“Fibrille” di Angelo Rodà – recensione a cura di Marzia Carocci

Una piacevole silloge, “Fibrille“, che “ritorna “ dal passato dell’autore , poesie scritte nel periodo magico e intenso di un uomo, quando ancora non esistono catene mentali o pregiudizi, quando la mente usa l’istinto ed è totalmente aperta all’emozione più vera e incondizionata, anni nel quale la mente è aperta alla proiezione del pensiero e ancora non si conosce né la retorica né restrizioni di pensiero: la gioventù.

Liriche che appartengono interamente all’anno 1993 quando l’autore, Angelo Rodà era un giovane di 18 anni.

Già incanalato nella forma più armoniosa e equilibrata della poesia, egli infatti nella sua poetica già conosce le regole della versificazione dove in un connubio di figure retoriche, ritmi e frequenze liriche riesce perfettamente a dare l’emozione che diventa canto immediato in un susseguirsi d’immagini e suoni della parola ( ritmi).

Il giovane poeta ha quindi raggiunto quella maturità d’espressione che  nella struttura letteraria della poesia stessa, diventa impatto emotivo puro.

Fresche le immagini che rendono chiaro il pensiero profondo e riflessivo dell’autore che ricamando intarsi di parole, evidenzia quei sentimenti di coinvolgimento che lui stesso sente verso l’amore, il sociale, la natura.

Rappresentazioni di quel mondo che lo coinvolge nella lettura di un inconscio adolescenziale dove la riflessione immortala i quesiti, i desideri, le paure e le angosce.

Perfetto scrutatore del globo nel suo intero esistere, dove si scopre l’incanto ma anche la paura, il voler essere e il dubbio d’essere, dove l’essenza della vita stessa diventa specchio e riflesso.

Bosco

Sconosciuta corsa dietro i tuoi specchi

Attraverso le felci e il passato

Tagliato da falci o ruminato da vacche.

Un sasso e un salto nel dirupo

Per percepire il colpo nel fondo.

Bosco, mi addentro,

per capire il tuo scopo.

 

In quel bosco, vi è il tutto fra reminiscenze e quesiti.

Sconosciuta corsa dietro i tuoi specchi (il rischio)

Attraverso le felci e il passato (la rimembranza)

Tagliato da falci o ruminato da vacche (il vissuto)

Un sasso e un salto nel dirupo (l’azione)

Per percepire il colpo nel fondo (di nuovo l’attesa e il riscontro)

Bosco mi addentro (il rischio)

Per capire il tuo scopo (la ricerca del senso)

Il poeta Angelo Rodà, si apre da quell’inconscio che lavora nel suo interiore  regalando al lettore l’emozione di quel mondo che gli appartiene. Poesie scritte e ritrovate, una parte fondamentale della propria esistenza; il pensiero di un autore che forse ha sempre vissuto di poesia.

Written by Marzia Carocci

 

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