Intervista di Alessia Mocci a Filomena Cecere ed alla sua trilogia fantasy
La trilogia fantasy dell’autrice Filomena Cecere è composta da “I cavalieri di Elidar”, “Il sacro Diaspro” e “Il pugnale di ghiaccio”. La casa editrice è la Ego Edizioni e tutto ha avuto inizio nel 2008. Filomena ha iniziato per caso, nella sua testa ha sempre avuto molta immaginazione ma non aveva mai preso in considerazione la possibilità della scrittura, così iniziando con delle immagini ed un breve racconto ha dato vita ad una trilogia che sin dal primo volume è stata gradita dai lettori.
Filomena è stata molto disponibile nel rispondere ad alcune domande sulla creazione dei suoi romanzi e sulle novità della sua carriera.
A.M.: Com’è nato il tuo amore per il fantasy? Pensi di averlo sempre avuto anche da bambina?
Filomena Cecere: Da piccolissima, cinque o sei anni, ero affascinata da “Alice nel paese delle meraviglie”. A dieci leggevo, anzi no divoravo i romanzi fantastici di Jules Verne. Nei primissimi anni ottanta amavo immergermi nelle letture fantascientifiche, in particolare i racconti che avevano come protagonisti i cyborg, il cosiddetto filone cyberpunk.
Ma il romanzo “La storia infinita” di Michael Ende ha consacrato la mia passione. Da allora il mondo del fantastico non mi ha più abbandonata. Sono stata un’accanita lettrice di questo genere e lo sono tutt’ora. La scrittura è venuta molto più tardi ed in maniera casuale. Credevo di scrivere un breve racconto che da troppo tempo mi passava per la mente, invece è nata la trilogia di Elidar.
A.M.: Secondo te perché da adulti non si perde l’interesse verso il mistero e il fantasioso?
Filomena Cerere: L’uomo è sempre stato attratto dal mistero e dal fantastico. Ha sempre immaginato altri mondi con eroi e creature mostruose. Per rendersene conto basta studiare l’animismo o il magismo degli uomini primitivi, pratiche di culto ancora presenti. Oppure leggere gli antichi miti egizi con racconti particolari sul viaggio per l’aldilà e la vita dopo la morte. La mitologia greco-romana poi ci offre mondi affascinanti e leggende ricche di avventure. Senza parlare delle teorie sugli ufo. Questi solo pochissimi esempi di come l’uomo ha sempre sognato altre dimensioni. Forse perché è alla continua ricerca di ciò che non riesce a percepire con i soli sensi.
A.M.: La tua trilogia ha visto in tre anni la sua conclusione. Hai iniziato nel 2008 con “I cavalieri di Elidar”, seguito nel 2009 con “Il sacro Diaspro” e quest’anno “Il pugnale di ghiaccio”. Quale dei tre pensi sia il libro più accattivante per un lettore? E per te?
Filomena Cecere: La trilogia di Elidar, edita da Ego Edizioni, fa parte del genere high fantasy o fantasy classico. È una storia crescente, nel senso che narra le vicende di due bambini ne “I cavalieri di Elidar”, che diventano adolescenti ne “Il sacro diaspro” e giovani adulti ne “Il pugnale di ghiaccio”. Così come cresce l’intreccio narrativo e le metafore inerenti alle problematiche legate alle diverse età. Più fiabeschi i primi due, più ricco di azioni l’ultimo. Dipende quindi dal gusto personale e dall’età del lettore. Personalmente sono affezionata a tutti i tre. Ho visto crescere i protagonisti, li ho visti soffrire ed innamorarsi. Mi hanno narrato le loro vite. Ma sicuramente, almeno per i miei gusti, il più accattivante è “Il pugnale di ghiaccio”.
A.M.: Com’è la città di Elidar? Ti sei ispirata a qualche città o idea di architettura esistente?
Filomena Cecere: Come dicevo la trilogia è un fantasy classico quindi per la città bianca di Elidar mi sono ispirata alle architetture medioevali, come richiede questo genere. Per l’ambientazione invece, la costa ed i laghi costieri, il mare, le isole, i monti, l’ispirazione è venuta dai luoghi in cui abito. La pianura e l’Arcipelago Pontino, i Monti Lepini ed i giardini di Ninfa. Persino la palude ha fornito l’immagine ideale per un momento della storia. Una curiosità per i lettori: il fiume Anìtal che spesso ricorre nel racconto e il nome al contrario della città in cui vivo, Latina.
A.M.: In “Il sacro Diaspro” hai curato la copertina e le illustrazioni, avevi il desiderio di creare le immagini che le tue parole descrivevano?
Filomena Cecere: Per “Il sacro diaspro” come per “Il pugnale di ghiaccio” disegnare le illustrazioni è stato un lavoro in parallelo con la scrittura. Quando sogno o racconto la storia a me stessa, prima di scriverla, immagino i luoghi, i personaggi, le azioni. Realizzare a matita o ad acquerello quelle scene è una naturale evoluzione che mi aiuta ad entrare ancor di più nelle vicende che narro.
A.M.: Se potessi entrare all’interno della tua trilogia, quale tra i personaggi saresti? Quale pensi sia maggiormente somigliante alla tua persona?
Filomena Cecere: Mi diverto spesso a creare il background di un personaggio, descrivendolo a livello caratteriale come qualche amico o conoscente. Ma non ho mai pensato di farlo somigliante a me. Solo a lavoro ultimato mi rendo conto che alcuni di loro hanno mie caratteristiche. Orian, uno dei fratelli, ha un grande senso di protezione nei confronti di sua sorella; Ein è un’elfa affettuosa, ma sa anche essere dura all’occorrenza; Irèa la sacerdotessa ha un forte senso della spiritualità; Tenebra, la strega, l’eterna nemica, è una donna caparbia. Non ritengo necessario far somigliare a me i personaggi, è qualcosa che a volte nasce spontaneamente.
A.M.: Con “Il pugnale di ghiaccio” concludi, è stato facile il pensiero di abbandonare i tuoi personaggi e la tua città?
Filomena Cecere: Non è mai facile lasciare andare una storia e considerarla conclusa, specialmente se si è prolungata per tre volumi. Devi sapere che in questi anni Elidar mi ha talmente coinvolta che spesso sognavo vicende e battaglie, intrighi e nuovi personaggi. Poi una volta sveglia trascrivevo tutto in un block notes. Molti capitoli sono nati così. Quando ho finito di scrivere il terzo volume sono terminati anche i sogni. Ad essere sincera mi mancano.
A.M.: Ci puoi dire di cosa ti stai occupando e qualcosa sui prossimi fantasy che hai intenzione di pubblicare?
Filomena Cecere: Mi sto occupando della promozione di un Istantaneo fantasy “La tredicesima costellazione”, edito dalla casa editrice GDS. Un racconto particolare sulle teorie bizzarre del gesuita Athanasius Kircher, vissuto nel 1600. E di “Ritratti di Sangue”, altro Istantaneo ma di genere noir, sempre edito da GDS. Entro l’anno la stessa casa editrice pubblicherà un volume new ghotic: “Le streghe della Palude”. Quattro racconti nati dai miei incubi.
Sto lavorando ad alcuni racconti per antologie ed ad un nuovo romanzo new ghotic con contaminazioni urban fantasy, ma è ancora troppo presto per parlarne, posso solo dire che si tratta di un’ambientazione dark in una Roma moderna.
Vi lascio la pagina facebook di Filomena Cecere per seguire online le novità sulle sue pubblicazioni:
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