“Giochi all’aperto” di Lev Tolstoj: che gioco vogliamo fare?
Di seguito si potrà leggere la breve prosa intitolata “Giochi all’aperto” di Lev Tolstoj ed una breve biografia del grande scrittore russo.
“Giochi all’aperto”
“All’ombra di una betulla fu disteso un tappeto e in circolo si sedette tutta la compagnia.
Che gioco vogliamo fare? – domandò Volodja, buttandosi pigramente sull’erba e masticando foglie – Sempre l’eterno Robinson? Facciamo qualcosa d’altro…
Il gioco di Robinson consisteva nel rappresentare delle scene che avevamo letto molto tempo prima.
Via, su… perché non vuoi fare questo gioco? – insistettero le ragazze tirandolo per una manica.
Davvero non ne ho voglia, mi annoio – disse Volodja sorridendo soddisfatto.
Allora meglio restarsene a casa, se vuole giocare – mormorò Ljuboka attraverso le lagrime.
Ci sedemmo in terra e cominciammo a fingere di remare con forza ma Volodja rimase con le braccia incrociate.
Glielo feci notare; ma egli rispose che dal muovere più o meno le braccia non avremmo guadagnato né perduto non saremmo andati lontano.
Questi atteggiamenti raffreddarono il gioco. Se si deve ragionare così, non è possibile nemmeno viaggiare sulle sedie.
Eppure, Volodya, nelle lunghe sere d’inverno, copriva il divano con dei fazzoletti e lo trasformava in un lunghissimo treno!”
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Lev Nikolàevič Tolstòj è stato uno scrittore, filosofo, educatore e attivista sociale russo.
Nasce a Jàsnaja Poljana il 9 settembre nel 1828 e muore ad Astàpovo il 20 novembre 1910. Ancora bambino, perde entrambi i genitori ed insieme ai suoi fratelli cresce, sotto la tutela di alcune zie, fra Mosca, Pietroburgo e Kazàn, dove dal 1844 frequenta, senza troppo successo, corsi universitari di lingue orientali e di giurisprudenza.
Divenuto celebre in patria grazie ad una serie di racconti giovanili sulla realtà della guerra, il nome di Tolstoj acquisì presto risonanza mondiale per il successo dei romanzi Guerra e pace e Anna Karenina, a cui seguirono altre sue opere narrative sempre più rivolte all’introspezione dei personaggi ed alla riflessione morale. Negli anni successivi, in Tolstoj matura una crisi spirituale che lo porterà a mettere in discussione tutta la sua opera. Gli scritti che testimoniano questa svolta sono La confessione (1879-1880), la traduzione dei Vangeli (1880-1881), il Saggio di teologia dogmatica (1879-1880), La mia fede (1882-1884).
Tale evoluzione lo fa entrare in urto con le autorità della Chiesa ortodossa, che lo scomunicano per eresia. Tolstoj, richiamandosi al Cristianesimo, elabora una teoria di non resistenza al male (che tanto interessò il giovane Gandhi), difende i deboli e devolve i diritti dell`ultimo romanzo, Resurrezione (1889-1899) ad alcuni seguaci di sette religiose perseguitate come i duchobory.
La fama di Tolstoj è legata anche al suo pensiero pedagogico, filosofico e religioso, da lui espresso in numerosi saggi e lettere che ispirarono, in particolare, la condotta non-violenta dei tolstoiani e del Mahatma Gandhi.
Altre opere di Lev Tolstoj presenti in Oubliette:
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