Intervista di Pietro De Bonis a Giorgio Micheli ed al suo “I peschi in fiore”
Giorgio Micheli nasce a Trieste il 14 maggio 1959. Vive e lavora nella stessa città, dove dal 1986 svolge l’attività di educatore nel campo della disabilità psichica. Da più di 30 anni, svolge anche l’attività di musicista, suonando in svariate formazioni musicali, compresa, l’orchestra del teatro G. Verdi di Trieste.
Inizia a scrivere poesie da pochi anni, avvertendo l’esigenza, di condividere la sua intimità di pensiero con altre persone. Frequenta l’associazione “Poesia e solidarietà“ di Trieste. Nel 2011 pubblica il suo primo: “I peschi in fiore” edito dalla Aletti editore. Così definisce il suo sentire il verso nella sua prima silloge:
“La poesia è un rifugio, un’isola confortevole dove l’approdo felice mi porta all’introspezione”.
Ed è in quest’isola che l’autore, attraverso le sue poesie aspetta altri “naufraghi”.
Lettori bisognosi di condividere l’intimo sentire espresso in versi in modo semplice ma diretto.
L’amore, la morte, le proprie paure, il rifiuto alla guerra sono una parte dei pezzi di un puzzle che si chiama vita: quella di Giorgio Micheli.
Ha pubblicato inoltre, sempre per la Aletti editore, singole poesie in antologie di autori vari: Il Federciano 2011, Sotto l’albero delle mele 2001, Dedicato a… poesie per ricordare 2012, Parole in fuga vol. 8 2012. Ha ultimato da poco la stesura del suo primo romanzo. Una delicata storia d’amore che si svolge nella sua città natia. Sta pensando inoltre ad una seconda silloge poetica che riprende con una visione più matura il discorso filologico de “ I peschi in fiore “ .
P.D.B.: Benvenuto Giorgio, grazie d’onorarci della tua presenza, dunque “I peschi in fiore” è una raccolta poetica, ce ne vuoi parlare?
Giorgio Micheli: Grazie a voi per l’ospitalità. Ho cominciato a scrivere poesie qualche anno prima di raggiungere i fatidici 50anni. A maggio ne compirò 53, quindi da pochissimo. Quando ero ragazzo la poesia mi incuriosiva per la sua forza suggestiva. Non sopportavo invece, il doverla imparare a memoria. Mi ricordo ancora, quando in quinta elementare, la maestra ci fece studiare il 5 maggio del Manzoni, un vero incubo. Ho riscoperto la poesia sotto una nuova veste attraverso la frequentazione per motivi lavorativi dell’associazione triestina “Poesia e solidarietà” capitanata dalla Prof.ssa Gabriella Valera, che promuove cultura letteraria anche per la persone svantaggiate socialmente. Da lì mi si è aperto un mondo. Inoltre nel 1998 ho scoperto di essere affetto da una forma di distrofia muscolare e questa mia condizione ha cambiato radicalmente la mia percezione del vivere umano. Ho sentito la necessità di mettere in versi il mio sentire la vita e di condividerlo con gli altri. Lo trovo terapeutico. “I peschi in fiore” quindi è una silloge poetica che parla principalmente di me stesso attraverso le mie emozioni. L’amore, la bellezza della vita osservando un bimbo giocare, la paura della morte, il rifiuto alla guerra e altri piccoli frammenti della mia vita. Definisco la poesia un’isola confortevole che mi porta all’introspezione e lì aspetto altri naufraghi del verso.
P.D.B.: Stilisticamente come hai scritto le tue poesie? Rispetti la metrica o preferisci rimanere libero?
Giorgio Micheli: Preferisco rimanere libero, anche se in alcuni casi la metrica può esserti utile nel componimento. Ognuno acquisisce un suo stile personale ed è questo che mi affascina della scrittura. In ogni scrittore o artista in genere, arde una fiamma ispiratrice similare, ma mai uguale. Gabriella Valera ha definito la mia poesia semplice, ma che arriva direttamente al cuore. E’ un grande complimento e rispecchia la mia vera personalità.
