Intervista di Alessia Mocci a Meth Sambiase ed al suo “Una clessidra di grazia”, Rupe Mutevole Edizioni
“Ero affamata./ Crampi e scosse./ Sgranavo rosai e spezzavo colori,/ tutto intorno pulsava/ di lucori inarrestabili come lune in piena./ Ti ho attaccato/ -è quello che so far meglio-/ io fatta d’acqua, tu fatta di fango/ scivoli in me e ti depuri/ ti lavavo e mi leccavi i graffi./ Hai infiltrato ogni goccia del mio umore/ come instancabile veleno del senso,/ confondendo le lingue/ di ogni gemito,/ commuovendoti alla maldicenza del dolore,/ confessata abbassando la voce/ tutt’intorno a questo letto senza alcova,/ mentre taglio incorporee strisce/ per bendare le cicatrici/ che sfronderemo/ con la fuga delle lacrime.” – “La fuga delle lacrime”
“Una clessidra di grazia”, edito nel 2011 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni nella collana “Sopralerighe”, è una silloge poetica di Meth Sambiase, nome d’arte per Simonetta Sambiase.
La raccolta di poesie è un viaggio all’interno della poetica dell’autrice con versi taglienti che segnano un confine netto tra la parola utilizzata ed il suo chiaro significato.
Una poetica attenta al particolare ed alle verità del presente ricevuto quasi per grazia dopo attenta riflessione.
Meth Sambiase è stata molto disponibile nel rispondere ad alcune domande sulla sua poetica e sulla sua raccolta “Una clessidra di grazia”. Buona lettura!
A.M.: Perché la scelta dell’utilizzo di un nome d’arte?
Meth Sambiase: Meth ha un ritmo che fa parte di me, mi assomiglia, non si sovrappone al nome che hanno scelto al mio battesimo, lo rimescola, lo astrae e lo riforma. Ha rimandi che mi appartengono, è dentro Simonetta, è dentro Ametista, una cromia che spesso mi contorna. Meth è il mio talismano golem, che non vuole morire ma è solo fatto di sabbia ed acqua, la verità la cerca ancora. Io sono Meth.
A.M.: Scrivere in versi. Credi che si scelga la poesia o si venga scelti da essa?
Meth Sambiase: Perché si scrive una poesia? Ogni segno di parola è originale, dà origine, e ogni origine ha una storia da raccontare, un tempo, un vissuto. Platone condannava la poesia per la sua natura incontrollabile dalla metrica razionale, un canone di conoscenza per passione o per segno di essa. Non la si sceglie per quietare un caos: la poesia è minacciosa, vulcanica, la sua misura potrebbe inghiottire la tranquillità del raziocino. Se invece si viene scelti, se ne racconterà (servili?) la contaminazione vitale.
A.M.: Qual è il significato del titolo della tua silloge poetica “Una clessidra di grazia”?
Meth Sambiase: È un verso de “La Clessidra”, una poesia dalla voce di donna.
La mia grazia è pagana. E donnesca. Non ha orpelli né sicurezza, una riscossione anarchica ed irrazionale di un dubitativo, di un flusso di tempo in cui ci si trasforma evolvendosi od involvendosi. Mai sottovoce, nemmeno in una ninna nanna od in una litania d’amore. La grazia la dilaziono, procrastino il momento in cui si tirerà ogni somma e rigiro la clessidra. Forse. Inquisisco i miei stessi dogmi, un dubbio duttile, il frammento caotico da riordinare in ogni foglio bianco, il suo opposto, l’ossimoro di un misantropo verso in amore.
A.M.: C’è una lirica all’interno della raccolta che preferisci?
Meth Sambiase: Mi ripeto. Come il nome, ogni verso scritto mi appartiene. Dovrei essere io a chiedere ad ognuno quale poesia ha letto, quale parte ha lasciato la prima vita che l’ha legata coll’inchiostro ad una pagina ed è rinata nella lettura di chi l’ha sfogliata.
A.M.: Secondo te, qual è il target di lettori che hanno letto “Una clessidra di grazia”?
Meth Sambiase: Non ho obiettivi, lascio frammenti di cantici da ricomporre, vorrei poter avvicinare non selezionare.
A.M.: Qual è l’ultimo libro che hai letto? E l’ultimo film visto?
Meth Sambiase: È una domanda “intima”, difficile disciogliere questa parte di me in righe pubbliche. Rabbercio la risposta, indicando che non ho mai una sola lettura ma un raggruppamento di libri che mi aspettano, saggi o popolari, classici od autori più giovani di me; le poesie, che aspettano quiete che abbia finito di incuriosirmi in un angolo di web, da dove arrivano (in dovizia peterpanesca) altri stimoli culturali. La poesia non è contemplata nell’ufficialità delle classifiche blockbuster ma nella rete ha preso nuova vita, si è ritornata a lei. Con minore riservatezza parlo di cinema. L’ultimo film (ri)visto è stato “Il discorso del re” (sono abbastanza anglofila, l’ho appena preso a noleggio per godermi la voce naturale degli attori).
A.M.: Come sta andando il tuo rapporto con la casa editrice Rupe Mutevole? La consiglieresti?
Meth Sambiase: Con Rupe ci siamo scelti a vicenda, mi piaceva il suo catalogo, ricco di poesia ed a mia volta sono stata scelta. Userei un altro verbo al posto di consigliare, sfogliare. Così comincia un innamoramento con un libro, ci si lascia andare alla tentazione di toccare la copertina, di sfogliare le prime pagine, lo si rigira ancora, lo si chiude, lo si riapre e dopo diventa necessariamente nostro.
A.M.: Hai qualche novità per il 2011? Puoi anticiparci qualcosa?
Meth Sambiase: Si scrive perché bisogna scrivere. Il tempo ha solo questa dimensione.
Written by Alessia Mocci
Responsabile Ufficio Stampa Rupe Mutevole Edizioni
Info
Link di una recensione di “Una clessidra di grazia”:
Lascio link utili per visitare il sito della casa editrice e per ordinare il libro.
http://www.rupemutevoleedizioni.com/
http://www.reteimprese.it/rupemutevoleedizioni
http://www.facebook.com/pages/Ufficio-Stampa-Rupe-Mutevole/126491397396993
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