Intervista di Pietro De Bonis a Giancarlo Serafino ed alla sua poetica
Giancarlo Serafino (Campi Salentina) ha pubblicato nel 2003 “Passaggio d’estate” (Zane Editrice). Sempre nel 2003 è stato Premio Athena per la poesia “Nenia che galleggia sull’Adriatico”. Ancora per la Zane Editrice nel 2007 pubblica “Per canto e per amore”con la presentazione di Giuliana Coppola. Nel 2011 per i caratteri di CFR edizioni pubblica “Poesie sociali e civili” a cura di Gianmario Lucini con note di Enzo Rega ed Antonio Spagnuolo.
Presente in antologie nazionali “Impoetico mafioso”, “SalentoSilente”, “La giusta collera”, “Oltre le nazioni”, è poeta apprezzato nel web, dove sue poesie appaiono in diversi blog, gruppi letterati e riviste (egli stesso è amministratore del gruppo “Cenacolo”). Docente e Psicologo vive e lavora a Lecce.
“Gelido soffio”
“Un marzo alveare di nidi e venti/ limpido a piegare/ i fuscelli del sentimento.// Nella chiesetta dorme la salma./ Al centro. Fuori vibra la campagna./ Un gelido soffio scuote pensieri e vetrate./ Su uno scalino di sole s’arrotola un cane.// Il muro fresco d’intonaco è stato/ violato da un “ti amo” invadente./ Lei lo legge d’un fiato e si tocca/ pensando al pulsare del suo grembo.” (inedita)
P.D.B.: Ben trovato Giancarlo! Sei un poeta salentino, piace farti nominare così?
Giancarlo Serafino: Certo! La mia terra la sento nel sangue con la sua storia e i suoi paesaggi luminosi, con la fatica e la perseveranza che la gente salentina ha perseguito nei secoli per rendere fertili queste contrade povere di corsi d’acqua. E in qualche modo tutto ciò viene sempre a galla nei miei versi: un substrato socio-culturale a cui non posso sottrarmi.
P.D.B.: Invece con quali aggettivi definiresti la tua poesia?
Giancarlo Serafino: Bella domanda! Parto da dove sorge: sicuramente dal mio sentire nel pormi nel mondo, che è un sentire che scruta, guarda, tocca odora e… desidera. Poi il rapporto con gli altri e le politiche che mi fa riflettere, meditare e analizzare situazioni quotidiane. Allora sento che devo dire, c’è qualcosa dentro che vuol farsi strada… ed io assecondo questo qualcosa portando fuori qualche stilla della mia anima che deve rimanere lì sul foglio, perché una poesia senza anima non è poesia. Quindi mi chiedi degli aggettivi? Da quanto ti ho detto cerco sempre di presentare una poesia efficace, seppur variabile di temi, viva e presente per dare colori movimento pensiero.
P.D.B.: Lasci un po’ d’anima quindi in tutte le tue pagine? Leggendo delle tue pubblicazioni, devi veramente riservare una grande anima! I poeti sono persone buone, e forse gli uomini più belli, sei d’accordo con me?
Giancarlo Serafino: I poeti sono persone che si portano fardelli, forse per questo possiamo dire che i poeti hanno spalle larghe, perché se ti guardi intorno vedi brutture e caduta verticale dei valori che hanno cementato civiltà, e non puoi rimanere solo a guardare… Ti sembro troppo pessimista se dico che stiamo precipitando in una anarchica “inciviltà”? Ed il poeta non può tacere, deve dire! La mia ultima raccolta è intitolata “Poesie sociali e civili” proprio perché dovevo dire! Certo i poeti dovrebbero essere persone “belle”, ma non è sempre detto, dipende appunto dalla loro civiltà di rispecchiarsi negli altri più che nella fonte di Narciso, e molti lo fanno…
P.D.B.: Quindi tu scrivi poesie non solo d’amore ma anche a sfondo sociale? Anche se quest’ultime in fondo sono piene di speranza e amore per il prossimo no?
