia, soprattutto, non lo nego). E poi ci sono gli incontri con i ragazzi di alcune scuole superiori con insegnanti coraggiosi. Ragazzi che alla fine si avvicinano e mi dicono: “È tutto vero. Succede veramente così. Solo che di solito è più frequente alle scuole medie”. E io rispondo: “Lo so. Ma ho dovuto alzare l’età per evitare censure ancora più pesanti di quelle che sto subendo così”. La cosa interessante di questo progetto sono anche i sei mp3 originali che si possono scaricare gratuitamente dal sito www.nemmeno1bacio.it – nella finzione sono canzoni scritte da Giona, uno dei protagonisti. Nella realtà invece sono opera del mio amico-socio Davide Burattin, musicista elettronico. Una colonna sonora perfetta.
P.D.B.: Quanta inconsapevolezza cinge d’assedio i giovani d’oggi, la protagonista del tuo libro Aleksandra?
Manuela Salvi: Sarebbe un discorso lungo, ma non la chiamerei affatto inconsapevolezza. I ragazzi sono molto consapevoli di tutti gli stimoli visivi e informativi che ricevono fin dalla nascita. Metabolizzano alla perfezione ciò che la società in cui sono immersi suggerisce o impone loro. Registrano con precisione stupefacente il permissivismo indifferente degli adulti. Hanno imparato che il valore di ciò che fai è meno importante di come appari. Le ragazze sanno fin da bambine (grazie alle principesse bellissime, alle cantanti seducenti, alle ministre provocanti, alle mamme sui tacchi a spillo anche al mercato) che per trovare un posto nel mondo devono imparare a sfruttare la loro femminilità. Io guardo le foto delle mie lettrici su Facebook e tutte hanno la posa “ti guardo da sotto in su e metto le labbra a forma di bacio”. Tutte. Chi gliel’ha insegnato? L’inconsapevolezza, direi, è un territorio che a volte riguarda di più gli adulti…
P.D.B.: Penso al titolo del libro della Mazzantini “Nessuno si salva da solo”, è veramente così alla fine?
Manuela Salvi: In realtà penso che sia proprio il contrario. Per salvarti veramente, devi fare i conti con te stesso. Devi smettere di dipendere dal giudizio degli altri – genitori, fidanzati, amici. Devi capire chi sei davvero o chi vuoi diventare, nonostante tutto. Io è una vita che mi alleno. Siccome ero una ragazzina iperattiva, con la lingua lunga e le idee chiare, mi chiamavano “maschiaccio”. Mi faceva arrabbiare tantissimo, per me non significava niente, volevo solo essere me. Adesso che sono adulta qualcuno ogni tanto mi chiede se sono lesbica, perché ho “questo carattere così deciso”. Come se per essere femminili bisogna per forza essere deboli, rinunciatarie o passive. Per questo sono convinta che soprattutto le donne debbano salvarsi da sole. Perché sono quelle che in assoluto, nel nostro mondo, maggiormente consentono che la loro autostima dipenda dal giudizio (spesso solo estetico) degli altri…
P.D.B.: Tu hai scritto molti libri e ricevuto riconoscimenti anche all’estero, lo senti un dovere una missione scrivere, comunicare?
Manuela Salvi: Io non lo so se succede a tutti gli scrittori per ragazzi, ma per me sapere che i miei lettori hanno non più di 18 anni (anche se molto di quello che scrivo è apprezzabile anche da un pubblico adulto) mi pone sempre davanti a una grande responsabilità. Scrivere è soprattutto una passione e, adesso, anche un mestiere. Ma i valori di cui sono imbevuti i miei libri, beh, sì, quelli qualcosa di battagliero ce l’hanno di sicuro. Basta pensare che il mio libro d’esordio, “Nei panni di Zaff” (Fatatrac, 2005) è un albo illustrato per bambini dell’asilo e parla di omosessualità.
P.D.B.: Vuoi dirci qualcosa riguardo il portale di critica e informazione letteraria www.editoriaragazzi.com? Te ne sei al timone.
Manuela Salvi: È nato nel 2007, cerchiamo di fare “critica letteraria” onesta e ci rivolgiamo a tutti gli appassionati di letteratura per ragazzi. Perché lo facciamo? Non ne ho la più pallida idea, visto che è faticoso e non remunerativo! Immagino che c’entri di nuovo la passione… Insieme alla parte critica e informativa, abbiamo aperto un’agenzia di consulenza letteraria per scrittori alle prime armi che desiderano ricevere un confronto professionale su ciò che scrivono. Cerchiamo di diffondere l’idea che “Scrivere per ragazzi NON è facile”.
P.D.B.: Cosa pensi della poesia Manuela?
Manuela Salvi: Domanda difficile, perché prima dovrei chiedermi che cos’è la poesia e non sono sicura di saper rispondere. Quel senso di “altro” che si annida dietro il “solito”? Una specie di sesto senso che fa vedere le cose in 3D? Lo spessore di ciò che altrimenti sarebbe solo un fondale artificiale? Di solito per me è associata alla semplicità – quella semplicità capace di svelare misteri immensi. E di commuovere. Per me la poesia deve essere in effetti un po’ bambina, quasi inconsapevole. Deve saper colpire anche chi pensa di non capirla… (me, per esempio).
“Quando un’intervista vista l’ora è appena finita, una nuova intervista è appena iniziata. Un’intervista per amare, per sognare, per vivere…”
Written by Pietro De Bonis, in Marzullo
https://www.facebook.com/pietrodebonisautore
Info:
Ottima intervista.Il romanzo è semplicemente bellissimo.
Grazie Monica!