“Il cerchio degli amori sospesi” di Alessandra Appiano – recensione di Fiorella Carcereri

Alessandra Appiano, scrittrice e giornalista nata ad Asti, ha raggiunto la notorietà con il suo primo romanzo “Amiche di salvataggio” vincitore del Premio Bancarella nel 2003 e uscito con Sperling & Kupfer. Ha inoltre pubblicato, tra gli altri titoli, “Domani ti perdono”, “Scegli me”, “Le vie delle signore sino infinite”, “Le belle e le bestie”, libri tradotti in molti paesi europei.

 

Il romanzo “Il cerchio degli amori sospesi”, pubblicato con Garzanti nel 2010 è una profonda, delicata e coinvolgente storia di donne, destinata prevalentemente a un pubblico femminile.

Nel suo libro l’autrice arriva a toccare gli angoli più reconditi e segreti del cuore femminile guidando le lettrici nell’intricato e spesso conflittuale universo del rapporto madre-figlia.

Al centro, una madre bella, egoista e bugiarda, alla quale la vita ha regalato tutto, fatta eccezione per l’amore della figlia primogenita, una ragazza ambiziosa e risoluta, dal temperamento diametralmente opposto a quello delle due sorelle minori, figure secondarie dall’animo dolce e fragile. La primogenita nutre un risentimento profondo nei suoi confronti e l’ha esclusa dalla sua vita.

L’infelicità è una prerogativa femminile, e si trasmette come una malattia inevitabile di generazione in generazione. Credimi, le donne fanno miracoli con queste trasfusioni di dolore, e danno il meglio di sé con le viscere in tumulto”.

Alla madre non resta altro che dialogare con lei attraverso un diario: “Tu sei una terrorista dell’amore, ma non manchi d’amore. Assomigli a chi ha sofferto per amore, non a chi è incapace di provarlo. Hai respirato strazio per mesi, e sei venuta al mondo impugnando ordigni dinamitardi. Perché tu dovevi farmi espiare in modo violento e inequivocabile le mie colpe. Questo era il tuo compito in terra. E l’hai sempre eseguito bene. In modo straordinario”.

Verso la fine della propria esistenza, attraverso una lenta e dolorosa presa di coscienza dei propri errori, la protagonista arriva a riconciliarsi con se stessa e con l’universo dei sentimenti da lei traditi e calpestati:

Spezzerò il cerchio magico degli amori sospesi in un punto preciso, in modo da farlo diventare una linea retta. Ricucirò il filo dei ricordi per trovare il vestito giusto da indossare, ma non per sfoggiarlo in società. Riprenderò lo scopo delle mie azioni per rinnovarne il senso, trasformando le peggiori intenzioni in abbozzi di progetti felici. I sentimenti mal espressi si libereranno dal sortilegio dell’incomprensione e spiccheranno il volo, come angeli leggiadri. Cercherò di comprendere quello che non mi è stato concesso e perché. Tutto l’amore che non ho dato o che non ho saputo dare lo restituirò con gli interessi a chi non se ne fa nulla…Da oggi mi prendo una pausa, una vacanza incondizionata per tornare al centro di me stessa. L’avrò pur avuto un centro, un cuore, un’anima. Quando si nasce si sa tutto, è solo vivendo che si perde ogni cognizione di causa”.

 

Written by Fiorella Carcereri

 

5 pensieri su ““Il cerchio degli amori sospesi” di Alessandra Appiano – recensione di Fiorella Carcereri

  1. Indubbiamente, fra madre e figlia, esiste un dualismo; la madre bella, seppur egoista e bugiarda, crea nella primogenita una sorta di disagio esistenziale, poiché si sente inibita come donna, dalla personalità ( bellezza )della madre. Anche la ragazza, ha una forte personalità e lo scontro, fra le due primedonne, concorrenti, è garantito.
    La madre, ovviamente, non è vissuta come modello di riferimento per la grande; mentre, forse, lo è per le due sorelle minori. Una piccola curiosità: qual è il ruolo del padre, che qui non compare? Il romanzo ” Il cerchio degli amori sospesi “, appare scritto molto bene, scorrevole e piacevole; complimenti!
    Sergio Camellini, psicologo, Modena.

  2. Rispondendo alla tua domanda, caro Sergio, il ruolo del padre piuttosto secondario, se non addirittura inesistente. Edoardo aveva sessantacinque anni quando aveva sposato questa ambiziosa ragazza di trentatré. Un matrimonio in crisi, tradimento su tradimento. La moglie Chiara dice di lui: “Non ne ha mai azzeccata una, pover’uomo. Non è mai stato molto intelligente. Succede spesso ai ricchi e nobili. Basta vedere come si è fatto infinocchiare da me, suo errore supremo”.

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