“A se stesso” poesia di Giacomo Leopardi
“A se stesso”

Or poserai per sempre,
stanco mio cor. Perì l’inganno estremo
ch’eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
in noi di cari inganni,
non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
palpitasti. Non val cosa nessuna
i moti tuoi, nè di sospiri è degna
la terra. Amaro e noia
la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T’acqueta omai. Dispera
l’ultima volta. Al gener nostro il fato
non donò che il morire. Omai disprezza
te, la natura, il brutto
poter che, ascoso, a comun danno impera
e l’infinita vanità del tutto.
Giacomo Leopardi (Giacomo Taldegardo Francesco Salesio Saverio Pietro Leopardi; Recanati, 29 giugno 1798[1] – Napoli, 14 giugno 1837) è stato un poeta, filosofo, scrittore e filologo italiano.
È ritenuto il maggior poeta dell’Ottocento italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale, nonché uno dei principali esponenti del romanticismo letterario, sebbene abbia sempre criticato la corrente romantica di cui rifiutò quello che definiva “l’arido vero”, ritenendosi vicino al classicismo. La profondità della sua riflessione sull’esistenza e sulla condizione umana – di ispirazione sensista e materialista – ne fa anche un filosofo di spessore. La straordinaria qualità lirica della sua poesia lo ha reso un protagonista centrale nel panorama letterario e culturale internazionale, con ricadute che vanno molto oltre la sua epoca.
Fonte biografia Wikipedia
– Altre opere di Giacomo Leopardi presenti su OublietteMagazine:
“Dialogo della Natura e di un Islandese“
6 pensieri su ““A se stesso” poesia di Giacomo Leopardi”