Giancarlo Serafino: Guarda in quanto alla speranza ho sempre sposato la tesi di Monicelli, e cioè che la speranza è di chi ha poco o niente e si aggrappa a questa dea bendata come la fortuna, d’altronde, diciamo che sono sorelle desiderate per alleviare il domani dei disperati. L’amore invece per me è una cosa totale che m’investe già per l’esistere. Ecco! Se si riesce a capire profondamente questo semplice postulato “esisto per l’Amore che mi ha voluto vita” crescerebbe di colpo la cultura del rispetto dell’Altro, e non parlo solo di uomini, ma di tutta la vita, animali e ambiente. Io sto attento anche dove metto i piedi in un prato. In conclusione le mie poesie riflettono questo bisogno “d’amarsi e d’amare il mondo” e spesso ironizzo o denuncio le meschinità umane che compromettono la crescita dell’uomo, come divina mente dell’Universo, nefandezze che in primo luogo trovo annidate tra gli uomini delle istituzioni e di responsabilità collettive.
Quello che è singolare nella mia poesia, a detta di amici, è quello di affrontare temi pesanti con verso leggero…
P.D.B.: Nello stilare una poesia, qual è la prima cosa che guardi o che curi?
Giancarlo Serafino: Stilare una poesia è qualcosa che ti prende sempre in controtempo. Mentre guidi o stai prendendo il caffè; se non segni subito o fai uno sforzo di memorizzazione per incanto le immagini spariscono, proprio così : io “vedo” la scena che devo “descrivere”. Puoi a volte ricordare la scena ma aver dimenticato quel particolare termine che dava “peso” al verso. E stai lì a pensare sinonimi su sinonimi…niente… svanito! La poesia parte da una riflessione, da un’immagine, da tutto ciò che si muove dentro e fuori. Quando sono fortunato la getto giù di colpo, poi rileggo curo il ritmo ed il suono ( da questo punto di vista sono ancora all’antica, ci tengo alla musicalità) e lascio in quarantena per riprenderla giorni dopo, revisionarla ed ancora quarantena finché mi sembra “intoccabile”. Mi è successo però con “Persepolis” (presente nell’antologia “Oltre le nazioni”) che l’abbia scritta di getto senza mai ritoccarla! Ma non è la mia prassi.
P.D.B.: Bene Giancarlo, è stato un vero piacere confrontarmi con te da scrittore di poesie, e dialogare con te in veste di intervistatore. Ora non resta che dirci dove si possono reperire le tue pubblicazioni e se hai presentazioni in vista.
Giancarlo Serafino: La mia ultima raccolta “Poesie sociali e civili” è reperibile presso l’editore CFR-Sondrio ed alcune librerie sparse che non conosco; sono sicuro invece che è presente nel “La casa del Libro”, in Lecce.
Mi risulta che le mie precedenti raccolte siano esaurite. Ritornando su “Poesie sociali e civili” dopo la presentazione per la città del libro in Campi Salentina, e le susseguenti a Lecce ed a Surbo, in maggio è in programma una presentazione da parte dell’associazione culturale “Le ali di Pandora” in Lecce. Non mi resta che ringraziarti Pietro per la tua cortesia e bravura a… tirarmi fuori tanti pensieri. Auguri per tutto quello che fai e un saluto ai tuoi lettori. Giancarlo Serafino.
Grazie a te Giancarlo, alla tua gentilezza e sensibilità. Auguri per la tua vita!
“Quando un’intervista vista l’ora è appena finita, una nuova intervista è appena iniziata. Un’intervista per amare, per sognare, per vivere…”
Written by Pietro De Bonis, in Marzullo
http://pietrodebonis.blogspot.it/
Info:
http://caponnetto-poesiaperta.blogspot.it/2012/04/g-serafino.html?spref=fb
http://giancarloserafino.myblog.it/
http://www.facebook.com/giankserafino
Un pensiero su “Intervista di Pietro De Bonis a Giancarlo Serafino ed alla sua poetica”