Nadia Turriziani vi presenta "Una clessidra di grazia" di Meth Sambiase
Titolo: Una Clessidra di Grazia
Autore: Meth Sambiase
Collana: Sopralerighe
Casa editrice: Rupe Mutevole Edizioni
Pagine: 64
Prezzo: eur 10,00
Il tempo che scandisce sillabe sognate, vissute e ordinate.
Granelli di sabbia che si depongono nell’anima e trasfigurano emozioni, le fissano nel cuore, le dipingono sul viso con l’arte del vivere.
Una lettura che forma un cerchio tratteggiato dai racconti nelle stagioni d’esistenza.
L’autrice trasporta la lettura in una visione allo specchio con voce soffusa e con grida spietate.
Un messaggio indelebile in queste liriche: la rosa dei venti indica una direzione, a noi la scelta del giusto coraggio.
(Maria Cristina del Torchio)
Il libro si divide idealmente in quattro spazi poetici, preceduti da un’introduzione in versi.
Si apre con le poesie che si piegano all’INVENZIONE DEL FARE, in cui si argina il senso dell’esistenza, tra il sopravvivere solitario e improvvise visioni d’amore.
Tra queste, le strofe di INVOLUZIONE
……..nella pelle, come canali d’ombra
gli istinti delle prede
sempre più giovani
oltre le erbe alte.
E sono stata in alto,
nel tanfo discreto delle nuvole inquinate
ho preso un fucile che non spara
per fermare l’evoluzione
che ha sporcato di rosso
ogni battuta di selce
che ha scheggiato il padre
e poi il figlio ha raccolto e messo in briglia…….
il dolore del rifiuto di MASCHERAMADRE
Devi appartenere a qualcuno,
io son la pupilla di Nessuno.
la resa inaspettata ai sentimenti di TEMPO INASPETTATO
…….alle falangi, anelli a coprire i lividi
interrati i mesi dell’assedio,
mentre mi scarnifichi le cellule del cuore
vinta, sto benedicendo il tuo nome…….
……..nel vento passito del grecale
mi scalzo e ritorno bambina,
imprevedibili e infiniti girotondi,
ruoto e ascendo
fino a confondermi nel polline……
e della CLESSIDRA
………..quasi fosse dritta la testa
quasi si portasse guerra
ad ogni intreccio di voci vive,
una clessidra di grazia pagana,
lasciata ad obolo per quei pochi occhi
che ancora mi guardano,
tra i seni
e i tornanti delle curve…..
Nel capitolo successivo c’è “solo un corpo di donna, che altro?”, con l’amore nei suoi rifugi,
tra VANESIA
…..e ti mostri nella nuova processione
rallentando l’onda sboccata
del tuo passo e della tua marea,
dove ogni soffio di desiderio
muore nella tua sete”.
i passi silenziosi di STALKING
……sciame di sangue
la segue ogni sera a fine turno
la sua pietra radiosa
la sua infezione disperata…..”.
i sensi che prendono il comando del corpo in LA FATA o LA FENICE ROSSA
…..incurante,
t’inchioderò alla curva nuda
dei ventri che bruciano incenso
addentanti quel che resta
delle vampate che si perdono
come si gettano
i corpi fuori moda…..”.
o che ti scindono lasciandoti adolescente, ad usare ancora la parola cuore, come ne L’ATTESA DEL GIORNO DI FESTA
….la mia immagine,
icona leggera
tirata a lucido nello specchio,
si sconcia nel cortocircuito del tuo sguardo.
Sciolgo il fiato,
nello spazio vuoto di ogni lontananza,
e raccolgo il cuore in attesa….”.
La terza parte si apre solo con una fotografia di Sandra dello Iacono. E’ dedicata all’introspezione, le voci sono femmine che voglio uscire fuori dal guscio dei corpi troppo vestiti.
Si incontra subito una “confessione” quasi autobiografica, versificata con le frasi che a trovato l’autrice sulla sua strada quotidiana VOX POPULI
….che sono rannicchiata
che sono “sempre originale, tu”
che sono prepotente
che voglio avere sempre l’ultima parola
come se le parole avessero l’infinito avere……..”.
o dei PENSIERI NERI
…..se proprio dovrò consumarmi
affilerò le mie scarpe da ballo
e il tempo si ridurrà in un solo battito……..”.
o dei pensieri che esplodono nelle notti di silenzio, SELENICA
….ed è l’ultimo quarto:
arrivo adagio,
leggo poesie sconce
fraziono nella memoria gli amanti
i quarti dei lombi, i cerchi d’oro alle dita…….”.
e quelli in cui ci si dissolve, ALL’ACQUA TORNO
….l’acqua mi culla,
il sale dissolve i miei colori…..”.
L’ultimo pezzo di strada poetica è dedicata ad un figlio, come spiega l’introduzione:
….sono patetica ora
lo sarò ancor di più
ci siamo scelti ad occhio
e legati a cordone, piccolo mio.
Tre poesie per un figlio maschio.”.
METH SAMBIASE è il nome d’arte di Simonetta Sambiase.
Ha alle spalle Studi artistici, ma non manca di emergere con la passione per la scrittura. All’attivo ha un piccolo libro di fotografie e poesie “Tempo Inaspettato”.
Bandierine piantate in alcune antologie di “Poesiaèrivoluzione” e in quelle di Aletti Editrice, di Edizioni Rei e di Samperi Editori.
Per la Rei ha curato anche l’e.book Funambolaria, voci e luci all’otto marzo.
Sul web le poesie sono nel Montparnasse Cafè.
L’associazione culturale “I Giardini dell’anima” di Roma, ha selezionato una sua poesia per il mese di giugno del suo calendario 2011.
Ha realizzato insieme a Stefano Reggiani “Operarte” un padiglione sgabbiato di musica poesie e fotografia.
Ha vinto il premio poesia Rette Parallele con la poesia Il fumo nudo.
Ha un blog di poesie e pensieri vaghi su Splinder e la cifra per riempire lo spazio di parole è ancora un addendo da trovare.
Nadia Turriziani