Intervista di Giuseppe Giulio a Stefania Pinci e al suo "cerchio della magia" …la sua arte, la sua vita.

L’originalità che chiediamo all’artista è l’originalità del trattamento, non del soggetto. Solo chi è senza fantasia inventa. Il vero artista è noto per l’uso che fa di ciò di cui si appropria, ed egli si appropria di tutto” con questo aforisma di Oscar Wilde, si aprono le danze di una pittrice nata tre volte.

La forza di ritrovare la libertà dell’artista. Imporre un linguaggio, una magia attraverso quadri e colori, per mettersi in gioco attraverso strumenti che semplicemente risaltano la vita e l’arte di una pittrice. Stefania Pinci.

I quadri di Stefania sono la sua mente, il suo cuore, e la sua vita, elementi  che fuoriescono dalle sue opere, donando una visione dell’arte completamente nuova  e al di fuori di ogni classico schema. Uno schema che stravolge la realtà ma che apre a noi “ piccoli “ visitatori del suo mondo, un briciolo di vita magica e movimentata.

Stefania Pinci nasce a Roma nel 1961, ama dipingere marine, bellissime barche a vela sospinte dal vento e misteriosi fondali marini sempre con l’impeto creativo che le è proprio.

diplomata al liceo artistico – Storia dell’Arte – vanta importanti Rassegne Personali e premi per la partecipazione a diversi concorsi:

– “Premio Primavera” al Palazzo Barberini Roma 1996;

– 1° Concorso Internazionale “La donna nell’Arte” Semeraro Capena 1996;

– Selezione per la Biennale d’Arte di Roma, Sala del Bramante – Piazza del

Popolo 97.

La pittrice fa anche parte dell’Associazione Cento Pittori Via Margutta che organizza ogni anno importanti mostre nella storica via.

In esclusiva per Oubliette Magazine : Stefania Pinci.

G.G: Ciao Stefania

 S.P : Ciao Giuseppe

G.G : Sei una pittrice sospesa tra vento ed energia. Qual’ è stata l’energia artistica più grande per te?

S.P : La mia energia artistica più grande è stata la conoscenza della forza e del colore. L’immagine di Michelangelo è stata molto importante. All’età di otto anni ricopiavo tutti i personaggi della cappella sisitina, perchè mi trasmettevano i due pilastri della mia arte, la forza e il colore

G.G : Il tuo più grande “Vademecum” è Michelangelo. Cosa ti ha colpito di questo straordinario artista?

S. P : Mi sono accostata alla sua arte in tenera età. La sua personalità contradittoria, il suo ” patos” religioso è pieno di vitalità, sono le caratteristiche che mi hanno colpito di più. Questo si ripsecchia in molte delle sue opere come la “cappella paolina”. La pittura di Michelangelo la definisco ” scultura”, specialmente nelle figure femminili, i suoi volti quelli di donne forti e coraggiose, mi hanno sempre affascinato…

G.G : Ti definisci un’artista che ama sperimentare non solo con l’arte ma anche con gli strumenti dell’arte. Qual è lo strumento artistico che ti ha dato la possibilità di creare una grande opera o comunque un quadro che ha inciso qualcosa nel tuo cuore?

S. P : Io amo sperimentare…dalle tecniche basilari a quelle particolari. Dagli smalti alla pittura su stoffa. La tecnica o meglio le tecniche sono i ” colori “, piccoli frammenti che nascono dalle emozioni.

Il 1999 fu l’anno della grande decisione, un anno che ti ha portato a diventare madre per la seconda volta. 365 giorni per capire che l’arte è la tua strada.

G.G : Come definiresti in tre colori la tua vita di donna, di madre e di artista?

S. P : Giallo è il colore della passione e del bene di una madre. è un colore che rappresenta per me la mia seconda gravidanza. Il giallo per me è forza, la forza di ricominciare a vivere per la terza volta.

Nero il colore della mia arte. Un colore non inteso come ” negatività ” o fine di una ” vita” ma come ” Padre ” di tutti i colori e quindi della vita. è per me è ” l’origine dell’arte “.

Rosso è il precorso di donna. Un colore che amo unire con il giallo, il rosa o il celeste. è il colore della incisività e forza. ” Io sono cosi ” sicura di me stessa e della mia arte. Il rosso è decisamente il colore della donna che sono.

G.G : Come rappresenteresti la maternità nella tua arte?

S. P : La rappresenterei con una ” Marina ” . Un mare calmo ed immenso ma allo stesso tempo con delle onde in movimento. La maternità è amore ma anche movimento, perchè la maternità è una “tempesta di emozioni”.

Il cielo non è blu, gli alberi non sono verdi e la vita non è gialla. Il pittore è come ” l’artigiano ” della vita. Tu attraverso i tuoi quadri riesci a trasmettere a pieno questo compito

G.G : Come rappresenteresti il futuro dell’arte in un tuo quadro?

S. P : Rappresenterei l’arte e il suo futuro come una continua ricerca, leggiadra di un mondo fantastico, grande ed infinito.

G.G : Come definiresti il nero nella tua arte?

S. P : Il nero è” l’elemento dell’umanità negato dall’uomo “. Il nero lo accosto sempre a colori vivaci e solari, perchè il nero è la radice di ogni essenza artistica

Stefania Pinci è un artista legata agli strumenti dell’arte, piccoli e grandi che fanno della sua arte un cerchio di magia e di passione. Colori che accendono i momenti più significativi della sua vita.

Si rimane graziosamente colpiti di un’ arte che non è solo quadro ma anche artista. Un’artista che con la forza del vento e dell’energia ci invita nel mondo più magico che ci sia.

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