“Come foglie al vento”
“Siamo come foglie al vento,/ anime libere nella notte/ che volano leggere/ perché senza pena./ Ebbre di gioia ci rincorriamo/ e impalpabili,/ simili alla nebbia,/ ci sfioriamo riconoscendoci./ Il vento ci comanda/ e ci trasporta/ in questa amorevole leggerezza./ Qui, felici ci raccontiamo/ le nostre storie/ con voci silenziose./ Al mattino, incontrandoci/ nuovamente tra la folla,/ nello sfiorarci/ non ci riconosciamo più.”
P.D.B.: Leggo che sei anche musicista, suonare per te è un po’ come scrivere? Voglio dire anche le parole se ordinate bene sanno emettere delle dolci note no?
Giorgio Micheli: Indubbiamente. Le parole sono musica ed il cuore il miglior direttore d’orchestra. Ultimamente mi diletto alla composizione musicale attraverso il software. Ho messo in rete alcuni brani sul sito tunehub con il nome d’arte di Mrguru e stanno riscuotendo un notevole successo. Scrivere però, mi fa sentire più libero. Sono il vero Giorgio Micheli.
P.D.B.: Sei educatore nel campo della disabilità psichica, lavorare in questo campo, stare a contatto quotidianamente con chi vive in maniera un po’ più difficile, quanto incide nella tua arte? Ritieni la sensibilità un pregio o un difetto in questa società? Nel senso costa troppo possederne una particolare?
Giorgio Micheli: Il mio lavoro incide moltissimo sulla mia arte ed è continua fonte d’ispirazione. Condivido quotidianamente la mia vita con persone diversamente abili ed ho imparato con il tempo a guardarli non nella loro esteriorità, ma al contrario, alle loro potenzialità umane interiori. Non vi è differenza! Culturalmente sulla disabilità c’è ancora molta strada da fare. Più se ne parla e più si contribuisce al cambiamento. La sensibilità è sicuramente uno dei migliori pregi, anche se a volte ti rende la vita più difficile. Provare dolore per le ingiustizie, ti da però la forza per contrastarle.
P.D.B.: Hai da poco concluso il tuo primo romanzo, brevemente ci vuoi accennare qualcosa? Ti è risultato più complicato rispetto la silloge?
Giorgio Micheli: E’ una delicata storia d’amore che si svolge a Trieste, città Mitteleuropea, che fatica ancora a trovare la sua giusta collocazione in un’Europa più libera dai confini. Narra le difficoltà di Giovanni, trombettista nell’orchestra del teatro cittadino ad abbandonarsi all’amore per la sua collega violinista Silvia, originaria di Varsavia. Giovanni è un uomo combattuto tra il passato e un presente disilluso, amante della musica jazz e della sua città. L’incontro con Anna, non vedente, il 31 dicembre, darà una svolta alla sua vita. Scrivere il romanzo è stato molto più complesso, rispetto alla silloge poetica. La poesia è immediata. Un momento d’ispirazione che porta i suoi frutti pronti per essere gustati. Con il romanzo tutto è stato molto più riflessivo. Ho dovuto leggere e rileggere più volte quello che scrivevo per evitare di essere ripetitivo e noioso. Bisogna mantenere sempre alta l’intensità narrativa. Spero di esserci riuscito.
P.D.B.: Ultima domanda, ci sono in vista presentazioni di “I peschi in fiore”? Dove lo si può acquistare?
Giorgio Micheli: Ho già fatto una presentazione de “I peschi in fiore” alla libreria Fenice di Trieste nel mese di dicembre. Per il momento non ne sono previste altre. Sto programmando invece un reading poetico a data da destinarsi. Il libro si può trovare nelle migliori librerie di Trieste, oppure acquistarlo attraverso il sito della Aletti editore, o ancora, sempre via web, sui numerosissimi siti commerciali editoriali. Ora è disponibile anche in versione e book. Segnalo anche il booktrailer del libro, prodotto dalla casa editrice e un mio video autoprodotto con i versi della poesia che da il titolo al libro. La musica è una mia composizione originale. I due video si trovano su youtube. Buona visione e lettura a tutti.
“Quando un’intervista vista l’ora è appena finita, una nuova intervista è appena iniziata. Un’intervista per amare, per sognare, per vivere…”
Written by Pietro De Bonis, in Marzullo
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