“Sguardi incostanti” di Villani, Pes, Mabadémi e Vernaglione, Rupe Mutevole Edizioni
“Grammatiche verse ad autorar traffici/ d’ormai celeberrime ikebane…/ Spezzar di fame,/ ungon a magnanima/ l’io non io, mio non mio…/ Ricogniziono a bracci/ asfalti/ Critici…/ Cordono il fantaritocco,/ mio nodo mal assesto mediante mediamente/ intentar elevati a perpetui batter…/ Ha problemi d’accento,/ esta noche starnutiva slavata,/ ossequiar di sgravi detti nudo tanger…/ […]” “Io non io, mio non mio” Mabadémi
Un versificare teso e pregno di immagini discordanti, l’autore nelle sue liriche si concede excursus dotti e raffinati che hanno una provenienza misterica, orientaleggiante e latineggiante. Uno stile che riprende la complessità degli autori medievali con la spontaneità della corruzione della lingua e l’attualizzazione dei momenti rappresentati.
“Sguardi incostanti”, edito nel marzo 2012 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Trasfigurazioni”, è una raccolta poetica formata da quattro autori e quattro sillogi: Luca Villani con “mutO eCo”, Tamara Pes con “Steli imperfetti”, Mabadémi con “Ripide Ombre” e Rolando Vernaglione con “Bianca”.
Quattro differenti percezioni che si cimentano in un’aperta comparazione poetica, eterogenei pensieri che scivolano attraverso le pagine per collimare negli anfratti dell’inconscio, sviluppando in modo parallelo un discorso sulla caducità della memoria, sull’instabilità dell’impressione, sull’incostanza dello scenario.
“Lentamente la notte/ si sgretola sul presente/ nemmeno un passo trascina/ l’aria di questo nero/ insensato/ ne una luce rischiara/ il cuore/ e le pietre silenti.” – “Nero” Rolando Vernaglione
La malinconia espressa con semplicità, nessuna luce all’orizzonte a rischiarare ne il cammino ne la vista dell’Io. Una similitudine tra la realtà ed il corso del giorno, la notte è vista come l’oscurità della vita nel presente; l’accenno ad un amore conclusosi senza nessuna via d’uscita, nessuna luce, rimanda al silenzio eterno dei sassi.
“Incomprensibile finitezza/ la tua mano/ che lascia carezze/ profumate di possibilità/ che imprigionano attimi/ di sublime purezza./ E i miei pensieri/ svaniscono in fughe/ in immobile incantesimo./ E mi volto a guardarti/ e ritorno su di me/ sono corpo/ che affonda la terra/ […]” – “La prigione di uno sguardo” Tamara Pes
La dolcezza nel versificare. L’Io poetico si lascia trascinare dalla sottile affermazione di vivere l’attimo come se fosse l’ultimo senza nessun imperioso pensiero ma, con la certezza dell’irripetibilità dell’istante, con la certezza di solitudine anche se in una situazione in presentia. L’Io si guarda attorno e si riscopre solo nella sua interezza di corpo, si riscopre unico nel suo sguardo.
“Fra mille ‘ma’/ mi barcamenavo,/ tiravo avanti/ da spettatore.// Ora no,/ sono l’autore/ e perseguo/ progetti concreti.// Dalle chimere/ prendo distanza,/ di vagheggiare/ ne ho abbastanza.// M’insidia l’invidia/ schiacciando il mio Io/ e resto restìo/ a dargliela vinta.// […]” – “Teso al futuro” Luca Villani
La spontaneità del verso che porta ad una sincerità nei contenuti. L’Io è spoglio davanti al lettore, l’Io racconta di come nei percorsi si possa essere soggetti a sentimenti negativi, quali l’invidia, e sul come si possa rendersi conto di questa negatività per allontanarla dal vivere.
Rupe Mutevole Edizioni sarà presente ad ottobre alla Fiera Internazionale del Libro di Milano:
Lascio link utili per visitare il sito della casa editrice e per ordinare il libro.
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Alessia Mocci
Responsabile Ufficio Stampa Rupe Mutevole Edizioni
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