Resoconto del concerto di Dainocova al Covo Art Café, Cagliari
Resoconto del concerto del 1 marzo 2012 al Covo Art Café.
“È più importante sapere niente“
Dainocova, “Il tempo di un toast“
Dainocova si presenta al Covo (e scusate il bisticcio) con il suono nuovo video, “Perso in campagna“, tratto dall’LP “Fuga da scuola“. Dainocova si presenta come sempre, appare e scompare.
Le immagini, proiettate in anteprima mondiale, sono un picaresco viaggio tra campagna e città, luci naturali e meccaniche, semplicità e falsi miti. Uno spaventapasseri, lui, gli amici a fare da personaggi, leggeri, il sorriso facile. Una serena realizzazione da parte di Daniele Arca (già batterista dei Grandmother Safari) e di tutti quelli che potete scorrere sui titoli di coda alla fine del video.
La parola applauso di certo è riduttiva di fronte a certe gag, e vedere Michele Sarti e Federico Neeva musicisti di strada ti fa venir voglia di girare tra i portici, la notte, con qualche moneta in tasca. Male che vada lasciargli un pugno di riso.
Negli antri del Covo, trovando un posticino, ti trovi davanti questo nipote cresciutello di Alessandro Haber, in veste cantautoriale. Mirco Pilloni, senza baffi e con un nuovo taglio di capelli, batte colpi di spazzole sul rullante, charlie con sognaglio sotto le suole e, all’evenienza, pianoletta. Spesso e volentieri punzecchia Nicola. I due, coppia comica tra Vianello/Mondaini e Gianni/Pinotto, si sfottono vicendevolmente. È l’armonia del concerto, assieme all’ambiente rilassato del locale.
Non faccio nomi grossi, che tanto sia Daino che quelli che leggono la sanno più lunga di me. No, aspettate, non resisto. Lo devo dire che c’è un certo Bugo, quello autoprodotto o sistemato da Fabio Magistrali, ma de-Beckizzato. Il lieto/malinconico ricordo di Brunori SAS, nell’immaginario spleen/evocativo.
E che c’è anche qualche cantautore italiano tra i sessanta e i settanta. Vabbé, mi gioco la carta con un disco e con un nome che di parole ne ha scritte ben poche: Lucio Battisti, “Amore non amore“, 1971. Il viaggio a cavallo con Mogol su e giù per lo stivale. E poi? Poi Graham Coxon su dimensione isolana.
Ma queste possibili febbri, sono celate in un folk alternativo di cui è impossibile scoprire la matrice. Dainocova negli ultimi tempi potrebbe aver scritto anche sotto l’influenza di qualche ingellato paranoico anni novanta. O anche sopra l’influsso dei suoi sghembi amici/nemici. Surf. Heavy metal. Beat italiano. Chi si ricorda il primo disco degli Elle? E i Super B? Non mi sbottono oltre.
I periodi del Daino sono lunghi, persi in quotidiano bucolico e, se cittadino, da linguaggio medio, che non perde il contatto con la realtà. Nei suoi pezzi ci sono sempre un sacco di oggetti. Ragionamenti e sentimenti. Vicissitudini di questo animale che fa di una certa sfigataggine un vanto.
Perché il Daino è un uomo autoironico che ti chiama da una parte per raccontarti cosa ne pensa dei suoi ultimi guai. O delle sue ultime trovate. Un uomo autoironico con un sacco di cose da fare. Un uomo autoironico capace di intime esplosioni acustiche, cambi di barré al limite del contorsionismo, sorsate di vino pantagrueliche, citazioni facciali del compianto Lucio Dalla e sproloqui bestemmiatori che manco citando la buonanima di Germano Mosconi.
Sono mostre estemporanee di come dovrebbero suonare gli Zen Circus se fossero rimasti tra i sanpietrini di qualche vicolo australiano. Ma con un appeal surreale/colloquiale.
Da aperitivo, e quello speranzoso moto del pensiero che vola come brezza nei pressi di un porto. Se dovessi sceglierne una, sarebbe “Fantastic cinema“, quella che più di ogni altra, più di ogni altra…oppure la cover di “Tripoli 69“, e non saprei se nominare l’interpretazione di Patty Pravo o la firma di Paolo Conte…no, anzi, ma perchè ci siamo persi l’atmosfera settembrina di “Sulla luna“?
Le canzoni di Dainocova sono un caffé, un bacio, una battuta, il viaggio di Mastorna. Un modo, denso, per darsi una mossa o migliorarsi la giornata. E vanno sentite e ricordate poco prima di addormentarsi.
Scaletta:
“Scimmia” + “Il Warp non funziona”
“Stessa compagnia”
“Inverno contro tutti”
“La fortuna”
“Mastorna”
“Occhi da minatore”
“Mar”
“Tombe dei giganti”
“Proprio strani”
“Perso in campagna”
“Fantastic cinema”
“Gioia”
“Tripoli 69”
“Il tempo di un toast”
“Sulla luna”
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Foto di Paola Corrias
(http://www.flickr.com/photos/paolacorrias/)
Testo di Alessandro Pilia
(http://www.facebook.com/profile.php?id=1422829837)
Info Dainocova:
http://www.facebook.com/pages/dainocova/119336348078235
http://www.myspace.com/dainocova
http://www.youtube.com/user/dainocova
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