“Voi che sapete”, Platone – Apologia di Socrate, 9 settembre 2011, Spazio Arka, Assemini (CA)
Venerdì 8 settembre 2011 presso lo Spazio Arka, in via Tevere 47, ad Assemini (CA), l’Università degli Studi di Cagliari ed il Dipartimento di Filologia Classica, Glottologia, Scienze Storiche dell’Antichità e del Medioevo presenta una traduzione recitata dall’Apologia di Socrate di Platone alle ore 20:30 dal titolo “Voi che sapete“.
La traduzione è a cura della docente di Letteratura Greca, Patrizia Mureddu, e la regia a cura di Gaetano Marino.
Gaetano Marino, attore, regista, autore teatrale, drammaturgo del suono e sound designer. Compositore di soundtrack, effetti sonori e manipolazioni elettroniche. Elaborazioni di colonne sonore per eventi, rappresentazioni teatrali, spettacoli, siti, progetti di sensorial marketing, installazioni o presentazioni. Nella primavera del 1978 viene presentata a Cagliari, la prima opera teatrale realizzata dalla compagnia “Il Canovaccio”, che prenderà poi nel 1992 il nome di Isolateatro. Compagnia fondata e diretta da Gaetano Marino.
Da allora gli autori messi in scena, oltre allo stesso Marino, sono: Anton Cechov, Franz Kafka, Luigi Pirandello, George Feydeau, Oscar Wilde, Tennessee Williams, Bernard-Marie Koltès(prima nazionale), George Büchner , Max Aub (prima nazionale), Sergio Atzeni (prima nazionale), Giulio Angioni (prima nazionale), William Shakespeare, Thomas Stearns Eliot, Pierpaolo Pasolini, Annibale Ruccello, Sofocle, Aristofane, Euripide, Platone, Erodoto.
L’Apologia di Socrate è un testo giovanile di Platone. Scritto tra il 399 e il 388 a.C., è la più credibile fonte di informazioni sul processo a Socrate, oltre a quella in cui la figura del vecchio filosofo è probabilmente meno rimaneggiata dall’autore. Socrate infatti non scrisse mai nulla: tutto quel che sappiamo sul suo conto lo dobbiamo a Senofonte, Platone, al commediografo Aristofane e in parte ad Aristotele, che non lo conobbe direttamente.
Per via dell’uso di Socrate come artificio letterario nei propri dialoghi, diventa a volte difficile capire dove finisca il Socrate reale e dove invece Platone si stia servendo del personaggio per esprimere le proprie teorie. Tuttavia con l’Apologia questo non accade, in quanto opera giovanile (scritta cioè ancora sotto l’influenza del maestro) e in quanto resoconto di un processo reale che se avesse subìto deviazioni sarebbe potuto costare a Platone l’accusa di calunnia.
L’Apologia è inoltre uno scritto platonico particolare, in quanto non in forma di dialogo tra due o più persone: sia Platone che Socrate, infatti, disprezzavano la scrittura e sostenevano che la filosofia fosse un’arte orale; pertanto – di fronte alla necessità di dover scrivere – Platone lo farà principalmente in forma di dialogo tra due o più persone. La sua forma peculiare è data dall’impossibilità per Socrate di dialogare, in un tribunale di Atene: egli doveva presentare un’arringa per difendersi dalle accuse di corrompere i giovani, non riconoscere gli dèi della città e di introdurne di nuovi. Cercherà comunque di mantenere una parvenza di dialogo inventando “interlocutori fittizi”.
Ingresso libero con tessera ARKA 2011. La tessera è obbligatoria ed ha un costo di 5 euro.
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